giovedì 31 dicembre 2009
domenica 20 dicembre 2009
Blanc: «Ferrara ancora alla guida della Juve» - Nonostante i sondaggi -
sabato 19 dicembre 2009
Nel suggestivo scenario della piazza della Mangiatoia a Betlemme, di fronte ad uno dei luoghi santi più visitati dai cristiani di tutto il mondo, la Basilica della Natività, il comune di Salemi nei giorni scorsi è stato uno dei protagonisti del 'Festival di Arti e Mestieri Antichi della Tradizione Italiana' promosso dall'Ufficio per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo del Consolato Italiano a Gerusalemme. Un palcoscenico promozionale unico sul quale la Città di Salemi, grazie alla collaborazione con la Pro Loco, ha portato la tradizione dei pani lavorati artisticamente per la festa di San Giuseppe celebrata ogni anno a marzo. In uno spazio espositivo tutto dedicato alla città siciliana, con uno sfondo di pannelli fotografici realizzati dai giovani stagisti dal 'Laboratorio della Creatività' del Comune di Salemi, due donne salemitane, Nadia Capizzo e Annamaria Catalanotto, hanno mostrato ai visitatori giunti soprattutto da Gerusalemme, la secolare arte della lavorazione del pane, il paziente lavoro di intaglio, la particolare abilità nell'assemblare piccoli pezzi per comporre quelli che ormai vengono definiti "gioielli di pane". Nello stand del Comune, sono stati distribuiti i pani, un depliant sulle 'Cene di San Giuseppe' realizzato appositamente per il festival ed intrattenuto quanti hanno voluto saperne di più su Salemi, la sua storia, le sue tradizioni, le iniziative culturali. Ad intrattenere i visitatori il sindaco Vittorio Sgarbi che assieme al Direttore dell'Ufficio per la Cooperazione allo Sviluppo del Consolato italiano a Gerusalemme, Giannandrea Sandri, ha anche tagliato il nastro inaugurale del Festival e premiato i numerosi artisti presenti.
Io trattato da nemico. A Gerusalemme non tornerò mai più.
Mi invitano per un festival culturale e mi controllano come un estremista. I soldati volevano provocarci.
mercoledì 16 dicembre 2009
E Veronica scrive al marito
Libertà di critica e confronto leale
Vi sono attentati, per quanto insani e feroci, che hanno un disegno e rispondono alla strategia di una forza politica. Così furono gli attentati anarchici contro re, regine e presidenti fra l’Ottocento e il Novecento, da quello di Sante Caserio contro il presidente francese Carnot nel 1894 a quelli di Luigi Lucheni e Gaetano Bresci contro l’imperatrice Elisabetta e Umberto I nel 1898 e nel 1900. Ma ve ne sono altri che sono soltanto opera di un folle, prigioniero delle proprie ossessioni. Anche questi, tuttavia, possono essere pericolosi quando, pur senza padri, hanno un gran numero di complici involontari. Il presidente della Repubblica ha ragione quando ci richiama all’ordine e ci ricorda che abbiamo tutti l’obbligo di essere in questo momento «allarmati». Nessuno ha guidato la mano dell’attentatore di piazza del Duomo, ma molti sono coloro che hanno concorso a creare il clima in cui la violenza è diventata possibile.
Occorre quindi che tutti facciano un esame di coscienza e controllino d’ora in poi le loro parole. Esistono maggiori responsabilità da una parte o dall’altra? Può darsi, ma il compito di accertarlo toccherà ad altri, più tardi. Oggi ciò che conta non è la puntigliosa rivendicazione delle proprie ragioni, ma la restaurazione di un clima civile. A giudicare da ciò che è accaduto ieri alla Camera, prevale invece, sia nell’opposizione che in certi settori della maggioranza, il desiderio di utilizzare politicamente l’attentato per dimostrare le colpe e le responsabilità del «nemico ». Assistiamo così a un nuovo paradosso. Tutte le forze politiche nazionali condannano il gesto di piazza del Duomo e si rallegrano del suo fallimento. Ma parecchi lo usano per continuare il pericoloso gioco delle accuse reciproche e rischiano di preparare in questo modo altri scoppi di violenza.
La tregua ha un senso naturalmente soltanto se costruita su un’intesa. Nessuno può chiedere alla maggioranza e all’opposizione di rinunciare ai loro rispettivi programmi sull’agenda politica del momento, dai modi per fronteggiare la crisi alle misure sull’immigrazione, dal testamento biologico alla riforma del sistema scolastico e universitario. Su questi temi è giusto che governo e opposizione si combattano e si contraddicano, anche duramente. Ma esistono altre questioni — il federalismo, il nuovo Senato, la riduzione dei parlamentari, i poteri del premier, la nomina e la revoca dei ministri, la riforma dell’ordine giudiziario — su cui devono lavorare insieme.
Il presidente del Consiglio sostiene che la Costituzione è invecchiata, e ha ragione, anche se dovrebbe evitare di attaccarne duramente gli organi. Ma esiste davvero qualcuno, nella maggioranza, che voglia ripetere l’esperienza del precedente governo Berlusconi, quando una riforma votata soltanto dalla coalizione di governo è stata bocciata dal Paese? Invocare la riforma della Costituzione senza creare le condizioni perché divenga possibile è un inutile esercizio retorico e, peggio, una pericolosa perdita di tempo. Berlusconi avrebbe detto a Fedele Confalonieri, dopo l’attentato, che vi sono situazioni in cui da un male può sortire un bene. Se da questa brutta storia potesse venire un accordo per la riforma delle istituzioni, tutti, per una volta, ne usciremmo vincenti.
Sergio Romano
16 dicembre 2009
Le mistificazioni della Alfano, anti-mafiosa da operetta
di Vittorio Sgarbi
Non l’ho mai incontrata, ma mi sono scontrato con lei a distanza. Mi riferisco a Sonia Alfano. Ma so che io combatto la mafia in modo diverso. Ne indico le azioni criminali e non mi accontento di esprimere generiche formule diffamatorie come piace a lei e a Salvatore Borsellino. Di Borsellino abbiamo parlato ieri. Ed io ricorderò quando si agitò per dissuadere sua cognata, Agnese, la moglie del magistrato ucciso, dall’accettare la cittadinanza onoraria di Salemi che io le avevo offerto dopo una sua visita spontanea e affettuosa nella quale aveva manifestato la sua stima nei miei confronti, per antica conoscenza come studioso d’arte, arrivando a definirmi missionario per aver scelto di fare il sindaco a Salemi. Apriti cielo! I due Borsellino e Sonia Alfano aprirono un caso come se la cittadinanza di Salemi fosse inquinata dalla mia presenza continuando a rinfacciarmi le critiche, fondatissime, a Caselli che non mancherò di continuare a manifestare.
