venerdì 29 marzo 2013

Goldman Sachs: il vero problema dell'Ue non è Cipro, ma l'Italia e il «fattore Grillo» -

IL PD HA TENTATO IL COLPO DI STATO ?


Il colloquio più importante che Re Giorgio ha avuto oggi, quello con Berlusconi Silvio, capo del Pdl, ha registrato posizioni che possiamo definire definitive e come tali le hanno riassunte lo stesso Silvio e Maroni  alla fine: governo di coalizione tra Pd, Pdl, Lega e Scelta Civica, governo politico e non tecnico, provvedimenti urgenti per l'economia, ci va bene Bersani  ma ci va bene anche qualsiasi altro nome che il Pd dovesse suggerire, si fa insieme il governo di coalizione e poi si fa insieme il nuovo Presidente della Repubblica.
Sin qui i fatti. Cosa significano? Ecco,secondo me, la "traduzione" più verosimile e un particolare non secondario,filtrato da qualche agenzia, del duro colloquio intercorso ieri tra Re Giorgio e il segretario del Pd.

Uno. Berlusconi  ha, di fatto, moderato le pretese guardando non ai suoi processi e al suo futuro,non agli interessi del PDL ma a quello del Paese. Si è comportato da statista responsabile (qualcuno magari  dirà da azionista, preoccupato delle sue aziende), ma ha dato una disponibilità ampia a dare un governo al Paese, concordando anche su di una serie di misure economiche urgenti e senza mettere pregiudiziali sul prossimo inquilino del Quirinale.

Sulla stessa linea il segretario della Lega Nord Maroni.
Due. Fuori dai giochi Grillo e sostanzialmente irrilevante Scelta Civica, ora conta soltanto la risposta del Pd nel colloquio di questo pomeriggio con il Capo dello Stato. Bersani  e' stato lasciato in corsa: si "consegni" entrò stasera a Re Giorgio e nella giornata di domani porti al Quirinale una lista di ministri di alto profilo, fuori dalle solite pastoie, essendo però inclusivo e rispettoso di tutte le parti politiche.

Può rientrare in gioco, e il Capo dello Stato proverà a dimenticare l'ipotesi, circolata subito dopo il colloquio di ieri sera al Quirinale tra la delegazione del Pd e il Presidente, che per forzare la situazione si fossero addirittura pretese da parte del Pd le dimissioni anticipate del Capo dello Stato.
Una follia pura, che vorremmo non credere ma che dopo le ultime scelte, indirizzate esclusivamente a tutelare il partito e non il Paese, fino a farsi sbertucciare in malo modo da Grillo,non ci sentiremmo, pur avendo solo una nota diramata da qualche agenzia e nessuna prova, di escludere.
L'Italia si trova con un Capo dello Stato in scadenza, con un governo dimissionario e dimissionato, il prestigio internazionale compromesso dalla vicenda dei maro', con le aziende alla canna del gas e gli apparati militari e di sicurezza in allarme rispetto alla tenuta di quella che una volta si chiamava la coesione sociale, senza un Capo della Polizia e con un capo dei Carabinieri in prorogatio.
In questa situazione in nessun Paese al mondo avrebbero pensato di far dimettere l'unico punto di riferimento saldo, di consolidata esperienza e prestigio, tenuto in alta considerazione all'estero e dall'opinione pubblica. Eppure, tale ipotesi ieri sarebbe stata avanzata e se l'è stata davvero è gravissimo!

M5S:IL NUOVO CHE AVANZA?


       ’STO STREAMING È UNA CASTRONERIA

Una finta novità, sembrava una candid camera anni 90. Se non fosse stato per i siti o le tv, nulla avremmo saputo – Il blog di Grillo? Strumento di propaganda con una forte moderazione per togliere il dissenso.


BEPPE GRILLO      BOMBAROLO

Qui si mette in discussione la filosofia del Movimento Cinque Stelle.
Non faccio un ragionamento di carattere politico, non mi interessa. Una volta,vent'anni fa, mi emozionavo per lo streaming, ora mi viene noia perché mi risulta, anzi dovrebbe risultarci superato. I ragazzi scorrono le tecnologie con vorace velocità, e noi torniamo a una diretta, che si vede pure malissimo, per manifestare trasparenza?
Dicono che l'incontro Bersani-5Stelle, a inquadratura fissa e un po' smerigliata, sia un'innovazione assoluta.
parlamentari del  M5SPARLAMENTARI DEL M5S
Certo, per l'ignoranza digitale che regna nelle istituzioni. Cosa cambia fra la televisione e lo streaming? Il faccia a faccia , tra gli esponenti di due partiti così diversi, così contemporanei, sembrava una candid camera anni 90 oppure una pantomima riuscita male.Si potevano anche utilizzare i canali ufficiali di Camera e Senato. Non tutti, purtroppo, dispongono di buone connessioni. Se non fosse stato per i siti o le tv, nulla avremmo saputo, ma tanto quel che aveva un'importanza era poco.
Lo streaming è morto, allora.
Non è stato mai vivo, invero, lo streaming che è una banale trasmissione di dati, anche di pessima qualità. Può avere un valore aggiunto soltanto se viene adoperato per un evento , per qualcosa che non può essere ripreso: mi viene in mente l'impiccagione di Saddam Hussein.
APRISCATOLE IN SENATO  FOTO TWITTER BEPPE    GRILLO
Il Movimento Cinque Stelle è sceso a Roma armato di apriscatole, che poi sarebbe anche la rete. L'informazione immediata cioè non mediata.
Portano una parvenza di novità con un ritardo di vent'anni. È come quando vai in un negozio che fa i saldi e ti presentano una collezione vintage, ti sfoderano le riserve del magazzino. 
La rete in sé non funziona, non è uno strumento democratico per definizione, ma è fondamentale per la riproduzione. La diretta streaming si ferma a un momento, non c'erano contenuti originali: non c'era interazione, cosa cambia con la messa in onda televisiva?
Beppe Grillo ha creato un movimento politico con un sito molto scritto:il blog
Il blog è un mezzo antidemocratico quando ha una forte moderazione per togliere il dissenso e se viene sfruttato molto per tenere intoccabili varie parole d'ordine. Sono appassionato di un mondo che cambia e ricicla il passato, però non dimentichiamoci che lo streaming o un blog non sono nulla di rivoluzionario per il resto del pianeta, forse per noi, italiani, un pochino sì.

Governo, le consultazioni al Quirinale|Dichiarazioni di Berlusconi-Live.

SONDAGGIO SKY !



Centrodestra avanti di due punti sul Centrosinistra

Bersani o non Bersani, un eventuale ritorno al voto sarebbe fatale per il Centrosinistra. Lo dice l'ultimo sondaggio condotto da Tecné per Sktg24. Voto che viene giudicato indispensabile dal 51% degli intervistato in caso di fallimento del segretario Pd, o con questa legge elettorale e subito (17,3%) o in autunno con una nuova (33,2%). Malgrado, nel caso in cui si votasse oggi, a coalizioni invariate, sia molto probabile un nuovo stallo istituzionale. Il 34,2% si dice invece a favore do un governo di larghe intese.












