UN FESTIVAL DI CUI NON SI PUO' PARLARE MALE, ALMENO NELLE SEDI UFFICIALI
Chi ieri notte, a tarda ora, avesse assistito al programma di Marzullo, quest'anno deputato a trattare il dopo Festival, non può non essersi accorto del consenso bulgaro su questa edizione, condotta dall'algido Fazio e dalla falsa e cortese Littizzetto, manifestato dai tanti ospiti in studio e dallo stesso lugubre conduttore.
Unica voce stonata o non in linea quella di un ospite, tacitato a tal punto, da non riuscirne a capire nemmeno il nome e cognome ed il ruolo per cui era presente; il poveretto ha cercato di intervenire per ben due volte ma per ben due volte è stato interrotto senza avere il tempo di esprimere nemmeno l'inizio del suo pensiero.
Non ci era mai capitato di vedere l'enigmatico conduttore nel ruolo del censore, ma evidentemente in Rai certi atteggiamenti sono connaturati. All'inventore del "si faccia una domanda e si dia una risposta" sarebbe il caso di consigliare di far parlare liberamente i suoi ospiti.
Questo è solo un piccolo (grave) episodio che segue un "consenso precostituito" di questa edizione del Festival, chiaramente a supporto di una campagna elettorale in corso, e che trova la conferma nei nomi degli ospiti invitati (con lauti compensi).
Primo fra tutti Maurizio Crozza! Sappiamo benissimo quale è il mestiere del comico : la satira politica che esercita costantemente in trasmissioni televisive e non e per la quale, in verità, riesce anche apprezzabile; ma è pur vero che la sua performance nel contesto del Festival avrebbe suscitato contestazioni e proteste ( a questo punto chiaramente volute per un duplice motivo: aumentare l'audience e far passare per reazionari di destra i contestatori) che dovevano mettere alla berlina, come in realtà ha fatto la stampa di regime,i "cinque" contestatori, come li ha definiti Fazio, e far apparire tutto preordinato sulla scia delle dichiarazioni di Berlusconi.
Una TV di Stato seria ed una organizzazione imparziale avrebbero evitato di invitare, proprio nell'imminenza del voto, un comico che fa satira politica, ma Crozza è stato voluto fortemente, come fortemente è stato voluto Marcorè, altro comico avvezzo alla satira politica, che però, vista l'esperienza della sera precedente, si è limitato ad una imitazione che nel complesso è stata un flop, meglio negli spot pubblicitari.
Questo quello che abbiamo visto, ma c'è anche ciò che non abbiamo visto e cioè quello che hanno dichiarato alcuni contestatori di Crozza tra "questi c'era Letterio Munafò, ex consigliere Pdl a Legnano, che ha confessato sulle pagine di LaRepubblica: "eravamo più di 10 a contestare. Non c'è niente di organizzato. Ero con mia moglie e una coppia di amici. Ho rulato: vai a casa. E non sono stato accompagnato fuori, sono rimasto seduto. E' venuto un signore della polizia e gli ho dato un documento, perché è giusto così. Ma non contesterò più".
Prove tecniche di regime???????????
Chi ieri notte, a tarda ora, avesse assistito al programma di Marzullo, quest'anno deputato a trattare il dopo Festival, non può non essersi accorto del consenso bulgaro su questa edizione, condotta dall'algido Fazio e dalla falsa e cortese Littizzetto, manifestato dai tanti ospiti in studio e dallo stesso lugubre conduttore.
Unica voce stonata o non in linea quella di un ospite, tacitato a tal punto, da non riuscirne a capire nemmeno il nome e cognome ed il ruolo per cui era presente; il poveretto ha cercato di intervenire per ben due volte ma per ben due volte è stato interrotto senza avere il tempo di esprimere nemmeno l'inizio del suo pensiero.
Non ci era mai capitato di vedere l'enigmatico conduttore nel ruolo del censore, ma evidentemente in Rai certi atteggiamenti sono connaturati. All'inventore del "si faccia una domanda e si dia una risposta" sarebbe il caso di consigliare di far parlare liberamente i suoi ospiti.
Questo è solo un piccolo (grave) episodio che segue un "consenso precostituito" di questa edizione del Festival, chiaramente a supporto di una campagna elettorale in corso, e che trova la conferma nei nomi degli ospiti invitati (con lauti compensi).
Primo fra tutti Maurizio Crozza! Sappiamo benissimo quale è il mestiere del comico : la satira politica che esercita costantemente in trasmissioni televisive e non e per la quale, in verità, riesce anche apprezzabile; ma è pur vero che la sua performance nel contesto del Festival avrebbe suscitato contestazioni e proteste ( a questo punto chiaramente volute per un duplice motivo: aumentare l'audience e far passare per reazionari di destra i contestatori) che dovevano mettere alla berlina, come in realtà ha fatto la stampa di regime,i "cinque" contestatori, come li ha definiti Fazio, e far apparire tutto preordinato sulla scia delle dichiarazioni di Berlusconi.
Una TV di Stato seria ed una organizzazione imparziale avrebbero evitato di invitare, proprio nell'imminenza del voto, un comico che fa satira politica, ma Crozza è stato voluto fortemente, come fortemente è stato voluto Marcorè, altro comico avvezzo alla satira politica, che però, vista l'esperienza della sera precedente, si è limitato ad una imitazione che nel complesso è stata un flop, meglio negli spot pubblicitari.
Questo quello che abbiamo visto, ma c'è anche ciò che non abbiamo visto e cioè quello che hanno dichiarato alcuni contestatori di Crozza tra "questi c'era Letterio Munafò, ex consigliere Pdl a Legnano, che ha confessato sulle pagine di LaRepubblica: "eravamo più di 10 a contestare. Non c'è niente di organizzato. Ero con mia moglie e una coppia di amici. Ho rulato: vai a casa. E non sono stato accompagnato fuori, sono rimasto seduto. E' venuto un signore della polizia e gli ho dato un documento, perché è giusto così. Ma non contesterò più".
Chi è stato invece portato via dall'Ariston, secondo la sua ricostruzione dei fatti, è Alberto, spettatore intervistato su Radio Kiss Kiss da Francesco Facchinetti e Pippo Pelo.
“Sono arrivato da Firenze e ho pagato 160 euro per assistere al Festival di Sanremo ed ero nelle ultime file. Poi è arrivato Maurizio Crozza, alcuni di noi hanno contestato la scelta politica e ci hanno sbattuti fuori”. “A Sanremo vogliamo sentire le canzoni, ne abbiamo piene le tasche della politica Maurizio Crozza ha esagerato e alcuni di noi hanno fischiato. Ovviamente hanno deciso di sbatterci fuori, insulti e spintoni. Voi Fabio Fazio lo vedete tutto calmo e tranquillo, ma in realtà è cattivo, sembra una iena è venuto da noi ci ha insultati e trattati malissimo, non sono comportamenti giusti”.
Parole di fuoco, quelle del signor Alberto, per una serata che ha comunque toccato picchi di share mostruosi . Oltre 15 milioni di italiani hanno infatti assistito alla tanto contestata gag di Crozza, per poi scendere poco sotto i 13 milioni nella media finale della 'puntata', su cui aleggiano dubbi riguardanti il televoto lampo.Prove tecniche di regime???????????
Nessun commento:
Posta un commento