martedì 2 agosto 2011

LA DIATRIBA TRA VENEZIA E SALEMI


E sugli inviti alla mostra di Sgarbi
c'è una capra al posto del leone alato

La Biennale ha invitato il critico a non usare il simbolo tradizionale poiché la mostra non fa parte del calendario

SALEMI - Al posto del leone alato di San Marco, sugli inviti per la mostra organizzata dal sindaco di Salemi e critico d'arte Vittorio Sgarbi - quella a cui, per intendersi, parteciperà come da annuncio «il ministro Saverio Romano imputato per mafia» - è comparsa una capra. Simbolo, quest'ultimo, che riporta in forma grafica l'appellativo spesso usato da Sgarbi nel salotti tivù all'indirizzo degli interlocutori a lui sgraditi. La «sostituzione creativa» è stata ideata giocoforza: la Biennale, infatti, ha chiesto al primo cittadino del comune siciliano di non utilizzare il simbolo tradizionale dell'istituzione culturale veneziana poiché le mostre che verranno inaugurate il 7 agosto a Salemi non rientrano nel programma ufficiale del ministero, nonostante il fatto che le opere da esporre in Sicilia provengano dal Padiglione Italia della stessa Biennale.   Da qui, dunque, «l’idea di una soluzione grafica davvero beffarda - come riporta una nota scritta dall'ufficio di gabinetto del sindaco - Una capra che sostituisce il celebre leone alato della Biennale, con lo slogan "Salemi alla Biennale a Salemi" per significare da un lato la presenza del Comune siciliano all’interno del Padiglione Italia con il "Museo della Mafia", e dall’altro l’inaugurazione a Salemi, il prossimo 7 agosto, delle mostre di artisti presenti alla 54° esposizione internazionale d’arte». E intanto Sgarbi interviene anche sull'inchiesta che vede coinvolti il ministro Tremonti, il parlamentare Milanese e il magistrato Capaldo: «E’ inaudito – sbotta il critico-sindaco – quello che sta avvenendo. Faccio un appello alla responsabilità del Capo dello Stato perché non si agisca contro il procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo per il reato di “cena” con un ministro e parlamentare, tali sono infatti i ruoli di Tremonti. Si dia seguito, semmai, alla inquietante denuncia dello stesso procuratore contro il pubblico ministero Henry John Woodcock che agisce nell’illegalità, tante sono infatti le inchieste infondate e fallimentari di cui si è reso protagonista. Sarebbe davvero stucchevole se il Csm aprisse una “pratica” per un incontro e non sul metodo e sul merito delle inchieste di un pubblico ministero le cui azioni sembrano ispirate dalla ricerca di clamore».
Stefano Piedimonte                                                      

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