Le variazioni registrate comunque segnalano il sorpasso del centrodestra sul centrosinistra sia alla Camera (31,3% cdx - 29,3% csin) che al Senato (32,2% cdx - 31,4% csin). Crescita moderata per il Movimento 5 Stelle (+0,6% e +0,7% alla Camera e al Senato rispettivamente) e un calo ulteriore della coalizione Monti (-1,2% e -1,1% alla Camera e al Senato rispettivamente). Nello specifico, crescono i due partiti maggiori, PD (+0,6% alla Camera e +0,7% al Senato) e PDL (+3,1% e +3% alla Camera e al Senato rispettivamente). In calo, nel complesso, la forza dei partiti minori delle coalizioni di centrodestra e centrosinistra.





giovedì 28 marzo 2013

TRAPANI - LA PROCESSIONE DEI MISTERI - Testi e foto di Beppino Tartaro - In rete dal 1999 - Il primo e unico sito sulla CULTURA e la storia della processione dei Misteri di Trapani

TRAPANI - LA PROCESSIONE DEI MISTERI - Testi e foto di Beppino Tartaro - In rete dal 1999 - Il primo e unico sito sulla CULTURA e la storia della processione dei Misteri di Trapani

C'era una volta la politica! Sgarbi docet!


             

L'ingloriosa fine dell'era dei sindaci,governatori, assessori superstar sollecita una domanda sulla foga che ha spinto in questi anni ad affidare la politica a chiunque, fuorchè ai politici. Con esiti non proprio esaltanti.Sgarbi docet!

Finì. E finì a schifiu, avrebbe forse commentato a suo modo una grande maschera siciliana mai abbastanza rimpianta. L'era degli assessori superstar, quelli che avevano trasformato la Sicilia nell'Isola dei famosi secondo qualche sagace critico, tramonta ingloriosamente in un giorno di fine marzo. Il casus belli è stato un epiteto da trivio, dal sen fuggito a un artista raffinato nel posto e nel momento sbagliato. Che mercimonio e meretricio, politico si intende, ci sia stato nella nostra malconcia politica, è più di un sospetto per tanti italiani. Che un assessore parli di “troie” al Parlamento europeo, però, è uno scivolone che il Palazzo,ma soprattutto l'educazione,  non perdona all'imprudenza del neofita, malgrado qualche tempo fa le cronache registravano epiteti analoghi sulla bocca di un Sindaco di una nostra città, ma eravamo a Salemi e non a Bruxelles.

La defaillance di Mastro Franco è in realtà solo l'ultimo capitolo di un'esperienza infelice, l'ultima goccia che fa traboccare un vaso che si è riempito in quattro mesi di polemiche. Quattro mesi in cui Rosario Crocetta, nella sua ambizione di diverso, si sarà pentito più volte in cuor suo, di quella discutibile, e forse strampalata, idea di assegnare la guida di mastodontiche macchine burocratiche come i siculi assessorati, a uno chansonnier e a uno scienziato dall'eloquio spumeggiante, innamorato di Archimede e dei bosoni. Il tempo, sempre galantuomo, ha svelato con rapidità la fragilità di quelle scelte da effetti speciali,di scelta del nuovo, come prediligono i suoi alleati del M5S, costringendo Crocetta alla cacciata, che permetterà comunque al governatore di accontentare un paio di aspiranti assessori,di quelli che voglio il nuovo per intenderci.
Era difficile immaginare un epilogo diverso. Da una parte Zichichi, l'assessore scienziato che se ne sta a Ginevra e si fa sentire per comunicare al mondo il suo sogno di una Sicilia traboccante di centrali nucleari, per benedire il Muos, o magari per parlamentare degli astri e della gravità con deputati spiazzati. Dall'altra Battiato, il cantautore che denuncia che al Turismo “hanno rubato tutto” (chi?), che in assessorato si vede meno di un fantasma , impegnato com'è in una fortunata tournèe, che si lascia scappare che la destra italiana “non è da esseri umani”, vestendo i panni, non consoni a un uomo di governo, di un pirandelliano Ciampa con licenza di scatenare la corda pazza. Poteva forse finire diversamente da così sulla base di queste premesse?

Crocetta si becca gli applausi dei suoi e veste i panni di uno Zamparini della politica, che scarica le colpe sull'allenatore esonerato, glissando sul dettaglio di averlo scelto lui. Una scelta, quella maturata qualche mese fa, dettata dalla moda del momento, quella foga che ha fatto la fortuna dei grillini, secondo la quale l'esperienza in politica o di governo non è una qualità ma è di per sé una macchia, con tutte le aberrazioni a cui tale mentalità porta, fino alla trasformazione della formazione di una giunta in una specie di casting per un reality su Rai due.

Sì, perché se il Maestro della Cura e lo scienziato più imitato d'Italia sono finiti su quelle poltrone è stato proprio in nome di quella malintesa idea di rinnovamento per cui per i ruoli politici bisogna pescare ovunque meno che nella politica. Con gli esiti esaltanti che sono sotto gli occhi di tutti, a Palermo come a Roma, dove i tecnici di Monti, quelli del capolavoro degli esodati, escono di scena offrendo all'Italia e al mondo lo spettacolo penoso del pasticciaccio dei marò. È anche questo il prezzo che si paga affidando la politica a chi non le è mai stato presentato. Dimenticando la massima del cancelliere Bismarck, che ammoniva: “La politica non è una scienza, è un arte”. E non la si impara certo sul palcoscenico.
28 Marzo 2013

lunedì 25 marzo 2013

GRASSO RISPONDE A TRAVAGLIO - Video - Corriere TV

PERCHE' I MARO' DOVEVANO RIMANERE IN ITALIA!



CHI DOVEVA GARANTIRE LA CREDIBILITA' INTERNAZIONALE  DELL'ITALIA LA FA SCIVOLARE IN BASSO!
La sinistra pur di screditare il governo di centrodestra ha contribuito, con la complicità della sinistra europea, a far dimettere Berlusconi per affidarci ad un manipolo di tecnici incompetenti.
La credibilità di una Nazione non si misura sugli uomini che la rappresentano ma su gli atti posti in essere.

