Il "piano kazako" di Renzi:
far fuori Letta e Alfano
per poi governare
Matteo Renzi ha lanciato una nuova sfida al suo partito e alle larghe intese, chiedendo formalmente al premier Letta di prendere posizione e dire se la versione dei fatti fornita da Alfano lo abbia convinto oppure no. "Sia il presidente del Consiglio dei ministri a valutare quel che è successo e prendere posizione a riguardo" ha detto il rottamatore. "Perchè la posta in gioco è la credibilità del Paese". Frasi che se aggiunte a quella pronunciata l'altroieri dallo stesso sindaco di Firenze fanno pensare quale sia l'obiettivo di Renzi: "Non credo - ha detto - che il governo Letta durerà molto".
A rincarare la dose sono il vicecapogruppo del Pd a Palazzo Madama, Stefano Lepri, e altri 12 senatori vicini a Renzi. Non hanno dubbi: Alfano si deve dimettere. In una nota congiunta scrivono: "Chiederemo al Pd, nella riunione dei gruppi domani, di sostenere la richiesta di dimissioni del ministro". Il fronte di chi vuole far fuori il ministro dell'Interno si fa di ora in ora più folto, il governo rischia. Da par suo il premier, Enrico Letta, da Downing Street a Londra dove ha incontrato l'omologo britannico David Cameron spiega: "Ho letto attentamente la relazione che abbiamo chiesto al prefetto Pansa, da cui emerge l'estraneità di Alfano dalla vicenda. Fin dall'inzio ho scelto una linea di massima trasparenza".
Ma a rendere il contesto così esplosivo non sono soltanto le tensioni sul dissidente kazako e le pulsioni di Renzi, scatenato nella sua corsa verso Palazzo Chigi. Sotto c'è anche altro: le pressioni che ormai da settimane il sindaco di Firenze sta rivolgendo sul Pd e sul segretario Epifani affinchè il congresso sia fissato per l'autunno e, in ogni caso, entro il 2013. Non dimenticando che a tirare fuori tutta la vicenda Ablyazov fu proprio il renziano Giachetti. Difficile, dunque, mettere la mano sul fuoco per quel che i renziani decideranno di fare venerdì in occasione del voto di sfiducia.
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