Combattere la mafia non vuol dire non essere criticabili, non dover rispondere dei propri errori. Del metodo di Sonia Alfano abbiamo un esempio oggi, nel rifiuto di dare solidarietà al Berlusconi ferito giacché «sarebbe ipocrita, visto che sono scesa in piazza contro di lui. Non posso dare solidarietà a un presidente del Consiglio che è un frequentatore di minorenni, un piduista, un corruttore, un frequentatore di mafiosi». L’elenco è avvincente e si indicano quattro condizioni del tutto estranee da ogni colpa o responsabilità di reato. Cosa vuol dire «frequentatore di minorenni»? Occorre capire che cosa ci fa e ricordare che dai sedici anni in su qualunque persona, in tempi in cui, soprattutto le donne, hanno una maturità precoce, può disporre di sé, del suo corpo e della sua anima come vuole. Cosa vuol dire «piduista»? Come finge di non sapere Sonia Alfano l’associazione P2 è stata riconosciuta con sentenza della Cassazione, del tutto estranea ad attività criminali e organizzate, condannando per i suoi specifici reati il solo Licio Gelli. Essere stati iscritti alla P2 non vuol dire assolutamente niente, e nessuno è stato condannato per questo. Non è colpa né reato esserne stati iscritti.
Sarà bene quindi ricordare che, demonizzati e diffamati sono stati iscritti alla P2 senza aver fatto nulla di male personaggi come Roberto Ciuni, Alfredo Sensini, Franco Di Bella, e perfino Roberto Gervaso. Giornalisti considerati rispettabili. Sono stati iscritti alla P2 Enrico Manca, Maurizio Costanzo e anche Alighiero Noschese e il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Forse la Alfano non esprimerebbe solidarietà al compianto Noschese e al generale Dalla Chiesa ucciso dalla mafia? Singolare iperbole, piduista e ucciso dalla mafia: come uscirà la Alfano da questa antinomia? E cosa vuol dire «corruttore»? Probabilmente la Alfano si riferisce alla vicenda Mills in cui è dimostrato che l’avvocato inglese ha ricevuto soldi da Carlo Bernasconi. Esiste il ragionevole dubbio che Berlusconi possa essere giudicato responsabile in questa vicenda, ma grazie - incredibilmente - al lodo che porta il suo nome, l’Alfano non può chiamare, se non diffamandolo, «corruttore» Berlusconi, non potendosi riferire neppure a una sentenza di primo grado.
Si tratta in tutti e tre i casi di presunzione di colpevolezza, in contrasto con la Costituzione, cui sempre si appellano i rappresentanti dell’Italia dei valori, oggettivamente diffamatorie. Quindi perseguibili penalmente. L’ultima ragione, la quarta, per la mancata solidarietà, poi, è enorme. Cosa vuol dire frequentatore di mafiosi? È la stessa, travagliesca, osservazione di Borsellino il quale ha dichiarato che bisogna «cacciare Berlusconi perché il suo partito è sorto con i capitali della criminalità organizzata, la quale ora lo ricatta». Parole in libertà, affermazioni indimostrate e indimostrabili, sommamente diffamatorie per un partito che è stato quello di Lucio Coletti, di Saverio Vertone, di Marco Taradash, di Piero Melograni, di Antonio Martino e di tante persone oneste che hanno creduto a ideali sui quali si basa la fondazione di un partito. I finanziamenti, che non mancavano a Berlusconi, non hanno niente a che fare con i soldi della mafia. Non vi è alcuna testimonianza di incontri tra Berlusconi e mafiosi. Al caffè Doney in via Veneto si incontrarono Gaspare Spatuzza e Giuseppe Graviano.
Nessuno dei due incontrò Berlusconi, anche volendo credere alla deposizione di Spatuzza. Dovremo considerare frequentatore di mafiosi, nell’interpretazione dell’Alfano, anche Aldo Moro perché frequentava Salvo Lima? Ma lei vorrà riferirsi allo stalliere Mangano, assunto a casa Berlusconi quando ancora non era stato accusato di associazione mafiosa. Dunque la solidarietà dell’Alfano è negata per quattro ragioni inesistenti, inventate. Forse farebbe meglio a stare con me nella battaglia contro lo scandalo degli interessi della mafia nella cosiddetta energia pulita. Nelle orrende pale eoliche che sfigurano la sua Sicilia lasciandola incredibilmente indifferente
martedì 15 dicembre 2009
lunedì 14 dicembre 2009
Contro la violenza per la libertà - Editoriale di Ezio Mauro -
Amici e avversari, sostenitori e oppositori oggi devono essere solidali con il premier - come siamo noi - e senza alcun distinguo, nel momento in cui è un uomo colpito dalla violenza. E devono fare muro contro l'insania di questo gesto, prima di tutto perché è gravissimo in sé e poi perché può incubare una stagione tragica che abbiamo già sperimentato, negli anni peggiori della nostra vita.
Solo così la politica (che la violenza vuole ammutolire) può salvarsi, ritrovando il suo spazio e la sua autonomia, nella quale è compreso il confronto durissimo tra maggioranza e opposizione e anche lo scontro di opinioni, programmi e strategie. Ma distinguendo, sempre, tra le critiche e l'odio, tra il contrasto d'idee e la violenza, tra le funzioni e le persone.
Anche se il gesto di piazza Duomo è fortunatamente isolato e frutto di follia, in gioco c'è niente meno che la libertà. La libertà di Berlusconi di dispiegare le sue politiche e le sue idee coincide con la nostra stessa libertà di criticarlo. Questo spazio di libertà si chiama democrazia: difendiamola.
Ronchi: «Oscurare i siti pro-Tartaglia»
MILANO - Il numero dei suoi "fan", sulla Rete, sfiora ormai i 50 mila. Il gruppo di Facebook dedicato a Massimo Tartaglia, l'uomo che ha colpito Silvio Berlusconi dopo il comizio di Milano, continua a crescere. Tanto che il ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi, chiede al Viminale di «oscurare i siti in cui si inneggia alla vigliacca aggressione subita dal presidente del Consiglio». E Gabriella Carlucci, parlamentare del Pdl, rilancia: «Internet e i social network stanno diventando, ogni giorno di più, canali e strumenti di diffusione di odio e veleno. È giunto il momento di eliminare definitivamente l'anonimato in rete».
IL CASO - Nel frattempo, sul popolare social network sono nati anche parecchi gruppi di sostegno al Cavaliere: da "In carcere Tartaglia" a "Ergastolo per Tartaglia". Il più numeroso è «Sosteniamo Silvio Berlusconi contro i fan Massimo Tartaglia»: in poche ore avrebbe raccolto oltre 380 mila iscritti. Ma in questo caso si tratta di un falso: un gruppo già esistente, cioè, e al quale è stato cambiato nome (ci sono foto e riferimenti relativi a date precedenti). «Questo gruppo è un imbroglio - afferma una delle "iscritte" in bacheca. - Ieri si occupava di tutt'altro, ha cambiato nome per imbrogliare sul numero degli iscritti, guardate i vecchi post». Un altro denuncia: «Il gruppo era: "Aboliamo il Superenalotto e diamo i soldi ai terremotati dell'abruzzo". Vergogna». Altri navigatori sostengono invece che si trattasse di un gruppo di aste online. In ogni caso, migliaia di persone si sono trovate iscritte al gruppo senza saperlo. Non certo un modo per placare gli animi, sul web.