Da più di un anno, ormai, Italia ed India affermano entrambe di avere la competenza esclusiva a giudicare sulla responsabilità dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano La Torre.Gli ultimi avvenimenti mostrano un ulteriore deteriorarsi della situazione.Infatti l'Italia aveva prima deciso di non farli rientrare in India, dopo la licenza loro concessa per consentire che votassero, salvo poi rimandarli indietro a seguito di una presa di posizione della Corte Suprema indiana, limitare la libertà di movimento del nostro ambasciatore a Nuova Delhi, che è ancora più grave di quella riguardante i due marò. 
Per di più la Corte Suprema, sebbene sia il massimo organo giurisdizionale indiano, ha dichiarato di non essere competente ed ha stabilito che dovesse essere istituito un tribunale speciale indiano per giudicare il conflitto di competenze tra India e Italia.
Una aberrazione giuridica che da sola doveva convincere il nostro governo a non far rientrare i marò in India.
Ci troviamo, infatti, in una controversia tra due Stati, quindi di natura internazionale,per cui occorre un giudice internazionale, terzo ed imparziale per poter decidere.
Se questo non bastasse non essendo stata riconosciuta la giurisdizione italiana bene aveva deciso il governo italiano di non rimandare i due marò in India,essenzialmente perchè in tal modo si sostanziava un'estradizione di fatto dei nostri due cittadini.
Estradizione non consentita, poichè il nostro ordinamento costituzionale vieta l'estradizione di cittadini italiani verso quei paesi nei quali sia prevista, come in India, la pena di morte.
L'annuncio,poi, del non rientro dei marò in India ha provocato una decisione della Corte Suprema indiana che impedisce la libertà di movimento al nostro ambasciatore.
Questa decisione è ancora meno rispettosa delle norme internazionali della precedente.
Infatti, i privilegi e le immunità dei diplomatici sono sanciti nella Convenzione di Vienna sulle relazioni internazionali, ratificata sia dall'Italia che dall'India. La convenzione sancisce l'inviolabilità del diplomatico che rappresenta il proprio paese in terra straniera ed anzi ribadisce che l'ospitante deve garantirne la piena libertà e la sicurezza. Unico atto che un paese può adottare contro un diplomatico è la sua espulsione.
Ecco perchè chi ha deciso di rimandare i nostri due marò indietro ha violato la nostra Costituzione ed ha di fatto sminuito il peso internazionale del nostro Paese.
Intanto, la politica, ad esclusione di Berlusconi non ne  parla,ed i due, dopo un anno di speranze, cominciano a sentirsi oggetto di dispute politiche; ed è di oggi un appello di La Torre che suona come un richiamo, forte, accorato, alla nostra classe politica  per trovare una soluzione a quella che ha definito una «tragedia», senza palleggi di responsabilità. In una mail indirizzata al giornalista Toni Capuozzo , che sarà letta nella serata di lunedì 25 nel programma «Terra!» su Retequattro, il sottufficiale afferma che «non ci serve ora sapere di chi sia stata la colpa, perchè non ci porta a nulla e tanto meno non porta a nulla che le forze politiche si rimbalzino le responsabilità». «Quel che vi chiediamo ora è non divisione ma, come i nostri fucilieri, mettetevi a braccetto, unite le forze e risolvete questa tragedia», ha chiesto il marò pugliese. «Come dicono i fucilieri: tutti insieme nessuno indietro. siamo italiani...dimostriamolo, come hanno fatto loro», conclude Latorre.

GIORNALISTI DI SINISTRA:PROFESSIONISTI O GALLINE!!!!


Travaglio dà dello sciacallo a Formigli. Corrado risponde: Coniglio !

Continua la querelle su Pietro Grasso. Stasera il presidente del Senato sarà nello studio di PiazzaPulita. 


Accuse al vetriolo tra Marco Travaglio e Corrado FormigliI fatti: il presidente del Senato, dicendosi ingiustamente accusato giovedì scorso da Travaglio durante il programma di Michele Santoro "Servizio Pubblico", ha chiesto un confronto-contraddittorio il più tempestivo possibile con lo stesso Travaglio o comunque una trasmissione 'risarcitoria' in cui possa dire la sua e replicare.Grasso ha accettato di essere ospite, stasera, da Formigli, ma Travaglio non ci sta e replica  "A Piazzapulita non metterei piede neppure se fossi libero da vincoli",  quindi ribadisce di essere pronto al confronto con Grasso: "Lo farò volentieri giovedì sera a Servizio Pubblico" o altrimenti "sarò lieto di incontrarlo in altre trasmissioni di La7 da lui proposte (da Lilli Gruber, da Mentana, da Lerner), purche' siano garantiti un minimo di agibilità, di equilibrio e di decenza".  Travaglio poi aggiunge: "Se il presidente del Senato continua a fare i giochetti con i suoi compagnucci di partito viene il sospetto che abbia optato un'altra volta per la fuga, insomma come con Caselli gli piace vincere facile". E da quì tutta una serie di recriminazioni che niente hanno a che fare con la querelle ma che somigliano più ad una lite di pollaio, rosso naturalmente.

Morale:Travaglio rinvia il duello tv con Grasso, ma con l'ex pm ha già perso per due motivi:

