In futuro qualcuno forse, raccontandola ai nipoti, parlerà del miracolo dell'Immacolata, noi, per non cadere nel
profano, parleremo,nel presente, di un misfatto frutto di un misto di mala-amministrazione e mala-giustizia.
Siamo nel dicembre del 2001, giorno 8 dicembre, festa dell'Immacolata quando, mentre percorre la via Amendola a piedi, la signora Anna Maria Accardi cade a terra.
Nell'intentare causa all'amministrazione comunale per risarcimento dei danni a suo dire subiti, frattura del femore, la signora, per il tramite del suo legale, avv.Ketty Bivona, sosteneva, a suo dire, che causa della caduta era stata la cera che ricopriva la strada, colata dai ceri votivi che i fedeli tenevano accesi durante il corteo religioso.Il processo viene fissato dal Tribunale di Marsala per l'ottobre del 2002.
MALA-AMMINISTRAZIONE-Iniziava quì una deplorevole quanto sospetta gestione del problema da parte del Comune.Sfiduciato da poco l'ex sindaco Gino Crimi il Comune era retto da un commissario straordinario, il dott.Salvatore Rocca, che si dimostrerà nel tempo un cattivo amministratore della città, nonchè uomo di parte, il quale penserà bene di disinteressarsi della vicenda non pensando a nominare un avvocato a difesa del Comune.Il Comune, pertanto, risultava contumace.Nel frattempo nuove elezioni amministrative avevano ridato a Salemi un sindaco,Gino Mastrantoni, ed un Consiglio Comunale eletti dal popolo, ma relativamente alla vicenda, che all'inizio della gestione Mastrantoni risultava, per la verità, sconosciuta al Consiglio Comunale,nulla cambiava
Così anche alle successive udienze del 2003 e del 2004 la contumacia del Comune veniva riconfermata.
A questo punto succedeva qualcosa di inaspettato, ma che sarà un classico della gestione amministrativa di Mastrantoni,che permetteva ad alcuni consiglieri comunali di venire a conoscenza dello stato della vicenda.
Mastrantoni, infatti, aveva inviato una lettera di diffida e di assunsione di responsabilità ai componenti del comitato per i festeggiamenti di Maria SS.Immacolata i quali impauriti si erano rivolti ai consiglieri comunali.
Tra fine 2004 ed inizio 2005 la vicenda approdava in Consiglio Comunale a seguito di diverse interrogazioni presentate dall'opposizione: ad un atteggiamento pilatesco dell'amministrazione che cercava di individuare in altri le responsabilità del misfatto e del vice-sindaco pro tempore che riteneva ormai trascorsi i termini per la costituzione in giudizio, si opponeva un'opposizione agguerrita che intimava al Sindaco di dare incarico al legale del Comune di presentarsi in giudizio per difenderne le ragioni. Caso voleva però che in quel periodo l'incarico di curare gli affari legali del Comune era stato affidato, con delibera della giunta, all'avv.Ketty Bivona,che essendo anche l'avvocato difensore della parte lesa si trovava in evidente conflitto d'interessi.
Il sindaco, la giunta, l'ufficio legale del Comune, il segretario generale, tutti insomma sorvolavano sul problema e sulle indicazioni della opposizione per giungere il primo giugno del 2005 alla condanna del Comune-
MALA-GIUSTIZIA- Con una sentenza di primo grado, a dir poco sconcertante, il Tribunale di Marsala dava ragione alla ricorrente e gli liquidava, a titolo di risarcimento, l'iperbolica somma di 700mila euro,somma forse mai liquidata per un incidente del genere nemmeno ad una prima ballerina del Bolshoi; per beffa la sentenza veniva resa immediatamente esecutiva per cui la parte lesa, con relativo decreto ingiuntivo, pignorava la somma presso il Tesoriere Comunale, che obtorto collo doveva successivamente liquidarla.
