mercoledì 27 febbraio 2013

CI PORTERANNO AL DISASTRO!!!!!!!!


Grillo: "Non daremo mai la fiducia al Pd.
Bersani si dimetta, è morto che parla"

Dal leader del M5S durissimo attacco al segretario del Pd che aveva aperto ad una possibile collaborazione in Parlamento. "Lo smacchiatore fallito è un arrogante". Eppure la porta per una possibile intesa non sembra ancora chiusa.

 Doccia gelata sull'apertura di Pierluigi Bersani alla formazione di un governo dal programma concentrato in pochi punti essenziali e in grado di raccogliere anche il consenso del Movimento 5 Stelle. Dal suo blog Beppe Grillo sembra infatti chiudere in maniera netta la porta a qualsiasi forma di collaborazione organica con il Pd. "Bersani è uno stalker politico, da giorni sta importunando il M5S con proposte indecenti invece di dimettersi, come al suo posto farebbe chiunque altro. E' riuscito persino a perdere vincendo", scrive il leader dei Cinque Stelle in un post dal lugubre titolo "Bersani, morto che parla".

"Ha passato gli ultimi mesi a formulare giudizi squisitamente politici", aggiunge Grillo, elencando tutti gli attacchi (a dir la verità più che mai ricambiati) ricevuti in campagna elettorale dal segretario democratico: dal "autocrate da strapazzo" al "ci porta al disastro". "Ora questo smacchiatore fallito - si legge ancora - ha l'arroganza di chiedere il nostro sostegno (...) Il M5S non darà alcun voto di fiducia al Pd (né ad altri). Voterà in aula le leggi che rispecchiano il suo programma chiunque sia a proporle. Se Bersani vorrà proporre l'abolizione dei contributi pubblici ai partiti sin dalle ultime elezioni lo voteremo di slancio (il M5S ha rinunciato ai 100 milioni di euro che gli spettano), se metterà in calendario il reddito di cittadinanza lo voteremo con passione".

Cancellieri capogruppo M5S e Crocetta Presidente Regione
Sicilia
Dopo lo stop di oggi sembra aver sbagliato valutazione chi aveva interpretato come un punto di partenza per il confronto tra i due schieramenti l'esaltazione fatta da Grillo del "modello Sicilia", dove il movimento ha reso possibile l'insediamento della giunta Crocetta votando diversi suoi provvedimenti.
Appunto il "modello Sicilia" è quello più richiamato da Grillo ed in questo pensa di  comportarsi da politico navigato, creando un fuoco di sbarramento che gli permette di alzare la posta e ributtare la palla nel campo avversario.Esattamente come ha fatto in Sicilia dove, in presenza di una situazione di ingovernabilità simile a quella nazionale,ha prima inciuciato con il PD per la spartizione delle cariche istituzionali (Vice presidenza dell'Assemblea e presidenti di commissioni) salvo,poi, non entrare in giunta per non assumersi alcuna responsabilità, condizionando però dall'esterno Crocetta ed il PD.
Ovvio,poi, che il leader del M5S avrebbe tutto da guadagnare dal definitivo suicidio politico di un Pd impelagato in una "grande coalizione"  con il Pdl o comunque dilaniato dalle faide interne,che già covano, contro il segretario che potrebbe essere persino costretto alle dimissioni. Un timore che Nichi Vendola, il vero guaio del centrosinistra, esprime chiaramente: "Niente governissimo, spero che non sia questo l'auspicio di Grillo".
Ma siccome Bersani, per quanto poco simpatico e persino un pò troppo presuntuoso, non è Crocetta, anzicchè replicare duramente  si è limitato a commentare: "Quel che Grillo ha da dirmi, insulti compresi, lo voglio sentire in Parlamento. E lì ciascuno si assumerà le proprie responsabilità". Un modo per rigettare nuovamente la palla al di là della rete, visto che anche il M5S, per quanto in una posizione di forza assoluta, ha le sue gatte da pelare.
Non a caso la prima reazione degl utenti del blog di Grillo, presumibilmente in buona parte suoi elettori, boccia la chiusura del leader al Pd e lo invita ad essere più pragmatico, evitando di sciupare la grande occasione di fare finalmente quei quattro o cinque provvedimenti di rottura (conflitto d'interessi, taglio dei costi della politica, reddito di cittadinanza...) da sempre cavalli di battaglia del movimento, ma non tutti necessari e fondamentali, in questo momento, per tenere a galla la barca Italia.
I tempi non sembrano ancora maturi insomma per archiviare la soluzione, ma se  una possibile intesa Bersani-Grillo avverrà, sarà il frutto di inciuci e compromessi che dovranno prima di tutto essere convincenti per l mercati, interni ed internazionali,  e poi per il resto degli italiani compresi per quelli che hanno votato i due schieramenti. Se a questo aggiungiamo la difficoltà di dare il via libera al Senato ad un esecutivo guidato dal segretario democratico possiamo concludere che l'accordo ha tutti i presupposti per portarci al disastro ed alla povertà.

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