Ponte sullo Stretto, pasticcio da 500 milioni.
Impregilo attacca: "Il decreto che blocca tutto è illegale. Gli appaltatori della grande opera infrastrutturale si sentono già i soldi in tasca: mezzo miliardo di euro di penali che l'esecutivo deve sborsare.
Il governo Monti, anche se ha deciso di non farlo, il ponte sullo Stretto di Messina intende farcelo pagare lo stesso.
Gli appaltatori del ponte sullo Stretto si sentono già in tasca almeno 500 milioni di euro di penali per lo stop alla costruzione. La decisione del governo dei tecnici di fermarne la realizzazione,spinto da forti pressioni di lobby del nord, con un decreto legge non è servito. Il consorzio Eurolink(formato da Impregilo, Condotte, Cmc, Sacyr e altri minori) ha già spedito la raccomandata per chiedere il recesso dal contratto e il pagamento delle penali dovute. Nella migliore delle ipotesi si finirà in tribunale, cosicché uno stuolo di avvocati si aggiungerà alla lunga lista di chi si è arricchito con il ponte mai fatto. Il decreto che sospende tutto per due anni, per chiudere la partita in modo indolore, è considerato illegale dai costruttori, forti anche della protesta dell’ambasciata di Spagna a Roma (Sacyr è spagnola), che ha diffidato il governo italiano dal cambiare per legge il contenuto di un contratto. Probabilmente il governo ha giocato duro supponendo che i protagonisti della strana vicenda avessero la coscienza abbastanza sporca da non protestare. Solo che l’estate scorsa Impregilo è passata di mano, dal gruppo Gavio al gruppo Salini. Il nuovo padrone può battere cassa senza aver nulla da temere sul passato.
I responsabili, di oggi e di ieri. Il ministro delle Infrastrutture Corrado Passera è rimasto immobile per un anno, forse perché Pietro Ciucci (presidente dell’Anas, amministratore delegato della Stretto di Messina spa, commissario governativo per la realizzazione del ponte) non lo ha avvertito in tempo che il 3 novembre scadevano i termini. Il contratto dà a Eurolink il diritto di chiedere le penali passati 540 giorni dalla consegna del progetto definitivo senza che il Cipe (cioè il governo) lo abbia approvato. Il decreto tampone è andato in Gazzetta Ufficiale il giorno prima della scadenza. Passera altre mosse consentite dai contratti avrebbe potute farle: per esempio poteva fare ciò che il Wwf ha chiesto più volte, convocare il Cipe e dichiarare “non meritevole di approvazione” il progetto (le motivazioni del non "meritevole non si conoscono"), che ancora non ha superato la “valutazione di impatto ambientale”(chissà perchè?),
La verità è che se il ponte doveva essere realizzato altrove non ci sarebbero stati problemi, ma dato che la sinistra e tutti i suoi accoliti avevano deciso che il ponte non doveva farsi perchè proposto dal governo Berlusconi, ci troviamo nel pasticcio attuale. E noi paghiamo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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