giovedì 24 gennaio 2013

Ahhhhh MATTEO, ma attenti quello parla chiaro !!!!!!!

Dopo l'intervista ad "Invasioni barbariche" le quotazioni del         PDL sono risalite di altri 2 punti!!!!!

I 'vorrei ma non posso' di Renzi: "Leale a Bersani ma recuperi lo spirito delle primarie. Mai sottovalutare il Cavaliere"


Onore al merito di Pier Luigi Bersani che ha vinto le primarie e, scommette Matteo Renzi, sarà “il prossimo presidente del Consiglio”( noi speriamo sempre di no!). Il sindaco, tolto dalla naftalina, torna in tv, da Daria Bignardi alle ‘Invasioni barbariche’, e tiene fede al patto di lealtà con il Pd e il suo segretario. Rassegnatevi però: è questo il Matteo dei prossimi mesi, forse anni. Un misto di correttezza, ma non privo di critiche a mezza bocca e di ‘non detti’ molto eloquenti. Non ci casca, nemmeno sulla storia del Monte dei Paschi di Siena, i derivati, una città in crisi, l’inchiesta su Giuseppe Mussari. Responsabilità del Pd? “No, di una vecchia politica che dura da 15 anni. Allora non si chiamava Pd, ma Pds…”. Eloquente e funzionale per non mischiarsi con loro, quelli che vengono dal Pci, altra generazione, nonchè il bersaglio della sua campagna per le primarie.
Primarie che ha perso e dunque, per il momento, lealtà. Anche se Renzi non ce la fa a non lasciar capire che, fosse stato per lui, avrebbe cambiato molte cose della campagna elettorale e forse anche della composizione delle liste o delle primarie. “Se ci fossimo stati noi forse alcune cose le avremmo fatte davvero…”, si lascia sfuggire. Poi si ricompone: ha vinto Bersani, “tocca a lui governare, io do una mano” ed è a lui che tocca rivolgere qualche raccomandazione. Una più di tutte: “Spero che Pier Luigi viva quest’ultimo mese riportando lo spirito delle primarie”, evidentemente ora scarseggia, si intende. Ma Matteo non affonda il coltello. Si limita ad avvertire: “mai sottovalutare Berlusconi”. Perché il suo gesto da Santoro, quando ha pulito la sedia sulla quale si era seduto Marco Travaglio, è uno “straordinario gesto da showman ma pericoloso per noi: guai sottovalutare Berlusconi, se non stiamo attenti e non riportiamo l’entusiasmo delle primarie, ci sta che Berlusconi mettendo insieme la Lega, Fratelli d’Italia, Mpa, ecc.  insomma… rischia di vincere ( le vincerà sicuramente al Senato) le elezioni…”.
Su Monti, fila tutto liscio. Renzi ribadisce il suo giudizio negativo sull’impegno politico del professore. E’ importante per un “politico mantenere la parola data, a partire da Monti che per un anno ha detto ‘non mi candido’ e poi... Lo fa per l’interesse del paese? Dicono tutti così… Non mi sento di giudicare, ma che ha fatto? E’ salito in politica per rinnovare con Casini e Fini. E’ come andare da Cracco (concorrente di Masterchef, ndr.) e chiedergli pane e acqua. Monti poteva fare Ciampi, ma ha scelto di fare Dini”. E ora “mi sembra che soffra in tv a rispondere alle domande come qualsiasi leader politico”.
La sconfitta? “Un po’ mi rode, ma mi roderebbe di più non essere leale”. Però basta nominare Massimo D’Alema ed emerge il Renzi più piccante, solo un po’. “Mi fa piacere abbia cambiato idea su di me, io non ho cambiato idea su di lui, ma devo essere leale…”. E’ stato “molto intelligente a fare il passo indietro, “come Veltroni”, riconosce, “ma mi fa un po' ridere che persone che fino a un mese e mezzo fa mi consideravano il male assoluto, un infiltrato, iniziano a dire beh però…”. E se pure Eugenio Scalfari ha cambiato idea: “La verità di quello che sono non dipende da giudizi affrettati di prima, né dai giudizi interessati dopo. Questa storia che non sono uno statista capace non sta in piedi”. Bindi? “Non l’ho sentita, ma credo stia bene lo stesso”, risatina.
Ma ci tiene a segnare le distanze tra se stesso e Bersani, i suoi punti di riferimento e quelli del segretario, per esempio il segretario della Cgil Susanna Camusso. Lo farà fino a quando sarà necessario, fino a quando non si sarà costruito una maggioranza da qualche parte, nel Pd o fuori di esso. Fino ad allora, altra promessa, tanto per chiarire: “Se Bersani diventa presidente del consiglio vado a incontrarlo ovunque per parlargli dei problemi di Firenze, come ho fatto con Berlusconi ad Arcore…”.

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