giovedì 31 dicembre 2009

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domenica 20 dicembre 2009

Blanc: «Ferrara ancora alla guida della Juve» - Nonostante i sondaggi -

Il presidente bianconero: «La rosa ha qualità sufficiente per tornare in alto. Tornare sul mercato a gennaio non serve. Lavoreremo tutti insieme per risalire la china. Bettega? Quando una decisione serve alla società, io la prendo»

sabato 19 dicembre 2009


      Grotta della natività all'interno della omonima Basilica a Betlemme.


Nel suggestivo scenario della piazza della Mangiatoia a Betlemme, di fronte ad uno dei luoghi santi più visitati dai cristiani di tutto il mondo, la Basilica della Natività, il comune di Salemi nei giorni scorsi è stato uno dei protagonisti del 'Festival di Arti e Mestieri Antichi della Tradizione Italiana' promosso dall'Ufficio per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo del Consolato Italiano a Gerusalemme. Un palcoscenico promozionale unico sul quale la Città di Salemi, grazie alla collaborazione con la Pro Loco, ha portato la tradizione dei pani lavorati artisticamente per la festa di San Giuseppe celebrata ogni anno a marzo. In uno spazio espositivo tutto dedicato alla città siciliana, con uno sfondo di pannelli fotografici realizzati dai giovani stagisti dal 'Laboratorio della Creatività' del Comune di Salemi, due donne salemitane, Nadia Capizzo e Annamaria Catalanotto, hanno mostrato ai visitatori giunti soprattutto da Gerusalemme, la secolare arte della lavorazione del pane, il paziente lavoro di intaglio, la particolare abilità nell'assemblare piccoli pezzi per comporre quelli che ormai vengono definiti "gioielli di pane". Nello stand del Comune, sono stati distribuiti i pani, un depliant sulle 'Cene di San Giuseppe' realizzato appositamente per il festival ed intrattenuto quanti hanno voluto saperne di più su Salemi, la sua storia, le sue tradizioni, le iniziative culturali. Ad intrattenere i visitatori  il sindaco Vittorio Sgarbi che assieme al Direttore dell'Ufficio per la Cooperazione allo Sviluppo del Consolato italiano a Gerusalemme, Giannandrea Sandri, ha anche tagliato il nastro inaugurale del Festival e premiato i numerosi artisti presenti.


Io trattato da nemico. A Gerusalemme non tornerò mai più.

Mi invitano per un festival culturale e mi controllano come un estremista. I soldati volevano provocarci.

mercoledì 16 dicembre 2009

E Veronica scrive al marito

Ha preferito evitare di andare di persona a trovarlo:«Assurdo, non me lo sarei mai aspettato»

Libertà di critica e confronto leale




Vi sono attentati, per quanto insa­ni e feroci, che hanno un dise­gno e rispondono alla stra­tegia di una forza politica. Così furono gli attentati anarchici contro re, regine e presidenti fra l’Ottocen­to e il Novecento, da quel­lo di Sante Caserio contro il presidente francese Car­not nel 1894 a quelli di Lui­gi Lucheni e Gaetano Bre­sci contro l’imperatrice Eli­sabetta e Umberto I nel 1898 e nel 1900. Ma ve ne sono altri che sono soltan­to opera di un folle, prigio­niero delle proprie osses­sioni. Anche questi, tutta­via, possono essere perico­losi quando, pur senza pa­dri, hanno un gran nume­ro di complici involontari. Il presidente della Repub­blica ha ragione quando ci richiama all’ordine e ci ri­corda che abbiamo tutti l’obbligo di essere in que­sto momento «allarmati». Nessuno ha guidato la ma­no dell’attentatore di piaz­za del Duomo, ma molti sono coloro che hanno concorso a creare il clima in cui la violenza è diventa­ta possibile.


Occorre quindi che tutti facciano un esame di co­scienza e controllino d’ora in poi le loro parole. Esi­stono maggiori responsa­bilità da una parte o dall’al­tra? Può darsi, ma il compi­to di accertarlo toccherà ad altri, più tardi. Oggi ciò che conta non è la punti­gliosa rivendicazione del­le proprie ragioni, ma la re­staurazione di un clima ci­vile. A giudicare da ciò che è accaduto ieri alla Came­ra, prevale invece, sia nel­l’opposizione che in certi settori della maggioranza, il desiderio di utilizzare po­liticamente l’attentato per dimostrare le colpe e le re­sponsabilità del «nemi­co ». Assistiamo così a un nuovo paradosso. Tutte le forze politiche nazionali condannano il gesto di piazza del Duomo e si ralle­grano del suo fallimento. Ma parecchi lo usano per continuare il pericoloso gioco delle accuse recipro­che e rischiano di prepara­re in questo modo altri scoppi di violenza.

