venerdì 23 novembre 2012

LE RELAZIONI PERICOLOSE DEL GOVERNATORE CROCETTA!!!!!


IPSE DIXIT: "Io sarò il primo,vero Presidente antimafia in  Sicilia.Io sono un Giuseppe Fava rimasto ancora vivo".
Settembre 2012
"Sono pulito,sono omosessuale,sono antimafia, sono anticasta: sfido Beppe Grillo a dire che io sono il vecchio e lui è il nuovo"
Ottobre 2012
"Il giudice Antonino Caponnetto sarebbe contento della mia elezione.Prima di me, in Sicilia,non si era mai riusciti a imporre con le elezioni un Presidente chiaramente antimafia"
Novembre 2012



«Le relazioni pericolose dell’antimafioso Crocetta», recita il titolo. La sintesi di un’inchiesta lunga quattro pagine che il settimanale Panorama dedica al neo presidente della Regione. Un servizio che, partendo da testimonianze video reperibili anche sul web e rapporti di polizia già oggetto di attacchi all’esponente del Pd in campagna elettorale, approfondisce i contatti fra il governatore gelese e uomini di Cosa nostra.
Il punto di partenza è l’informativa dell’ex vicequestore Antonio Malafarina, oggi deputato della lista Crocetta, eletto nel listino bloccato,che nel marzo 2003 scriveva così: «Va rilevato che la campagna elettorale di Rosario Crocetta ,alle Comunali dell’anno prima, sarebbe stata in parte condotta da Celona Emanuele, oggi collaborante di Cosa nostra, appartenente alla cosca mafiosa degli Emmanuello, più volte notato in compagnia del Crocetta, che frequentava la libreria del Celona, il quale avrebbe reso dichiarazioni in merito a questo supporto elettorale».
Sui rapporti fra Celona e Crocetta Panorama riporta anche la testimonianza di Saverio Di Blasi, oggi presidente di Italia Nostra a Gela e nel 1998 responsabile dei Verdi. Di Blasi racconta che quell’anno candidò l’attuale presidente della Regione al consiglio comunale gelese e narra di «un’amicizia strettissima» fra lui e il mafioso». 
In quella tornata elettorale il Crocetta risulta il più votato con oltre 800 preferenze e da lì decolla la sua carriera politica, assessore,sindaco,europarlamentare,governatore nel solco di una sincera campagna antimafia, macchiata purtroppo da una scomoda presenza che continua ad esserci: quella del mafioso acclarato Celona.
Oggi il deputato Malafarina sentito da Panorama afferma "ho indagato su Crocetta perchè conosceva Celona e, visto che il tizio era mafioso, volevo capirne il motivo senza fare sconti.Emerse che tra i due c'erano stati solo rapporti occasionali. Nel frattempo il Celona iniziava a collaborare con la giustizia, sollecitato dal Crocetta"
Per la verità di quanto sopra nulla emerge dalle carte processuali.
Ma nel rapporto dell'attuale deputato Malafarina c'è dell'altro: l'ex vicequestore riferisce di minacce al Crocetta da parte di esponenti della famiglia mafiosa  Di Giacomo "che ha conclamate appartenenze a cosche mafiose e in particolare alla "stidda". Nove anni fa Salvatore Di Giacomo era un quotatissimo consigliere provinciale dell'UDEUR che riusciva, secondo il Malafarina " a condizionare dall'alto della sua caratura criminale" il sistema degli appalti nel Gelese.Nel 2002 il Di Giacomo fa correre al Consiglio Comunale il figlio Paolo ed incontra il Crocetta, candidato Sindaco, per proporgli accordi elettorali, circostanza ammessa dallo stesso  Crocetta al quotidiano "La Sicilia" in una intervista dell'agosto 2004. A quell'incontro partecipa anche l'ingegnere Giuseppe Sciascia, allora responsabile del settore Lavori Pubblici al comune di Gela e diretto superiore del Di Giacomo, che lavorava nello stesso ufficio.
A Panorama oggi l'ingegnere Sciascia dice: "ricordo perfettamente, fu il Crocetta a chiedermi di organizzare quel pranzo, un mese prima delle elezioni.L'atmosfera era amichevole e cordiale: tra i due c'era confidenza.Il Di Giacomo chiese l'assessorato per il figlio Paolo impegnandosi a portare la sua dote elettorale ma il Crocetta rifiutò impegnandosi comunque a trovare un posto di lavoro per il figlio. Circostanze, precisa lo Sciascia, già riferite nel maggio 2009 quando fui convocato dai carabinieri di Gela.Nella circostanza il marasciallo dei carabinieri mi disse che l'interrogatorio si svolgeva su delega del pubblico ministero di Caltanissetta Nicolò Marino.
Inchiesta di cui Panorama non è riuscita a trovare traccia.
Vani sono stati i tentativi di Panorama di contattare il Dr. Marino che nel frattempo, il 19 novembre 2012, ha lasciato la DDA nissena, per accettare, come tecnico, l'assessorato all'Energia ed ai rifiuti, nella giunta guidata dal Crocetta.
L'inchiesta di Panorama, a firma di Antonio Rossitto, continua con il racconto di altre situazioni inquietanti. Nel frattempo il Presidente Crocetta si difende:"Le accuse  nei miei confronti? Tutte invenzioni. Celona l’ho conosciuto solo nel 2002, casualmente, e lo invitai io a collaborare con la giustizia. Nessun altro rapporto: no, non siamo mai stati amanti».Cosa quest'ultima mai sfiorata dall'articolo che non entra mai nella vita privata del Crocetta.
Difronte a queste rivelazioni ed al silenzio della stampa regionale e nazionale sulla vicenda, al massimo qualche trafiletto che riporta la notizia del  servizio di Panorama, difronte ad una difesa troppo generica del Governatore della Sicilia, si può dire a copiare un ipse dixit:"Crocetta è il primo Presidente della Regione Siciliana che ad inizio mandato sembra, salvo chiare chiarissime smentite, colluso quasi organico con la Mafia"
La piaga della nostra terra non risparmierà nemmeno Lui? Chissà, vedremo, intanto a noi cittadini ci sono dovute delle spiegazioni chiare e circostanziate, non solo dall'interessato, ma anche dagli organi della Magistratura che hanno indagato su queste circostanze.


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