G. Ant.
14 dicembre 2009
Fonte "Corriere della Sera"
lunedì 14 dicembre 2009, 12:43 Berlusconi resta in ospedale: "E' sofferente
La degenza al San Raffaele Notte tranquilla e giornali in camera per il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi all’indomani dell’aggressione subita ieri sera in piazza del Duomo. Secondo quanto riportato dal portavoce Paolo Bonaiuti, in queste ore Berlusconi "è un po' affaticato e sofferente, sente le conseguenze del colpo di ieri, ha avuto un forte mal di testa". Bonaiuti ha, infatti, riferito che "tante persone chiamano, anche tutti i leader stranieri". "Berlusconi - ha poi aggiunto - vorrebbe rituffarsi nella consueta attività di sempre, che è frenetica, ma anche i medici dicono che ci vuole un momento di circospezione e cautela". Don Luigi Verzè, presidente del San Raffaele, ha raccontato di aver trovato Berlusconi "umiliato, non tanto dal fatto traumatico ma da quello che esso rappresenta: l’odio". A lui il premier ha detto: "Io voglio bene a tutti, voglio il bene di tutti, non capisco perché mi odino a questo punto". "Stamattina - ha poi continuato don Verzè - ho detto al premier che quanto avvenuto ieri sera in piazza del Duomo è un monito a lui e al Paese. Monito che poi ho ripetuto al presidente Fini e all'norevole Bersani. Occorre modificare la Costituzione Italiana". "Il resto che mi ha detto - ha concluso - appartiene a lui e a me".
Scongiurato l'intervento chirurgico "Ci riserviamo di valutare domani, sicuramente non verrà dimesso nella giornata di oggi", ha fatto sapere il primario Alberto Zangrillo assicurando che non sarà necessario intervenire chirurgicamente per rimediare alle conseguenze dell’aggressione subita ieri. Berlusconi è sottoposto a terapie antibiotiche e analgesiche per contrastare la sintomatologia dolorosa, ha aggiunto Zangrillo. Il premier non sarà dimesso oggi "ma ci riserviamo di prendere domani una decisione". Il presidente è sereno e tranquillo, ha detto Zangrillo aggiungendo che però Berlusconi è amareggiato ma ha passato la notte tranquillamente. Il primario ha anche aggiunto che l’ematocrito è un valore che determina la quantità del sangue e che Berlusconi è stato sottoposto a due prelievi che hanno constatato uno stato di anemizzazione compatibile con il sanguinamento, visto che ha perso circa mezzo litro di sangue.
Le visite in ospedale Questa mattina, di buonora, sono giunti al San Raffaele a far visita al premier il ministro del Turismo Maria Vittoria Brambilla, il viceministro alla Sanità Ferruccio Fazio e il sindaco di Milano Letizia Moratti. Poi è stata la volta dei presidenti delle Camere, Gianfranco Fini e Renato Schifani, e del leader democrati, Pierluigi Bersani. "Al di là del dolore fisico lo fa soffrire l’odio politico trasformato in aggressione - ha detto Schifani - è dovere di tutte le forze politiche fare un punto su questa vicenda e fare in modo che in Italia questa spirale di violenza politica si fermi, perchè mette a rischio la pacifica convivenza democratica di questo paese". "Affettuosa" telefonata del presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy che ha voluto sincerarsi delle condizioni di salute del premier dopo l’aggressione subita ieri ed esprimergli vicinanza e solidarietà. Il nosocomio milanese è fortemente presidiato dalle Forze dell’ordine che impediscono l’accesso ai giornalisti al settimo piano del reparto Q dell’ospedale dove è ricoverato il premier.
lunedì 14 dicembre 2009, 12:53
Di Pietro: premier istiga
La Bindi rincara la dose: "Non faccia la vittima"
Prima Di Pietro, poi la Bindi: opposizione all'attacco. Corsivo pungente su L'Unità . Il Pdl fa quadrato: "Ciarpame politico". Bersani: "Condanna senza ma"
Milano - "Presenterò un esposto-denuncia contro Di Pietro per associazione a delinquere". La 'minaccia' del sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto è quella che meglio sintetizza il clima si innesca nei confronti del leader dell’Idv Antonio Di Pietro considerato colpevole non solo di aver creato un clima "di odio" verso Berlusconi, ma anche di averlo indicato, subito dopo l’aggressione subita a Milano, come "l’istigatore" della violenza. Durissimi toni anche dal presidente del Pd, Rosy Bindi, secondo la quale "resta il fatto che tra gli artefici di questo clima c’è anche Berlusconi, non può sentirsi la vittima". Immediata la replica del Pdl che invita Bersani a dissociarsi: "Le campagne di odio, l’aggressione giornalistica, il linguaggio folle, che non è soltanto del capo degli irresponsabili Antonio Di Pietro, hanno preparato il terreno". Il segretario del Pd: "Va condannato senza se e senza ma ogni gesto di violenza".
L'attacco di Di Pietro "Come al solito quando si tratta di criticare l'Idv i soliti 'Soloni' capiscono fischi per fiaschi. Ribadisco allora che noi tutti deploriamo e condanniamo l'aggressione subita dal presidente del consiglio. Ci mancherebbe altro!". Così il leader dell'Idv Antonio Di Pietro commenta l'aggressione al premier a Milano. "Però - aggiunge - non può e non deve legittimare e giustificare la dilagante esasperazione che l'assenza di politiche economiche e sociali di questo governo sta provocando nei confronti di miglia di lavoratori e padri di famiglia". "Già nei giorni scorsi - prosegue - avevo avvertito del rischio incombente che a qualcuno saltassero i nervi e non è prendendosela con me che si risolvono i problemi, ma affrontandoli e dando risposte ai bisogni dei cittadini, cosa che il governo Berlusconi non ha fatto e non pare abbia alcuna intenzione di fare".
Cicchitto: "Istiga alla violenza" "Leggiamo la dichiarazione di Di Pietro su Berlusconi: essa conferma che egli è un autentico provocatore che sta scatenando una spirale di violenza nel Paese approfittando della debolezza politica dei suoi alleati". E' quanto afferma il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto. "Vedremo se verrà confermata la linea di alcuni esponenti politici di fare con questo figuro addirittura un ridicolo Cnl. Con Di Pietro al massimo si possono fare le brigate rosse e le brigate nere che hanno caratterizzato i momenti peggiori della vita politica italiana. In effetti - conclude Cicchitto - se ci fosse un minimo di razionalità politica intorno a lui bisognerebbe fare un autentico cordone sanitario".
