Nel 2000, l'esponente politico era stato assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa,
ma adesso il tribunale di Trapani ritiene che le nuove indagini, coordinate da Giuseppe Linares
(l'ex capo della squadra mobile oggi a capo della divisione anticrimine), abbiamo messo in evidenza
“nuovi indizi” di relazioni di Giammarinaro con Cosa nostra. Il collegio presieduto da Alessandra
Camassa parla nel provvedimento di “metodo mafioso” che l’ex fedelissimo di Totò Cuffaro avrebbe
usato nei suoi rapporti con gli amministratori del Comune di Salemi.
La scorsa estate, il sindaco Vittorio Sgarbi aveva litigato pubblicamente con Giammarinaro.
La rottura era avvenuta sulla destinazione di alcuni fondi. Intanto, continuavano ad arrivare pesanti
minacce di morte al primo cittadino di Salemi. Prima, una testa di maiale recapitata al comando di polizia
municipale; poi, una carcassa di cane lasciata nei pressi dell’ufficio di gabinetto. Le indagini
della Procura antimafia di Palermo non sono mai riuscite a individuare gli autori delle intimidazioni, ma
nel provvedimento di archiviazione il pm Carlo Marzella ha scritto: “E’ emerso un intenso e costante
condizionamento dell’attività amministrativa del Comune di Salemi da parte di Giammarinaro”.
Emblematico, un episodio, scoperto grazie alle intercettazioni disposte dalla Procura. Il 16 ottobre 2009,
l’assessore Caterina Bivona chiamò il sindaco Sgarbi per informarlo che la prefettura di Trapani
sollecitava l’assegnazione di un terreno confiscato al boss Salvatore Miceli. Sul tavolo del primo cittadino
c’erano le richieste di "Slow food" e dell’associazione "Libera". Ma Giammarinaro voleva che il bene
andasse all’Aias: l’assessore lo disse chiaramente a Sgarbi.
In un’altra intercettazione, il vice sindaco Antonella Favuzza confida a un amico che il bilancio del
Comune di Salemi è stato fatto a casa di Giammarinaro, dove l’assessore Bivona e il consigliere Lorenzo
Bascone avrebbero portato i documenti dell’amministrazione per modificare alcuni capitoli di spesa.
Fra qualche giorno, il tribunale sarà chiamato a confermare il sequestro e a decidere su un’altra richiesta
del questore di Trapani, che sollecita l’obbligo di soggiorno per Giammarinaro, fino al 2015.
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