La lezione del guardaportone del Quirinale a Grillo !
"Grillo? Gli avrei messo le mani addosso", ha dichiarato l'omone. Grillo, sceso dalla macchina, si appresta ad entrare. Il guardaportone, ancora visibilmente contrariato, racconta dell'arroganza di Grillo: "Scusi, ho un appuntamento con il capo dello Stato", gli ha chiesto appena arrivato. E ai giornalisti: "Si paga per entrare?"
"Bene – prosegue il racconto – io istintivamente l’avrei preso a schiaffi. Gli avrei detto: aho’ che voi? Che sei venuto a fa’? Cerchi rogna? A bello, nun poi venì fino quassù a prendere per i fondelli quelli che lavorano, solo per fare il paraculo davanti alla tv".
Gli avrei voluto spiegare che, comunque la si pensi, ci vuole rispetto per le istituzioni, che non sono le sue solo perché è andato bene alle elezioni, ma sono di tutti. Poi gli avrei ricordato che Roma ha visto di tutto, dai barbari alla papessa Giovanna, dai lanzichenecchi ai leghisti, ed è sopravvissuta bene. E anche questo palazzo non è stato costruito ieri. Per cui, il comico Grillo vada a fare il cafone altrove”. Tutte parole che, proprio per il rispetto che nutre per le istituzioni, l'uomo non è riuscito a riferire a Grillo.
Quindi, smorzando i toni ma mantenendo la sostanza, il guardaportone ha così redarguito Grillo: "L'ho guardato dritto negli occhi e gli ho detto: signor Grillo, è venuto qui perché ce l’hanno mandato. Bene, ma ora è meglio che entri perché la stanno aspettando. Si accomodi, qualcuno le dirà cosa fare e dove parcheggiare. E ho accompagnato le parole con un ampio gesto del braccio”.
L'uomo rievoca poi la reazione di Grillo: "Ha capito. Ha smesso di parlare ed è entrato a testa bassa e con la coda tra le gambe. Come si dice a Roma, ha fatto pippa. Insomma, ha dovuto abbozzare”.
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