CROLLO ANCHE A SIENA, DAL 20 AL 7% NONOSTANTE LO SCANDALO DEI MONTEPASCHI
Il flop dell'M5S :consenso dimezzato!
Niente ballottaggi nei capoluoghi di provincia
Elettori inferociti: "Beppe, ora vaffa tu"
Calo generalizzato del Movimento di Grillo perde dalla metà ai 2/3 dei voti rispetto alle politiche, fuori da ogni ballottaggio. A Roma sfumata la metà dei voti, De Vito: "Calo, ma non drammatico", e annuncia che non voterà al ballottaggio. Due terzi in meno in Val D'Aosta. Il leader: "Non commentate a caldo". Sul blog attacchi contro il capo politico e Casaleggio. Di Maio: "In realtà stiamo crescendo", Zaccagnini: "Rivedere strategia"
E la base reagisce male: "Grillo devi andare in tv"
A febbraio il trionfo, quasi inaspettato. A maggio il crollo, forse altrettanto inatteso. E se non proprio crollo, ha tutti i connotati di un calo verticale quello registrato dal Movimento Cinque Stelle in questa tornata di elezioni amministrative. Una debacle che, però, non deve essere commentata, secondo quanto filtra dal quartiere generale dell'M5S: si chiede a senatori e parlamentari «di non commentare a caldo i risultati, perchè non direttamente coinvolti nelle elezioni amministrative».
Un dato, definitivo, c'è già e parla chiaro: alle regionali in Val D'Aosta, l'M5S ha preso il 6,6, ovvero tre volte meno di quanto registrato alle politiche, il 18,6 per cento. Mentre i dati del test decisivo di Roma, dicono che il candidato del movimento di Grillo, Marcello De Vito, si è attestato intorno al 13%, esattamente la metà di febbraio, allora i Cinque Stelle sbancarono con il 27,3 %. La caduta è ovunque: a Brescia si passa dal 16 al 6 e a Siena, dove ci si aspettava un boom dell'M5S, visto lo scandalo del Montepaschi, il voto scende drammaticamente dal 20 al 7,5. Ad Ancona i voti per Grillo sono stati praticamente dimezzati. Insomma i Cinque Stelle, non vanno al ballottaggio in nessun capoluogo di provincia
E, appena appreso della debacle, la base non è sembrata reagire bene, almeno a vedere i commenti sul blog di Beppe Grillo: chi dava la colpa ai parlamentari, troppo concentrati sulla questione delle diarie e degli scontrini; chi chiedeva al comico di esporsi in prima persona e di andare in Tv; chi invece colpevolizzava proprio lui, rimandando al mittente il celebre "Vaffa".
A fine giornata sul blog di Grillo si parla di flop e di necessità di rivedere le strategie comunicative mentre ospita anche un intervento del politologo Paolo Becchi che si è soffermato sull'astensionismo «Un italiano su due non è andato a votare: questa è la crisi, sempre più profonda, della partitocrazia, e non il "crollo" del M5S» .Beppe Grillo interviene in tarda serata riprendendo paro paro le argomentazioni di Becchi (grande originalità del guitto): "Il calo per noi era previsto - si giustifica il leader del M5S - Un italiano su due non è andato a votare: questa è la crisi, sempre più profonda, della partitocrazia, e non il nostro 'crollo'. Lo sconfitto è il sistema dei partiti". Basterà per placare gli elettori del Movimento? Anche tra i deputati, Adriano Zaccagnini, già additato come 'eretico' del gruppo in diverse occasioni per le sue posizioni considerate troppo critiche, prende atto del risultato non soddisfacente. E, conversando a Montecitorio, ammette: "Mi dispiace che il voto sia andato in questa maniera in tutta Italia. La strategia politica dovrebbe essere già da un pò in mano ai cittadini e alla Rete e noi essere solo i portavoce, come dice giustamente Crimi. Ma con strumenti come la 'piattaforma' che, invece, ancora non c'è. Ci rimbocchiamo le mani e continuiamo a fare opposizione", conclude il deputato 5 stelle. Secondo quanto ricostruiscono fonti vicine al Movimento, sarebbe anche arrivato un suggerimento ai senatori dall'alto del M5s: non commentare a caldo i numeri delle amministrative. Non si tratta di un'indicazione stringente come poteva apparire la mail inviata giorni fa ai deputati sui rapporti da intrattenere con la stampa. L'indicazione sarebbe partita dal gruppo Comunicazione e sarebbe stata 'sposata' dal presidente dei senatori, Vito Crimi.
Nel frattempo, mentre ufficialmente davvero o non si commenta o si 'difende' in qualche modo il risultato del voto, non si indebolisce certo il fronte di chi ritiene che ora si debba aprire una riflessione. Il dibattito fra quanti vogliono non discostarsi neanche di un millimetro dalle linee indicate - nessun accordo con i partiti, noi la vera opposizione - e chi ritiene invece che sia necessario, alla luce di questo risultato, valutare le prossime posizioni da assumere, potrebbe farsi animato. All'orizzonte, già domani, la questione delle riforme costituzionali e istituzionali. Sul malumore interno ai 5s incidono oltre a Roma i risultati dagli altri comuni in cui il M5s cala In Val D'Aosta, il M5s ha perso due terzi dei voti rispetto alle politiche. Nella Capitale, il 27,27% di febbraio è lontano: a Roma si perde circa il 15 per cento dei consensi ottenuti alle elezioni politiche. Dallo staff di De Vito, Massimo Marinelli nota i numeri dell'astensione: "Siamo colpiti da questo dato clamoroso sull'astensionismo, confermato al 53%, che attesta la disaffezione dei cittadini".
