venerdì 19 luglio 2013

DUE PESI E DUE MISURE !!!!!!

TOGHE DA STADIO - IL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE DI PALERMO IMPALLINA I “SUOI” GIUDICI CHE HANNO OSATO ASSOLVERE MORI

Si accende dunque lo scontro, dopo la sentenza Mori. Il clima si era fatto caldo subito dopo la lettura del verdetto. A Mario Fontana, il presidente del collegio che ha assolto l'ex comandante del Ros e il colonnello Obinu, non è andato giù quel grido, «vergogna», pronunciato da una donna delle «Agende rosse». «Mi chiedo - dice il giudice - che conoscenze ha, del processo, chi grida vergogna. Ha letto tutte le carte? Fomentare questo clima di sfiducia e di "tifo" attorno alla giustizia è sbagliato. Noi siamo solo i giudici di primo grado. Potremmo avere sbagliato o avere visto giusto».
I pm fanno il bagno di folla, sfilando tra le «Agende rosse» Il tifo, il sostegno della gente.Al sitin organizzato davanti al palazzo di giustizia, il procuratore aggiunto Vittorio Teresi dice che la gente «ci dà la forza di proseguire con il nostro lavoro, malgrado le botte che ogni tanto prendiamo». E il pm dei processi Mori e trattativa, Nino Di Matteo: «Guai se la ricerca della verità si fermasse. Dobbiamo ancora scoprire tanto dei mandanti e dei moventi delle stragi».
Ma come, nessuno dei media ha niente da dire su questo tifo da stadio a favore dei PM, nessuno ha da dire che le sentenze vanno rispettate? Badate bene mi rifesco agli stessi che qualche settimana fa hanno stigmatizzato,creando una caciara mediatica, una manifestazione ordinata e pacifica, senza climi da stadio, organizzata dai parlamentari e dico solo dai parlamentari del PDL. Pataccari e faziosi ecco chi sono i  paladini di questa stampa e questi pseudo politici.

Il grande fatto di questo caso è la presa di posizione del Presidente del Tribunale di Palermo che inaspettatamente IMPALLINA I “SUOI” GIUDICI CHE HANNO OSATO ASSOLVERE MORI.


Leonardo Guarnotta, che è il capo di tutti i giudici del tribunale, fu anche componente dello storico pool antimafia, con Borsellino e Giovanni Falcone: «Le sentenze si rispettano ma si possono criticare - dice a un dibattito - e la sentenza che ha assolto Mori dice che il fatto c'è stato ma non è stato commesso con dolo. Uno Stato come il nostro, che ha paura di conoscere la verità, è senza futuro».
Come dire la giustizia non ha fiducia nella giustizia e la critica!!!!
VERGOGNOSO, SEMPLICEMENTE VERGOGNOSO!!!!!
«C'è un giudice a Palermo», ha detto Mori appena assolto, con una citazione brechtiana («Ci sarà un giudice a Berlino») tutt'altro che casuale.
Si chiama Fontana scrisse la sentenza di appello del «processo del secolo» (scorso), quello contro Giulio Andreotti. Scontentando tutti, accusa e difesa («Anche se - dice ora - entrambe preferiscono vedere solo le parti che gradiscono»), scrisse che il sette volte presidente del Consiglio era stato colluso con Cosa nostra fino al 1980 e ne era divenuto nemico giurato dopo l'omicidio del presidente della Regione, Piersanti Mattarella. La Cassazione confermò.
Fontana scriverà ora anche la sentenza Mori. Dirà che la trattativa Statomafia non c'è stata? «Aspettate 90 giorni e saprete». Il presidente invita a rileggersi gli atti, a interpretare il dispositivo, la formula «il fatto non costituisce reato». Il colonnello Michele Riccio aveva parlato di una volontà deliberata di non prendere il superlatitante Bernardo Provenzano. Ma il teste era stato smentito dall'attuale procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone («Mai mi parlò di incontri avvenuti tra la sua fonte, il confidente Luigi Ilardo, e il boss»). Riccio era entrato in contraddizione anche con gli altri pm Gian Carlo Caselli e Teresa Principato. La difesa aveva poi parlato di difficoltà operative, di rischio di bruciare la fonte.
Massimo Ciancimino è invece la vera causa della frana della vicenda trattativa: tra ricordi a rate, documenti perlomeno dubbi da lui prodotti, esplosivo in casa e calunnie, non ha certo agevolato i pm.




Nessun commento:

Posta un commento