mercoledì 2 gennaio 2013

Elezioni


Sondaggio Sky :Pd primo partito al 35,3% Pdl al 19,5% e M5S al 16

Secondo l'istituto Piepoli invece il centrosinistra dovrebbe superare il 40%, mentre il centrodestra si attesterebbe al 30% compresa la Lega , il M5S di Beppe Grillo avrebbe il voto dell'11% e la lista Monti con la coalizione dei centristi agguanterebbe il 12%.


I sondaggi confermano quella che è la sensazione generale ma non fanno i conti con quelle variabili importanti che si faranno sentire durante la campagna elettorale e quindi, almeno per alcuni schieramenti, i giorni che intercorrono alla presentazione delle liste saranno fondamentali.
Con le primarie il PD sembrerebbe in vantaggio su tutti ma non è così (ne parleremo in seguito), il decisionismo di Grillo non dovrebbe creare scossoni nel M5S, mentre per il variegato schieramento che va da Casini a Monti, il cui dato del sondaggio mi sembra esagerato, sta accuratamente selezionando i lobbysti da mettere in lista.
Chi, a mio modo di vedere, dovrà curare con particolare attenzione la composizione delle liste sarà il PDL.
Non sappiamo quali saranno i criteri che si adotteranno ma ricordando quello che è avvenuto in passato tremiamo all'idea di leggere i nomi sulle liste.
A tutti vorrei ricordare un dato fondamentale: una idea, un programma, può piacere o non piacere, può essere più di destra o più moderato, ma per renderlo credibile è necessario che a rappresentarlo sul territorio siano persone credibili altrimenti nessuno lo sposerà.
Alla luce di questa considerazione credo che persone dignitosamente credibili,tra quelle che hanno già rappresentato il partito, ne siano rimaste poche, molto poche, e non certo perchè siamo trasmigrati in altri schieramenti, quelli sono stati i meno credibili, ma per il semplice fatto che non è stata formata nel partito, su basi meritocratiche, una classe dirigente adeguata al bisogno e radicata sul territorio.Troppo spesso si sono subite candidature di sconosciuti che una volta eletti sono scomparsi(un ricordo in questo senso è stato Bobo Craxi), troppo spesso vertici locali del partito, ora transumati in altri schieramenti, hanno imposto loro scelte personali con il bene placido di senatori e deputati eletti sul territorio. E questo è ancora più accentuato ora che l'abbondanza dei voti non è più quella di qualche anno fa, ma si è in chiara fase di recupero.
Noi elettori del PDL, che non voteremo mai la sinistra, aspettiamo in questo senso un segnale forte, anzi, fortissimo,fragoroso,esplosivo, in alternativa aspetteremo pazientemente la prossima tornata elettorale.

Dicevo all'inizio di questa nota che il PD sembra messo meglio degli altri; in realtà i problemi ci sono anche a sinistra e coinvolgono tutti gli elettori, per maggiore chiarezza riporto due articoli di due quotidiani nazionali di opposta tendenza:


Tra tante donne e molte sorprese, sono i soliti noti a farla da padrone nel conteggio delle preferenze
Fra inchieste per concorso esterno, conflitti di interesse e frequentazioni non proprio trasparenti
C’è chi può vantare un’indagine per concorso esterno in associazione mafiosa. Chi una serie di conflitti di interesse. Chi è entrato dentro un’inchiesta su personaggi vicini alla 'ndrangheta. Chi, per carità, ha solo un cognome importante. Questo nucleo di selezionati speciali ha vinto un biglietto verso il prossimo Parlamento, fronte Pd. I nomi? Da Vladimiro Crisafulli, 6.348 preferenze, re di Enna, a Nicodemo Oliverio, su cui pende una imputazione per bancarotta fraudolenta, e Antonio Papania (2 anni e 20 giorni patteggiati nel 2002 per abuso d'ufficio). Fino alla lista di parenti e figli d'arte   di Alessandro Ferrucci 