La spiegazione mignon è questa: Travaglio è sodale di Ingroia & Caselli, nemici storici di Grasso, e questo spiega tutto, fine. La spiegazione più ordinaria invece è quest’altra: Travaglio è, notoriamente, il doberman  di quell’antimafia piagnens che a partire dal 1993 ha avuto i vertici nei cosiddetti «caselliani» (fissati in particolare con Andreotti, Mannino, Carnevale, Contrada, Dell’Utri, Berlusconi, ecc.) e ha sempre avversato colleghi più moderati come lo stesso Grasso o Giuseppe Pignatone, ora procuratore capo a Roma e altro nemico storico di Ingroia; non migliorò certo le cose che Grasso, nel 2005, «scippò» a Caselli la nomina a procuratore nazionale antimafia. 
Ora la spiegazione magnum: la scelta del Pd di respingere al mittente ogni avance politica di Antonio Ingroia, preferendogli Pietro Grasso, non è stata indolore; tantomeno lo è stata la decisione del Pd di difendere Giorgio Napolitano quando il contrasto procedurale tra la procura di Palermo e il Quirinale si fece dirompente per la nota questione delle intercettazioni. L’esito, per ora, è che Pietro Grasso (detto Piero) è stato eletto ed è già presidente del Senato, col rischio che diventasse addirittura premier se non lo fosse divenuto Bersani; Ingroia invece non è neppure stato eletto, la sua Rivoluzione civile ha fatto un bagno e lui rischia di trasferirsi ad Aosta, a processare i clan della Fontina.  Il veleno di Travaglio contro Grasso, dunque, è roba vecchia ma anche freschissima. È il fiele degli sconfitti, ma nondimeno -  una resa dei conti culturale.
Il problema è che attaccare Grasso è complicato. Non è un caso che Travaglio - che giovedì sera non leggeva, e infatti ha fatto un po’ di casino - ha dovuto ricorrere a tecniche indirette, allusive, suggestive, evocazioni velate che rappresentano il peggio del peggio del suo giornalismo: «Grasso non è quello che molti grillini credono... prima di essere magistrato, è un italiano, è molto furbo, è un uomo di mondo, ha saputo gestirsi molto bene, non ha mai pagato le conseguenze di un’indagine». Parole che, a guardare bene, significano nulla. Ma poi: «Grasso si è sempre tenuto a debita distanza dalle indagini sulla mafia e la politica, si è addirittura liberato quando era procuratore di Palermo di tutti i magistrati che facevano indagini su mafia e politica, si è reso protagonista di alcuni gesti poco nobili, come rifiutarsi di firmare l’atto di appello contro l’assoluzione in primo grado di Andreotti, lasciando soli i sostituti procuratori che avevano presentato questo appello».
Qui le dolose semplificazioni "travagliesche" sfiorano la diffamazione e stanno a significare, meramente, che Grasso riorganizzò gli uffici e mise uomini a lui graditi laddove Caselli aveva messo i suoi. Il resto sono parziali bugie - le condanne più pesanti, come quella a Totò Cuffaro, si devono a Grasso - mentre è verissimo che non firmò l’Appello contro Andreotti, che infatti finì sappiamo come. Il resto è critica per associazione: «Grasso ha fatto dichiarazioni in cui prendeva le distanze da Caselli, ha ottenuto applausi dal centrodestra, l’altro giorno Berlusconi ha detto che Grasso è tutt’altro che un brutto candidato alla presidenza del Senato... Grasso ha proposto Berlusconi per la medaglia antimafia» Infine c’è la questione bruciante della nomina a procuratore nazionale antimafia. Il terzo governo Berlusconi, con un emendamento alla Riforma Castelli, mise fuori gioco Caselli per sopraggiunti limiti di età. Fu eletto Grasso e solo successivamente la Corte costituzionale dichiarò illegittimo l’emendamento che aveva escluso Caselli. Non è chiaro - atteso un dibattito televisivo sul tema - quale sia in ciò la colpa di Grasso, peraltro autorizzato dal Csm che diede via libera alla sua nomina con 18 voti a favore e cinque astensioni.
Sì, è complicato sputtanare Grasso coi soliti metodi "travagliani". Ha 43 anni di carriera, era già magistrato a 24 anni (cosiddetto giudice ragazzino) e si ritrovò subito a rischiare la pelle nel giudicare il maxiprocesso a Cosa Nostra: 400 boss in un dibattimento istruito dal pool di Falcone e Borsellino. Fu consulente della commissione Antimafia del comunista Gerardo Chiaromonte (quando la commissione serviva a qualcosa) e fu vicecapo di gabinetto agli Affari penali ancora con Falcone, prima di essere candidato dal guardasigilli Claudio Martelli per quella procura palermitana che invece fu occupata da Caselli. Poi andò a sostituirlo e a rappresentare appunto una netta discontinuità con Caselli e i vari Ingroia di complemento.
Detto questo,sulle’dichiarazioni ambigue di Grasso,  si può "travagliare" a iosa. In effetti no, non si è mai mosso in un’unica direzione. Nel maggio 2010 dichiarò che la mafia aveva «inteso agevolare l’avvento di nuove realtà politiche che potessero poi esaudire le sue richieste»: e in molti vi lessero un riferimento a Forza Italia. Poco tempo dopo dichiarò che il centrodestra aveva introdotto leggi eccellenti sulla mafia e che il governo Berlusconi era da premio. Aggiunse pure che Ingroia «fa politica utilizzando la sua funzione. È sbagliato, ma per la politica è tagliato». Aveva ragione, ma figurarsi il Travaglio del giorno dopo: «Ingroia è uno dei pm che indagano sulle trattative Stato-mafia, che quando Grasso era procuratore a Palermo erano tabù, e che coinvolsero anche la Banda Berlusconi». Subdolo come suo solito. Persino Massimo Ciancimino, ex cocco di Ingroia e Travaglio, tentò di sputtanare Grasso: e in effetti mancava. Non c’è riuscito Ciancimino e non c’è riuscito nessuno. Non ci riuscirà Travaglio.



venerdì 22 marzo 2013

Se si votasse oggi !!!!!!


I CALUNNIATORI ALLA BERLINA!!!!


Travaglio attacca e Grasso risponde: "Accuse infamanti, vediamoci in tv"

Da Santoro il vicedirettore contro il presidente del Senato e i suoi appoggi politici. Grasso telefona: "Voglio un contraddittorio, subito". Appuntamento da Formigli.

"Conosco Schifani ma conosco anche Grassoe non sono convinto che sia la lotta del bene contro il male". Comincia così l'affondo di Marco Travaglio al presidente del Senato Pietro Grasso, nella sua arringa a Servizio Pubblico da Michele Santoro. Quel che non sa, il vicedirettore del Fatto quotidiano, è che in ascolto da casa c'è proprio Grasso, che non ci sta e lo chiama in diretta. E ne nasce uno scontro al calor bianco, con tanto di guanto di sfida: "Vediamoci in tv, ma non tra una settimana - incalza un furente Grasso, al telefono -. Il prima possibile, così rispondo alle tue accuse infamanti". 

Lo scontro in diretta - Travaglio ha di fatto ribadito le critiche fatte già dalle pagine del Fatto, sottolineando come l'ex procuratore Grasso sia stato in realtà più attento, anche con la toga addosso, a rispettare gli equilibri politici a differenza di un magistrato in prima linea "comeGiancarlo Caselli". E per questo piacerebbe sia al Pd, che lo ha imposto presidente del Senato, sia al Pdl che lo gradirebbe a Palazzo Chigi, come premier di un governissimo. E Grasso esplode: "Da Travaglio ricevo accuse infamanti. Voglio al più presto un confronto tv carte alla mano". Santoro lo invita a Servizio pubblico la prossima settimana, Grasso replica: "Non posso aspettare una settimana per replicare ad accuse infamanti, soprattutto per quanto riguarda la mia nomina a Procuratore Antimafia". "Sarebbe bene che lei si abituasse al confronto - continua il presidente del Senato, rivolgendosi a Travaglio -, avere un contraddittorio è una regola di civiltà". Replica gelida del giornalista: "Presidente, lei permetterà che ci sia almeno uno che la critica, visto che giornali e televisioni li ha tutti dalla sua parte e suonano il violino per lei". Si rivedranno in tv e l'appuntamento è da Corrado Formigli, che su Twitter in tempo reale si è detto pronto a soffiare il faccia a faccia a Santoro: "Piazzapulita invita ufficialmente il presidente @Grasso_P e @marcotravaglio alla prossima puntata per un confronto aperto e leale". Conferma arrivata, puntuale, nella mattinata di venerdì, naturalmente via Twitter.


tratto dal 
VENERDÌ 22 MARZO

mercoledì 20 marzo 2013

ISTRUZIONI PER IL RICONOSCIMENTO DI "UN PEZZO DI MERDA"


Commentare un articolo di un mestatore, falso, ideologicamente scorretto, pateticamente represso, fa venire il voltastomaco ed inquadra il soggetto in quelli che normalmente vengono definiti" pezzi di merda" di cui il nostro è un degnissimo rappresentante.
 Il nostro sostiene dunque che quasi nove milioni di voti , cioè un terzo di quelli che sono andati a votare, esce dai giochi democratici per colpa del suo leader multinquisito e multiprocessato e non per un mancanza di democrazia. Notate che il mestatore non dice pluricondannato perchè di condanne i pm giustizieri della notte non ne hanno ancora avute.Notate che il "pezzo di merda" non dice che proprio per la presenza del leader gli italiani hanno dato al centrodestra quasi 9 milioni di voti-Notate che il falso non dice che il successo del leader, quanto mai inaspettatata, dato per morto e sepolto, ha frenato la sinistra di Bersani e Vendola, per i quali il "pezzo di merda" tifa, facendo dire al primo che pur essendo arrivati prima (per qualche migliaio di voti) non aveva vinto.Ecco la strategia che fa del nostro un "pezzo di merda" negare la democraticità di 9 milioni di voti demonizzando il leader dello schieramento che li ha ricevuti!