La tregua ha un senso naturalmente soltanto se costruita su un’intesa. Nes­suno può chiedere alla maggioranza e all’opposi­zione di rinunciare ai loro rispettivi programmi sul­l’agenda politica del mo­mento, dai modi per fron­teggiare la crisi alle misu­re sull’immigrazione, dal testamento biologico alla riforma del sistema scola­stico e universitario. Su questi temi è giusto che governo e opposizione si combattano e si contraddi­cano, anche duramente. Ma esistono altre questio­ni — il federalismo, il nuo­vo Senato, la riduzione dei parlamentari, i poteri del premier, la nomina e la re­voca dei ministri, la rifor­ma dell’ordine giudiziario — su cui devono lavorare insieme.

Il presidente del Consi­glio sostiene che la Costitu­zione è invecchiata, e ha ragione, anche se dovreb­be evitare di attaccarne du­ramente gli organi. Ma esi­ste davvero qualcuno, nel­la maggioranza, che voglia ripetere l’esperienza del precedente governo Berlu­sconi, quando una rifor­ma votata soltanto dalla coalizione di governo è sta­ta bocciata dal Paese? Invo­care la riforma della Costi­tuzione senza creare le condizioni perché divenga possibile è un inutile eser­cizio retorico e, peggio, una pericolosa perdita di tempo. Berlusconi avreb­be detto a Fedele Confalo­nieri, dopo l’attentato, che vi sono situazioni in cui da un male può sortire un be­ne. Se da questa brutta sto­ria potesse venire un ac­cordo per la riforma delle istituzioni, tutti, per una volta, ne usciremmo vin­centi.


Sergio Romano
16 dicembre 2009

Le mistificazioni della Alfano, anti-mafiosa da operetta



di Vittorio Sgarbi

Non l’ho mai incontrata, ma mi sono scontrato con lei a distanza. Mi riferisco a Sonia Alfano. Ma so che io combatto la mafia in modo diverso. Ne indico le azioni criminali e non mi accontento di esprimere generiche formule diffamatorie come piace a lei e a Salvatore Borsellino. Di Borsellino abbiamo parlato ieri. Ed io ricorderò quando si agitò per dissuadere sua cognata, Agnese, la moglie del magistrato ucciso, dall’accettare la cittadinanza onoraria di Salemi che io le avevo offerto dopo una sua visita spontanea e affettuosa nella quale aveva manifestato la sua stima nei miei confronti, per antica conoscenza come studioso d’arte, arrivando a definirmi missionario per aver scelto di fare il sindaco a Salemi. Apriti cielo! I due Borsellino e Sonia Alfano aprirono un caso come se la cittadinanza di Salemi fosse inquinata dalla mia presenza continuando a rinfacciarmi le critiche, fondatissime, a Caselli che non mancherò di continuare a manifestare.


Combattere la mafia non vuol dire non essere criticabili, non dover rispondere dei propri errori. Del metodo di Sonia Alfano abbiamo un esempio oggi, nel rifiuto di dare solidarietà al Berlusconi ferito giacché «sarebbe ipocrita, visto che sono scesa in piazza contro di lui. Non posso dare solidarietà a un presidente del Consiglio che è un frequentatore di minorenni, un piduista, un corruttore, un frequentatore di mafiosi». L’elenco è avvincente e si indicano quattro condizioni del tutto estranee da ogni colpa o responsabilità di reato. Cosa vuol dire «frequentatore di minorenni»? Occorre capire che cosa ci fa e ricordare che dai sedici anni in su qualunque persona, in tempi in cui, soprattutto le donne, hanno una maturità precoce, può disporre di sé, del suo corpo e della sua anima come vuole. Cosa vuol dire «piduista»? Come finge di non sapere Sonia Alfano l’associazione P2 è stata riconosciuta con sentenza della Cassazione, del tutto estranea ad attività criminali e organizzate, condannando per i suoi specifici reati il solo Licio Gelli. Essere stati iscritti alla P2 non vuol dire assolutamente niente, e nessuno è stato condannato per questo. Non è colpa né reato esserne stati iscritti.

Sarà bene quindi ricordare che, demonizzati e diffamati sono stati iscritti alla P2 senza aver fatto nulla di male personaggi come Roberto Ciuni, Alfredo Sensini, Franco Di Bella, e perfino Roberto Gervaso. Giornalisti considerati rispettabili. Sono stati iscritti alla P2 Enrico Manca, Maurizio Costanzo e anche Alighiero Noschese e il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Forse la Alfano non esprimerebbe solidarietà al compianto Noschese e al generale Dalla Chiesa ucciso dalla mafia? Singolare iperbole, piduista e ucciso dalla mafia: come uscirà la Alfano da questa antinomia? E cosa vuol dire «corruttore»? Probabilmente la Alfano si riferisce alla vicenda Mills in cui è dimostrato che l’avvocato inglese ha ricevuto soldi da Carlo Bernasconi. Esiste il ragionevole dubbio che Berlusconi possa essere giudicato responsabile in questa vicenda, ma grazie - incredibilmente - al lodo che porta il suo nome, l’Alfano non può chiamare, se non diffamandolo, «corruttore» Berlusconi, non potendosi riferire neppure a una sentenza di primo grado.

