mercoledì 9 gennaio 2013

Elezioni 4 - Bravo chi ci capisce qualcosa!


1. DA UN ‘ADDETTO AI LIVORI’, L’ANALISI QUOTIDIANA DELLE AZIONI DI SPIN DEI CANDIDATI - 2. MONTI SCIVOLA DALLE PRIME PAGINE DEI GIORNALI. I SUOI SPIN DEVONO RECUPERARE UNA VECCHIA TELEFONATA DI OBAMA PER TENERE ALTO IL PROFILO INTERNAZIONALE. E ANCHE MONTEZEMOLO APPARE SEMPRE PIÙ COME UN RICHELIEU. DECIDE MA NON COMPARE. UNA LINEA CHE NON VIENE CAPITA. GLI ELETTORI VOGLIONO I POLITICI IN ARENA - 2. GRILLO GAFFE! CADE ADDIRITTURA SUL FUORIONDA DI UN VIDEO POSTATO SUL SUO BLOG - 3. IL  GRAN COMUNICATORE PERDE I COLPI: NON RIESCE A SPIEGARE L’ACCORDO CON LA LEGA, NON CHIARISCE CHI SARÀ IL PREMIER, LANCIA NOMI IN LIBERTÀ SENZA STRATEGIA - 4. BERSANI E’ IL LEADER INDISCUSSO DI QUESTA FASE DI CAMPAGNA. SULLE LISTE METTE A SEGNO UN COLPO AL GIORNO. IERI IL DUO CISL (SANTINI)-CONFINDUSTRIA (GALLI) CHE ALLARGA IL SUO CONSENSO AI MODERATI CATTOLICI E AGLI IMPRENDITORI PIÙ DIALOGANTI - 5. CASINI SEMPRE PIÙ RELEGATO AL RUOLO DI CAPO DEL VOLTO IMPRESENTABILE DEL CENTRO -




















Li chiamano spin doctor, quelli che con abili mosse di danza mediatica sanno girare a favore dei loro clienti i media e quindi l'opinione pubblica, interpretano i sondaggi e le attese degli elettori e inventano frasi ad effetto per far crescere i consensi. Strapagati negli Usa e in Gran Bretagna, apprezzati in Germania e Francia, in Italia sono merce rara. Ma soprattutto i nostri politici, almeno quasi tutti, pensano di poterne fare a meno e i risultati si vedono. Dagli occhi di un addetto ai lavori italiano ecco l'analisi quotidiana delle azioni di spin dei nostri candidati.   1.MONTI. Scivola dalle prime pagine dei giornali. Buona la scelta delle dimissioni di mani-di-forbice Enrico Bondi, che toglie così un argomento a Culatello e al Banana ma soprattutto a Eu-genio Scalfari. Per il resto sta appannandosi. Non sta sui temi del programma (è l'unico suo punto di forza). Non chiarisce il giallo delle tasse (prima impossibile ridurle, poi possibile).
Prendono spazio sui giornali i litigi con gli alleati sulle liste (compreso gli smontezemoliani), lo schiaffo dei cattolici cin la revoca dell'invito a Todi2, i vaffa-soft di Passera, il cacio in culo della Cisl di Bonanni. I suoi spin devono recuperare una vecchia telefonata di Obama per tenere alto il profilo internazionale. E anche Montezemolo appare sempre più come un Richelieu. Decide ma non compare. In politica è una linea che non viene capita. Gli elettori vogliono i politici in arena col petto ben visibile.      
2. GRILLO. Gaffe dell'extra-comico che, cade addirittura sul fuori onda di un video postato sul suo blog. Ma se lascia la politica un giorno dopo le elezioni, perché votarlo? In serata aggiusta il tiro: "Mi ritirerò solo quando tutti gli altri saranno andati via".   
3. BERLUSCONI.Anche il mattatore indiscusso delle campagne elettorali degli ultimi 15 anni perde i colpi dalla pompetta anti-prostata. Spiega l'accordo con la Lega,ma non chiarisce chi sarà il premier, lancia nomi in libertà e parla di nuove strategie.   



4. BERSANI. E' il leader indiscusso di questa fase di campagna. Sulle liste fa quello che vuole a dispetto delle finte primarie. Ieri il duo Cisl (Santini)-Confindustria (Galli) che allarga il suo consenso ai moderati cattolici e agli imprenditori più dialoganti. Renzino Renzi,a dispetto della trombatura dei suoi fedelissimi sembra dialogare con il leader,ha pagato il pranzo (qualche promessa?) anche se non basta ad equilibrare la battutaccia di Vendola (‘'i super-ricchi all'inferno'': anche i Riva di Taranto e i Don Verzè del San Raffaele?) che fa precipitare la coalizione PD-Sel nell'angolo del radicalismo che non piace. Problemi con le liste (vedi Puglia e Sardegna), di grande iprocisia e molto interessata(ora che sembra sfuggirgli il Senato) invece l'apertura alla collaborazione con Monti che disarma il centrino incasinato.





5. CASINI/FINI. Sempre più relegato al ruolo di capo della bad company, cioè del volto impresentabile del Centro. A causa delle regole Monti, deve digerire la cicuta e buttare a mare amici e portatori di voti. Ma il sacrificio non basta a distinguersi dal resto della politica.    

6. MARONI. Se riesce a spiegare al suo elettorato l'equilibrismo da vecchia Dc di queste ultime ore gli diamo il premio di spin doctor dell'anno. In realtà la base è in ebollizione per l'accordo con il Cavaliere, Tosi è in rivolta e la promessa della Lombardia non basterà a placare i duri e puri. La realpolitik non è mai stata capita dai fedeli del Carroccio                                      




                                               7. INGROIA. Non pervenuto!

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