giovedì 29 novembre 2012

INDOVINA, INDOVINELLO.................


Patonza all'aria, di chi è ?

Lo sfascio del Pdl va in onda su Porta a Porta



E' un partito a pezzi il Pdl. Ieri sera a Porta a Porta condotto da Bruno Vespa va in onda lo sfascio del partito fondato da Silvio Berlusconi. Gli ospiti sono Maurizio LupiDaniela SantanchèGiorgia Meloni e Mariastella Gelmini. I quattro rappresentanti del Pdl si confrontano sulle primarie del partito e riescono a dare quattro linee diverse. O meglio, se Lupi, Santanchè e Gelmini non sembrano disperarsi per l'eventuale annullamento della consultazione popolare, la Meloni al contrario è convinta che sia un gravissimo errore non farle. Ognuno, però, dice una cosa diversa.
Alfano e il Cav - Il problema, infatti, è che il Pdl è spaccato fra la linea di Angelino Alfano che vuole le primarie - ma non se torna il Cavaliere - e il ritorno di Silvio Berlusconi stesso che vuole però candidarsi con un soggetto diverso dal Pdl, si tratti di Forza Italia 2.0 o di una lista con un altro nome. E in questa totale confusione va in scena il dramma del centrodestra. Lupi si dice d'accordo con Alfano: "Le primarie che Angelino ha fortemente voluto erano un'occasione per tornare tra la gente, ma c'è un fatto politico che non può essere trascurato ed è la discesa in campo di Berlusconi. Ora mi chiedo, ha senso fare le primarie? Non è forse meglio parlarne con lui, confrontarsi?".
Evidentemente il confronto non è così facile. Soprattutto, dice la Santanchè, che si dice "prima sostenitrice delle primarie", "non si possono fare il 16 dicembre perché non siamo organizzati" e "e non si può prendere in giro la gente". Peccato, ribatte la Meloni, che "le primarie sono state decise a giugno" ma poi si è tergiversato. Ora però, sostiene l'ex ministro della Gioventù, "possiamo pensare che se non siamo pronti per il 16 dicembre si possono fare il 20 gennaio. E converrebbe anche a Berlusconi candidarsi. Non sarebbe molto più bello?". A quel punto la Santanchè la accusa di far parte dell'apparato", "la gente ha bisogno di contenuti", ma non si capisce bene dove voglia andare a parare e non risponde alla Meloni che le chiede di concludere. 
Fredda analisi - Prende quindi la parola la Gelmini ma il suo intervento si limita ad una fredda analisi, come se lei non avesse nulla a che fare con il partito. Dice: "Le primarie sono solo una delle ricette. Ma il punto di debolezza è che sono primarie per la leadership e non di coalizione", come invece sono state per il centrosinistra. 
Quindi? Verrebbe da chiedere. Quindi nulla. Lupi cerca di andare oltre insistendo sul fatto che "ci sono state troppe indecisioni nel partito", che "bisogna trovare una linea unica e seguirla". Il problema è trovarla. 
E con la classe dirigente che è andata in onda ieri sera, meglio perderla che trovarla!!!!!!!!!!!!!!!!!!

"La paura fa 90..."


"Primarie centrosinistra, regole violate"
Da tutti i candidati esposto contro Renzi
 

 ORA, DOPO I SONDAGGI, HANNO TUTTI PAURA DEL "ROTTAMATORE"


Il regolamento per le primarie del centrosinistra, all'articolo 7, spiega che "ai fini della sobrietà della campagna elettorale e della riduzione dei costi della campagna elettorale e della riduzione dei costi della politica, è fatto divieto ai candidati e ai loro sostenitori di ricorrere a qualsiasi forma di pubblicità a pagamento come, ad esempio, spot su radio, televisioni, giornali, itnernet o affitto di spazi su cartelloni pubblicitari".
L'esposto - Oggi, giovedì 29 novembre, una società riconducibile ai comitati che sostengono Matteo Renzi ha acquistato su diversi quotidiani nazionali un paginone in cui a caratteri cubitali ("Si decide il futuro dell'Italia") si invita il lettore ad andare al voto al ballottaggio delle primarie del Pd, la prossima domenica. Apriti cielo. Tra i "Fantastici 5" del Pd (i cinque candidati alle primarie) è guerra. Una guerra impari: quattro contro uno. Bersani, Vendola, Puppato e Tabacci hanno infatti presentato un esposto contro Renzi per la violazione del regolamento.
Peccato però che solo qualche giorno fa - l'aneddoto è stato ricordato dall'Huffington Post Italia - su La Stampa, edizione di Cuneo di giovedì 22 novembre, campeggiava una enrome pubblicità a favore del segretario Bersani. "Comitati X Bersani", recitava la pagina. E ancora: "Dalle primarie un nuovo governo per l'Italia". Infine: "Tutti per Bersani". Putacaso, i vari Vendola, Puppato e Tabacci non hanno detto nemmeno una parola sull'iniziativa di Bersani, figurarsi un esposto. Qualcuno ci può spiegare perché Bersani può farsi pubblicità, e Renzi invece no? E per finire, va sottolineata una differenza sostanziale tra le due inserzioni che potete vedere nell'immagine: quella inserita dai renziani non invita a votare nessuno ma semplicemente a recarsi a votare; quella dei bersaniani, invece, è un clamoroso spottone pro-Pierluigi.

