Obama su Napolitano: "Un leader straordinario e visionario"
In attesa delle elezioni Napolitano ha incassato oggi l'omaggio di Obama che lo ha definito un "leader straordinario e visionario"?????? apprezzato "non solo in Italia ma anche in Europa".
(Ansa - sabato 16 febbraio 2013)
Visionario
Vocabolario on line della Enciclopedia Treccani
viṡionàrio agg. e s. m. (f. -a) [der. di visione]. –
1. Che ha delle visioni, delle apparizioni soprannaturali o delle allucinazioni visive:un santone, un fanatico v.; un soggetto paranoico v.; una ragazza psichicamente labile e v.; come sost.: un v., una visionaria; i v. hanno spesso il ruolo di angeli nella letteratura.
2. estens. Che immagina e ritiene vere cose non rispondenti alla realtà, o elabora disegni inattuabili; sognatore: politici, riformatori v.; e come sost., essere, o essere considerato un v., una v.; come puoi credere a quel visionario?
3. Nel linguaggio della critica d’arte, si parla talora di pittura v., o più genericamente di arte v. per qualificare (come giudizio obiettivo) opere figurative prodotte da artisti, per lo più autodidatti, schizofrenici o comunque affetti da disturbi psichici. Nella critica cinematografica, invece, il termine è usato con riferimento a registi particolarmente dotati della capacità di creare situazioni e immagini fantastiche, irreali e di forte impatto visivo (di talento v. si parla, per es., per il regista F. Fellini del film Satyricon)
1. Che ha delle visioni, delle apparizioni soprannaturali o delle allucinazioni visive:un santone, un fanatico v.; un soggetto paranoico v.; una ragazza psichicamente labile e v.; come sost.: un v., una visionaria; i v. hanno spesso il ruolo di angeli nella letteratura.
2. estens. Che immagina e ritiene vere cose non rispondenti alla realtà, o elabora disegni inattuabili; sognatore: politici, riformatori v.; e come sost., essere, o essere considerato un v., una v.; come puoi credere a quel visionario?
3. Nel linguaggio della critica d’arte, si parla talora di pittura v., o più genericamente di arte v. per qualificare (come giudizio obiettivo) opere figurative prodotte da artisti, per lo più autodidatti, schizofrenici o comunque affetti da disturbi psichici. Nella critica cinematografica, invece, il termine è usato con riferimento a registi particolarmente dotati della capacità di creare situazioni e immagini fantastiche, irreali e di forte impatto visivo (di talento v. si parla, per es., per il regista F. Fellini del film Satyricon)
Si tratta di un refuso di stampa o di una cattiva traduzione? E se.............
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