martedì 27 aprile 2010

SGARBI, LE PUPE ED I SECCHIONI !!!!!!


La presenza del Sindaco di Salemi, Vittorio Sgarbi, come presidente della giuria, nel programma "Pupe e Secchioni" ci lascia alquanto imbarazzati.
Sappiamo, perchè Sgarbi lo ha ribadito continuamente, che le sue apparizioni televisive sono del tutto gratuite in quanto non percepisce alcun gettone data l'incopatibilità con il suo ruolo di parlamentare; non riusciamo a capire allora perchè frequenta certi programmi decisamente di scarso livello culturale ed artistico.
Speriamo che non ci venga a raccontare la solita storella: chela sua presenza è una maniera per propagandare il nome di Salemi;mi;credo che  Salemi abbia bisogno di qualcos'altro che  essere accostata a siffatti squallidi programmi!!!!!!! Ed anche il suo primo cittadino che vi partecipa non rende un servizio alla città!!!!!
Lo abbiamo lodato quando ha accostato Salemi ad avvenimenti e partecipazioni dignitose, lo critichiamo quando, non capisco per quali motivi, rende ridicola la sua persona e quello che rappresenta.

Nella foto la pupa Francesca Cipriani nota per il prosperoso seno rifatto dal chirurgo plastico.

lunedì 26 aprile 2010

Vittorio Sgarbi - La Pupa e il Secchione (14.09.2006) - Parte 1.avi

Pupe E Secchioni Il Culo Di Silvia Abbate

martedì 13 aprile 2010

Sgarbi ritira le dimissioni

Vittorio Sgarbi non si dimetterà da sindaco di Salemi e l’ipotesi di lasciare la carica è rientrata, ”dopo che sono finite le ragioni per cui le avevo annunciate”. Lo spiega lo stesso primo cittadino, sottolineando che la minaccia di dimettersi ”è stata un gesto per sparigliare le carte rispetto al clima che si era creato, un gesto che evidentemente è riuscito nel suo intento”. ”Sono finite le ragioni per cui le avevo annunciate e quindi le dimissioni sono ritirabili – ha spiegato Sgarbi a margine di un incontro nell’ambito del salone Made Expo a Fieramilano -: inchieste che non sono inchieste ma erano stupidaggini, però abbastanza fastidiose, e mi irritavano perché sembravano un modo di ostacolare la mia azione a Salemi”. Un’inchiesta, ha specificato ancora Sgarbi, ”che poi si è scoperto che era a mio favore e per tutelarmi”. ”Andare a Salemi – ha proseguito – è stata una sfida fatta per pura generosità, poi arrivi lì e la burocrazia non funziona, l’amministrazione non funziona, scopri in tv che il sindaco è colpevole di tutto. Ora – ha concluso – l’idea è che se io ritorno lì non devono rompere i coglioni”.

lunedì 12 aprile 2010

Vignetta di Staino sull'Unità: vogliono Berlusconi morto

Qui ormai ci vuole uno psicanalista, ma uno di quelli bravi. L’antiberlusconismo non è più un’identità politica o l’ultima ideologia dell’intellighentia post comunista. Non è una strategia spesso perdente. È un’ossessione. È come la megamamma di Woody Allen. È il sesso per Freud o per la Chiesa. È come chi sogna ogni notte di volare e poi precipitare. È un incubo mai digerito. Per queste cose non ci sono vie d’uscita: o vai dall’esorcista o finisci su un lettino a raccontare la tua infanzia. È una psicopatologia radical chic.