Bersani o Renzi: chi vi ha convinto di più?

                            Sondaggio online del "Corriere della Sera "


  • Renzi69.%Bersani31.%





    Numero votanti: 30.824
    • Sondaggio online del" Il Fatto quotidiano"





      Total Votes: 6,407

      Sondaggio online de il "Messaggero"
      Renzi60.6%
      Bersani39.4%

martedì 27 novembre 2012

Bimbo con cane

BUB SOUNDS

LA PREGIATA DITTA CARESSA-BERGOMI!!!!!!!!

LA TELECRONACA DI MILAN - JUVE DI UN ROMANISTA ED UN 

INTERISTA


SKY Calcio Show

Il software che hanno installato a Caressa e Bergomi non contempla il rigore inesistente contro la Juve: "ci dicono dalla regia che qualcuno ha visto braccio-ascella o ascella-braccio, ve lo faremo vedere più tardi con tutti i nostri potenti mezzi, anzi lo vedrete più tardi dalla D'Amico". Anche un cieco vede che il pallone copre parzialmente lo spazio colorato di nero della maglia, entro cui sta il numero colorato di bianco, del fianco-schiena di Isla.

Cosa c'entra la povera ascella, parte anatomica al confine col braccio, e come fa un pallone a colpirla per la prima volta nella storia del calcio? Ci vorrebbe una biglia per raggiungerla. L'ilare Ilaria non ha nemmeno bisogno di software, lo studio di sky somiglia a un veglione di fine anno: la conduttrice è in evidente goduria e i commentatori, da gentili cavalieri, non osano dire quel che han visto tutti, cazzeggiando variamente: "chi salta con braccio largo è
 in cerca di guai", "tutti hanno pensato al colpo col braccio, anche quelli della Juve che non hanno protestato" e poco importa che si vedono Barzagli e Bonucci spiegare all'arbitro come stavano le cose. E' più forte di loro, non c'è nulla da fare se il commento è coatto per natura.

Uno spettacolino commovente, finchè arriva Allegri, che non la tira per le lunghe: "Il rigore non c'era; m'era sembrato, ma non c'era".
Idem Nocerino, che sul campo guidava la sollevazione rossonera per la concessione del penalty, in imbarazzata versione boskoviana: "L'importante è che l'arbitro l'ha fischiato".
 E giù sorrisi compiaciuti in studio, apprezzando chissà quale - a loro opinione - sottile ironia.

Allegri lo ammetteva in modo molto scocciato; probabilmente avrà temuto che in TV non gli avrebbero poi più fatto rivedere il gol di Muntari. Si vede che ancora non li conosce. L'ascella di Isla non la rivedremo più, così come non abbiamo più rivisto il gol di Matri annullato in quella famosa partita e tanti altri episodi simili, mentre il gol di Muntari continuerà, insieme a quello di Turone e alla pettata di Iuliano su Ronaldo, a fare da copertina ai loro pregiati servizi per molti anni ancora. The show must go on.

lunedì 26 novembre 2012

Primarie, lite Parietti-Busi - Video - Corriere TV

Primarie, lite Parietti-Busi - Video - Corriere TV

Salemi. Contributi per case terremotate mai ricostruite: il Comune chiede ora la restituzione!

La Commissione “ex articolo 5” è lo speciale organismo comunale che ha gestito i fondi del terremoto dagli anni settanta in poi.



