martedì 30 luglio 2013

MA IN CHE PAESE VIVIAMO?

UN PAESE O UN PERENNE TRIBUNALE?
Delle due l'una o siamo un paese dove comandano i malfattori di tutti i tipi, politici, mafiosi, spacciatori,trafficanti d'armi etc.) o siamo un paese dove comandano i giudici.
Sembra tutto preordinato, tutto deve apparire marcio per mostrare che l'unica salvezza a difesa della democrazia è la toga!

Premessa: nessuno vuol negare il sacrosanto e legittimo controllo di legalità a cui, gli organi preposti, devono assolvere in un paese democratico e tanto meno si vuole pretendere, per chicchessia, una qualunque forma di impunità. Nè, tantomeno, si può pensare di limitare il diritto di parola o di critica.
Detto questo è innegabile che un Paese non può continuamente vivere sull'onda di indagini,sentenze e polemiche legate all'attività della magistratura. Basta leggere i giornali italiani e stranieri, le televisioni nazionali e non per avere la certezza che l'Italia vive perennemente condizionata, se non prigioniera, della costanti e tambureggianti iniziative delle toghe. Ormai che la magistratura parli solo attraverso le sentenze è diventata una bufala bella e buona: le dichiarazioni dei pm e le esternazioni, inammissibili, sul contesto che accompagna le loro inchieste sono all'ordine del giorno; molti pm chiaccherano giornalmente, si indignano contro i colleghi che non condividono le loro esternazioni e se poi le critiche arrivano dalla stampa scattano le "folgoranti" querele.
E perchè queste non possano sembrare solo chiacchere  tracciamo un breve riassunto dei fatti che nell'ultimo mese hanno riempito le pagine dei giornali e i notiziari televisivi. Mentre si è in attesa, oggi, della sentenza della Cassazione sul caso Mediaset, ci siamo sorbiti la condanna di Ottaviano Del Turco,l'assoluzione del generale Mori,il pirata della strada assassino mandato ai domiciliari,i patteggiamenti del disastro della Costa Concordia,le condanne di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, gli arresti della famiglia Li Gresti, la polemica assurda innescata da un assessore della giunta di Milano contro Dolce & Gabbana ( fossero in Gran Bretagna sarebbero già Baronetti), la mancata estradizione dell'agente della Cia per il caso Abu Omar, le ispezioni ministeriali per i magistrati che hanno consentito la deportazione di Alma Shalabayeva e chi più ne ha più ne metta.
Ciliegina sulla torta quella del più manettaro degli ex pm, Antonio Di Pietro, pessimo magistrato e pessimo politico, che senza pudore o vergogna, rivendica un "coitus interruptus"per il mancato arresto di Raul Gardini che nel frattempo si era suicidato.
E così ogni giorno ed ogni settimana e continuerà chissà per quanto tempo ancora perchè l'unico potere consolidato in Italia, in grado di indirizzarne i destini, è innegabilmente la magistratura.A contenerlo dovrebbe esserci la politica, l'alta azione del Parlamento, ma ormai sembra che i politici, ma anche gli italiani abbiano rinunciato a tentarci.
E allora? Per chi non si rassegna un consiglio: documentatevi ed andate a firmare il sostegno ai referendum radicali sulla giustizia (www.referendumgiustiziagiusta.it)
MAGARI LA POLITICA SI DA' UNA SVEGLIATA.MAGARI !!!!!!!

Nessun commento:

Posta un commento