C’è chi può vantare un’indagine per concorso esterno in associazione mafiosa. Chi una serie lunga e articolata di conflitti di interesse. Chi è entrato dentro un’inchiesta su personaggi vicini alla ‘Ndrangheta. Chi, per carità, ha solo un cognome importante da parte di padre o di marito. Ma lo fa pesare. Nord, centro e sud, lo stile non ha regione. Questo nucleo di selezionati speciali ha vinto le primarie del 29 e 30 dicembre, quindi un biglietto, una chance verso il prossimo Parlamento sotto l’egida del Partito democratico. Sorridono, si fanno intervistare, la “legittimazione è arrivata dalla base – dicono –  premiato il lavoro sul territorio”, ribadiscono.
Così Vladimiro Crisafulli, 6.348 preferenze, è il re di Enna, già deputato e senatore, l’uomo di cui il Pd non può fare a meno. Eppure nel 2004 i pm di Caltanissetta scrivono: “È dimostrata da parte di Crisafulli la disponibilità a mantenere rapporti con il Bevilacqua, accettando il dialogo sulle proposte politiche dello stesso, ascoltando la sua istanza e rispondendo alle domande sulle possibili iniziative politico-amministrative, in particolare in materia di finanziamenti e appalti”. Inciso: il soggetto con il quale l’esponente democratico interloquisce è Raffaele Bevilacqua, boss del clan mafioso di Enna e Barrafranca, in contatto con l’allora superlatitante Bernardo Provenzano. Sia ben chiaro, c’è l’archiviazione, ma solo perché quel colloquio non portò ad alcun favore a Cosa nostra, con i soggetti collusi arrestati “troppo presto”. Resta ancora un rinvio a giudizio per abuso d’ufficio: il ras di Enna, secondo l’accusa, si sarebbe fatto pavimentare a spese della Provincia una strada che porta direttamente alla sua villa.
Altro campo, altra matrice, altra storia, per Nicodemo Oliverio, mister 8.245 preferenze aCrotone. Su di lui pende dal 2009 un’imputazione di bancarotta fraudolenta, documentale e patrimoniale, secondo le accuse del gup del Tribunale di Roma. La questione è l’inchiesta sulla cessione di Palazzo Sturzo dalla Ser Immobiliare per tre miliardi e mezzo di lire, immobile poi venduto dal Ppi nel 2007 per ben 52 milioni di euro. Oliverio era il tesoriere ex Ppi e Margherita. Secondo l’accusa “il bene immobiliare con un valore catastale di oltre 20 miliardi di vecchie lire e un valore di mercato oscillante tra i 60 e i 100 miliardi” attraverso la donazione al Ppi, soggetto controllante la stessa società Ser poi fallita “arrecò un danno patrimoniale ai creditori”.
Angolo conflitto di interessi, tocca a Francantonio Genovese, quasi 20mila preferenze. Come sindaco di Messina (2005) era anche azionista e dirigente della società di traghetti “Caronte” che guarda caso opera sullo Stretto. E poi c’è tutta la sua famiglia allargata in alcune società di formazione-lavoro finanziate dalla regione. Sempre Sicilia, troviamo Antonio Papania (6.165 preferenze). Il suo feudo elettorale è Alcamo, paese definito il “regno del lavoro interinale”. Il 24 gennaio del 2002 ha patteggiato davanti al gip di Palermo una pena di 2 anni e 20 giorni di reclusione per abuso d’ufficio.
Saliamo a Milano. Ancora incerta la situazione per Bruna Brembilla (1.893 voti), entro venerdì 4 gennaio i risultati definitivi. Influente membro del Pd lombardo, ex assessore provinciale (fino al 2009) nella giunta guidata dal Filippo Penati, si parla di rapporti con personaggi vicini alla ’ndrangheta. Tanto che nel 2008 il suo nome finisce sul registro degli indagati (archiviazione). L’ex assessore ne esce pulita, eppure nella rete delle intercettazioni restano parole che la pongono al centro di un intreccio tra politica, impresa e ambienti mafiosi.
Capitolo “parenti famosi”. In Calabria troviamo Enza Bruno Bossio, oltre 10 mila preferenze, moglie di Nicola Adamo, ex assessore, già deputato, considerato l’uomo macchina per i democratici di Cosenza, e non solo, gravido di vicende giudiziarie. I coniugi sono stati uniti anche da un avviso di garanzia nell’inchiesta “Why Not”, per i reati di truffa, abuso d’ufficio e associazione a delinquere per ipotetici finanziamenti “pilotati” che hanno interessato aziende amministrate dalla moglie. Anche in questo caso tutto archiviato. Ma non basta: a ottobre del 2012, nell’inchiesta sull’eolico, ad Adamo viene contestata l’associazione a delinquere, la corruzione, l’abuso d’ufficio, falso ideologico, violenza privata e violazioni delle norme sull’edilizia. Infine complimenti a Daniela Cardinale 3488 voti, classe 1982, figlia di Salvatore, ex Ccd, Udeur, Ppi. Ex ministro. Nella scorsa legislatura il padre le ha lasciato il seggio, dopo la benedizione di Veltroni. Ora la famiglia lo ha confermato-
da Il Fatto Quotidiano del 2 gennaio 2013