Farne parte o presiederla è stato in questi quarant’anni una meta ambiziosa per le forze politiche che hanno gestito i Comuni del Belice . Stiamo parlando dell’organismo che ha erogato in questi anni i contributi per la ricostruzione dei fabbricati privati danneggiati dal terremoto del ‘68. Politicamente ha avuto lo stesso peso specifico di un assessorato, se non di più. Una Commissione dotata di poteri speciali, presieduta quasi sempre da un delegato del sindaco pro-tempore, per metà politica per la presenza di quattro consiglieri comunali ( due di maggioranza e due di minoranza) e per metà tecnica per la presenza di rappresentanti del Genio Civile, della Sovrintendenza, degli Assessorati regionali. Un’ invenzione per evitare gli interminabili passaggi che un progetto deve attraversare per essere approvato. Il fine è stato lo snellimento delle procedure in modo da assicurare una maggiore celerità della ricostruzione degli immobili distrutti e ridare la casa ai baraccati. Il meccanismo nel corso degli anni ha funzionato quasi sempre al meglio. Fatta eccezione per gli anni più recenti che ha visto registrare una certo rallentamento se non addirittura una paralisi. Forse perché in presenza di pratiche non proprio di facile attuazione. Almeno a sentire il malcontento delle maestranze e degli addetti al settore dell’edilizia la Commissione non ha più operato come un tempo con la conseguenza che i fondi di cui si dispone giacciono improduttive nelle casse comunali. Una inversione di tendenza ci è sembrato di avvertire da qualche mese a questa parte. Da quando cioè il Comune viene gestito dalla più volte citata triade: il Prefetto Leopoldo Falco, il vice prefetto Nicola Diomede e il funzionario ministeriale Vincenzo Lo Fermo. Ma nella fattispecie però da quando le redini vengono rette con determinazione dall’ingegnere Vincenzo Ortega, un competente e solare professionista approdato su queste colline dall’agrigentina Licata con il compito di dare un valido contributo in ambito tecnico. Alcune delle priorità che si è imposto fin da subito sono la messa in sicurezza degli immobili pericolanti e la riapertura di alcune reti viarie, inspiegabilmente lasciate per lungo tempo interdette alla fruizioni dei cittadini residenti e non. Centoventimila euro la spesa prevista. Ma l’azione che intende portare in porto è il recupero di alcuni milioni di euro attraverso la richiesta di restituzione dei contributi da tanto tempo erogati ad alcune ditte e che non avrebbero adempiuto agli obblighi dovuti. Un’autentica patata bollente che le precedenti amministrazioni hanno preferito lasciar correre, sebbene ne avessero le intenzioni di volerla affrontata.La casistica è abbastanza variegata. Si comincia da 13 ditte che, pur avendo intascato i contributi richiesti, pari al 50%, non risultano avere mai dato inizio ai lavori. Non esiste una motivazione che giustifichi l’inadempienza. Di più. Non si hanno notizie di alcun tipo. Incredibile, ma è così. Esistono poi ben 112 cittadini, che anch’essi hanno percepito il 50% del contributo spettante loro per diritto, hanno comunicato l’inizio dei lavori e si sono fermati senza proseguire con gli stati di avanzamento. Mentre ben 59 ditte nonostante il contributo concesso loro tramite bonifico non hanno né iniziato i lavori né intaccata la somma erogata, che si trova come congelata in banca. Nei prossimi giorni i titolari di questi contributi dovranno chiarire le loro posizioni. E’ chiaro che ove emergessero irregolarità o non si riscontrasse la volontà di portare a compimento il progetto di ricostruzione, dovranno restituire la somma percepita o “congelata”. Si calcola che, così procedendo, verrebbe recuperata la non indifferente somma di circa tre milioni di euro. Soldi che ritornerebbero in circuito per essere assegnati ad altri cittadini aventi diritto. Fatto non trascurabile ove si pensi che sempre più il governo nazionale sta ristringendo i cordoni della borsa. Non solo. Si darebbe in questo modo finalmente l’avvio ad un minimo di risanamento di quella parte del centro storico degradato per incuria, per abbandono e per la presenza a scacchiera di fabbricati semi-diroccati, che certamente non fanno bella mostra di sé sia al residente sia al turista. Se si riuscisse nell’intento, altro che case ad 1 Euro! La Commissione di cui stiamo parlando è stata rinnovata totalmente. Oltre al prefetto Falco e all’ingegnere Ortega, ne fanno parte l’avvocato Claudio Trovato proveniente da Vittoria, l’architetto Giuseppe Monteleone di Santa Margherita del Belìce, l’ architetto Giuseppe Neri, capo settore Urbanistica del comune di Montevago, l’ architetto Paola D'Aguanno, capo settore Urbanistica del comune di Salemi, il geometra Francesco Franceschielli,componente tecnico Assessorato regionale Lavori Pubblici, il geometra Salvatore Rocca, componente tecnico Assessorato regionale Lavori Pubblici, il geometra Paolo Russo, rappresentante sindacale, il Salvatore Capo responsabile Ufficio di Igiene pubblica di Trapani, l’architetto Roberto Monticciolo, funzionario tecnico della Soprintendenza ai Beni culturali ed ambientali di Trapani e Francesco Paolo Palermo, segretario comunale. Si riunisce quasi settimanalmente. Fino ad oggi sono 11 i progetti approvati per un importo complessivo di quasi 1 milione di euro a fronte di 3 milioni di euro disponibili. Che sia il segnale di un nuovo corso?

Franco Lo Re
Lunedì 26 Novembre 2012 














MERITATA!!!!!!!!!!!!!!!!!


Il Milan e una Juve irriconoscibile. Partita mediocre, decide un rigore che fa pari col gol di Muntari. 