La fase più acuta di questa malattia si caratterizza con il desiderio di morte verso la fonte dell’ossessione. La vignetta di Staino su l’Unità va oltre la satira. È agghiacciante. Gioca con la tragedia polacca e augura la morte a quello che non è più un avversario politico. È il nemico. È l’uomo che deve morire. La scena è questa. Bobo dice alla figlia: «Novantasei membri del governo polacco spariti in un colpo». E Ilaria risponde: «La solita storia: a chi tutto e a chi niente». Perfino ovvio il riferimento al governo Berlusconi. Non è una sbavatura di cattivo gusto. Non è che questa volta Staino ha esagerato lasciando che la matita prendesse il sopravvento, un errore, una gaffe.
Quella vignetta esprime esattamente ciò che voleva dire: speriamo che il governo italiano faccia la fine di quello polacco. La prova è che la «politicamente corretta» Concita De Gregorio, che di solito si mette le mani davanti agli occhi ad ogni minima volgarità, sente il dovere di spiegare nel suo «filo rosso» domenicale la scelta di pubblicare la vignetta. E lo fa come chi durante un funerale sussurra: dài, prendiamola a ridere. Scrive: «Un sorriso anche nella tragedia: si può. Anzi, si deve: trovare ovunque un sorriso, un respiro». Non c’è dubbio: qui serve lo psicanalista.
Questa sinistra incarognita e incattivita sta aspettando che la morte li liberi dallo loro ossessione. E sopravvive nell’attesa del grande evento, sgranando il rosario, contando i giorni, come una sorta di apocalisse «libera tutti». Molti di loro hanno fissato l'appuntamento per il 2013, come se quella data di fine legislatura sia una sorta di profezia Maya, quel 2012 evocato al cinema. La fine del berlusconismo come la fine del mondo. C’è qualcosa di messianico, da setta catacombale, in questo sentimento. All’inizio faceva sorridere, ora comincia a sembrare un po’ troppo paranoica. Esagerata. La satira come malocchio, come fattura, come maleficio non fa ridere. Non graffia. È l’ultima risorsa dei disperati. Ricorda quei poveretti che vanno dalla fattucchiera, dall’imbonitrice tv, per far crepare il vicino di casa. Se questa è la ricetta politica dell’opposizione è davvero meschina.
L’impressione è che la sinistra non sappia andare oltre una sola singola idea: eliminare il Cavaliere di Arcore. Questo chiodo fisso sta cancellando tutta la storia della sinistra. La sta abbrutendo. Non ci sono più idee, ideali, scenari, voli, soluzioni a problemi pratici. Non ci sono più leader. Non c’è più carisma. C’è solo l’odio verso Berlusconi. È come se un’identità e una tradizione politica si fosse accartocciata intorno alla sua maledetta ossessione. Da quanto tempo non si sente nel Pd e dintorni un ragionamento, una battaglia, un orizzonte che non tiri in ballo lui, Berlusconi? Impossibile. Quindici anni a rodersi il fegato. Sempre peggio e questo ultimo anno è la conferma. Tutti gli sforzi culturali, politici e mediatici si riducono a questo. Ci hanno provato con lo strumento sano e legittimo del voto. È andata male. Sconfitti alle Politiche con Veltroni, stracciati alle Europee, battuti alle Regionali. È deludente, magari frustrante, ma in democrazia capita.
Hanno sperato nella scossa, nelle veline, nelle escort, nel terremoto, nelle feste di Casoria, nel divorzio, in Spatuzza, nel sangue di piazza Duomo, nei panini fuori orario e i pasticci delle liste. Niente. Tutti gli assalti, tutte le trappole sono andati a vuoto. Eccola l’ossessione. Berlusconi sembra invincibile. Non resta che fare affidamento sul fato, sulla maledizione degli aerei, sulla rivincita che arriva dal cielo. Questo è quello che racconta la vignetta di Staino. Il vecchio Bobo meritava un finale migliore.



di Salvatore Tramontano
IL GIORNALE lunedì,12 marzo 2010

sabato 3 aprile 2010

Sindaco Erice: "sulla rettifica dei confini la parola ai cittadini"

È di ieri, a firma del Sindaco di Erice Giacomo Tranchida, la riproposizione della Delibera Consiliare per il Referendum Consultivo sulla Rettifica dei Confini.

Detta proposta già avanzata lo scorso anno dalla Giunta Tranchida e bocciata a maggioranza dal Consiglio comunale nella primavera del 2009, prevede per domenica 13 giugno 2010 la chiamata al voto dei cittadini del territorio ericino pedemontano (da San Giuliano a Rigaletta-Milo), confinante con il contesto urbano della Città di Trapani.