Crosetto pronto a denunciare "Oltre ad esprimere piena solidarietà al presidente del Consiglio, con alcuni colleghi parlamentari presenterò un esposto-denuncia contro l'onorevole Di Pietro per istigazione a delinquere". Lo annuncia Guido Crosetto, sottosegretario alla Difesa e deputato del Pdl. "Le sue parole e i suoi atteggiamenti dell'altro giorno - aggiunge - hanno dato legittimazione a tutti coloro che vedono nella violenza il modo migliore per esprimere le proprie opinioni". "Penso che tutta la politica debba fare in modo che questa persona non trovi più alcun dialogo da parte di chi - conclude Crosetto - pensa che il bene comune si amministri e si raggiunga solo con un sereno confronto democratico".
venerdì 11 dicembre 2009
Dopo la puntata di 'Annozero' del primo maggio
giovedì 10 dicembre 2009
FABRIZIO CORONA CONDANNATO A 3 ANNI E OTTO MESI DI CARCERE PER I RICATTI AI DANNI DI MELANDRI, FRANCESCO COCO E ADRIANO
Tre anni e otto mesi di carcere. È la condanna che il Tribunale di Milano ha inflitto a Fabrizio Corona per la vicenda dei ricatti ai danni di vari sportivi. Quattro i capi d'imputazione a carico del fotografo siciliano, relativi alle estorsioni e ai tentativi di estorsione nei confronti del calciatore Francesco Coco (due episodi), del motociclista Marco Melandri e del calciatore Adriano. Corona è stato invece assolto per i capi d'imputazione relativi a Lapo Elkann, al calciatore Alberto Gilardino e all'imprenditore Gianluca Vacchi. I giudici hanno concesso all'agente fotografico le attenuanti generiche e l'hanno interdetto dai pubblici uffici per cinque anni. Il processo milanese nasce dall'inchiesta del pm di Potenza Henry John Woodcock, cosiddetta 'Vallettopolì. Gli atti per competenza territoriale vennero poi trasferiti alla Procura di Milano e al pm Frank Di Maio. Insieme con Corona, condannato (due anni e quattro mesi) anche il suo collaboratore Marco Bonato, per il quale il pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione.
Per Corona, invece, il pm aveva chiesto sette anni e due mesi. Si può dire dunque che al fidanzato di Belen Rodriguez sia andata anche bene, ma la sua reazione è stata in ogni caso sopra le righe, com'è nel suo stile: «Mi vergogno di essere italiano. Questo processo è una presa per il c.... Questo è un paese di m...» il primo commento di Corona. Che così ha proseguito: «Non so che cosa farò, farò il carcere, non me ne frega un c... Quello che c'è scritto nelle aule dei Tribubali - "La legge è uguale per tutti" - non è vero. Io non ho più fiducia nella legga. Per me era una battaglia e l'ho persa. È una vergogna. Allora devono condannare tutte le agenzie fotografiche d'Italia e quella del caso Marrazzo».
Da parte sua, il pm Fran Di Maio si è limitato a dire che quello contro Corona «è stato un processo che la Procura ha fatto da sola, considerata l'assenza di ogni parte civile. È passato il principio: d'ora in poi il ritiro delle fotografie (dietro pagamento, ndr) sarà più problematico».
Crisi, Lombardo rompe con il Pdl
L'addio alla maggioranza è stato annunciato dai berlusconiani che fanno capo al coordinatore regionale Giuseppe Castiglione e più in generale all'asse Alfano-Schifani, dopo che ieri notte in aula è stato approvato un ordine del giorno nel quale da un lato si assicurano fiducia e sostengo pieno nell'operato del governatore e dall'altro si condanna in comportamento assunto negli ultimi mesi proprio da quella corrente del Popolo della libertà, accusata soprattutto di avere bocciato il documento di programmazione economica e finanziaria della Regione. L'odg è passato con 34 voti a favore, nove contrati e altrettante astensioni. «A questo punto usciamo dal governo», ha dichiarato il capogruppo del Pdl Innocenzo Leontini.
Ma non tutti i berlusconiani si chiamano fuori. Anzi, l'altra ala del partito, quella che all'Assemblea regionale ha recentemente fondato il gruppo Pdl Sicilia, che fa capo al sottosegretario Gianfranco Miccichè e da sempre si è dimostrata fedele alleata di Lombardo, resterà saldamente nell'esecutivo. Il Partito democratico, invece, è pronto a garantire l'appoggio esterno, anche se il segretario regionale, Giuseppe Lupo, usa parole di assoluta prudenza: "Valuteremo con attenzione i provvedimenti del governo".
Un governo che però va riformato almeno per tre dodicesimi. Come annunciato dal capogruppo del Pdl Leontini, dovrebbero uscire i due assessori di area Alfano-Schifani cioè Mario Milone e Nino Beninati (nonostante quest'ultimo ieri sera abbia votato a favore dell'ordine del giorno di sostegno a Lombardo) e dovrebbe restare fuori anche Gaetano Armao, avvocato amministrativista finito nella bufera perché accusato da numerosi parlamentari di conflitto d'interessi. Nel nuovo esecutivo due posti, al momento, sono destinati a tecnici graditi al Partito democratico che però, ufficialmente, resterà fuori dalla partita.
«Lavoreremo senza odio e senza polemiche e con qualche anticipo rispetto alla data del 31 dicembre formeremo una nuova giunta», ha detto Lombardo al termine della seduta. «C'è una base che conta circa 30 deputati e che ha un programma - ha aggiunto - Ci sarà una convergenza su questo programma, che sarà realizzato nella chiarezza assoluta».
Nel discorso che ha preceduto il voto dell'aula, Lombardo ha attaccato quei pezzi di maggioranza che avevano bocciato il Dpef: "E' stata - ha detto - la goccia che ha fatto traboccare il vaso, l'ultima di una serie di aggressioni". Il governatore ha anche rievocato i ripetuti tentativi "di abbatterlo". Ora Lombardo si appresta a formare la sua terza giunta da quando è stato eletto presidente della Regione siciliana.
«Dalla Sicilia parte la dissoluzione del centrodestra», afferma soddisfatto il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo. «Prendiamo atto che il presidente della Regione ha utilizzato parole dure verso la sua maggioranza e sulle politiche antimeridionaliste del governo Berlusconi. E' un dato politico interessante. Noi continueremo a svolgere il nostro ruolo di opposizione responsabile, valutando il merito dei provvedimenti del governo».
(09 dicembre 2009)
mercoledì 9 dicembre 2009
Serie A - Buffon sorregge la baracca, a Bari ci sarà
..Il giorno dopo la debacle con il Bayern Monaco, la Juventus raccoglie i cocci di una caduta tremenda, che alla Vecchia Signora fa malissimo non soltanto per il morale ma anche per il bilancio societario: ad occhio e croce, tra mancati introiti garantiti dall'Euefa per il passaggio agli ottavi, diritti commerciali e vendita di biglietti sfumati, ieri sera Del Piero e compagni hanno 'bruciato' una quindicina di milioni di euro.