PRIMARIE DI PLASTICA

Bersani candida indagati e condannati. Dopo le parlamentarie passano tutti, record di voti per gli "impresentabili"

"L'Italia giusta", dice Bersani. Ma il voto delle parlamentarie sancisce il trionfo di chi è rinviato a giudizio, condannato o sotto inchiesta. Ecco tutti i nomi, alla faccia del cambiamento-



Ecco i nomi da evitare. Pier fa finta di niente e li lascia stravincere. Ora li mette in lista. Parlamentarie di plastica. Dov'è il cambiamento?
Alla fine come era facile prevedere ce l'hanno fatta. In barba aPierluigi Bersani e alla sua finta voglia di rinnovamento.Parlamentarie di plastica come definirle se non così. Già qualche giorno fa avevamo lanciato l'allarme su i candidati alle primarie democratiche per il parlamento che erano prescritti, condannati, rinviati a giudizio e sotto inchiesta. Ma a quanto pare l'avviso non è servito. Il 29 e il 30 dicembre si è votato in tutta italia per decidere che del Pd deve giocarsi la partita per Roma ed essere inserito nelle liste. Ebbene alla faccia delle liste pultite Bersani porterà con sè tutti quelli che hanno ombra pesanti sulla loro moralità e sul senso di legalità. Ce l'hanno fatta tutti, nessuno escluso. Erano uscenti e ora si preparano ad un altro giro di giostra.
Ecco tutti i nomi -  Cominciamo dalla Sicilia. Qui i nomi a rischio erano due: Francantonio Genovese e Vladimiro Crisafulli. Il primo, indagato per abuso d'ufficio e al centro di una polemica per una rete familiare piazzata negli enti di formazione regionale, si è piazzato primo a Messina con 19360 preferenze. Crisafulli ad Enna, sotto inchiesta per abuso d'ufficio, è arrivato anche lui in pole position con6348 voti. Se andiamo verso ovest la musica è la stessa. A Trapani grande prestazione per Antonio Papania.Ha patteggiato una pena per abuso d'ufficio e si è preso il primo posto con 6165 voti. Un pò più su in Basilicata, Antonio Luongo, riviato a giudizio per corruzione passa senza problemi a Potenza il girone di qualificazione. Al centro le cose non vanno proprio bene. All'Aquila Giovanni Lolli si piazza secondo con 2598 preferenze. E' stato rinviato a giudizio per favoreggiamento, poi prescritto. Infine Bersani si porta uffcialmente in lista anche Andrea Rigoni, condannato in primo grado per abuso edilizio, prescritto. Con5160 voti Rigoni arriva primo a Massa Carrara. Questi sono solo i dati sugli uscenti dal parlamento. E sono quelli più gravi. Almeno a loro non si doveva dare una seconda chance. Invece Bersani si porta in listaPiero Grasso per zittire tutti e in tutta Italia, da nord a sud, arrivano primi soggetti da "evitare". Caro Bersani questa non è "l'Italia giusta". Cambia slogan. E' meglio.

MERCOLEDÌ 02 GENNAIO 2013





 

2 commenti:

  1. non è per questo che hanno votato il decreto legge sulla incandidabilità dei condannati ???

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  2. la colpa non è degli eletti ma degli elettori molti dei quali ruffiani e venduti. hanno avuto promesse in cambio del voto. il pd è come il pdl una mandria di raccomandati

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