venerdì 25 gennaio 2013

NASCE ZOPPA LA NUOVA LEGISLATURA..........


Ormai appare chiaro che, se vince il centrosinistra, cosa molto improbabile almeno al Senato, tra un anno torneremo a votare! Come al solito la sinistra, pur di occupare il potere, sta creando una enorme confusione
indispettendo i centristi (almeno quelli di Casini e Fini) scontentando le estreme, senza contare che deve fare i conti con lo scandalo MPS che, come dice Grillo, è oltre tangentopoli e rischia di travolgere oltre che il PD anche Prodi e D'Alema, quest'ultimo, alla faccia delle primarie papabile ministro del prossimo governo.
Ma ripercorriamo le ultime ore di campagna elettorale:


Casini: Il prossimo governo non durerà tanto

La profezia del leader Udc è una minaccia: il Prof vuole tagliarlo fuori nella trattativa con Bersani e lui è pronto a vendicarsi

 La nuova legislatura non è nemmeno cominciata e già c'è chi dice che è (quasi) finita. Ma un conto è che sia Grillo a prevedere il ritorno alle urne «l'anno prossimo», altra cosa è che sia Casini a insinuare il dubbio: «Ho l'impressione che non durerà mica tanto», confida il leader dell'Udc. È un presagio drammatico a un mese dal voto, è la dimostrazione di quanto sarà complesso arrivare a una stabilizzazione del sistema. È una riflessione dettata per un verso dallo studio dei sondaggi, e per l'altro da un'analisi del quadro politico che già si prefigura dopo la competizione.Certo, la questione dei numeri al Senato sarà dirimente. Molto dipenderà dall'esito della battaglia nel Quadrilatero delle regioni chiave (Lombardo-Veneto, Sicilia e Campania), a cui ora si è aggiunta anche la Puglia, che i sondaggisti danno «in bilico». Ma l'interrogativo non è se Bersani sarà o meno autosufficiente a Palazzo Madama, siccome è evidente che dopo il voto il Pd si prepara ad allearsi con Monti. Il nodo è un altro, e l'impressione ricavata dal capo dei centristi è che «comunque» non sarà semplice costituire in Parlamento una «maggioranza ampia», specie se Vendola sarà determinante con i suoi seggi.
Il leader dell'Udc pone un problema di visibilità politica.  Perché il segnale è stato decrittato dal segretario democratico, secondo cui Casini vuol far sapere che «ci sono anch'io», che Monti non ha l'esclusiva nella rappresentanza della nuova coalizione. È un tema di non poco conto, se è vero che durante una riunione del Fli, Bocchino ha spiegato come sia «chiaro che Bersani vuole l'accordo con il Professore, mica con Casini». Ma Casini ha già preso le contromisure, proprio al Senato, dove un esperto come il professor D'Alimonte ha «scoperto» che , nella trattativa per le candidature , l'Udc è riuscita a garantirsi «almeno dieci seggi». Numero sufficiente per formare un eventuale gruppo autonomo a Palazzo Madama.Il leader centrista, incalzato sull'argomento a «Omnibus», ha derubricato la questione in diretta tv: «Non ci sono seggi dell'Udc. Siamo tutti montiani». Poi però, durante una pausa pubblicitaria, ha sussurrato con aria sorniona: «Me ne attribuite solo dieci? Siete così pessimisti?».
 Et voilà, il gioco è scoperto. 
Casini voleva che lo diventasse, giusto perché Bersani capisse. E Bersani l'aveva capito da tempo, al punto da averne discusso con i dirigenti del partito, secondo i quali, dopo il voto, Monti «non sarà nelle condizioni di fare il capo della coalizione in Parlamento»: la previsione è che nel corso delle trattative per la formazione del governo ci sarà uno «sfrangiamento» nel rassemblement del Professore.
D'altronde già adesso l'unione centrista dà l'idea di un matrimonio d'interessi. Lo si nota sotto il profilo mediatico, per esempio, se è vero che fino ad oggi Monti Casini e Fini non si sono mai fatti vedere insieme, nemmeno quando il premier ha lanciato il simbolo, che pure li unisce al Senato. Possibile che ? a campagna elettorale già iniziata ? non abbiano ancora fatto una «photo opportunity»? Come non bastasse, Casini ha preso a distinguersi in modo marcato dal Professore.Ieri ha lanciato tre stoccate, ché al confronto Bersani è parso più indulgente. La prima botta è che «senza l'Udc Monti non avrebbe salvato l'Italia», giusto per rimarcare il ruolo che hanno avuto i centristi in Parlamento. La seconda è che «se noi e il Fli abbiamo fatto le nostre liste, è perché c'è anche la buona politica», che non è quindi la bad company della coalizione. La terza è la più insidiosa: «Se alle elezioni l'alleanza dovesse restare sotto il 15%, sarebbe un risultato insoddisfacente». Un autentico affondo contro Monti, visto che i sondaggisti considerano quella quota un limite difficile da superare. Una sorta di avvertimento al Professore e a quella sua società civile che , sottolinea Casini , «quando entrerà in Parlamento si trasformerà in ceto politico, poche storie».Si vedrà se la legislatura «non durerà tanto», come teme (o minaccia) il capo dei centristi. 
Questo è quello che, molto probabilmente, ci aspetta per risolvere, appunto, i problemi italiani.
Ma facciamoci una domanda: sono queste le mani pulite che dovrebbero risollevarci ???????????

Nessun commento:

Posta un commento