La riproposizione di tale iniziativa referendaria era stata già oggetto di confronto fra il Sindaco Tranchida e i Capi Gruppo consiliari il 16 marzo scorso. Domani mattina la conferenza dei Capi Gruppo presieduta dall’Avv. Giovanna Millocca deciderà sé e quando trattare l’argomento in uno dei prossimi consigli comunali.
“Torno a insistere sulla necessità di dare la parola ai cittadini ericini – dichiara il Sindaco Tranchida - in particolar modo nella zona pedemontana che costituisce un unicum urbanistico con la città di Trapani al fine di definire gli ambiti territoriali oggetto della rettifica”

Trapani: già 21 velieri per la Garibaldi Tall Ships Regatta

Sono già 21 i velieri di dieci Paesi iscritti alla Garibaldi Tall Ships Regatta 2010 che si correrà tra Genova e Trapani dall’11 al 16 aprile sulla scia della rotta seguita dall’Eroe dei due mondi con i Mille. Genova celebra in questo modo, con un anno di anticipo, il 150/o dell’Unità d’Italia, ha ricordato il sindaco Marta Vincenzi illustrando il ricco calendario di iniziative legate alla manifestazione. Organizzata dalla Sta-I, l’associazione fondata da Marina Militare e Yacht Club Italiano, la regata (che ha il patrocinio del Presidente della Repubblica) avrà come protagoniste alcuni dei più grandi e suggestivi antichi velieri che ancora solcano le rotte di tutto il mondo.
Tra gli altri sono attesi a Genova la Palinuro, goletta a tre alberi lunga oltre 68 metri, il Tenacious, brigantino inglese a tre alberi di 65 metri e Nave Italia, brigantino di 60 metri. Per festeggiare i velieri che ormeggeranno nel suggestivo scenario del Porto Antico, Genova promuove dall’8 all’11 aprile feste, concerti musicali, spettacoli di fuochi artificiali. Anche Trapani accoglierà le navi dagli alti alberi (tall ship), che ormeggeranno all’ex banchina Sommergibili, con iniziative, convegni, incontri e spettacoli in programma dal 16 al 19 aprile.

La regata si avvale della collaborazione della Fondazione Giuseppe Garibaldi, diretta da un discendente del protagonista della spedizione dei Mille, Francesco Garibaldi: "È una gioia essere coinvolti in questa iniziativa - ha detto il pronipote di Giuseppe - perchè la fondazione ha proprio l’obiettivo di rinnovare l’immagine e lo spirito di Garibaldi, che ha sempre combattuto contro le istituzioni per la libertà. Siamo felici che Genova e Trapani celebrino Giuseppe Garibaldi con questa iniziativa, questo compensa il fatto che in passato le istituzioni nazionali non hanno sentito molto le ricorrenze".
Francesco Garibaldi attende con ansia la visita a Genova del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il 5 maggio, per la ricorrenza della partenza della spedizione dei Mille dallo scoglio di Quarto. "Sono stato invitato - ha detto oggi Francesco Garibaldi, che guida la fondazione culturale Giuseppe Garibaldi -, mi piacerebbe potere incontrare il presidente. Come ogni anno, saremo invece il 2 giugno a Caprera a celebrare la morte del mio antenato". Figlio di Anita e nipote di Ezio, figlio di Riciotti, Francesco Garibaldi non nasconde un pò di rammarico per la vertenza ancora aperta con lo Stato italiano che durante il fascismo requisì la casa di Garibaldi a Caprera. Si limita però a dire che "i miei predecessori hanno speso tante energie senza risultati".
Passaporto italiano e inglese, Garibaldi vive in Svizzera dove è consulente aziendale. Appassionato di vela, ogni estate torna a Caprera che "da piccolo era la nostra casa". Gli piace evidenziare che "Giuseppe Garibaldi ha combattuto per la libertà contro le istituzioni, trascinando il popolo. Non è stato un uomo delle istituzioni e il suo concetto di Stato, infatti, era diverso da quello di Cavour".

Venerdì 02 Aprile 2010 da Marsala@it.