IN EBOLLIZIONE
Pdl, Berlusconi: "Se non mi candido, non esistiamo". Alfano sotto processo
Gli azzurri invocano Silvio per i ballottaggi, lui resta in Sardegna e stacca il telefono. Angelino torna in discussione.
La permanenza in Costa Smeralda, va rubricata alla voce “pausa di riflessione”. Un modo per Silvio Berlusconi di starsene alla larga da Roma e dai problemi creati dalla indecorosa classe dirigente del PDL. Rientrerà domani, il Cavaliere, ma a Milano. Altre priorità. Più impellenti delle questioni politiche. .
Allegri non sono i dirigenti del Popolo delle libertà, che hanno cercato di contattare il leader per commentare il risultato elettorale. Invano. L’ex premier ha staccato la spina. E, a quei pochi che sono riusciti ad avere udienza, ha fatto capire che gli frega poco del turno amministrativo del 26 maggio. È il solito discorso: quando è lui in persona a dettare i temi della campagna e a chiamare il suo elettorato alla battaglia, quello si mobilita. Ma quando Silvio non fa il fenomeno, tra i supporter azzurri è la pigrizia se non l'incapacità ad avere il sopravvento. E alla fine, agli occhi di Berlusconi, il mezzo flop azzurro è anche un modo per certificare l’indiscutibilità della sua leadership. E la evanescenza di quelle altrui. Un PDL verso il declino legato solo alla buona saluta del Cavaliere.
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