UNA REGIONE SOTTO RICATTO!!!!!

Che abbiano il coraggio di governare


M5S: "Stop Province? Vince il modello Sicilia"

Il capogruppo all'Ars Giancarlo Cancelleri: "E' una nostra vittoria, era un punto del nostro programma"


PALERMO. Per il capogruppo all'Ars del  Movimento 5stelle, Giancarlo Cancelleri, l'abolizione delle  Province, appena varata dal Parlamento che ha approvato un  maxiemendamento della maggioranza (domani voto finale al testo)  «è una nostra vittoria, era un punto del nostro programma».  «Ha vinto il modello Sicilia»,
Ora abbiano il coraggio di assumersi la responsabilità totale della gestione di un governo al  posto di continuare a "ricattare" Crocetta, al quale, poi, in fin dei conti, non dispiace dandogli la possibilità di smarcarsi dal PD e dagli altri partiti della coalizione.
Tutto alla luce del sole, ma del sole siciliano quello, per intenderci, che abbaglia!!!!!

LE TRUFFE CON LA COMPLICITA' DELLO STATO!


Le concessione senza controlli


Trattenevano i soldi delle bollette,
sequestrate 72 poste private in tutta la Sicilia

Blitz della guardia di Finanza a Palermo, Messina, Catania, Trapani, Agrigento ma anche a Roma, Macerata, Lecce, Reggio Calabria, Modena e L'Aquila. Contestati i reati di truffa e appropriazione indebita. I titolari di due network sono stati denunciati


PALERMO. Settantadue agenzie di poste private, che in violazione del Testo unico delle leggi bancarie praticavano servizi abusivi di pagamento, sono state sequestrate sul territorio nazionale nell'operazione denominata «Lost pay», condotta dalla Guardia di finanza e coordinata dalla Procura di Palermo. Contestati i reati di truffa e appropriazione indebita. I titolari di due network sono stati denunciati.
Le agenzie sequestrate si trovano nelle province di Palermo, Messina, Catania, Trapani, Agrigento, Roma, Macerata, Lecce, Reggio Calabria, Modena e L'Aquila. Sequestrati quasi 180 conti correnti utilizzati per il deposito delle somme illegittimamente incassate (circa 30 milioni in 18 mesi) tramite i pagamenti dei bollettini. 
L'indagine parte da una serie di denunce presentate alle Fiamme gialle del capoluogo siciliano da cittadini anche della provincia, che si sono visti sospendere la fornitura di luce, gas e telefono per il mancato pagamento delle bollette, nonostante gli utenti avessero provveduto a farlo presso gli sportelli delle poste private.
La legislazione nazionale sulla liberalizzazione dei servizi postali, imposta dall'Ue, prevede una doppia regolamentazione, basata sulla distinzione fra servizi postali propriamente detti (raccolta e recapito posta, raccomandate) e quelli prettamente finanziari (pagamento di bollettini, finanziamenti, F23, F24 e altro). Le agenzie sequestrate, sebbene fossero in possesso dei contratti di franchising con i rispettivi network di riferimento e dell'autorizzazione ministeriale, non sono risultate munite delle concessioni per poter effettuare i servizi di pagamento, non avendo provveduto all'iscrizione nell'apposito albo o, in subordine, alla eventuale affiliazione a qualche società autorizzata dalla Banca d'Italia.
Le operazioni abusive, inoltre, avrebbero favorito la movimentazione di cospicue somme di denaro in violazione degli obblighi previsti dalla normativa antiriciclaggio.

SICILIA: LA PRIMA PORCATA DI PD E M5S !!!


          Sicilia, cancellate le Province

      Una riforma che non chiarisce cosa e come si creerà in sostituzione ed all'insegna dello slogan politico


L'Assemblea regionale siciliana cancella le Province. Sala d'Ercole approva la norma, promossa dal governo Crocetta e riscritta da tre capigruppo della maggioranza (Gucciardi, Leanza, Malafarina) dopo i rilievi del commissario dello Stato, che prevede il ritorno ai liberi consorzi comunali in sostituzione degli attuali enti. Salta il turno elettorale provinciale di fine maggio (arriveranno i commissari) e si dà tempo all'Assemblea sino al 31 dicembre per varare una nuova legge. In sostanza, ora l'Ars ha otto mesi di tempo per scrivere una vera e propria riforma. Che ancora non c'è.
È certo però, ed è scritto nell'emendamento approvato da Sala d'Ercole, che gli organi di governo dei liberi consorzi non saranno eletti direttamente dai cittadini ma scelti con un sistema indiretto di secondo grado. Dovrebbero essere i sindaci interessati a nominare, fra di loro, i vertici dei nuovi enti territoriali che prenderanno il posto delle Province.
La norma che, nei fatti, abolisce le Province è passato con 53 voti a favore, 28 contrari e un astenuto. Decisivo, alla luce dell'esito, il sostegno dei grillini alla maggioranza, che di fatto dopo questo voto sono da considerare responsabili del governo della Regione.
Una riforma che nasce malissimo, all'insegna dello "slogan politico", senza una vera e propria legge, (i capigruppo della maggioranza nella stesura che elimina le Provincie si sono dati nove mesi), che regoli i nuovi enti che si formeranno e quindi non in grado di conoscerne costi e funzioni e con due gravi rischi: uno di creare un casino incredibile, cosa molto probabile, due di creare dei carrozzoni politici fuori dal controllo dei cittadini.
Non si capisce, infatti, perchè non  sia stata scritta ed approvata la legge istitutiva dei nuovi organismi ed i  relativi decreti attuativi prima di abolirle e commissariarle.
O meglio si capisce benissimo tenuto conto che i commissari che le governeranno chissà per quanto saranno nominati dalla Regione ( nomine politiche? c'è da scommetterci!), commissari che protranno gestire l'ordinaria amministrazione non avendo altri strumenti ed allora ci chiediamo che fine faranno:

Le partecipate - La rete  fra enti, società e consorzi 

Sono ben 216 le società, gli enti, i consorzi e le associazioni cui a vario titolo partecipano le nove Province siciliane. 