La prima conseguenza di questa vittoria del Milan sulla Juventus è che tutte le vigilie di campionato vedremo Silvio Berlusconi far visita pastorale a Milanello. Il calcio è mondo scaramantico per eccellenza (non credete a quelli che dicono di non esserlo, tutti lo sono): e dunque, data la situazione, invece di corni o agli, viaggi presidenziali in elicottero. E’ probabile – anzi ne sono certo – che il Milan faccia bene al di là delle visite berlusconiane, che però, bisogna riconoscere, sanno almeno mettere il pepe sulla panchina di Allegri (“Carissimo mister, cosa ne pensa di Guardiola?”), tirandone fuori il meglio. Il Milan ha giocato decisamente meglio della Juve, preso la partita dal verso giusto, dimenticato tutti gli alibi e le incertezza di questa prima parte di stagione. Anche se, stringi stringi, l’arbitro gli ha dato un rigorino (secondo me non c’era proprio) con cui  è passato all’incasso, rinsaldando una classifica poverissima. Era la stessa partita del famigerato gol di Muntari dello scorso anno. Difficile che il virtuale 1-1 in fatto di torti o favori (dipende da che parte si guardano) chiuda qui il conto. Allegri è stato bravissimo e sportivo nell’ammettere l’errore (probabilmente, al solito, dell’arbitro di porta…): “Dal campo mi sembrava rigore, rivedendo le immagini dico che non è rigore”. Il vice di Conte, Alessio, ha detto che “gli episodi possono capitare a favore o contro”. Ma anche che “posso immaginare cosa sarebbe successo se avessimo vinto qui con un rigore del genere”. Data l’animosità e le tensioni delle ultime settimane possiamo starci e anzi mandare un sincero e meritato applauso ad Allegri.
Dall’altra parte è stata, abbastanza sorprendentemente, una Juventus irriconoscibile, che non ha saputo replicare il solito gioco autoritario e matematico. Le milanesi che guarda dall’alto in classifica le hanno inflitto le uniche sconfitte della stagione: l’Inter prima e il Milan adesso. Inter e Napoli possono avvicinarsi molto, ma insomma questo fa parte del tira e molla del campionato. Sono venute meno, nella Juventus, anche le individualità: Pirlo si è affievolito subito, Marchisio non ha quasi mai tagliato il campo in profondità come sa fare lui, gli attaccanti Quagliarella e Vucinic hanno avuto pochi palloni, è vero, ma con quei pochi non ci hanno nemmeno mai provato. Mai pericolosa la Juventus, né con gli attaccanti, né con i tanti centrocampisti che pure hanno costruito il suo notevole bottino di gol fino ad ora. Dall’alto della sua cabina tv Conte ha ordinato una rivoluzione, nel secondo tempo, che ha portato scarsi risultati. E stavolta la fatica della Coppa non può entrarci nulla, visto che la Juventus aveva giocato – dieci volte meglio – contro il Chelsea addirittura ventiquattro ore prima del Milan.
Lo avevamo detto subito che le vittorie di Champions League potevano riequilibrare il match. Non tanto da un punto di vista tecnico, quanto e soprattutto dal punto di vista della carica psicologica, della motivazione, restituendo forza e fiducia a un Milan fin troppo depresso in campionato. Anche in Europa il Milan non è stato perfetto ma insomma ha ottenuto vittorie e centrato obbiettivi con una sicurezza e una grinta totalmente opposte a quelle mai viste in campionato. Dal secondo tempo della rimonta di Napoli, alla vittoria di Bruxelles, al successo sulla Juve il progresso è evidente.
Detto questo fermiamoci qui, la partita non è stata granché entusiasmante: mi son divertito molto di più a vedere Palermo-Catania la sera prima. Nel Milan ad esempio in altre occasioni ho visto un El Shaarawy molto più ispirato. Come spesso accade nello sport quando esplode un talento gli si cominciano a chiedere molte cose, e non solo i gol (viste anche certe rincorse da terzino). Troppo calcio totale fa male allo spettacolo.
Insomma qualche bella giocata, un po’ di tensione, ma non molto di più. Come spesso succede nelle partite super pompate alla fine il pubblico di San Siro e quello sbracato in poltrona, hanno avuto un rigorino e poco di più.

domenica 25 novembre 2012

LA NUOVA GIUNTA REGIONALE.


Il governo Crocetta nasce tra le polemiche

Il governatore ufficializza la squadra: sette le donne. La linea del no ai politici imposta da Crocetta alla coalizione è passata, ma ha lasciato strascichi polemici tra i Democratici. La giunta più rosa di sempre si è completata con i nomi dei tecnici proposti dall'Udc. Adesso la partita si sposta all'Ars.

Alla fine, Crocetta è stato accontentato. Con buona pace di mal di pancia e mugugni, il Pd è venuto incontro alle richieste del governatore, sposando, senza tropi entusiasmi, la linea del niente politici in giunta. Dopo uno stillicidio di nomi bocciati uno dopo l'altro dal presidente, i democratici si sono mossi sulla strada delle candidature tecniche, rispettando comunque gli equilibri interni delle correnti. In serata anche l'Udc, che invece si era intestata la linea del governo tecnico, ha presentato i suoi nomi. Completando così la squadra di Crocetta, la più rosa di sempre, con sette donne in giunta. Annunciata col crisma dell'ufficialità poco prima delle dieci sera con un comunicato stampa di Palazzo d'Orleans.