Numeri che mandano in escandescenza la "base" del Movimento sul blog di Grillo. Toni pesanti e dita puntate contro Beppe e Gianroberto Casaleggio, accusati di tenere 'ingabbiato' il Movimento, privandolo di una reale autonomia di linea politica. "Il movimento è dimezzato. Bravi. Complimenti a Casaleggio, che ha impostato una strategia comunicativa disastrosa, e complimenti a Grillo, che ha dissipato un enorme patrimonio di voti", scrive al'utente Lino Meschieri. E domanda: "Volete degnarvi di restituire agli elettori Cinquestelle la capacità di decidere la linea politica del movimento? Oggi il M5s è fermo, imbalsamato. Avete buttato un capitale di 9 milioni di voti!". Qualcuno come il militante che si firma Augusto contesta direttamente grillo. "Parla di cose reali non fare sempre la vittima. Tu e i dementi in Parlamento avete sbagliato tutto. Inutile dare la colpa agli altri". E poi arriva la sintesi dell'utente Fabio: "Caro Beppe, adesso il vaffa te lo devi prendere tu"
Batosta sonante nelcapoluogo toscano, città del Monte dei Paschi sulle cui vicende Grillo ha puntato in campagna elettorale, il Movimento ha superato di poco l'8%.
Analisi a difesa,legittima, della debacle la fa Luigi Di Maio, deputato M5S e vicepresidente della Camera, su Facebook e non sembra pessimista. Anzi. Le sue previsioni, per le prossime elezioni politiche nazionali, sono invece improntate all'ottimismo: "Un occhio particolare alla mia Campania, dove gli enti locali sono dilaniati dal clientelismo politico più sfrenato. Se entriamo anche lì - sostiene - allora alle prossime elezioni nazionali, dove il voto è molto più libero, vinciamo e andiamo al governo di questo paese. L'attivismo e quindi il consenso libero continua a crescere. Chi dice il contrario forse non ci sta osservando".
Travaglio, da pm a avvocato di Grillo
A questo punto poteva mancare l'opinione del giornalista italiano intellettualmente più disonesto? No di certo e lo fa non da PM,com'è abituato a fare, ma da avvocato: "I grillini hanno perso per i loro meriti".
Marco Travaglio deve fare i conti con i numeri impietosi del Movimento Cinque Stelle che alle amministrative a Roma, a Brescia e nelle altre grandi città è arrivato terzo dietro ai candidati di Pd e Pdl. I grillini non si "qualificano" nemmeno a un singolo ballottaggio. I numeri sono lì e parlano di una sostanziale discesa agli inferi del Grillo parlante. I comizi e le urla non sono bastati stavolta. Gli elettori "mobili" o indecisi hanno scelto i partiti tradizionali mandando un "vaffa" a Beppe.
Ma per Travaglio anche un'oggettiva sconfitta si trasforma in vittoria. Nel suo consueto editoriale sul Fatto, Marco "Manetta" racconta, pur davanti all'evidenza dell'esatto opposto, una non-sconfitta del M5S. Per Travaglio le ragioni della peculiare "quasi-vittoria" sono due, e tutte positive. La prima riguarda la tenuta dei grillini rispetto allo scouting del Pd che aveva organizzato Pier Luigi Bersani. "Se tre mesi fa Grillo avesse prestato sottobanco 15 senatoria Bersani per il suo demenziale governicchio di minoranza, o se poi si fosse imbarcato nel carrozzone Letta-Pdl, il M5S si sarebbe guadagnato i favori dei giornaloni che ora non lo lincerebbero da mane a sera, e non lo accuserebbero di perder tempo a parlare di scontrini o di essere come tutti gli altri", afferma Travaglio.
Ma la difesa dell'avvocato Marco non finisce qui. Per lui il M5S ha vinto, pur nella sconfitta, perché ha regalato le fasce da primo cittadino a candidati del Pd che hanno un dna grillino. "Le battaglie e i consensi dei 5Stelle hanno costretto gli elettori e i candidati del Pd a cambiare in meglio. I primi alle primarie scelgono sempre nomi il più lontani dalla nomenklatura e il più vicino alla società civile, i secondi, una volta in lizza si ingrilliscono vieppiù rubando voti al candidato grillino. Pisapia a Milano, Doria a Genova, Renzi a Firenze, De Magistris a Napoli, Emiliano a Bari, Orlando a Palermo, Zedda a Cagliari e Serracchiani in Friuli", continua Travaglio. Infine arriva la negazione, come nelle fasi del lutto, della tragedia. Travaglio rispolvera i sondaggi sulle intenzioni di voto post amministrative e spara: "Ieri in piena debacle alle comunali, i sondaggi nazionali davano il M5S addirittura in ripresa al 24-25 per cento. L'inciucio logora chi lo fa"...e soprattutto il fegato di Travaglio.
Qualcuno gli spieghi la sconfitta!!!!!!!