Il personale - Scuole, parchi, uffici: 244 milioni in stipendi  

Il personale rappresenta quasi il 50 per cento della spesa corrente delle Province siciliane: un costo di 244 milioni di euro annui, stando ai dati Istat sui bilanci 2009, che difficilmente potrà essere eliminato se non si vogliono creare nuovi precari o meglio nuovi esodati. La spesa maggiore è sostenuta per le funzioni generali di amministrazione (139 milioni). Altri 24 milioni vanno al personale delle scuole secondarie e degli altri istituti gestiti direttamente dalle Province. Nel settore della viabilità, gli addetti costano nel complesso 33,4 milioni di euro, mentre per turismo e sport si pagano stipendi per un totale di 5,8 milioni. Per il personale dislocato nei parchi e nelle altre aree protette si spendono poco più di 3,5 milioni, contro i 2,7 per gli addetti a biblioteche, musei e siti di interesse storico e artistico.

Le tasse - Su luce e Rc auto, ogni siciliano paga 60 euro 

Addizionale sul consumo di energia elettrica, imposta provinciale di trascrizione, imposta sulle assicurazioni Rc auto, tributo per i servizi di tutela, protezione e igiene dell'ambiente, compartecipazione Irpef: sono le tasse che i siciliani pagano e che finiscono in tutto o in parte nelle casse delle Province. Tra il 2007 e il 2010 l'incasso complessivo da tributi per le nove Province è stato di 307 milioni di euro all'anno. In media, ogni siciliano ha pagato tasse per 60,93 euro: la seconda spesa pro capite più bassa d'Italia dopo il Friuli. La media italiana è di circa 80 euro a testa.Saremmo stati curiosi di sapere come cittadini cosa metteranno per sostituire queste entrate che saranno necessarie anche per la gestione dei nuovi enti, a meno che non si vogliano licenziare tutti i dipendenti.


Le entrate - L'Isola conquista il record dei trasferimenti statali 
Ogni anno lo Stato spende per le Province siciliane circa 295 milioni. In termini assoluti, si tratta del trasferimento di risorse più imponente in Italia:  mentre quelle lombarde ricevono appena 36 milioni. Il contributo statale permette di bilanciare lo scarso contributo della Regione siciliana, che si attesta in media sui 127 milioni annui, per una spesa pro capite di 25 euro. Nel resto d'Italia i trasferimenti delle Regioni fanno registrare una spesa di 68 euro per ogni cittadino. Del tipo siamo ricchi e ne facciamo a meno, come sostituiremo queste entrate che per il 50% vanno incidere sulla gestione ordinaria?



Le spese correnti - La struttura amministrativa assorbe metà delle uscite 
La spesa corrente delle Province siciliane nel 2009 è stata di 579 milioni di euro. I costi maggiori sono stati sostenuti per le funzioni generali di amministrazione, gestione e controllo, che assorbono quasi metà della spesa. A seguire, ci sono i costi per il settore dell'istruzione (132 milioni) e quelli per viabilità e urbanistica (68 milioni). Altri 36 milioni sono stati investiti per la tutela ambientale (rifiuti, scarichi, difesa del suolo e parchi), mentre per il settore sociale la spesa è stata di 31 milioni. Al turismo e allo sport sono andati 19 milioni, contro i 12 per il settore dei beni culturali. Infine il trasporto pubblico, con una spesa di 764 mila euro .Ed allora non ci sarà più istruzione, non sarà più curata la viabilità,le discariche rimarranno a cielo aperto? Non cureremo più la promozione turistica e quella dello sport? o questi soldi saranno spesi lo stesso,in quanto indispensabili, dai nuovi Consorzio ( enti nelle previsioni non elettivi e quindi sostitutivi dei posti di sottogoverno che apparentemete verranno eliminati?)

Le spese produttive - Investimenti all'anno zero.  
Nelle Province siciliane latitano le risorse per gli investimenti, quella che gli economisti chiamano spesa in conto capitale: secondo uno studio della Bocconi, tra il 2007 e il 2010 la spesa delle Province dell'Isola si è attestata su una media annua di 128 milioni di euro. Guardando al complesso degli investimenti sostenuti in Sicilia dai vari enti locali (dalla Regione ai Comuni), le Province partecipano con un contributo di appena il 4 per cento.Ed allora? Ora che non ci saranno più chi impinguerà questo 4%? 

In Sicilia Crocetta abolisce le province e i grillini festeggiano con il Pd.

Per l'abolizione delle provincie in Sicilia si è perfino brindato e banchettato a Montecitorio il che la dice lunga sulla natura "propagandistica" del provvedimento e sulle scarse probabilità di un corretto intervento legislativo.


UNA PORCATA INSOMMA, ma purtroppo siamo governati da Crocetta e C. e dai grillini, cosa aspettarsi di meglio e di serio? 

martedì 19 marzo 2013

STOP AI NUOVI GIUSTIZIERI DELLA NOTTE!!!!!


Respinto il giudizio immediato per Berlusconi.


Berlusconi non va a giudizio per la presunta compravendita di senatori. Se dovrà essere processato ciò potrà essere stabilito soltanto a conclusione di una udienza preliminare caratterizzata dal confronto tra le argomentazioni della accusa e quelle della difesa. È questo, in sintesi, il responso del gip del Tribunale di Napoli Marina Cimma che ha bocciato oggi la richiesta di giudizio immediato avanzata dalla procura nei confronti di Silvio Berlusconi  accusato di concorso in corruzione per i tre milioni di euro versati dal leader del Pdl a De Gregorio che avrebbero dovuto determinare, secondo la ricostruzione dei pm, il passaggio del senatore allo schieramento del centrodestra contribuendo alla caduta del governo Prodi.
Il gip, respingendo la forzatura di un giudizio immediato, riconosce nero su bianco la persecuzione giudiziaria.
«Le indagini svolte, per quanto complete - scrive infatti il gip Cimma - non consentono di ritenere allo stato superflua la celebrazione dell’udienza preliminare in vista della celebrazione del dibattimento». 
Per il magistrato le prove acquisite «non depongono univocamente» nel senso della sussistenza dell’ipotesi della corruzione piuttosto che quella del finanziamento illecito. Manca insomma l’evidenza della prova della corruzione, mentre sussistono gli elementi per ritenere che le somme erogate da Berlusconi a De Gregorio erano destinate a sostenere il suo movimento «Italiani nel mondo». «All’esito di un’attenta ed approfondita disamina delle dichiarazioni rese da De Gregorio - afferma il giudice - non può farsi a meno di evidenziare che la prova circa l’esistenza di un accordo corruttivo intervenuto tra gli imputati è tutt’altro che evidente, attesa la genericita’ di tali dichiarazioni in merito alle modalità e ai tempi dell’accordo». Se ne desume quindi «che le somme corrisposte a dire di De Gregorio da parte di Berlusconi per il tramite di Lavitola erano destinate a finanziare il movimento politico al punto che lo stesso De Gregorio ha ribadito che gli sarebbero bastati tre milioni di euro per “rilanciare la forza politica” e che ovviamente “Berlusconi non sapeva che la maggior parte di questi soldi servivano per coprire i buchi di cassa”». 