Il segretario del Partito democratico Giuseppe Lupo si è presentato nel primo pomeriggio a Palazzo d'Orleans e alla fine la quadra si è trovata su tre nomi femminili.Quello più sorprendente è quello di Nelli Scilabra, giovane studentessa universitaria, attivista del Pd che è sempre stata vicina a Pino Apprendi, l'ex deputato dato tra i papabili nel toto-assessori dei giorni scorsi. Ma la Scilabra (che va alla Formazione) è anche molto vicina allo stesso Crocetta, che la ha presentata ai giornalisti con evidente compiacimento. Nel frattempo, le altre correnti del partito partorivano altri due nomi femminili. Una era la superburocrateFrancesca Basilico D'Amelio, che aveva lavorato fianco a fianco con Bersani e Sergio D'Antoni al ministero dello Sviluppo economico. È lei il nome scelto dall'area di D'Antoni e Lupo, che hanno tirato fuori dal cilindro un profilo che calza a pennello all'identikit del tecnico di alto profilo con buone entrature romane che si cercava per l'Economia. L'altro nome è quello, per il Territorio, di Mariella Lo Bello, la sindacalista della Cgil espressa dalla corrente bersaniana di Angelo Capodicasa e Mirello Crisafulli. Nei piani originali, quella casella sarebbe dovuta andare a Mariella Maggio, tagliata fuori dalla scelta di non inserire in squadra deputati.
Di certo, però, l'aria che tira nel Pd non è delle migliori. Crocetta ha giocato la partita della formazione della giunta imponendo degli aut aut che mediaticamente hanno finito per mortificare i partiti. E il tweet al veleno di Antonello Cracolici, Crocetta ha quasi completato la giunta: vedremo quanto durerà questo governo, la dice lunghissima sul malessere che attraversa le file dei democratici, chiamati peraltro in questi giorni a un lavoro extra per portare al gazebo il proprio popolo.

Le tre donne del Pd più l'outsider Antonino Zichichi, hanno portato a otto il numero degli assessori del nuovo governo Crocetta, aggiungendosi a Lucia Borsellino (Sanità), Franco Battiato (Turismo), Nicolò Marino (Energia) e Linda Vancheri (Attività produttive)Mancavano ancora quattro caselle da riempire. Una toccava ancora al Pd, quella appannaggio della corrente Innovazioni. Gli ex margheritini hanno scelto Nino Bartolotta, segretario del Pd messinese, già sindaco di Savoca, vicino a Francantonio Genovese. Andrà alle Infrastrutture.

Gli altri tre nomi spettavano all'Udc, che ha scelto "tecnici puri". Il  partito di Gianpiero D'Alia ha puntato su Dario Cartabellotta, Ester Bonafede e Patrizia Valenti. Una scelta palermocentrica, per non scontentare le varie anime territoriali del partito. L'Udc dovrebbe incassare anche la presidenza dell'Ars, destinata a Giovanni Ardizzone. L'accordo col Pd c'è. E per la pattuglia "crocettiana" dovrebbe garantire il presidente. Ma bisognerà trovare gli altri voti in Aula. Se ne parlerà a dicembre.
La giunta

Presidente: Rosario Crocetta

Economia: Francesca Basilico D'Amelio

Formazione: Nelli Scilabra

Infrastrutture: Nino Bartolotta

Turismo: Franco Battiato

Lavoro e Famiglia: Ester Bonafede

Funzione Pubblica: Patrizia Valenti

Agricoltura: Dario Cartabellotta

Attività produttive: Linda Vancheri

Cultura: Antonino Zichichi

Sanità: Lucia Borsellino

Territorio: Mariella Lo Bello

Energia: Nicolò Marino

"ESECUTIVO DI ALTO PROFILO"


D'Alia: "Un ottimo inizio"

Il segretario dell'Udc, Gianpiero D'Alia, commenta le prime mosse di Crocetta e l'avvio del nuovo governo: "E' un ottimo inizio".

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Il varo della Giunta regionale siciliana da parte del presidente Crocetta "é un ottimo inizio". Lo afferma Gianpiero D'Alia, presidente dei senatori dell'Udc e segretario regionale siciliano, all'indomani della composizione della squadra di governo. "Il nuovo Esecutivo - aggiunge - è di alto profilo ed è fondamentale vedere il coinvolgimento di tante donne e professionalità competenti. E' un ottimo inizio per Crocetta, che l'Udc ha sempre sostenuto nel suo lavoro e che apprezza ancor di più per le scelte compiute".

sabato 24 novembre 2012

LA DIFESA DI CROCETTA CHE PARLA DI TRAME INTERNAZIONALI!!!!







Crocetta a Panorama: “Complotto”. E dice: “Qualcuno voleva un caso Boffo”


Il presidente della Sicilia respinge le "accuse" di vicinanza a Cosa Nostra rilanciate in un articolo del magazine. Chi preparò l'informativa di polizia (2003) su cui si basa l'articolo ora è un deputato dell'Ars e spiega che sull'allora sindaco di Gela non fu trovato nulla. Il governatore: "Tentativo di dossieraggio da ambienti di centrodestra"


