lunedì 25 luglio 2011

Alonso e il mistero di quei giri poco veloci


I ferraristi più sfegatati ci saranno rimasti male per quella vittoria che sembrava lì, a portata di mano, ma sfuggita dalle dita. Hamilton così vicino eppure così lontano. Hamilton che guidava come un diavolo. Veloce, aggressivo, mai una sbavatura. E mai nemmeno un rimprovero dai box - lui così spesso portato a esagerare e a maltrattare gomme, freni, cambio e motore - stavolta guidava in modo impeccabile.
Sì, i ferraristi più oltranzisti ci speravano in una vittoria in extremis. Perché ormai s’è capito che il cronico punto debole della Ferrari - quello di non riuscire a scaldare in fretta le gomme a inizio di uno stint di gara - alla lunga può trasformarsi un vantaggio: gli pneumatici durano più a lungo. E allora molti - me compreso - immaginavano che Hamilton negli ultimi giri sarebbe entrato in crisi di gomme prima di Alonso. E perciò sarebbe andato ai box a montare le mescole dure che erano circa 2” al giro più lente delle soft. E che in quel frangente la Ferrari - restando fuori con le soft usate ma ancora in buone condizioni perché meno usurate -avrebbe girato abbastanza più veloce da scavalcare Hamilton.
Invece non è successo quello che era logico. È capitato il contrario: che Hamilton ha messo le mescole dure nuove ed è andato ancora più forte invece che più piano; mentre le soft usate di Alonso sono crollate.
Ma c’è qualcosa che non torna completamente in questa spiegazione. La Ferrari ha confessato a fine corsa che quella di restare fuori è stata una mossa fatta non per convinzione, ma per disperazione. Sapevano che Alonso non avrebbe potuto forzare il ritmo mentre Hamilton sostitutiva le gomme ma erano in un certo senso obbligati a restare in pista perché sarebbe stato inutile “copiare” la strategia di Hamilton che li avrebbe lasciati alle spalle della McLaren.
Ma allora perché Massa, mentre Alonso arrancava girando in 1’35”3 e poi 1’35”8, in quegli stessi giri attorno al 50°/51° passaggio viaggiava un secondo più veloce di Fernando e comunque costantemente in 1’34” e rotti? Non s’è mai visto un Massa più veloce di Alonso e di così tanto; di solito gli cede tra i 3 e i 5 decimi. Allora cos’era successo?
Spiegazione numero 1: le gomme soft di Massa avevano meno giri sulle spalle di quelle di Alonso. Massa s’era fermato al 41° giro, Alonso dieci passaggi prima: al 32°. Dieci giri fanno una buona differenza, ma non ci basta. Perché una volta che le gomme di Massa nel finale di gara hanno raggiunto l’usura di quelle di Alonso, il brasiliano riusciva comunque a fare 1’35” netto. Quindi Massa con gomme finite è stato comunque diversi decimi più veloce di Fernando. Strano, molto strano visto che Alonso guida con i guanti di velluto e non maltratta gli pneumatici come Massa che ha sempre meno autonomia sulle gomme.
Spiegazione numero 2: Massa era pressato da Vettel alle spalle quindi aveva una “motivazione” per andare più veloce del suo passo abtiuale. Ma la spiegazione non regge perché Alonso aveva Hamilton davanti da superare per la vittoria. Quale motivazione migliore?
A questo punto la possibile spiegazione di quei giri poco veloci di Alonso è la benzina. E se la Ferrari avesse caricato un po’ meno benzina del necessario per risparmiare peso (bastano 5-6 kg di carburante in meno)? In fondo i ferraristi, come tutti, si aspettavano una gara sul bagnato. È il medesimo rischio che a Silverstone si era presa la McLaren nelle stesse condizioni climatiche (anzi là pioveva proprio). Infatti ricordate come dai box poi pregarono Hamilton di rallentare per non restare a secco? E se la Ferrari avesse fatto uguale?
L’indizio chiaro che potrebbe essere successo proprio questo viene dal fatto che Alonso a fine gara ha spento il motore e parcheggiato la 150 Italia a metà del giro di rientro. La Ferrari stessa ha ammesso che il pilota s’era fermato volontariamente per non bruciare anche l’ultima goccia di benzina e lasciarne invece una sufficiente quantità nel serbatoio per le analisi post-gara come da normative (un litro, dice il regolamento).
Quindi i casi sono due: o non ne avevano imbarcata abbastanza per una gara tutta su asciutto, oppure se n’era consumata eccessivamente perché la gara era stata troppo “tirata”. In tutti e due i casi una strategia ad alto rischio.
E pare proprio che sia successo questo. Non lo ammetteranno mai a piena voce, ma lo ha fatto capire indirettamente la stessa Ferrari a fine corsa, parlando di “assetto-compromesso” scelto per la gara. Loro erano davvero convinti che sarebbe venuto a piovere. E hanno adottato una tattica rischiosa. Che ha portato il podio ma non la vittoria.
Non sapremo mai come si sarebbe orientata la gara se Alonso avesse imbarcato 8-10 kg in più di benzina. Forse sarebbe stato passato anche da Webber per il ritmo meno rapido, forse avrebbe vinto. Ma è la prova chein F.1 si viaggia veramente al limite. Non solo dei centesimi di secondo, ma anche dei grammi.
Alberto Sabbatini
Articolo tratto da Autosprint

Nessun commento:

Posta un commento