Si tratta in tutti e tre i casi di presunzione di colpevolezza, in contrasto con la Costituzione, cui sempre si appellano i rappresentanti dell’Italia dei valori, oggettivamente diffamatorie. Quindi perseguibili penalmente. L’ultima ragione, la quarta, per la mancata solidarietà, poi, è enorme. Cosa vuol dire frequentatore di mafiosi? È la stessa, travagliesca, osservazione di Borsellino il quale ha dichiarato che bisogna «cacciare Berlusconi perché il suo partito è sorto con i capitali della criminalità organizzata, la quale ora lo ricatta». Parole in libertà, affermazioni indimostrate e indimostrabili, sommamente diffamatorie per un partito che è stato quello di Lucio Coletti, di Saverio Vertone, di Marco Taradash, di Piero Melograni, di Antonio Martino e di tante persone oneste che hanno creduto a ideali sui quali si basa la fondazione di un partito. I finanziamenti, che non mancavano a Berlusconi, non hanno niente a che fare con i soldi della mafia. Non vi è alcuna testimonianza di incontri tra Berlusconi e mafiosi. Al caffè Doney in via Veneto si incontrarono Gaspare Spatuzza e Giuseppe Graviano.

Nessuno dei due incontrò Berlusconi, anche volendo credere alla deposizione di Spatuzza. Dovremo considerare frequentatore di mafiosi, nell’interpretazione dell’Alfano, anche Aldo Moro perché frequentava Salvo Lima? Ma lei vorrà riferirsi allo stalliere Mangano, assunto a casa Berlusconi quando ancora non era stato accusato di associazione mafiosa. Dunque la solidarietà dell’Alfano è negata per quattro ragioni inesistenti, inventate. Forse farebbe meglio a stare con me nella battaglia contro lo scandalo degli interessi della mafia nella cosiddetta energia pulita. Nelle orrende pale eoliche che sfigurano la sua Sicilia lasciandola incredibilmente indifferente

lunedì 14 dicembre 2009

ESCLUSIVA sull'aggressione a Berlusconi. si vede esattamente il colpo che subisce il premier

Contro la violenza per la libertà - Editoriale di Ezio Mauro -

Hanno colpito Berlusconi. L'immagine del volto del Premier trasformato in una maschera di sangue raggiunge tutti noi con la sua carica di violenza. Con la follia che trasforma un uomo in simbolo da abbattere ad ogni costo e con ogni mezzo, e la persona che diventa un bersaglio fisico. Il film drammatico di piazza Duomo farà il giro del mondo, testimoniando il degrado dello scontro politico in Italia. Ma per una volta, non è questo che conta. Conta l'effetto su ognuno di noi, sul Paese, sul sistema politico.

Amici e avversari, sostenitori e oppositori oggi devono essere solidali con il premier - come siamo noi - e senza alcun distinguo, nel momento in cui è un uomo colpito dalla violenza. E devono fare muro contro l'insania di questo gesto, prima di tutto perché è gravissimo in sé e poi perché può incubare una stagione tragica che abbiamo già sperimentato, negli anni peggiori della nostra vita.
Solo così la politica (che la violenza vuole ammutolire) può salvarsi, ritrovando il suo spazio e la sua autonomia, nella quale è compreso il confronto durissimo tra maggioranza e opposizione e anche lo scontro di opinioni, programmi e strategie. Ma distinguendo, sempre, tra le critiche e l'odio, tra il contrasto d'idee e la violenza, tra le funzioni e le persone.

Anche se il gesto di piazza Duomo è fortunatamente isolato e frutto di follia, in gioco c'è niente meno che la libertà. La libertà di Berlusconi di dispiegare le sue politiche e le sue idee coincide con la nostra stessa libertà di criticarlo. Questo spazio di libertà si chiama democrazia: difendiamola.

Ronchi: «Oscurare i siti pro-Tartaglia»


Il ministro contro chi in Rete inneggia all'aggressore

MILANO - Il numero dei suoi "fan", sulla Rete, sfiora ormai i 50 mila. Il gruppo di Facebook dedicato a Massimo Tartaglia, l'uomo che ha colpito Silvio Berlusconi dopo il comizio di Milano, continua a crescere. Tanto che il ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi, chiede al Viminale di «oscurare i siti in cui si inneggia alla vigliacca aggressione subita dal presidente del Consiglio». E Gabriella Carlucci, parlamentare del Pdl, rilancia: «Internet e i social network stanno diventando, ogni giorno di più, canali e strumenti di diffusione di odio e veleno. È giunto il momento di eliminare definitivamente l'anonimato in rete».