Tutti sotto processo, allora, come è inevitabile: dalla dirigenza, accusata di scarza esperienza in ambito calcistico, alla guida tecnica (Ferrara non può essere esente da colpe e probabilmente paga qualche 'peccato di gioventù') per puntare infine l'indice contro i giocatori più rappresentativi, soprattutto i miliardari acquisti brasiliani, Melo e Diego, inspiegabilmente deludenti, a dispetto delle premesse. L'unica via d'uscita è rappresentata come sempre dal campo, perché solo la vittoria aiuta a scacciare le polemiche (e la crisi).
"Restiamo uniti per non peggiorare la situazione" - è stato l'accorato appello di Cannavaro subito dopo la sconfitta dell'Olimpico. 'Peggiorare la situazione' significa perdere contro il Bari, sabato nel secondo anticipo della 16esima giornata. Ferrara rifletterà sui possibili rimedi necessari a scongiurare il pericolo, e intanto stamattina ha tenuto a rapporto i suoi nel centro sportivo di Vinovo.
Non sono più confortanti le notizie provenienti dall'infermeria: Sissoko non ha fatto a tempo a rientrare nei ranghi che si è di nuovo infortunato: lo sfortunatissimo maliano ha subito uno stiramento alla coscia sinistra che lo terrà fermo un mese, circa dieci giorni in più di Chiellini, vittima di una lesione di primo grado al bicipite femorale destro. Con Iaquinta ancora ai box dopo l'intervento al menisco, alla lista degli assenti si aggiungerà ben presto Gigi Buffon, costretto ad andare sotto i ferri per la rottura del menisco esterno del ginocchio sinistro .
Il numero 1 della nazionale avrebbe dovuto operarsi in mattinta, ma ha preferito rimandare l'intervento dopo la sfida con il Bari per poter restare vicino alla squadra. Un segnale forte e importante in un momento delicatissimo per la stagione della Vecchia Signora, una dimostrazione di professionalità e attaccamento alla maglia che società, compagni e tifosi di certo apprezzeranno. In mezzo a tanto sconforto, resta ancora qualcosa da salvare.
Eurosport
Champions League - Ferrara: "Non abbiamo scuse"
Terza ed ultima considerazione: non mettendo in discussione la proprietà, non lo si può i quattrini in fondo li tirano fuori loro, c'è da mettere in evidenza che le scelte dirigenziali della stessa sono state anch'esse improntate a scelte familiari: credo che il presidente Blanc non capisca niente di calcio e tantomeno diversi consiglieri di amministrazione; credo che il Ds Secco andava bene sino a quando aveva dietro un certo signor Moggi e non capisco a tutt'oggi dove è finita l'unica persona che aveva le competenze e la serietà giusta per far ripartire la Juventus, Bettega, nemmeno sfiorato da calciopoli e colpevole solo di far parte di un gruppo dirigenziale accusato di quello che si sa. Se la Juve non riesce in brevissimo tempo ad uscire da questa situazione rischia di compromettere per diversi anni ancora ll rilancio della squadra.
Da pietro, il mer 9 dic 22:37
martedì 8 dicembre 2009
Sgarbi porta Salemi a Gerusalemme e Betlemme
Il sindaco Vittorio Sgarbi porta Salemi in Terra Santa, riallacciandosi, anche con questa nuova iniziativa, al tema religioso che ha ispirato prima il «Festival del Cinema Visioni» e poi il «Festival della Cultura Ebraica e d’Israele» conclusosi pochi giorni fa. Salemi, tra l’altro, ha un forte legame storico con gli ebrei: nel 1492, prima dunque del decreto di espulsione degli ebrei dalla Spagna, a Salemi vi era una comunità numerosa che viveva nel quartiere della Giudecca, ancora oggi riconoscibile.
Dunque, ancora un momento di promozione dell’immagine della città siciliana all’estero, stavolta con la partecipazione del Comune all’importante «Festival di Arti e Mestieri antichi della tradizione italiana» che si svolgerà a Gerusalemme e Beetlemme da lunedì 7 a domenica 13 dicembre. Salemi sarà protagonista per un giorno, martedì 8 dicembre, con le «Cene di San Giuseppe», i tradizionali altari votivi che si allestiscono ogni anno in onore del santo e che richiamano in città migliaia di visitatori.
Il festival, promosso dal Consolato d’Italia a Gerusalemme e dall’Ufficio consolare per la Cooperazione italiana allo Sviluppo è stato ideato «per valorizzare - spiega il Consolato in una nota - nel contesto speciale e unico di Gerusalemme e Betlemme, le usanze popolari e devozionali dell’arte italiana. L’obiettivo è quello di avvicinare importanti culture del Mediterraneo e promuovere il dialogo finalizzato alla conoscenza reciproca».
Il Festival si aprirà domani, lunedì 7 dicembre, a Betlemme con l’esibizione del Coro Magnificat diretto da Hania Soudah Sabbara nella Basilica della Natività (Chiesa di Santa Caterina) con gli arrangiamenti dell’organista del Santo Sepolcro di Gerusalemme Padre Armando Pierucci.
giovedì 3 dicembre 2009
Inglese, in Sicilia l'ideatrice del nuovo metodo d'insegnamento
Il prete nasconde la targa per Ignazio Salvo
- La targa dorata che ricorda Ignazio Salvo, il potente esattore di Salemi condannato per mafia al maxiprocesso, non brilla più nella chiesa di Regina Pacis di Palermo. Il nuovo parroco, Giovanni Basile, ha deciso di toglierla dall'ingresso del confessionale che era stato donato dalla famiglia dell'imprenditore: al suo posto c'è adesso un crocifisso. La targa è stata spostata sul retro del confessionale, intanto relegato in fondo alla chiesa del quartiere Matteotti.
L'anno scorso era nato un caso dopo che Repubblica raccontò di quella targa dove è scritto in bella evidenza: «In perpetua benedizione e memoria di Ignazio Salvo. Ad maiorem Dei gloriam». Chissà se il 17 settembre 1992, mentre i killer di Totò Riina gli sparavano, anche lui, uno degli uomini più potenti di Sicilia, ha invocato Dio. Per la giustizia italiana, comunque, Ignazio Salvo resta un condannato per mafia. E assieme al cugino Nino è il simbolo di una drammatica stagione. Per questo alcuni parrocchiani di Regina Pacis non avevano mai gradito quella presenza ingombrante.
L'allora parroco, Aldo Nuvola, si era giustificato: «La vedova Salvo è una straordinaria animatrice della Caritas, alla chiesa ha fatto tante donazioni. E poi, per quel confessionale ho chiesto autorizzazione all'arcivescovo De Giorgi». Dice oggi padre Basile, da nove mesi a Regina Pacis: «Ho fatto una cosa semplice, direi naturale, perché quando ci si confessa bisogna guardare il crocifisso, non altri. E poi il confessionale è stato spostato nella cappella del battesimo: in fondo, la riconciliazione con Dio vuol dire rinascere». La targa, seppur nascosta, resta comunque sul confessionale. Sostiene il parroco: «I processi degli uomini accertano un colpevole e una verità processuale, che non è tutta la verità».
sabato 28 novembre 2009
Giornalista Alessandro Cecchi Paone assessore a Salemi
Il fotografo, nonostante avesse piu' volte annunciato alla stampa di voler dimettersi da assessore del comune siciliano, in realta' non ha mai presentato una formale rinuncia. Vittorio Sgarbi ieri ha sciolto il nodo indicando Cecchi Paone in seno all'esecutivo con le deleghe alla Comunicazione, Creativita' e Diritti Umani.
mercoledì 18 novembre 2009
SGARBI,SCUDERI E LA REAL POLITIK A SALEMITI!!!!???!!! parte 1^
Non è la prima volta che il sindaco Sgarbi sceglie come interlocutore dell'opposizione il dr.Alberto Scuderi, esponente del PD, ma non consigliere comunale: chi sono, infatti, i consiglieri comunali di opposizione alla Giunta Sgarbi? I consiglieri comunali Angelo e Venuti del PD? (forse!), i consiglieri del PDL? (Salvo e Lofria? forse ma improbabile!) e allora, liquidato Luigi Crimi come fascista , non gli resta che Scuderi.
1) Giusy Asaro presidente del Consiglio fedelissima
2) Giuseppe Ferro ex presidente comm art.5 fedelissimo
3) Giovanni Fici consigliere "
4) Giuseppe Robino " "
5) Leonardo La Grassa " "
6) Fabrizio Gucciardi " "
7) Salvino Verde " " dell'ultima ora
8) Vito Lo Castro " " dell'ultima ora ex "patruzzo"
9) Melchiorre Angelo " " dell'ultima ora ex F.I.
10) Leonardo Bascone " fedelissimo di Giusy Asaro,ergo..............
12) Antonino Ardagna " amico dell'ex vice sindaco Dr.Scalisi nelle
decisioni importanti è sempre allineato!
13) Andrea Russo " sempre....disponibile!
14) Lorenzo Cascio " fedelissimo dell'ultimo momento in barba a papa? Questi i fedelissimi, coloro che non tradiranno mai, coloro che raramente parleranno, coloro che in caso di mozione di sfiducia al Sindaco garantiscono i numeri. Poi ci sono i consiglieri apparentemente appartenenti ad altri schieramenti, ma per i quali l'elezione è stata determinata o non ostacolata da Giammarinaro:
15) Francesco Salvo Vice P.del Consiglio fa riferimento al PDL trapanese, corrente d'Alì o
Marrocco non si sa , eletto in una lista civica che sosteneva altro candidato è stato il più votato : 212 voti di cui 180 schede abbinate a Sgarbi Sindaco . La potenza del voto disgiunto?????!!!!!!
16) Francesco Lofria consigliere uomo di riferimento dell'ass.Bivona, di fatto a
disposizione della stessa che a sua volta si è schierata con Giammarinaro. Eletto nelle liste
del PDL nello stesso è un illustre sconosciuto!
17) Calogero Augusta consigliere appartenente all'area di sinistra si muove molto
bene nel campo dell'assistenzialismo e dei servizi
sociali.Senza la longa manus dell'onorevole?
Dubitiamo fortemente.
18) Fsco Gppe Fileccia consigliere Giovane rampante si muove per conto di papà.
Infine quelli che dovrebbero essere i consiglieri di opposizione, i consiglieri eletti nelle liste del PD, ma guarda caso non amici di Scuderi:
19) Calogero Angelo non è amico di Giammarinaro, non lo ha mai
frequentato politicamente. Come dice il detto:
" Ambasciator non porta pena"!!!!!!!!!!!!!!!!!
20) Domenico Venuti ex margherita, segretario comunale del PD è
molto simpatico a Sgarbi ma poco a Scuderi.
domenica 15 novembre 2009
"DIMMI CON CHI STAI.............E TI DIRO' CHI SEI"!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
LE DIVISIONI INTERNE NEL PDL
TRAPANESE
SEN.ANTONIO d'ALI'
ON. LIVIO MARROCCO
Nel numero in edicola del mensile "Il Quarto Potere", a pagina 8, viene evidenziata la situazione del PDL trapanese "condizionato dalle divisione interne che fanno riferimento alle manovre romane e palermitane della sua dirigenza". Il Finiano doc on. Livio Marrocco, con un triplo salto politico, dopo aver sostenuto fino a pochi mesi fa l'alleanza con d'Alì, Cristaldi e Grillo,contro gli on Adamo e Scilla, si ritrova ora, per volere del suo leader nazionale, a fianco degli stessi nel progetto "PDL per la Sicilia" il cui ispiratore è quel Miccichè che tanto ha fatto e tanto sta facendo per spaccare il PDL in Sicilia. Ergo, premiato con il sottosegretariato
alla Presidenza del Consiglio , e sulla vicenda Marrocco il silenzio più totale
D'altra parte il "lealista" d'Alì che sempre per tenere unito il PDL fonda il club "Vele della Libertà", nella speranza che la lealtà a Berlusconi gli torni utile per futuri incarichi, magari Ministro della Marina (trapanese),
dopo il sottosegretariato all'interno.
Succo di tutta questa situazione, volta a rafforzare posizioni di potere e priva di qualsiasi progettualità per il territorio e la gente che vi abita, è che per darsi credibilità i due schieramenti hanno dato vita a due liste dove hanno messo in campo gli amministratori ed i consiglieri comunali e provinciali di riferimento che sono state propinate come "Consulta degli eletti del club "Vele della Libertà"(4.11.2009) quella del sen. d'Alì e "PDL-Livio Marrocco"(19.11.2009) quella dell'omonimo onorevole.
Ma il ridicolo si evidenzia quando scorrendole ci si accorge che alcuni nominativi sono presenti in entrambe le liste, segnale preciso ed inequivocabile che i due non conoscono nemmeno i loro amici!!!!!!!!!
Un esempio? Nelle due liste è citato il vice presidente del Consiglio Comunale di Salemi Francesco Salvo.
Ma i due contendenti sono proprio sicuri che Francesco Salvo abbia loro come riferimento politico?
Per chiarimenti chiedano a Giammarinaro!!!!!!!
giovedì 5 novembre 2009
Sgarbi contrario al ridimensionamento degli ospedali di Mazzarino, Pantelleria e Salemi
Lunedì 02 Novembre 2009
SALEMI - Vittorio Sgarbi si dice contrario alla chiusura o al ridimensionamento degli ospedali di Mazzarino, Pantelleria e Salemi, ed ha inviato una nota di solidarietà al collega di Mazzarino Vincenzo D’Asero che assieme ad altri colleghi siciliani chiede l’approvazione del Disegno di legge n° 477 (primo firmatario Rudy Maira) sulla rifunzionalizzazione dei presidi ospedalieri con posti per acuti. Il Ddl è stato già sottoscritto da 41 deputati e l’obiettivo dei sindaci è quello di farlo approvare entro il 31 dicembre.
«Condivido e sostengo – spiega Sgarbi - l’iniziativa del Sindaco della Città di Mazzarino che ha riunito gli amministratori degli ospedali siciliani minacciati di chiusura e li ha messi a confronto con i deputati firmatari della legge per la salvaguardia di questi presìdi.
Pur comprendendo l’esigenza di contenere gli sprechi nella sanità siciliana e di ripensare la spesa sanitaria legata a una visione assistenziale della sua gestione, ritengo prioritaria la garanzia del diritto alla salute inteso quale bene primario. Questo vale ancor di più per quelle località della Sicilia, come Salemi, Pantelleria o Mazzarino dove il rilancio di immagine, economico e culturale in atto e da tutti riconosciuto, non può certo realizzarsi con una limitazione delle strutture sanitarie.
E’ chiaro che siamo di fronte ad un paradosso. Se tu hai un luogo che diventa attraente dal punto di vista economico, turistico e culturale, gli ospedali di questi luoghi debbono contraddistinguersi per efficienza dell’offerta sanitaria, non li puoi ridimensionare.
Mantenere e rafforzare i presìdi sanitari di Pantelleria, Mazzarino e Salemi non vuol dire dare solamente sollievo alle rispettive comunità, ma dare il segno di un’attenzione forte e positiva a luoghi in cui si è dato prova di vitalità, di crescita, di progresso, di uno sviluppo che è in corso e che non può essere limitato o vanificato da un’offerta sanitaria precaria, incerta, limitata.
Io faccio un discorso di prospettiva che prescinde dalla logica dei numeri.
Se viene un americano, un francese, un tedesco ad investire in una di queste località, potrebbe essere indotto a rinunciare alla sua impresa economica se non è sicuro che, anche nel campo dell’assistenza sanitaria, non ci sia una immediata capacità di risposta e assistenza per utenti che vogliono e pretendono giustamente sicurezza sanitaria. Parliamo di città che si aprono alle esperienze straniere e agli in vestimenti di imprenditori che reclamano strutture sanitarie efficienti....
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Le tue foto
Il circo ....a Salinella
I tuoi video
Il video dell'intitolazione della sala conferenze di San Pietro a Enzo Genna
Scuola e formazione
Protestano i ragazzi dell'Istituto Agrario
Rassegna Stampa
All'Ars la buvette è per soli vip
Video Blob: il meglio della tv
Corrado Guzzanti è Romano Prodi a "Parla con me"
Documenti
Il manifesto del Pdl Sicilia
Dalle istituzioni
Unica tappa italiana, a Marsala, per il tour europeo del professor Douglas Doman
Il vicedirettore degli Istituti per il raggiungimento del potenziale umano a Filadelfia e... Leggi tutto...
"Carini ignorante sulle celebrazioni del 4 Novembre"
"Io, assessore alla legalità difendo il consigliere indagato"
"Aeroporto di Birgi mal collegato con il territorio"
"Un Consiglio Comunale che sa solo lottizzare"
"Centro storico di Marsala poco sicuro"
Lo sciagurato Egidio
(pillole di verità. Supposte)
Ognuno ha le sue croci. Noi ne abbiamo 72. Più Turano.
unedì 02 Novembre 2009 10:03
sabato 31 ottobre 2009
sicilia bedda gruppo folk - Salemi
Il gruppo Folk ha la sede sociale a Salemi ma di fatto è stato costretto, per miopia degli amministratori locali succedutesi nel tempo, ad emigrare nell vicina Vita, dove ha trovato accoglienza,disponibilità e finanziamenti.
Però a Fabrizio Corona si danno 15 euro di rimborso spese per la sua presenza a Salemi, in un contesto avulso allo stesso.
Bravo il Principe Sgargi, lunga vita a Lui ed al suo Principato.!!!!!!
sicilia bedda gruppo folk - Salemi
Il gruppo Folk ha la sede sociale a Salemi ma di fatto è stato costretto, per miopia degli amministratori locali succedutesi nel tempo, ad emigrare nell vicina Vita, dove ha trovato accoglienza,disponibilità e finanziamenti.
Però a Fabrizio Corona si danno 15 euro di rimborso spese per la sua presenza a Salemi, in un contesto avulso allo stesso.
Bravo il Principe Sgargi, lunga vita a Lui ed al suo Principato.!!!!!!
Salemi, si presentano due libri editi da Bompiani
venerdì 30 ottobre 2009
Sgarbi: "Dedichiamo noi una via a Impastato"
giovedì 29 ottobre 2009
Buffon: «Juve? Un'esplosione nucleare»
TORINO, 29 ottobre - Gianluigi Buffon il giorno dopo la grande prestazione con la Samp ha ancora la faccia soddisfatta. Sirigu, il portiere del Palermo, ha detto che per lui Gigi è un mito. Che effetto fa essere un mito per un altro portiere? «È troppo presto per diventare un mito per uno che sta giocando con me un campionato - dice ai microfoni di Sky Sport24 - Però fa piacere, Sirigu sta facendo un'ottima stagione. È giovane, è cresciuto durante i miei anni d'oro...».
ESPLOSIONE - La partita di ieri è stata la scintilla per ricominciare a splendere? «Ieri è stata un'esplosione nucleare perchè nessuno si aspettava, neanche noi, una prestazione simile. Le qualità sono quelle, tutti volevamo vincere e convincere. Con le grandi squadre (Roma, Lazio e Samp) abbiamo sempre dimostrato di esserci. Le altre partite, però, purtroppo sono quelle che fanno la differenza, dobbiamo cercare di non perdere punti in queste partite per arrivare ad un obiettivo importante».
LA NUOVA JUVE - Questa nuova Juve convince per via del cambio di modulo? «Non è solo questione di modulo. È l'atteggiamento della squadra che ieri era aggressivo, c'era tanta voglia di buttarsi alle spalle questo mese un po' cupo. Sicuramente tutte questi ingredienti li puoi allenare in settimana, poi noi siamo riusciti a preparare la sfida in modo ottimale».
LA DIFESA - Chiellini e Cannavaro stanno giocando alla grande: «Per me è gran fortuna poter giocare e aver davanti grandi difensori, Chiellini e la sua forma strepitosa e Cannavaro con la sua esperienza, ma anche Legrottaglie. Il loro lavoro fa sì che il mio venga semplificato».
IL SUO MOMENTO - Gli chiedono: sei mai stato più forte di così? «Le carriere sono fatte di momenti in cui ti senti imbattibile e altre in cui non ti senti più sicuro come prima. Questo è uno dei miei migliori momenti. Le critiche dell'anno scorso, alcune anche ingiustificate, sono state un grande stimolo».
martedì 27 ottobre 2009
Si corre ad Abu Dhabi
MILANO, 27 ottobre 2009 - Da Kimi Raikkonen che desidera "chiudere in bellezza" con Ferrari a Fernando Alonso che vuole regalare alla Renault "un grande risultato" prima di approdare al Cavallino. Il presente e il futuro di Maranello vivranno domenica ad Abu Dhabi una corsa speciale. Sul nuovissimo tracciato degli Emirati Arabi, simbolo di una Formula 1 che cerca nuovi orizzonti (e soprattutto nuove opportunità di business) domenica andrà in scena l'ultima prova della stagione 2009. Non c'è un naturale favorito, nessun team ha riferimenti rispetto all'anno prima. Tutto può accadere.
Uno spettacolare scorcio della nuova pista GRANDI VITTORIE — Alonso, che è già riuscito a vincere nel GP d'esordio di Singapore (anche se si è trattato di una vittoria sporcata dal crash-gate di Nelsinho Piquet) sta per salutare un gruppo di persone che conosce da molto e con cui ha condiviso grandi vittorie. "È per questo che mi piacerebbe finire la stagione e la mia carriera in Renault con un grande risultato - ha detto l'asturiano - sarà emozionante perché ho tanti ricordi speciali che mi legano alla Renault e sto lasciandomi dietro tanti amici. La Renault è uno dei grandi team della F.1 e non vedo l'ora di lottare con loro in pista negli anni a venire".
DA RICORDARE — Kimi Raikkonen vivrà con spirito analogo questo GP. "È giunto il momento di salutarci con i ragazzi della Ferrari dopo tre anni trascorsi insieme - ha detto - con orgoglio penso ai risultati ottenuti, in particolare al titolo del 2007, a quelli marche dello stesso anno e del 2008. In questa stagione la macchina non era così competitiva come avremmo voluto ma siamo comunque riusciti a vincere al meno una corsa e a fare un discreto bottino di punti. Speriamo di chiudere in bellezza con qualcosa di bello in più da ricordare".
ACCERTAMENTI — Per quanto riguarda le ultime dagli altri team oggi la Toyota ha ufficializzato che domenica sarà ancora Kamui Kobayashi a guidare la seconda vettura. Come già a Interlagos, il 23enne pilota giapponese prenderà il posto del titolare Timo Glock, bloccato dalla frattura di una vertebra riportata in seguito a un incidente durante le qualificazioni del GP del Giappone. "Ci dispiace molto per Timo - ha affermato John Howett, presidente della Toyota Motorsport - ma in seguito agli accertamenti medici, la squadra ha deciso di non rischiare. Kamui ha guidato bene durante il GP del Brasile nonostante le difficili circostanze, gli siamo quindi grati per questa sostituzione".
gasport
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Valentino, fenome9
Nono titolo per un pilota straordinario. Perché non ha mai smesso di migliorarsi e perché sa cambiare anche a 30 anni. In meglio
SEPANG (Malesia), 25 ottobre 2009 - Valentino Rossi è campione del mondo. Ancora, e siamo a quota nove. E’ forte il rischio di considerare scontata o normale questa impresa. Perché ormai siamo abituati, Valentino ci ha abituati. Però, a nominarli tutti, nove titoli mondiali nello sport moderno li possono vantare pochi atleti. E allora bisogna provare a spiegare, ammesso sia possibile (essendo la nona volta), cosa c’è dietro queste magiche vittorie che appassionano milioni di tifosi italiani e altrettanti tifosi che nel mondo ce lo invidiano (perché quando senti gli stranieri parlare di lui, l’invidia la senti eccome).
maniacale — Valentino vince così tanto innanzitutto perché è un fantastico professionista, quasi maniacale nel voler superare i propri limiti, e questa motivazione è senz’altro la già straordinaria base di partenza. E sì che gli anni passano anche per lui. Negli ultimi tre anni abbiamo visto come due ragazzi terribili come Casey Stoner e Jorge Lorenzo i mezzi per batterlo li avessero (l’Hayden del 2006 è stato una meteora, tant’è che si ricorda di più la caduta di Vale a Valencia che non i trionfi di Nicky). Ma il pesarese è stato grande due volte: li ha battuti non solo in pista, ma anche e soprattutto perché li ha costretti a entrare in un terreno per loro inesplorato, quello del superamento dei propri limiti. Il dottore li ha costretti ad andare oltre, e sono andati in tilt. Lorenzo certamente meno di Casey. Ma quando si è trattato di portare l’assalto decisivo, quest’anno lo spagnolo ha sempre fallito.
Valentino Rossi, 30 anni, 9 mondiali vinti. LaPresse moto perpetuo — Quello che però forse colpisce di più, oltre all’immenso talento motociclistico, è come il suo spirito non invecchi mai. Vale è sempre avanti, sa sempre trovare nuovi stimoli, adora come José Mourinho (il tecnico della sua amata Inter) il “rumore dei nemici” che si fanno avanti per togliergli la corona. Valentino Rossi è un moto perpetuo, prima ancora nell’istinto che nello stare in sella. Si fa fatica a ricordarne gare banali, si ricordano quasi esclusivamente le tante vittorie o le cadute (dentro e fuori la pista).
futuro — Una specie di spirito da Highlander della moto. Nessuno tra giornalisti o addetti ai lavori, un ambiente ultracompetitivo e affatto tenero, ipotizza anche solo lontanamente che ci sia la possibilità di un suo ritiro. E non sarebbe un argomento blasfemo visto che parliamo di un 30enne (in un mondo dove si comincia anche a 15 o 16 anni, se non prima) che ha conquistato qualcosa come 9 titoli iridati, 103 vittorie, 58 pole, 83 giri veloci, 163 podi su 226 GP disputati. Anzi. Sono tutti pronti ad associare quel sorriso furbo che buca il video a nuove imprese, che si tratti di guidare una Ferrari o di far vincere una Ducati (quest’ultima cosa sarebbe un Oscar alla carriera). Lo spirito di Rossi trascina, è sempre proiettato al futuro, a prescindere da età anagrafiche e palmares. Questo è forse il vero grande segreto di Valentino, lo spirito dell’esordiente e l’esperienza del navigatissimo campione, una combinazione tremenda per chi ci ha a che fare in pista.
nuove sfide — Dice Andrea Dovizioso, suo collega in forza alla Honda: “Quello di cui si parla sempre poco è la capacità di Rossi di cambiare il proprio stile di guida e continuare a vincere lo stesso. Non ho mai visto un pilota capace di questo, è qualcosa di grande”. Valentino sa cercarsi nuove sfide, e di fronte ne ha ancora tante: il record di vittorie di Giacomo Agostini, il decimo titolo per fare cifra tonda, battere qualche altro emergente che sogna di stargli davanti, magari vincere ancora con una nuova moto. Essendo un Highlander, ha solo l’imbarazzo della scelta.
dal nostro inviato
Giusto Ferronato