Un complotto fatto di dossier falsi, attacchi stampa e trame oscure. Tutto per portare al commissariamento della Regione Sicilia. E il complicato puzzle disegnato dal neo governatore della Sicilia Rosario Crocetta. Una strana manovra in cui il presidente siciliano colloca l’articolo del settimanale Panorama, che oggi gli ha dedicato la copertina. Quella del giornale berlusconiano è un’inchiesta che prende spunto da un’informativa del 2003, in cui l’allora vice questore Antonio Malafarina, scriveva a proposito delle elezioni comunali a Gela: “Va rilevato che la campagna elettorale di Rosario Crocetta sarebbe stata in parte condotta da Celona Emanuele, oggi collaborante di Cosa nostra, appartenente alla cosca mafiosa degli Emanuello, più volte notato in compagnia del Crocetta che frequentava la libreria del Celona, il quale avrebbe reso dichiarazioni in merito a questo supporto elettorale”.
Malafarina oggi è stato eletto deputato all’Ars nella lista Crocetta presidente. E da deputato si è presentato in conferenza stampa alla destra del neogovernatore. “Abbiamo indagato su Rosario per un anno intero, è stato passato al pettine senza che lo sapesse: non è mai emerso nessun collegamento con Cosa Nostra” è stata la difesa dell’ex vice questore, che ha stilato quell’informativa nel momento in cui aveva iniziato ad indagare sulle prime minacce che erano giunte all’allora sindaco di Gela. Sui contatti tra l’ex mafioso Celona (poi collaboratore di giustizia) e Crocetta, Panorama pubblica anche le dichiarazioni di Saverio Di Blasi, esponente dei Verdi a Gela tra la fine degli anni ’90 e i primi anni duemila. “Celona – dice Di Blasi – organizzava con Crocetta incontri in un garage del Bronx (quartiere popolare di Gela, ndr). Distribuiva materiale elettorale e saliva con lui sul palco durante i comizi. Celona l’ho incontrato spesso a casa di Rosario e Rosario ci dava spesso appuntamento nella libreria di Celona”. Il neo governatore, sfogliando le fotocopie dell’articolo di Panorama (che in Sicilia arriva in edicola il venerdì), nega però punto su punto la ricostruzione del settimanale. “Di Blasi è un mitomane: non sono mai stato in un garage del Bronx con Celona, non ho mai abitato lì. Celona apre la libreria solo dopo le elezioni, quindi quello che pubblica Panorama è soltanto una calunnia: farò causa al giornale e i soldi che vincerò li devolverò alle famiglie povere dello Zen e di Librino. Ma anche del Bronx a Gela”. Crocetta ha anche spiegato i suoi rapporti con lo storico boss gelese Alessandro Barbieri. “Tra di noi c’era un’affettuosa amicizia – ha raccontato l’ex europarlamentare del Pd – . Non veniva da famiglia mafiosa, quando ci frequentavamo scriveva poesie, e quando negli anni ha intrapreso una strada sbagliata, io non ero neanche fisicamente a Gela. L’ho incontrato una volta, casualmente, e non l’ho nemmeno salutato”.
L’articolo di Panorama, per il governatore siciliano, non è soltanto che il primo gesto didelegittimazione: “Magari mi troveranno anche qualche parente mafioso, in Sicilia non è difficile, metà dei siciliani ha parenti mafiosi”. Il governatore, replicando all’inchiesta del settimanale edito dalla Mondadori, ha spiegato che dal suo punto di vista ci sarebbe addirittura “un attacco serio che punta a cose aperte già questa estate: volere commissariale la Sicilia, attaccare il suo Statuto e il nuovo presidente, insinuando argomenti che non hanno fondamento”. Dietro quest’attacco il neogovernatore ha collocato addirittura l’ex assessore regionale al Bilancio Gaetano Armao, bollato come un “traditore della Sicilia, perché a ridosso delle elezioni, ha concesso contributi all’Ato di Enna. Ufficialmente per pagare gli stipendi, ma per prima cosa fu pagata la sua parcella di 80mila euro. Per questo lo accuso di pubblico tradimento nei confronti della Sicilia”. Crocetta ha anche rivelato di essere al corrente di un tentativo di dossieraggio ai suoi danni operato da ambienti del centro destra in combutta con i servizi segreti tunisini. “Vado spesso in vacanza in Tunisia – ha rivelato il governatore – e dopo la mia scelta di candidarmi a presidente della Sicilia ho saputo da fonti governative tunisine, che dall’Italia, da ambienti legati al centrodestra italiano di altissimo livello, avevano chiesto informazioni ed elementi per costruire una vicenda alla Boffo nei miei confronti, in combutta con i servizi segreti di quel paese: ma lì non si sono prestati a questo gioco”.

venerdì 23 novembre 2012

SAMORI' GLI INTERVENTI IN TV


http://www.miritalia.it/component/allvideoshare/video/latest/la-telefonata-di-maurizio-belpietro-canale-5










http://www.miritalia.it/component/allvideoshare/video/latest/intervento-a-porta-a-porta-14-novembre






PDL, corsa primarie - sondaggi


PRIMARIE PDL - POLEMICA SAMORI' ALFANO



Posizione del Prof. Avv. Gianpiero Samorì in merito a quanto dichiarato oggi dal Segretario del PDL Angelino Alfano




LE RELAZIONI PERICOLOSE DEL GOVERNATORE CROCETTA!!!!!