IL CASO - Nel frattempo, sul popolare social network sono nati anche parecchi gruppi di sostegno al Cavaliere: da "In carcere Tartaglia" a "Ergastolo per Tartaglia". Il più numeroso è «Sosteniamo Silvio Berlusconi contro i fan Massimo Tartaglia»: in poche ore avrebbe raccolto oltre 380 mila iscritti. Ma in questo caso si tratta di un falso: un gruppo già esistente, cioè, e al quale è stato cambiato nome (ci sono foto e riferimenti relativi a date precedenti). «Questo gruppo è un imbroglio - afferma una delle "iscritte" in bacheca. - Ieri si occupava di tutt'altro, ha cambiato nome per imbrogliare sul numero degli iscritti, guardate i vecchi post». Un altro denuncia: «Il gruppo era: "Aboliamo il Superenalotto e diamo i soldi ai terremotati dell'abruzzo". Vergogna». Altri navigatori sostengono invece che si trattasse di un gruppo di aste online. In ogni caso, migliaia di persone si sono trovate iscritte al gruppo senza saperlo. Non certo un modo per placare gli animi, sul web.

G. Ant.
14 dicembre 2009
Fonte "Corriere della Sera"

lunedì 14 dicembre 2009, 12:43 Berlusconi resta in ospedale: "E' sofferente


Milano - Slittano a domani le dimissioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, attese per oggi, dall’ospedale San Raffaele di Milano. Il premier ha trascorso la notte in ospedale dopo l’aggressione di ieri da parte di un contestatore che gli ha rotto il setto nasale, due denti e lo ha ferito al labbro alla conclusione di un comizio in piazza Duomo. In visita all'ospedale il presidente del senato, Renato Schifani, ha invitato le istituzioni a fare il punto sulla vicenda: "Al di là del dolore fisico lo fa soffrire l’odio politico trasformato in aggressione".


La degenza al San Raffaele Notte tranquilla e giornali in camera per il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi all’indomani dell’aggressione subita ieri sera in piazza del Duomo. Secondo quanto riportato dal portavoce Paolo Bonaiuti, in queste ore Berlusconi "è un po' affaticato e sofferente, sente le conseguenze del colpo di ieri, ha avuto un forte mal di testa". Bonaiuti ha, infatti, riferito che "tante persone chiamano, anche tutti i leader stranieri". "Berlusconi - ha poi aggiunto - vorrebbe rituffarsi nella consueta attività di sempre, che è frenetica, ma anche i medici dicono che ci vuole un momento di circospezione e cautela". Don Luigi Verzè, presidente del San Raffaele, ha raccontato di aver trovato Berlusconi "umiliato, non tanto dal fatto traumatico ma da quello che esso rappresenta: l’odio". A lui il premier ha detto: "Io voglio bene a tutti, voglio il bene di tutti, non capisco perché mi odino a questo punto". "Stamattina - ha poi continuato don Verzè - ho detto al premier che quanto avvenuto ieri sera in piazza del Duomo è un monito a lui e al Paese. Monito che poi ho ripetuto al presidente Fini e all'norevole Bersani. Occorre modificare la Costituzione Italiana". "Il resto che mi ha detto - ha concluso - appartiene a lui e a me".

Scongiurato l'intervento chirurgico "Ci riserviamo di valutare domani, sicuramente non verrà dimesso nella giornata di oggi", ha fatto sapere il primario Alberto Zangrillo assicurando che non sarà necessario intervenire chirurgicamente per rimediare alle conseguenze dell’aggressione subita ieri. Berlusconi è sottoposto a terapie antibiotiche e analgesiche per contrastare la sintomatologia dolorosa, ha aggiunto Zangrillo. Il premier non sarà dimesso oggi "ma ci riserviamo di prendere domani una decisione". Il presidente è sereno e tranquillo, ha detto Zangrillo aggiungendo che però Berlusconi è amareggiato ma ha passato la notte tranquillamente. Il primario ha anche aggiunto che l’ematocrito è un valore che determina la quantità del sangue e che Berlusconi è stato sottoposto a due prelievi che hanno constatato uno stato di anemizzazione compatibile con il sanguinamento, visto che ha perso circa mezzo litro di sangue.

Le visite in ospedale Questa mattina, di buonora, sono giunti al San Raffaele a far visita al premier il ministro del Turismo Maria Vittoria Brambilla, il viceministro alla Sanità Ferruccio Fazio e il sindaco di Milano Letizia Moratti. Poi è stata la volta dei presidenti delle Camere, Gianfranco Fini e Renato Schifani, e del leader democrati, Pierluigi Bersani. "Al di là del dolore fisico lo fa soffrire l’odio politico trasformato in aggressione - ha detto Schifani - è dovere di tutte le forze politiche fare un punto su questa vicenda e fare in modo che in Italia questa spirale di violenza politica si fermi, perchè mette a rischio la pacifica convivenza democratica di questo paese". "Affettuosa" telefonata del presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy che ha voluto sincerarsi delle condizioni di salute del premier dopo l’aggressione subita ieri ed esprimergli vicinanza e solidarietà. Il nosocomio milanese è fortemente presidiato dalle Forze dell’ordine che impediscono l’accesso ai giornalisti al settimo piano del reparto Q dell’ospedale dove è ricoverato il premier.



lunedì 14 dicembre 2009, 12:53
Di Pietro: premier istiga
La Bindi rincara la dose: "Non faccia la vittima"