La questione tornava, inevitabilmente, in Consiglio Comunale. Il danno che la vicenda aveva procurato al bilancio comunale era catastrofica se si calcolava che la somma sborsata era pari se non superiore alle entrate tributarie del Comune, ma vi era una rabbia crescente per l'inedia, sino a quanto disinteressata non si sapeva, dimostrata dall'amministrazione comunale.Due consiglieri comunali di opposizione, in particolare, attesero con ansia il deposito della sentenza per riportare l'argomento in Consiglio Comunale ; accertarono delle circostanze che li convinsero a chiedere l'inoltro di tutti gli atti amministrativi e non sia alla Corte dei Conti, per l'accertamento di eventuali responsabilità patrimoniali, ed alla Procura della Repubblica di Marsala,per l'accertamento di eventuali responsabilità penali.
Cosa accertarono i due consiglieri comunali? Innanzitutto l'inefficienza,la superficialità,il malcostume amministrativo già descritto che aveva causato un buco enorme nelle casse del Comune e quindi dei cittadini, senza però riuscire a provare sino a quanto ciò era stato facilitato, diciamo agevolato,da pratiche truffaldine.
Poi l'assurdità della sentenza emessa dal tribunale di Marsala,non solo per la cifra esageratamente sproporzionata del rimborso, resa immediatamente esecutiva, senza mettere una clausula, un freno, in attesa di una sentenza definitiva,ma per l'esistenza di una perizia redatta dal perito del Tribunale, il Comune era contumace, nella quale si sosteneva che era difficile determinare le reali cause della caduta.
Le condizioni di salute della signora Accardi, infatti, che per ovvi motivi non riporteremo, erano tali che il femore si sarebbe potuto rompere da solo, causando la caduta ,piuttosto che rompersi a causa della caduta.
Pertanto,alla luce delle conclusioni peritali, appariva ancora più illogica l'entità del risarcimento,
A seguito dell'intervento dei due consiglieri di opposizione l'amministrazione comunale presa dal panico nomina, nel luglio 2005, l'avv.Lentini che chiederà invano la sospensione della sentenza in attesa dell'appello ed il 16 maggio 2007 le casse del Comune vengono derubate di 700Mila euro.
E veniamo ai giorni nostri: la Corte d'appello di Palermo, recentemente,riforma la sentenza di primo grado e riduce l'indennizzo da corrispondere alla parte lesa in 26mila euro, intimando alla signora Accardi di restituire la parte eccedente, 670mila euro circa, al Comune.
A questo punto si dovrebbe tirare un bel sorriso di sollievo e felicitarsi dell'impinguamento che ne verrebbe al già disastrato bilancio comunale. Ma come si sa il diavolo fa le pentole ed anche i relativi coperchi.
Cosa è avvenuto,infatti, nel frattempo? E' avvenuto che prima della sentenza d'appello la signora Accardi, per le precarie condizioni di salute, è deceduta. Ed allora direte Voi, ci saranno gli eredi a restituire i 670mila euro! Ma guarda caso, ci risulta, che gli eredi della signora, pur in presenza della notevole somma, hanno a suo tempo, rinunciato all'eridità!!!!
Spero che concorderete nel sentire nella vicenda puzza di bruciato e che difficilmente si può potrà parlare di "danno e beffa" come fa (gaba) dalle colonne di Belice C'è, quello stesso (gaba) che ai tempi della vicenda sosteneva l'amministrazione comunale tra i banchi del Consiglio Comunale.
Ci si augura, invece, che vengano accertate responsabilità patrimoniali e penali, dove ci fossero,e che gli atti di tutta la vicenda, come a suo tempo richiesto dai due consiglieri comunali, vengano presi in considerazione dalla Corte dei Conti e dalla Procura della Repubblica.
Ma ci si augura, in particolare, che chi ha usufruito della predetta somma, in toto od in parte, abbia la coscienza civile di restituirla ! Chi ha orecchie per sentire senta!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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