IPSE DIXIT: "Io sarò il primo,vero Presidente antimafia in  Sicilia.Io sono un Giuseppe Fava rimasto ancora vivo".
Settembre 2012
"Sono pulito,sono omosessuale,sono antimafia, sono anticasta: sfido Beppe Grillo a dire che io sono il vecchio e lui è il nuovo"
Ottobre 2012
"Il giudice Antonino Caponnetto sarebbe contento della mia elezione.Prima di me, in Sicilia,non si era mai riusciti a imporre con le elezioni un Presidente chiaramente antimafia"
Novembre 2012



«Le relazioni pericolose dell’antimafioso Crocetta», recita il titolo. La sintesi di un’inchiesta lunga quattro pagine che il settimanale Panorama dedica al neo presidente della Regione. Un servizio che, partendo da testimonianze video reperibili anche sul web e rapporti di polizia già oggetto di attacchi all’esponente del Pd in campagna elettorale, approfondisce i contatti fra il governatore gelese e uomini di Cosa nostra.
Il punto di partenza è l’informativa dell’ex vicequestore Antonio Malafarina, oggi deputato della lista Crocetta, eletto nel listino bloccato,che nel marzo 2003 scriveva così: «Va rilevato che la campagna elettorale di Rosario Crocetta ,alle Comunali dell’anno prima, sarebbe stata in parte condotta da Celona Emanuele, oggi collaborante di Cosa nostra, appartenente alla cosca mafiosa degli Emmanuello, più volte notato in compagnia del Crocetta, che frequentava la libreria del Celona, il quale avrebbe reso dichiarazioni in merito a questo supporto elettorale».
Sui rapporti fra Celona e Crocetta Panorama riporta anche la testimonianza di Saverio Di Blasi, oggi presidente di Italia Nostra a Gela e nel 1998 responsabile dei Verdi. Di Blasi racconta che quell’anno candidò l’attuale presidente della Regione al consiglio comunale gelese e narra di «un’amicizia strettissima» fra lui e il mafioso». 
In quella tornata elettorale il Crocetta risulta il più votato con oltre 800 preferenze e da lì decolla la sua carriera politica, assessore,sindaco,europarlamentare,governatore nel solco di una sincera campagna antimafia, macchiata purtroppo da una scomoda presenza che continua ad esserci: quella del mafioso acclarato Celona.
Oggi il deputato Malafarina sentito da Panorama afferma "ho indagato su Crocetta perchè conosceva Celona e, visto che il tizio era mafioso, volevo capirne il motivo senza fare sconti.Emerse che tra i due c'erano stati solo rapporti occasionali. Nel frattempo il Celona iniziava a collaborare con la giustizia, sollecitato dal Crocetta"
Per la verità di quanto sopra nulla emerge dalle carte processuali.
Ma nel rapporto dell'attuale deputato Malafarina c'è dell'altro: l'ex vicequestore riferisce di minacce al Crocetta da parte di esponenti della famiglia mafiosa  Di Giacomo "che ha conclamate appartenenze a cosche mafiose e in particolare alla "stidda". Nove anni fa Salvatore Di Giacomo era un quotatissimo consigliere provinciale dell'UDEUR che riusciva, secondo il Malafarina " a condizionare dall'alto della sua caratura criminale" il sistema degli appalti nel Gelese.Nel 2002 il Di Giacomo fa correre al Consiglio Comunale il figlio Paolo ed incontra il Crocetta, candidato Sindaco, per proporgli accordi elettorali, circostanza ammessa dallo stesso  Crocetta al quotidiano "La Sicilia" in una intervista dell'agosto 2004. A quell'incontro partecipa anche l'ingegnere Giuseppe Sciascia, allora responsabile del settore Lavori Pubblici al comune di Gela e diretto superiore del Di Giacomo, che lavorava nello stesso ufficio.
A Panorama oggi l'ingegnere Sciascia dice: "ricordo perfettamente, fu il Crocetta a chiedermi di organizzare quel pranzo, un mese prima delle elezioni.L'atmosfera era amichevole e cordiale: tra i due c'era confidenza.Il Di Giacomo chiese l'assessorato per il figlio Paolo impegnandosi a portare la sua dote elettorale ma il Crocetta rifiutò impegnandosi comunque a trovare un posto di lavoro per il figlio. Circostanze, precisa lo Sciascia, già riferite nel maggio 2009 quando fui convocato dai carabinieri di Gela.Nella circostanza il marasciallo dei carabinieri mi disse che l'interrogatorio si svolgeva su delega del pubblico ministero di Caltanissetta Nicolò Marino.
Inchiesta di cui Panorama non è riuscita a trovare traccia.
Vani sono stati i tentativi di Panorama di contattare il Dr. Marino che nel frattempo, il 19 novembre 2012, ha lasciato la DDA nissena, per accettare, come tecnico, l'assessorato all'Energia ed ai rifiuti, nella giunta guidata dal Crocetta.
L'inchiesta di Panorama, a firma di Antonio Rossitto, continua con il racconto di altre situazioni inquietanti. Nel frattempo il Presidente Crocetta si difende:"Le accuse  nei miei confronti? Tutte invenzioni. Celona l’ho conosciuto solo nel 2002, casualmente, e lo invitai io a collaborare con la giustizia. Nessun altro rapporto: no, non siamo mai stati amanti».Cosa quest'ultima mai sfiorata dall'articolo che non entra mai nella vita privata del Crocetta.
Difronte a queste rivelazioni ed al silenzio della stampa regionale e nazionale sulla vicenda, al massimo qualche trafiletto che riporta la notizia del  servizio di Panorama, difronte ad una difesa troppo generica del Governatore della Sicilia, si può dire a copiare un ipse dixit:"Crocetta è il primo Presidente della Regione Siciliana che ad inizio mandato sembra, salvo chiare chiarissime smentite, colluso quasi organico con la Mafia"
La piaga della nostra terra non risparmierà nemmeno Lui? Chissà, vedremo, intanto a noi cittadini ci sono dovute delle spiegazioni chiare e circostanziate, non solo dall'interessato, ma anche dagli organi della Magistratura che hanno indagato su queste circostanze.


giovedì 22 novembre 2012

E VOI COSA FARESTE??!!