Prima Di Pietro, poi la Bindi: opposizione all'attacco. Corsivo pungente su L'Unità . Il Pdl fa quadrato: "Ciarpame politico". Bersani: "Condanna senza ma"


Milano - "Presenterò un esposto-denuncia contro Di Pietro per associazione a delinquere". La 'minaccia' del sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto è quella che meglio sintetizza il clima si innesca nei confronti del leader dell’Idv Antonio Di Pietro considerato colpevole non solo di aver creato un clima "di odio" verso Berlusconi, ma anche di averlo indicato, subito dopo l’aggressione subita a Milano, come "l’istigatore" della violenza. Durissimi toni anche dal presidente del Pd, Rosy Bindi, secondo la quale "resta il fatto che tra gli artefici di questo clima c’è anche Berlusconi, non può sentirsi la vittima". Immediata la replica del Pdl che invita Bersani a dissociarsi: "Le campagne di odio, l’aggressione giornalistica, il linguaggio folle, che non è soltanto del capo degli irresponsabili Antonio Di Pietro, hanno preparato il terreno". Il segretario del Pd: "Va condannato senza se e senza ma ogni gesto di violenza".


L'attacco di Di Pietro "Come al solito quando si tratta di criticare l'Idv i soliti 'Soloni' capiscono fischi per fiaschi. Ribadisco allora che noi tutti deploriamo e condanniamo l'aggressione subita dal presidente del consiglio. Ci mancherebbe altro!". Così il leader dell'Idv Antonio Di Pietro commenta l'aggressione al premier a Milano. "Però - aggiunge - non può e non deve legittimare e giustificare la dilagante esasperazione che l'assenza di politiche economiche e sociali di questo governo sta provocando nei confronti di miglia di lavoratori e padri di famiglia". "Già nei giorni scorsi - prosegue - avevo avvertito del rischio incombente che a qualcuno saltassero i nervi e non è prendendosela con me che si risolvono i problemi, ma affrontandoli e dando risposte ai bisogni dei cittadini, cosa che il governo Berlusconi non ha fatto e non pare abbia alcuna intenzione di fare".

Cicchitto: "Istiga alla violenza" "Leggiamo la dichiarazione di Di Pietro su Berlusconi: essa conferma che egli è un autentico provocatore che sta scatenando una spirale di violenza nel Paese approfittando della debolezza politica dei suoi alleati". E' quanto afferma il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto. "Vedremo se verrà confermata la linea di alcuni esponenti politici di fare con questo figuro addirittura un ridicolo Cnl. Con Di Pietro al massimo si possono fare le brigate rosse e le brigate nere che hanno caratterizzato i momenti peggiori della vita politica italiana. In effetti - conclude Cicchitto - se ci fosse un minimo di razionalità politica intorno a lui bisognerebbe fare un autentico cordone sanitario".

Crosetto pronto a denunciare "Oltre ad esprimere piena solidarietà al presidente del Consiglio, con alcuni colleghi parlamentari presenterò un esposto-denuncia contro l'onorevole Di Pietro per istigazione a delinquere". Lo annuncia Guido Crosetto, sottosegretario alla Difesa e deputato del Pdl. "Le sue parole e i suoi atteggiamenti dell'altro giorno - aggiunge - hanno dato legittimazione a tutti coloro che vedono nella violenza il modo migliore per esprimere le proprie opinioni". "Penso che tutta la politica debba fare in modo che questa persona non trovi più alcun dialogo da parte di chi - conclude Crosetto - pensa che il bene comune si amministri e si raggiunga solo con un sereno confronto democratico".

giovedì 10 dicembre 2009


Genchi: L'arresto di Nicchi e Fidanzati è una montatura! | No Berlusconi Day

FABRIZIO CORONA CONDANNATO A 3 ANNI E OTTO MESI DI CARCERE PER I RICATTI AI DANNI DI MELANDRI, FRANCESCO COCO E ADRIANO


Fonte: www.corrieredellosport.it


Tre anni e otto mesi di carcere. È la condanna che il Tribunale di Milano ha inflitto a Fabrizio Corona per la vicenda dei ricatti ai danni di vari sportivi. Quattro i capi d'imputazione a carico del fotografo siciliano, relativi alle estorsioni e ai tentativi di estorsione nei confronti del calciatore Francesco Coco (due episodi), del motociclista Marco Melandri e del calciatore Adriano. Corona è stato invece assolto per i capi d'imputazione relativi a Lapo Elkann, al calciatore Alberto Gilardino e all'imprenditore Gianluca Vacchi. I giudici hanno concesso all'agente fotografico le attenuanti generiche e l'hanno interdetto dai pubblici uffici per cinque anni. Il processo milanese nasce dall'inchiesta del pm di Potenza Henry John Woodcock, cosiddetta 'Vallettopolì. Gli atti per competenza territoriale vennero poi trasferiti alla Procura di Milano e al pm Frank Di Maio. Insieme con Corona, condannato (due anni e quattro mesi) anche il suo collaboratore Marco Bonato, per il quale il pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione.
Per Corona, invece, il pm aveva chiesto sette anni e due mesi. Si può dire dunque che al fidanzato di Belen Rodriguez sia andata anche bene, ma la sua reazione è stata in ogni caso sopra le righe, com'è nel suo stile: «Mi vergogno di essere italiano. Questo processo è una presa per il c.... Questo è un paese di m...» il primo commento di Corona. Che così ha proseguito: «Non so che cosa farò, farò il carcere, non me ne frega un c... Quello che c'è scritto nelle aule dei Tribubali - "La legge è uguale per tutti" - non è vero. Io non ho più fiducia nella legga. Per me era una battaglia e l'ho persa. È una vergogna. Allora devono condannare tutte le agenzie fotografiche d'Italia e quella del caso Marrazzo».
Da parte sua, il pm Fran Di Maio si è limitato a dire che quello contro Corona «è stato un processo che la Procura ha fatto da sola, considerata l'assenza di ogni parte civile. È passato il principio: d'ora in poi il ritiro delle fotografie (dietro pagamento, ndr) sarà più problematico».

