Il Milan e una Juve irriconoscibile. Partita mediocre, decide un rigore che fa pari col gol di Muntari.
La prima conseguenza di questa vittoria del Milan sulla Juventus è che tutte le vigilie di campionato vedremo Silvio Berlusconi far visita pastorale a Milanello. Il calcio è mondo scaramantico per eccellenza (non credete a quelli che dicono di non esserlo, tutti lo sono): e dunque, data la situazione, invece di corni o agli, viaggi presidenziali in elicottero. E’ probabile – anzi ne sono certo – che il Milan faccia bene al di là delle visite berlusconiane, che però, bisogna riconoscere, sanno almeno mettere il pepe sulla panchina di Allegri (“Carissimo mister, cosa ne pensa di Guardiola?”), tirandone fuori il meglio. Il Milan ha giocato decisamente meglio della Juve, preso la partita dal verso giusto, dimenticato tutti gli alibi e le incertezza di questa prima parte di stagione. Anche se, stringi stringi, l’arbitro gli ha dato un rigorino (secondo me non c’era proprio) con cui è passato all’incasso, rinsaldando una classifica poverissima. Era la stessa partita del famigerato gol di Muntari dello scorso anno. Difficile che il virtuale 1-1 in fatto di torti o favori (dipende da che parte si guardano) chiuda qui il conto. Allegri è stato bravissimo e sportivo nell’ammettere l’errore (probabilmente, al solito, dell’arbitro di porta…): “Dal campo mi sembrava rigore, rivedendo le immagini dico che non è rigore”. Il vice di Conte, Alessio, ha detto che “gli episodi possono capitare a favore o contro”. Ma anche che “posso immaginare cosa sarebbe successo se avessimo vinto qui con un rigore del genere”. Data l’animosità e le tensioni delle ultime settimane possiamo starci e anzi mandare un sincero e meritato applauso ad Allegri.
Dall’altra parte è stata, abbastanza sorprendentemente, una Juventus irriconoscibile, che non ha saputo replicare il solito gioco autoritario e matematico. Le milanesi che guarda dall’alto in classifica le hanno inflitto le uniche sconfitte della stagione: l’Inter prima e il Milan adesso. Inter e Napoli possono avvicinarsi molto, ma insomma questo fa parte del tira e molla del campionato. Sono venute meno, nella Juventus, anche le individualità: Pirlo si è affievolito subito, Marchisio non ha quasi mai tagliato il campo in profondità come sa fare lui, gli attaccanti Quagliarella e Vucinic hanno avuto pochi palloni, è vero, ma con quei pochi non ci hanno nemmeno mai provato. Mai pericolosa la Juventus, né con gli attaccanti, né con i tanti centrocampisti che pure hanno costruito il suo notevole bottino di gol fino ad ora. Dall’alto della sua cabina tv Conte ha ordinato una rivoluzione, nel secondo tempo, che ha portato scarsi risultati. E stavolta la fatica della Coppa non può entrarci nulla, visto che la Juventus aveva giocato – dieci volte meglio – contro il Chelsea addirittura ventiquattro ore prima del Milan.
Lo avevamo detto subito che le vittorie di Champions League potevano riequilibrare il match. Non tanto da un punto di vista tecnico, quanto e soprattutto dal punto di vista della carica psicologica, della motivazione, restituendo forza e fiducia a un Milan fin troppo depresso in campionato. Anche in Europa il Milan non è stato perfetto ma insomma ha ottenuto vittorie e centrato obbiettivi con una sicurezza e una grinta totalmente opposte a quelle mai viste in campionato. Dal secondo tempo della rimonta di Napoli, alla vittoria di Bruxelles, al successo sulla Juve il progresso è evidente.
Lo avevamo detto subito che le vittorie di Champions League potevano riequilibrare il match. Non tanto da un punto di vista tecnico, quanto e soprattutto dal punto di vista della carica psicologica, della motivazione, restituendo forza e fiducia a un Milan fin troppo depresso in campionato. Anche in Europa il Milan non è stato perfetto ma insomma ha ottenuto vittorie e centrato obbiettivi con una sicurezza e una grinta totalmente opposte a quelle mai viste in campionato. Dal secondo tempo della rimonta di Napoli, alla vittoria di Bruxelles, al successo sulla Juve il progresso è evidente.
Detto questo fermiamoci qui, la partita non è stata granché entusiasmante: mi son divertito molto di più a vedere Palermo-Catania la sera prima. Nel Milan ad esempio in altre occasioni ho visto un El Shaarawy molto più ispirato. Come spesso accade nello sport quando esplode un talento gli si cominciano a chiedere molte cose, e non solo i gol (viste anche certe rincorse da terzino). Troppo calcio totale fa male allo spettacolo.
Insomma qualche bella giocata, un po’ di tensione, ma non molto di più. Come spesso succede nelle partite super pompate alla fine il pubblico di San Siro e quello sbracato in poltrona, hanno avuto un rigorino e poco di più.
Insomma qualche bella giocata, un po’ di tensione, ma non molto di più. Come spesso succede nelle partite super pompate alla fine il pubblico di San Siro e quello sbracato in poltrona, hanno avuto un rigorino e poco di più.
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