A TRE GIORNI DAL VOTO BERSANI SEMBRA IL FAVORITO, MA RENZI VA COME UN TRENO! E SE CI FOSSE UNA SORPRESA?



+10

Se si votasse oggi, alle primarie del centrosinistra vincerebbe Pier Luigi Bersani con 10 punti di vantaggio su Matteo Renzi. È questo il dato più significativo di un sondaggio realizzato dal Cise (Centro italiano studi elettorali) della Luiss per il Sole 24 Ore. Secondo il sondaggio, Bersani è in vantaggio con il 48 per cento delle preferenze, contro il 38 per cento di Renzi. Il candidato di Sel, Nichi Vendola, è al 10 per cento, un dato sorprendentemente basso, come nota Roberto D'Alimonte sul Sole. Gli altri due candidati sono su valori ancora più bassi: 3,4 per cento per Laura Puppato e un misero 0,9 per cento per Bruno Tabacci.
Il sondaggio, però, nasconde molti altri dati interessanti. A cominciare dalla percentuale delle persone che hanno intenzione di andare a votare domenica. Alla domanda "Pensa che andrà a votare alle primarie del centrosinistra il prossimo 25 novembre?", il 32 per cento degli intervistati risponde di sì e un altro 7 per cento è incerto.
Pensa che andrà a votare alle primarie del centrosinistra il prossimo 25 novembre?
31,9          SI
60,9         NO
7,2           NON SO
Fonte: Cise-OP; N=1524

Intenzioni di voto alle primarie
48,2           BERSANI
37,6           RENZI
9,9             VENDOLA
3,4             PUPPATO
0,9             TABACCI
Fonte: Cise-OP; N=1524


Intenzioni di voto all'eventuale ballottaggio delle primarie
55,8           BERSANI
44,2           RENZI
Fonte: Cise-OP; N=1524
Si tratta di una quota eccezionalmente alta di potenziali elettori. La maggior parte di loro non andrà certamente a votare. Forse un quarto o poco più lo farà. Tra interesse e comportamento c'è una enorme differenza. Vedremo. In ogni caso questo è un segnale in netta controtendenza rispetto ad altri dati che registrano il profondo distacco fra elettori e politica. Fare le primarie è stata una buona cosa per il Pd e ne va dato merito a chi le ha fortemente volute.
Interessanti poi le informazioni che emergono circa il profilo politico dei due candidati. Bersani si conferma come il candidato in cui si riconosce l'elettorato del Partito Democratico: il 70 per cento di coloro che hanno intenzione di votarlo domenica ha votato per il Pd nelle ultime elezioni politiche. Il punto forte del sindaco di Firenze, invece, sembra essere la sua capacità di pescare in un bacino più trasversale, dove gli (ex) elettori del centrodestra giocano un ruolo importante. Tra i suoi elettori, infatti, meno del 50 per cento ha votato Pd nel 2008, mentre il 43 per cento proviene da partiti del centrodestra (a cominciare dal Pdl: 28 per cento).
In generale, fa notare D'Alimonte, "il 76 per cento degli elettori di Bersani si definisce di sinistra contro il 43 per cento di quelli di Renzi". Significativa è poi la distribuzione geografica di queste preferenze: se Bersani raccoglie maggiori consensi nelle regioni del Centro e del Sud, Renzi piace di più al Nord, superando addirittura (anche se di poco) il segretario del Pd in regioni chiave come la Lombardia e il Veneto.
Questa maggiore trasversalità di Renzi si riflette su un'altra domanda del sondaggio, stavolta riguardante le elezioni politiche del prossimo anno: "Se dovesse vincere Bersani (oppure Renzi, ndr), pensa che voterebbe per il centrosinistra alle prossime elezioni politiche?". Nel caso di una vittoria di Bersani, voterebbe per il centrosinistra il 35 per cento degli intervistati. Se a guidare la coalizione fosse Renzi, invece, questa percentuale salirebbe al 44 per cento. Un aspetto che conferma la capacità del sindaco di Firenze di pescare da un elettorato più ampio, di cui gli ex Pdl sono parte centrale.
I 10 punti di vantaggio che il sondaggio Cise assegna a Bersani sono coerenti con i risultati di altri sondaggi. Questo però non vuol dire che le sorprese siano impossibili. La partita di Renzi, quanto meno per un secondo turno, si potrebbe infatti riaprire nel caso di qualche scivolone all’ultimo secondo del segretario del Pd, o viceversa nel caso in cui la campagna del sindaco di Firenze si sia tenuta qualche fuoco d’artificio da sparare in extremis. Sempre tenendo conto della distanza che separa l’intenzione dal voto: lo spazio, appunto, di un’azione.