Crisi, Lombardo rompe con il Pdl


PALERMO - La maggioranza di centrodestra non c'è più. Cambiano gli equilibri all'Assemblea regionale siciliana dopo la seduta di ieri sera. Mezzo Pdl, da tempo in conflitto con il governatore Raffaele Lombardo, è pronto a uscire dalla giunta, mentre il Pd è disposto a sostenere dall'esterno il nuovo esecutivo che il presidente autonomista formerà entro la fine dell'anno.
L'addio alla maggioranza è stato annunciato dai berlusconiani che fanno capo al coordinatore regionale Giuseppe Castiglione e più in generale all'asse Alfano-Schifani, dopo che ieri notte in aula è stato approvato un ordine del giorno nel quale da un lato si assicurano fiducia e sostengo pieno nell'operato del governatore e dall'altro si condanna in comportamento assunto negli ultimi mesi proprio da quella corrente del Popolo della libertà, accusata soprattutto di avere bocciato il documento di programmazione economica e finanziaria della Regione. L'odg è passato con 34 voti a favore, nove contrati e altrettante astensioni. «A questo punto usciamo dal governo», ha dichiarato il capogruppo del Pdl Innocenzo Leontini.
Ma non tutti i berlusconiani si chiamano fuori. Anzi, l'altra ala del partito, quella che all'Assemblea regionale ha recentemente fondato il gruppo Pdl Sicilia, che fa capo al sottosegretario Gianfranco Miccichè e da sempre si è dimostrata fedele alleata di Lombardo, resterà saldamente nell'esecutivo. Il Partito democratico, invece, è pronto a garantire l'appoggio esterno, anche se il segretario regionale, Giuseppe Lupo, usa parole di assoluta prudenza: "Valuteremo con attenzione i provvedimenti del governo".
Un governo che però va riformato almeno per tre dodicesimi. Come annunciato dal capogruppo del Pdl Leontini, dovrebbero uscire i due assessori di area Alfano-Schifani cioè Mario Milone e Nino Beninati (nonostante quest'ultimo ieri sera abbia votato a favore dell'ordine del giorno di sostegno a Lombardo) e dovrebbe restare fuori anche Gaetano Armao, avvocato amministrativista finito nella bufera perché accusato da numerosi parlamentari di conflitto d'interessi. Nel nuovo esecutivo due posti, al momento, sono destinati a tecnici graditi al Partito democratico che però, ufficialmente, resterà fuori dalla partita.
«Lavoreremo senza odio e senza polemiche e con qualche anticipo rispetto alla data del 31 dicembre formeremo una nuova giunta», ha detto Lombardo al termine della seduta. «C'è una base che conta circa 30 deputati e che ha un programma - ha aggiunto - Ci sarà una convergenza su questo programma, che sarà realizzato nella chiarezza assoluta».
Nel discorso che ha preceduto il voto dell'aula, Lombardo ha attaccato quei pezzi di maggioranza che avevano bocciato il Dpef: "E' stata - ha detto - la goccia che ha fatto traboccare il vaso, l'ultima di una serie di aggressioni". Il governatore ha anche rievocato i ripetuti tentativi "di abbatterlo". Ora Lombardo si appresta a formare la sua terza giunta da quando è stato eletto presidente della Regione siciliana.
«Dalla Sicilia parte la dissoluzione del centrodestra», afferma soddisfatto il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo. «Prendiamo atto che il presidente della Regione ha utilizzato parole dure verso la sua maggioranza e sulle politiche antimeridionaliste del governo Berlusconi. E' un dato politico interessante. Noi continueremo a svolgere il nostro ruolo di opposizione responsabile, valutando il merito dei provvedimenti del governo».

