- «Siamo solidi. E siamo una risorsa per il Paese. Ogni anno versiamo in media al Fisco oltre 500 milioni di euro, 5 miliardi negli ultimi 10 anni. Stiamo affrontando bene tutte le difficoltà. E in quel “tutte” c’è anche l’inaccettabile esproprio di 500 milioni a favore della Cir di De Benedetti per il Lodo Mondadori»
- Anche lì c’è una sentenza, una causa vinta da De Benedetti
- «Se penso che ha avuto il coraggio di dire che mio padre “non è un imprenditore”… Si è visto quanta ricchezza lui è stato capace di distruggere per tutti mentre ne creava, e tanta, soltanto per sé. Mi auguro solo che dopo l’Olivetti, dopo decine di migliaia di risparmiatori, ora non tocchi a Sorgenia. La storia imprenditoriale di Carlo De Benedetti è costellata di naufragi, e paradossalmente la sua ancora di salvezza stavolta siamo stati proprio noi, o meglio quei 500 milioni del Lodo».
- Anche il ventennio berlusconiano viene vissuto come un naufragio
- «Mi costringe a tornare sulla politica… Intanto il cosiddetto ventennio berlusconiano in realtà non è neppure un decennio, per il tempo restante ha governato la sinistra».
- Fossero solo dieci anni non sono pochi, ma i fatti
- «I fatti ci sono, sono tanti, e le 40 riforme degli esecutivi Berlusconi stanno lì a dimostrarlo. Si poteva fare di più, fare meglio? Si può sempre fare di più e meglio. Ma quanto sia difficile governare questo Paese credo l’abbiano capito tutti».
- Ogni governo lo dice
- «Beh, tenga conto che molte delle cose buone fatte sono state poi disfatte proprio dalla sinistra. Penso alla riforma istituzionale del 2005 ma anche, per esempio, alla legge Biagi o a quelle delle pensioni che ci avrebbero evitato lo choc della riforma Fornero. E poi bisogna porsi anche un’altra domanda: che cosa sarebbe successo se mio padre non fosse entrato in politica, e questo Paese fosse rimasto nelle mani della “gioiosa macchina da guerra”, libera di scorrazzare perché a spazzar via gli avversari aveva appena provveduto Tangentopoli?».
- Si, ma fallendo una pretesa rivoluzione liberale. E lo dicono Bonaiuti, Bondi, ecc…
- «Lasciamo stare i nomi, ma di fronte a questo resto allibita. Mi chiedo: ma questi signori dov’erano, che cosa facevano? Non li sfiora il sospetto di essersi dimostrati a dir poco inadeguati? E che senso ha ripetere che Forza Italia non ha un progetto politico?».
- E quale sarebbe questo progetto politico?
- «Resta quello di un Paese dove lo Stato sia al servizio dei cittadini e non viceversa, le libertà e i diritti individuali valgano davvero per tutti, dove la magistratura non assuma compiti che non le spettano, dove cittadini e imprese non siano soffocati da tasse e burocrazia. Non è un progetto politico questo? E chi potrebbe difendere i valori liberali se non Forza Italia e Silvio Berlusconi? Non penseremo mica a Renzi, solo perché non ha la foto di Togliatti in ufficio, o a qualcuno che è alla perenne ricerca del quid?»
- Ce n’è anche per i «traditori»? Alfano e gli altri?
- «Se di tradimento dobbiamo parlare, direi che queste persone hanno innanzitutto tradito se stesse e la propria storia. Consegnandoci una granitica certezza: l’unica cosa in cui sono grandi è la mediocrità. Il dissenso è ovviamente legittimo, ma ci sono anche i modi e i tempi giusti per esprimerlo. Quando poi si scopre che spesso dietro certe “nobili” prese di distanza ci sono in realtà soltanto faide di potere o fame di poltrone, il tutto diventa, se possibile, ancora più avvilente».
- Idee chiare... Manca solo l’impegno in politica.
- «Per la politica ho un grande rispetto, la seguo dall’esterno con attenzione, ma il mio posto è nelle aziende, questo è il lavoro che mi piace fare. E poi questa storia della trasmissione dinastica non mi ha mai convinto. La leadership non si eredita, bisogna sapersela costruire, passo dopo passo, nel tempo, con umiltà, sacrificio, passione. E soprattutto con rispetto: per se stessi e per gli elettori».
- Niente Marina come Marine Le Pen?
- «Lei è cresciuta a pane e politica. Io ho scelto un’altra strada. E sono soddisfatta della mia vita. Mi ha riservato molte fortune, sia nel lavoro che a livello personale. E la più grande è quella di avere un marito e dei figli come quelli che ho. Detto questo, so che nella vita non si può mai escludere nulla. Quindi, oggi è così. Un domani, se capitasse, la politica, chissà!
- 28 APRILE 2014
venerdì 2 maggio 2014
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento