venerdì 15 gennaio 2010

Notizie Spettacolo e Cultura: Salemi, dibattito sulla cultura persiana


Nell'ambito del Progetto Terremoto promosso dal sindaco Vittorio Sgarbi, si svolger? a Salemi, nel Trapanese, dal 23 al 25 gennaio, la tre giorni intitolata ?Salaam Iran - Incontri/scontri sulla cultura persiana a Salemi?.

La recente intitolazione della ?Via Studenti di Teheran? proprio nel centro della cittadina siciliana ha destato grande interesse e plauso tra i progressisti iraniani, sia in patria che all?estero.
L?ampia risonanza che l?iniziativa ha riscosso soprattutto all?estero trova ora naturale seguito in ?Salaam Iran?, tre giorni di esplorazioni, avvistamenti e confronti con la millenaria cultura persiana. Seguendo il filo rosso del cinema, ma anche quello dei pi? diversi linguaggi quali la poesia, le arti visive, la musica e la danza, la cucina, la politica e la religione, il progetto si propone di offrire un?occasione per percepire pi? da vicino l?Iran come popolo e come paese. In relazione alla situazione socio-politica di un paese dove il 70 per cento della popolazione ha meno di trent?anni, particolare attenzione sar? riservata al tema dei diritti umani e il ruolo essenziale dei mezzi di comunicazione globale, quali nuove tecnologie e social network, principali veicoli del movimento.
La tre giorni di incontri/scontri sulla cultura persiana a Salemi comprender? anche un seminario sul cinema iraniano, condotto dal cineasta Babak Karimi, realizzato in collaborazione con l'Universit? Kore di Enna. Inoltre, tra gli ospiti della tre giorni salemitana: Vittorio Sgarbi, Andrea Pezzi, il giornalista Ahmad Rafat, Amir Seradji, presidente dell'Associazione Giovani Iraniani di Milano, il danzatore Mattia Doto, l'attrice Sandra Ceccarelli, la pittrice Lucia Stefanetti e Daniele Nahum, presidente uscente Ugei e fautore dell'intitolazione di Via Studenti di Teheran. In collegamento webcast, Saeed Valadbaygi, editore del blog Revolutionary Road e giornalista di astreetjournalist.com. Gli incontri-scontri di Salaam Iran si svolgeranno presso il nuovissimo Centro Kim, sede della cineteca Kim's Video donata al comune di Salemi dal collezionista newyorkese Yongman Kim, oltre che nel Castello Normanno-Svevo e in altre sedi storiche della citt?.







 "I galeotti o rematori a bordo delle navi costretti a lavorare quasi tutto il giorno vivevano solo nutrendosi con acqua e `galletta? e chi lavorava con maggior intensit? e impegno al termine della giornata riceveva un premio, un bicchiere di vino". ? quanto ha raccontato Pietro Maniscalco, presidente dell?arsenale di Palermo Museo del Mare, durante il dibattito intitolato "Il vino a bordo, da Leonardo a oggi" organizzato in una delle sale del museo nell?ambito della mostra ?Il genio di Leonardo?, che rester? aperta fino al 15 aprile e curata da Rd Events.
"A quei tempi, cos? come ai giorni nostri, i tre pilastri fondamentali della vita gastronomica erano il grano (quello saraceno in particolare), l?uva per il vino e le olive per l?olio. Importante era anche il `garum?: - continua - salsa prodotta dalle interiora dei pesci, servita con gli arrosti e accompagnata dal vino che non mancava mai - sottolinea Maniscalco - sulle tavole a bordo. Questa salsa era conservata nelle anfore, quest?ultime ritrovate a migliaia qui nel porto di Palermo".
"A quei tempi di vini non ne esistevano cos? tanti ma quelli che c?erano erano molto pregiati. Tra i vini siciliani che preferiva Ferdinando quarto di Borbone c?erano - spiega il presidente dell?arsenale di Palermo - lo Zibibbo, il Marsala, il Malvasia e il Bianco d?Alcamo (prima chiamato `di Partinico?)". Maniscalco spiega come venivano trasportati i vini a bordo delle navi: "Venivano trasportati in particolare con la galera, nave da guerra e da commercio usata nel Mar Mediterraneo per oltre tremila anni, spinta completamente dalla forza dei remi e talvolta dal vento. Ma purtroppo molti vini venivano `tramazzati? a causa dello sbandamento della nave scontrandosi con le onde e ci? portava alla degradazione del vino con conseguente abbassamento della qualit?. Ma con l?utilizzo della 74 cannoni, nave della Royal Navy, le botti che venivano trasportate, che erano molto pi? degli altri viveri e anche pi? dell?acqua, si era creato un metodo per ovviare al problema dei vini tramazzati. Le botti venivano tenute sospese al centro della nave, nelle stive rinfrescate attraverso le maniche a vento".
Pietro Maniscalco continuando nel dibattito, afferma: "All?arsenale di Palermo ci sono stati i pi? importanti ammiragli tra cui l?ammiraglio Nelson che si innamor? del Marsala. Amore nato per il gusto perch? nessuna delle bevande a bordo delle navi inglesi era cos? buona, perch? il vino pi? importante e che pi? utilizzavano era il grog, cio? rum e acqua". Riguardo alle bollicine francesi spiega: "Lo champagne veniva fatto con i vini siciliani che lo portavano in Francia e lo producevano, visto che non si poteva fare fuori dalla regione francese".

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