QUANDO LE DONNE NON HANNO LA FACCIA PER INDIGNARSI!!!


IL COMMENTO

Selvaggia Lucarelli: Angela Bruno fa l'indignata ma viene troppo tardi

Con Berlusconi sorrideva, a Servizio Pubblico da Santoro piange e s'arrabbia. La signora fa la verginella, ma non convince...
















Berlusconi è un uomo spudoratamente fortunato. Compra Balotelli e Balotelli segna. Ha il problema Giannino in Lombardia e viene fuori che Giannino non ha neanche un master in ricostruzione unghie col gel. Imbastisce un pietoso teatrino sul palco del Green Power e trova  una vittima  che imbastisce un teatrino più pietoso del suo: Angela Bruno. O Bruno Angela, come s’è definita lei l’altra sera da Santoro, in uno dei suoi tanti virtuosismi con la lingua italiana. Una che nel ruolo della vittima è credibile quanto Guido Crosetto nel ruolo di testimonial Technogym. E lo dico senza voler minimamente sminuire il cattivo gusto e la cafonaggine di chi quel giorno, sul palco, pensava che la gag fosse esilarante. Lo dico però da donna a cui non piace farsi fregare dalle tante donne furbette che popolano questo paese e che ripudia il sessismo becero tanto quanto il femminismo d’accatto, la finta solidarietà femminile, l’indignazione a comando.  
Quale verginella? - A me la verginella Angela Bruno non ha convinta fin dall’inizio. Quel giorno, sul palco con Berlusconi, ho visto tutto tranne che «una donna profondamente imbarazzata», così come si è definita lei. Al contrario, è riuscita a fare da spalla alla scenetta messa su dal solito Berlusconi nel suo irrinunciabile momento Martufello, con una disinvoltura da comprimaria consumata. Se sei imbarazzata, se sei offesa, se ti senti mortificata di fronte al tormentone volgare «Lei viene? Quando viene?», non reggi il gioco. Non sorridi, non ammicchi, non dai rispostine equivoche quanto le domande e soprattutto non ruoti su te stessa come la ballerina del carillon quando Berlusconi te lo chiede, dandogli modo di darti una sbirciatina al culo. 
Che poi l’imbarazzo non regali prontezza di reazione e lucidità ci sta, ma tra lo schiaffone in piena faccia e la rispostina divertita ci sono infinite sfumature: il silenzio, una frase balbettata, un cambio di tono, uno sguardo di rimprovero, un qualsiasi segnale che dica in maniera inequivocabile «Ti stai divertendo solo tu». Io quel giorno ho visto piaggeria e compiacimento, nella signora Bruno. L’ho trovata leziosa e gratificata dalla bavosa ironia del «capo dei suoi capi». E sono certa che se non le fossero piovute in testa le successive critiche per la mancata indignazione, la Bruno sarebbe rimasta quella del suo primo sms al collega Ruggero: «Mi scrivono su whazz up, mi chiedono l’amicizia su Fb, Rugggg , so’ vip!». 
Considerazione amara, lo so, ma bisogna abbassare le aspettative sulle donne, talvolta, e ammettere che non sono tutte campionesse di virtù. Che hanno le loro debolezze e che le lusinghe del potere hanno effetti catastrofici sulla dignità di molte di noi. La signora Bruno ha fatto una bella virata quando ha capito che il suo attimo di popolarità non era stato edificante. E lo spiega bene il suo successivo sms: «Mi spiace Ruggero ma non sto bene. Non mi sento bene. Mi stanno massacrando. Non me lo aspettavo». Se quello che hai vissuto su quel palco ti ha mortificata, scendi e ti sfoghi già all’ultimo scalino, non mandi l’sms spiritoso finchè credi che il paese stia per intitolarti una piazza, per poi cambiare strada quando cominciano a massacrarti. O magari, al primo cazziatone del marito. Il resto, è show. 
La Bruno fa un bel carpiato con doppio avvitamento e con parecchie ore di ritardo, si indigna. Come se a uno dessero una martellata su un dito e urlasse 24 ore dopo. Si indigna sui giornali, si indigna in tv, si indigna da Formigli, si indigna da Santoro. E improvvisamente, quella timidezza che l’aveva tanto inibita davanti a Berlusconi, non le impedisce di improvvisare arringhe in tv che nemmeno Taormina sotto crack. Va da Santoro, si indigna con le sopracciglia alla Tatangelo, il vestitino blu elettrico e un monologo di 12 minuti netti così forzatamente recitato e  petulante che pareva il momento di Tina Cipollari a Uomini e donne più che Servizio pubblico. Pretende le scuse da Berlusconi, da Galan, dai suoi capi, da Giorgio Mastrota e da Mazinga zeta e lo ripete intervallando ogni frase con un insopportabile «ma stiamo scherzaaaandoooo?».

E poi è tutto un alternarsi di virtuosismi grammaticali tra «Stiamo sdvediando», «A tutti gli italiani d’Italia», «le più pessime», «il frastorno» e il tutto davanti a un Santoro talmente esasperato dalla logorrea molesta di ‘sta donna, che a un certo punto è palesemente passato dalla parte di Berlusconi e per poco non abbraccia la Carfagna chiedendo lui scusa a Mara.
Che figuraccia - Se proprio voleva recuperare la figuraccia, la signora Bruno, poteva evitare questa fame di salotti, quest’esibizionismo patetico con il tasto «sdegno» su on, questa puzza di megalomania a cui manca solo un posticino all’Isola dei famosi o a Pechino express. Poteva pretendere rispetto seccamente e sobriamente, magari con una bella letterina a Repubblica come fece un’altra donna ferita dalle battute cretine di Berlusconi. Una donna che forse aveva qualcosa di più, da rimproverargli. Ha sbagliato i tempi, la signora Bruno, e soprattutto ha sbagliato ruolo: nel suo oscillare tra vittimismo e narcisismo, s’è convinta di non essere Angela Bruno ma Giordano Bruno, arso vivo nella pubblica Piazza (Pulita). Ed è un gran peccato, perchè se quel giorno anziché ridacchiare come un’adolescente, gli avesse assestato una bella cinquina, ora non si perderebbe neanche tempo tra conclave e fumate nere. Avremmo già il nuovo papa: Angela Bruno.

lunedì 18 marzo 2013

ECCO COSA PENSA LA STAMPA ESTERA DI BEPPE GRILLO!



Fascismo Verde : "Beppe Grillo è l'uomo più pericoloso in Europa"

liberamente tratto da un commento di Jan Fleischhauer

Beppe Grillo, leader del populista Movimento Cinque Stelle in Italia, mette sul  ridicolo il sistema parlamentare. Eppure, mentre la sua retorica anti-establishment suona interessante, in fondo in realtà è anti-democratica. E' molto simile a quella di un italiano del passato.

