In tempi di crisi, come quelli che stiamo attraversando, non è un dramma che il denaro pubblico venga speso con maggiore oculatezza; però fa un certo effetto non vedere nemmeno una lucetta per le strade durante il periodo natalizio, e se questo, poi, è stato determinato dalla mancata approvazione delle variazione di bilancio di fine anno, fa pure rabbia.
Ma, naturalmente, a Salemi anche questo passa; in un Comune dove si fa spesso ricorso ai debiti fuori bilancio, dove le risorse sono limitate al pagamento degli emolumenti del personale, dove persino gli immobili in rovina vengono posti sotto sequestro dall'autorità giudiziaria per l' impossibilità a metterli in sicurezza, una amministrazione che abbia a cuore le sorti del paese qualcosa dovrebbe inventarsi. Non è certo il caso dell'amministrazione Sgarbi che in quanto ad inventiva può far conto sul solo primo cittadino e limitatamente a tutto ciò che riguarda il lato artistico.
In verità, una intuizione Sgarbi e Toscani l'hanno avuta e mi riferisco alle "case ad un euro"; intuizione di difficile realizzazione per le innumerevoli problematiche burocratiche, come quella dell'acquisizione dei ruderi al patrimonio del Comune e della relativa urbanizzazione delle zone dove ricostruirli, tanto più difficile per una amministrazione priva di fondi, risultato: i ruderi diventano pericolosi e la magistratura li sequestra.
Problematiche che a quasi 44 anni dal sisma del '68 Salemi si trascina dietro, unico tra i comuni del Belice .
II problema non può farsi carico alla sola amministrazione Sgarbi ma anche a tutte quelle che l' hanno preceduta almeno nelle ultime tre legislature .Le scelte politiche hanno privilegiato la ricostruzione delle case private senza alcun controllo e senza alcuna disciplina; se, infatti, sino a poco tempo addietro, da un lato c'erano privati che ancora dovevano ricostruire la prima casa, dall'altro molti avevano già ricostruito la seconda, la terza, quella di villeggiatura e magari qualche palazzo. Ed i ruderi? a marcire, tanto...............!
Eppure, nella legislatura precedente a questa, una precisa proposta era stata avanzata in Consiglio Comunale,naturalmente inascoltata perchè scomoda per le clientele, non certo per l'interesse comune.
Si era proposto di fare una ricognizione su tutti gli immobili che erano stati ammessi a contributo e per i quali non era stata rilasciata ancora l'abitabilità; in particolare per quelli che avevano attinto al 50% del contributo con l'inizio lavori ed ai quali era scaduta la licenza di costruzione (dopo 2 anni dal rilascio) e non era stato richiesto il rinnovo.
Obiettivo era quello di accellerare la ricostruzione immettendo denaro, già erogato ai beneficiari, sul mercato del lavoro, anzicchè tenerlo nelle casse delle banche convenzionate che lo retribuivano quasi a zero; di verificare eventuali irregolarità (tipo incasso del 50% del contributo e lavori fermi- mercato dei contributi, etc); analisi dei problemi di quei cittadini che dovendo incassare il solo stato finale non completavano i lavori.
I benefici, già in parte accennati, potevano ulteriormente essere incrementati con la revoca del contributo e l'acquisizione dello stesso alle casse del Comune, in caso di palesi irregolarità, e con l'acquisizione al patrimonio del Comune di quegli immobili incompleti o difficilmente completabili.
Le somme introitate potevano essere adeguatamente ridistribuite in parte ai privati in attesa di contributo per prima casa ed in parte investite nel risanamento di quelle zone dove insistono ruderi assegnabili con il progetto "case ad un euro".
Chissà se Sgarbi e la sua amministrazione farebbero propria questa proposta?
Nutriamo seri dubbi!!!!!!!
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