CAMORRA SHOW: “BOICOTTATE LA FICTION SU PUPETTA” – IL GIUDICE CANTONE: “SIAMO AI LIMITI DELL’ISTIGAZIONE A DELINQUERE”
Magistrati e parenti di vittime dei clan contro lo sceneggiato in onda su Canale 5, l’assessore Di Clemente: “Spero che tanti non lo vedano” – Il regista Odorisio: “Il rischio di affascinare col male c’è sempre: accadeva con ‘’Il Padrino’’, succede coi western” - - Tace Manovella Arcuri interprete di Pupetta… -
«Boicottate quella fiction». Dopo il fronte dell'anticamorra, a schierarsi contro l'operazione
Pupetta, il coraggio e la passione - il film tv in onda da ieri su Canale 5 dedicato alla vera storia della pregiudicata Assunta Maresca detta Pupetta - scendono in campo anche magistrati, autori, cittadini. E con loro la giovane assessore comunale di Napoli Alessandra Clemente, figlia di quella Silvia Ruotolo uccisa da una pallottola vagante nel giugno ‘97.
«Non ne posso più di queste operazioni cupe», scuote la testa Alessandra «Vorrei scriverlo a tanti telespettatori. Immaginate di essere bambini e perdere la madre innocente in un agguato. Immaginate di essere i figli di Teresa Buonocore, uccisa a Napoli il 20 settembre 2010, o di Matilde Sorrentino, massacrata a Torre Annunziata il 26 marzo 2004, entrambe punite perché avevano fatto condannare chi abusava dei loro figli. O di mia madre Silvia, che incrociò un proiettile mentre teneva mio fratello per mano.Riuscite ad immaginare la fatica e l'impegno che occorrono per alzare le vostre mamme, piene di vita e coraggio, dall'asfalto dove sono cadute nel sangue? E ora vediamo se vi viene la voglia di vedere la fiction "Pupetta", dove si fa apparire come una che "si ribella alle convenzioni" o al "maschilismo" la donna che ha collezionato vari reati, dall'associazione mafiosa all'omicidio all'usura. Spero che tanti non la vedranno"
Si era levato già , su questo tema, il grido di rabbia di Paolo Siani, fratello del giornalista Giancarlo ucciso nel 1985, di don Tonino Palmese, voce autorevole di
Libera e vicario episcopale della Curia napoletana, di Lorenzo Clemente, di Geppino Fiorenza, Tano Grasso, tutti animatori della Fondazione Polis. «Non fate quelle fiction », protestavano.
Libera e vicario episcopale della Curia napoletana, di Lorenzo Clemente, di Geppino Fiorenza, Tano Grasso, tutti animatori della Fondazione Polis. «Non fate quelle fiction », protestavano.
A loro si aggiunge la durissima analisi di Raffaele Cantone, ex pm anticamorra a Napoli, oggi in Cassazione. «Ho sempre difeso ogni genere di fiction, ritengo sacro il diritto all'informazione, ma qui siamo di fronte ad una cosa diversa. E rispetto a tali operazioni, la risposta migliore non è l'appello a non farle, ma proprio l'appello a non guardarle», dice Cantone. Che evidenzia due «aspetti gravi»
«Intanto, fa effetto vedere la reale protagonista di fatti criminali che racconta e rivendica le proprie gesta in mezzo al cast del film. Ma soprattutto: si fa passare per un modello "di coraggio" una persona che, persino al di là di un omicidio commesso, negli anni successivi ha avuti problemi seri con la giustizia ed è stata poi compagna di un pericoloso narcotrafficante, Ammaturo.
Dipingerla come una donna coraggiosa, un'eroina solitaria mi sembra inaccettabile e, devo dirlo, ai limiti dell'istigazione a delinquere». Ma di fronte a questa indigna-zione prova a difendere la fiction il regista di "Pupetta", Luciano Odorisio: «La mia storia parla per me. Allora, siamo onesti: il rischio di affascinare col male è dietro l'angolo, accadeva con Il Padrino, succede coi western.
In fondo ci siamo solo ispirati alla storia della Maresca che si ribellava al maschilismo, che però è romanzata e difatti le abbiamo cambiato il cognome». Scusi, ma quale ribellione? E poi: perché invitare proprio la Maresca, oggi 77enne, in conferenza stampa? Alla domanda "lo rifarebbe", la signora ha persino risposto: «Sì certo, fu legittima difesa». Odorisio qui alza le mani: «Sì certo lei è una istintiva, una che prende e parla...senza sapere cosa dice"
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