L'uomo che il capo del centro-sinistra tedesco Peer Steinbrück ha chiamato "clown",facendo indisporre il presidente  Napolitano, ha ancora  intrattenuto i media stranieri: l'Italia e l'euro? "Di fatto, l'Italia è già fuori della zona euro". Roma e il sistema parlamentare? "Io do a tutte le parti  altri sei mesi, poi è finita ." 
E queste citazioni sono solo i punti salienti di una recente intervista con Beppe Grillo pubblicata dal quotidiano economico tedesco Handeslblatt . Quando si tratta di parlare direttamente, anche Steinbrück, rinomato per la sua mancanza di tatto, viene superato da Grillo.
Steinbrück ha una discreta quantità di appeal a fare il clown ma al  confronto di Grillo è solo invadente.Se avesse usato il termine per descrivere solo Berlusconi, pur commettendo una mascalzonata, sicuramente dai nostri media di sinistra avrebbero avuto consensi. Ma Grillo? Il capo popolo e eroe dei giovani , il cui risultato elettorale del M5S  ha dimostrato il grado in cui l'austerità imposta dalla Merkel sta spingendo l'Italia per i suoi limiti? L'avvocato per accorciare i tempi della burocrazia e per un modo pulito di fare politica? Anche tra le fila dei socialdemocratici  tedeschi (SPD) Steinbrück , la gente si chiede perchè il loro candidato non assuma le stesse posizioni di Grillo.
Una parte della simpatia che Grillo gode in Germania è senza dubbio grazie alla sua vicinanza con la sinistra politica. Molto di ciò che il Movimento Cinque Stelle sposa  potrebbe essere facilmente trovato nelle piattaforme del movimento Attac o partito dei Verdi in Germania: la passione per le fonti alternative di energia, la promessa di un impegno più civile, la protesta contro i "gatti grassi" della finanza internazionale e le chiamate a mettere su una dieta . Ma questa è solo la superficie. Bluff di questo tipo non possono spingere una parte politica verso l'alto nel giro di pochi anni, né in Italia né altrove.
Grillo trae la sua vera energia dal risentimento degli elettori che l'hanno votato. La vera chiave del suo successo risiede nello aver sfruttato la rabbia degli elettori contro la  Germania,contro i  burocrati di Bruxelles, e contro tutto il sistema. Questo è ciò che lo rende grande, non l'appello alla ragione o l'amore per la democrazia.

Come per tutti gli altri rivoluzionari, la risposta di Grillo al malessere della nostra epoca è estremamente semplice. Devi solo farla finita con i politici o, meglio ancora,con tutto ciò che sa di  potere e di privilegio. "Siamo giovani", si legge sul suo blog. "Non abbiamo, la struttura gerarchia, dirigenti o segretarie.Non prendiamo ordini da nessuno." Confronto Grillo ed il  suo movimento alla Rivoluzione francese, che ha preso le sue idee di uguaglianza con serietà sanguinosa, non è un caso. Egli relativizza dicendo, "senza la ghigliottina", ma la stipulazione significa poco. Quando le persone sono incitati alla rabbia, mai quelli che alimentato le loro passioni si prendono la colpa.

La politica spesso si basa su buoni di compromessi.

E 'il puritanesimo del moralista radicale che distingue Grillo presso i suoi concorrenti e attira le masse. "Ogni angolo sarà messo alla luce del sole, ogni commissione, ogni conferenza  , ogni livello, "un cinque stelle,dopo  le elezioni sarà nominato ovunque. Il movimento vuole "pulire a fondo lo stato", questa è un'altra spiegazione sul motivo per cui così tante persone hanno votato per il comico.
Nel mondo reale, la politica seria è un arduo lavoro anche piuttosto poco appetitoso. Alla base ha il compromesso che, per definizione, non tutti sono disposti a percorrere. A volte è necessario chiedere alla gente di accettare le cose che non capiscono o vogliono. I socialdemocratici in Germania sono un esempio calzante. Dieci anni fa, la SPD ha approvato una controversa pacchetto di riforme del mercato del lavoro e del benessere. Hanno rafforzato il paese, ma hanno danneggiato il partito.
L'idea che i voti della strada siano in qualche modo più democratici che i voti dei rappresentanti che partecipano al Parlamento in un'elezione democratica è un'illusione che ha trovato seguaci in Germania.
Nei suoi momenti migliori, Grillo parla come leader di una setta. Quando parla di essere "non un comandante, ma un garante," suona come un swami, che potrebbe facilmente essere leader penitant in un ashram. Ma con un po 'di consapevolezza storica, si può vedere più scuri paralleli.

Echi del fascismo italiano

Nella rivista svizzera Weltwoche , il giornalista inglese Nicholas Farrell opera un paragone tra Grillo e un altro italiano famoso che ha fondato il suo proprio movimento populista  quasi un centinaio di anni fa: Benito Mussolini. 
Farrell è un esperto del dittatore fascista, dopo aver scritto nel 2003 una apprezzata e molto nota biografia  del Duce.
Mussolini ,come Grillo,affermava che il suo gruppo fascista "Fasci di Combattimento" non era un partito, ma un movimento, in quanto i partiti politici erano il problema, non la soluzione. Anche lui vedeva se stesso e i suoi seguaci come detersivi che avrebbe finalmente ripulito il sistema fragile e corrotto. E allo stesso modo pretendeva di rappresentare i giovani e liberi pensatori, quelli che non credevano più nei programmi e statuti, ma in un'azione rivoluzionaria.


Farrell trova analogie anche nella scelta delle parole dei due uomini . Mussolini  parlava di un parlamento come "sordo, sala grigia" dove si è rifiutato di entrare, Grillo descrive il suo rifiuto a collaborare in uno stile simile: "I vecchi partiti stanno volgendo al termine, dovrebbero restituire ciò che hanno rubato, e lasciare. . O ci ascoltano, o sono condannati. " La presa in giro del sistema parlamentare con il pretesto di una vera democrazia è un trucco che tutti gli avversari della democrazia sposano, indipendentemente dalla loro provenienza.

Il fascismo nel suo cuore era un movimento di sinistra. Mussolini non ha mai fatto mistero delle sue orgini: ".. Io sono e sarò sempre un socialista Le mie convinzioni non cambieranno mai sono impiantati nelle mie ossa", ha detto ai suoi compagni mentre lo espellevano dal partito allo scoppio della guerra nel 1914 a causa della sua presa di posizione a favore della guerra. Farrell conclude che "il fascismo di Mussolini era nero, Grillo è verde, ma entrambi hanno un cuore rosso."
Si può,infine, vedere come,con tutta la maleducazione e invadenza di cui è stato portavoce,  Steinbrück non avesse ragione quando diceva che gli italiani avevano eletto due clown.Sembra, infatti,  che si sia di molto sbagliato su entrambi di loro perchè uno ha dimostrato di essere un vero leader mentre l'altro,Grillo, si avvicina ad un personaggio italiano che non  ha dato proprio gioie agli italiani!