(09 dicembre 2009)

mercoledì 9 dicembre 2009

Serie A - Buffon sorregge la baracca, a Bari ci sarà


Il portiere della Juventus ha deciso di rinviare l'intervento al menisco dopo la partita di sabato contro il Bari, per poter dare una mano alla sua squadra, chiamata a risollevarsi dopo la disfatta di Champions contro il Bayern

..Il giorno dopo la debacle con il Bayern Monaco, la Juventus raccoglie i cocci di una caduta tremenda, che alla Vecchia Signora fa malissimo non soltanto per il morale ma anche per il bilancio societario: ad occhio e croce, tra mancati introiti garantiti dall'Euefa per il passaggio agli ottavi, diritti commerciali e vendita di biglietti sfumati, ieri sera Del Piero e compagni hanno 'bruciato' una quindicina di milioni di euro.



Tutti sotto processo, allora, come è inevitabile: dalla dirigenza, accusata di scarza esperienza in ambito calcistico, alla guida tecnica (Ferrara non può essere esente da colpe e probabilmente paga qualche 'peccato di gioventù') per puntare infine l'indice contro i giocatori più rappresentativi, soprattutto i miliardari acquisti brasiliani, Melo e Diego, inspiegabilmente deludenti, a dispetto delle premesse. L'unica via d'uscita è rappresentata come sempre dal campo, perché solo la vittoria aiuta a scacciare le polemiche (e la crisi).



"Restiamo uniti per non peggiorare la situazione" - è stato l'accorato appello di Cannavaro subito dopo la sconfitta dell'Olimpico. 'Peggiorare la situazione' significa perdere contro il Bari, sabato nel secondo anticipo della 16esima giornata. Ferrara rifletterà sui possibili rimedi necessari a scongiurare il pericolo, e intanto stamattina ha tenuto a rapporto i suoi nel centro sportivo di Vinovo.



Non sono più confortanti le notizie provenienti dall'infermeria: Sissoko non ha fatto a tempo a rientrare nei ranghi che si è di nuovo infortunato: lo sfortunatissimo maliano ha subito uno stiramento alla coscia sinistra che lo terrà fermo un mese, circa dieci giorni in più di Chiellini, vittima di una lesione di primo grado al bicipite femorale destro. Con Iaquinta ancora ai box dopo l'intervento al menisco, alla lista degli assenti si aggiungerà ben presto Gigi Buffon, costretto ad andare sotto i ferri per la rottura del menisco esterno del ginocchio sinistro .



Il numero 1 della nazionale avrebbe dovuto operarsi in mattinta, ma ha preferito rimandare l'intervento dopo la sfida con il Bari per poter restare vicino alla squadra. Un segnale forte e importante in un momento delicatissimo per la stagione della Vecchia Signora, una dimostrazione di professionalità e attaccamento alla maglia che società, compagni e tifosi di certo apprezzeranno. In mezzo a tanto sconforto, resta ancora qualcosa da salvare.



Eurosport

Champions League - Ferrara: "Non abbiamo scuse"

Partiamo da una prima considerazione: siamo degli­ illusi se pensiamo che in Italia si giochi il miglior­ calcio d'Europa. La Juve come l'Inter possono­ essere considerate forti per il nostro campionato ma in­ Champion mostrato tutti i loro limiti. Seconda­ considerazione: la Juve ha subito un tracollo­ societario che avrebbe messo in crisi chiunque, è­ venuta fuori con soluzioni a gestione familiare che non­ sembrano adeguate agli obiettivi prefissati; i primi­ sintomi in campagna acquisti, non si spendono tutti­ quei soldi per poi far giocare Diego fuori ruolo, non­ si dà via un giocatore come Marchionni, uno dei­ migliori esterni d'attacco tra le nuove­ generazioni, non si affida la guida tecnica ad un­ allenatore che ha nel suo curriculum un posto di 2°­ della Nazionale, non mettendo minimamente in­ discussione la serietà della persona Ferrara.Se proprio­ si voleva puntare su un giovane allenatore per­ ripartire il nome era Conti non Ferrara.


Terza ed­ ultima considerazione: non mettendo in discussione la­ proprietà, non lo si può i quattrini in fondo li tirano­ fuori loro, c'è da mettere in evidenza che le­ scelte dirigenziali della stessa sono state­ anch'esse improntate a scelte familiari: credo che­ il presidente Blanc non capisca niente di calcio e­ tantomeno diversi consiglieri di amministrazione; credo­ che il Ds Secco andava bene sino a quando aveva dietro­ un certo signor Moggi e non capisco a tutt'oggi­ dove è finita l'unica persona che aveva le­ competenze e la serietà giusta per far ripartire la­ Juventus, Bettega, nemmeno sfiorato da calciopoli e­ colpevole solo di far parte di un gruppo dirigenziale­ accusato di quello che si sa. Se la Juve non riesce in­ brevissimo tempo ad uscire da questa situazione rischia­ di compromettere per diversi anni ancora ll rilancio­ della squadra.



Da pietro, il mer 9 dic 22:37

martedì 8 dicembre 2009

Sgarbi porta Salemi a Gerusalemme e Betlemme


domenica 06 dicembre 2009



Il sindaco Vittorio Sgarbi porta Salemi in Terra Santa, riallacciandosi, anche con questa nuova iniziativa, al tema religioso che ha ispirato prima il «Festival del Cinema Visioni» e poi il «Festival della Cultura Ebraica e d’Israele» conclusosi pochi giorni fa. Salemi, tra l’altro, ha un forte legame storico con gli ebrei: nel 1492, prima dunque del decreto di espulsione degli ebrei dalla Spagna, a Salemi vi era una comunità numerosa che viveva nel quartiere della Giudecca, ancora oggi riconoscibile.

Dunque, ancora un momento di promozione dell’immagine della città siciliana all’estero, stavolta con la partecipazione del Comune all’importante «Festival di Arti e Mestieri antichi della tradizione italiana» che si svolgerà a Gerusalemme e Beetlemme da lunedì 7 a domenica 13 dicembre. Salemi sarà protagonista per un giorno, martedì 8 dicembre, con le «Cene di San Giuseppe», i tradizionali altari votivi che si allestiscono ogni anno in onore del santo e che richiamano in città migliaia di visitatori.

Il festival, promosso dal Consolato d’Italia a Gerusalemme e dall’Ufficio consolare per la Cooperazione italiana allo Sviluppo è stato ideato «per valorizzare - spiega il Consolato in una nota - nel contesto speciale e unico di Gerusalemme e Betlemme, le usanze popolari e devozionali dell’arte italiana. L’obiettivo è quello di avvicinare importanti culture del Mediterraneo e promuovere il dialogo finalizzato alla conoscenza reciproca».

Il Festival si aprirà domani, lunedì 7 dicembre, a Betlemme con l’esibizione del Coro Magnificat diretto da Hania Soudah Sabbara nella Basilica della Natività (Chiesa di Santa Caterina) con gli arrangiamenti dell’organista del Santo Sepolcro di Gerusalemme Padre Armando Pierucci.

giovedì 3 dicembre 2009

Inglese, in Sicilia l'ideatrice del nuovo metodo d'insegnamento


Da domani torna in Sicilia l'autrice di "The Square", il rivoluzionario sistema d'insegnamento della grammatica inglese. Santina Spiriti, dopo la presentazione alla stampa lo scorso 15 ottobre a Borgetto e il I Convegno Regionale a Salemi, farà nuovamente tappa nell'Isola per illustrare i vantaggi del metodo di insegnamento della lingua inglese da lei inventato. Diversi gli incontri in programma fino al 5 dicembre: tra questi uno a Borgetto venerdì prossimo alle ore 9. L'autrice proporrà "The Square" agli alunni delle scuole locali. Alle lezioni, assieme ai ragazzi, prenderanno parte anche gli amministratori comunali che già ad ottobre, durante la conferenza stampa di presentazione, hanno avuto modo di scoprire i vantaggi offerti dall'innovativa metodologia e riconoscerne l'efficacia. L'inglese si può insegnare con un unico disegno comprendente quattro quadrati in forma scalare - ricorda l'autrice stessa, Santina Spiriti - perché permettono la modularità e la stessa...

Il prete nasconde la targa per Ignazio Salvo

di Salvo Palazzolo




- La targa dorata che ricorda Ignazio Salvo, il potente esattore di Salemi condannato per mafia al maxiprocesso, non brilla più nella chiesa di Regina Pacis di Palermo. Il nuovo parroco, Giovanni Basile, ha deciso di toglierla dall'ingresso del confessionale che era stato donato dalla famiglia dell'imprenditore: al suo posto c'è adesso un crocifisso. La targa è stata spostata sul retro del confessionale, intanto relegato in fondo alla chiesa del quartiere Matteotti.




L'anno scorso era nato un caso dopo che Repubblica raccontò di quella targa dove è scritto in bella evidenza: «In perpetua benedizione e memoria di Ignazio Salvo. Ad maiorem Dei gloriam». Chissà se il 17 settembre 1992, mentre i killer di Totò Riina gli sparavano, anche lui, uno degli uomini più potenti di Sicilia, ha invocato Dio. Per la giustizia italiana, comunque, Ignazio Salvo resta un condannato per mafia. E assieme al cugino Nino è il simbolo di una drammatica stagione. Per questo alcuni parrocchiani di Regina Pacis non avevano mai gradito quella presenza ingombrante.



L'allora parroco, Aldo Nuvola, si era giustificato: «La vedova Salvo è una straordinaria animatrice della Caritas, alla chiesa ha fatto tante donazioni. E poi, per quel confessionale ho chiesto autorizzazione all'arcivescovo De Giorgi». Dice oggi padre Basile, da nove mesi a Regina Pacis: «Ho fatto una cosa semplice, direi naturale, perché quando ci si confessa bisogna guardare il crocifisso, non altri. E poi il confessionale è stato spostato nella cappella del battesimo: in fondo, la riconciliazione con Dio vuol dire rinascere». La targa, seppur nascosta, resta comunque sul confessionale. Sostiene il parroco: «I processi degli uomini accertano un colpevole e una verità processuale, che non è tutta la verità».

BUON NATALE !!!!!!


Lo spot di "Le Monde", ironico su Berlusconi