domenica 31 luglio 2011

LA CAPRA ALATA!!!!!

L'Etna dà spettacolo nella notte

L'Etna dà spettacolo nella notte
Attività stromboliana con fontane di lava altre fino a 500 metri e visibili da gran parte dei centri abitati nella provincia di Catania.



capra al posto del leone


Uno Sgarbi furioso mette una capra al posto del leone


SALEMI (Trapani). Vittorio Sgarbi mette una capra alata al posto del leone di San Marco, logo della Biennale di Venezia. L'animale sgarbiano, refrain con cui il critico d'arte usa tappare la bocca alle donne in tivù quando gli obiettano, è stato rispolverato per vendicarsi della Biennale d'Arte veneziana che gli ha proibito l'utilizzo dell'emblema marciano nella mostra da lui organizzata a Salemi per il 7 agosto, presente il ministro delle Politiche Agricole Francesco Saverio Romano («imputato per mafia» come viene spiegato nell'invito).
 Il logo - dicono da Venezia - non può essere copiato perché non inserito ufficialmente nel calendario approvato dal ministero dei Beni Culturali, e questo nonostante le opere degli artisti che Sgarbi ha inviato nella cittadina siciliana provengano dal "Padiglione Italia" della stessa Biennale, di cui lo stesso Sgarbi è il curatore.  La decisione ha imbestialito il critico d'arte e sindaco di Salemi.
Da qui l'idea di ritoccare il nobile animale col photoshop riducendolo allo stato caprino, una soluzione grafica che sovrasta lo slogan «Salemi alla Biennale a Salemi» per significare, appunto, da un lato la presenza del Comune siciliano all'interno del "Padiglione Italia" con il "Museo della Mafia", e dall'altro l'inaugurazione a Salemi delle mostre degli stessi artisti presenti alla 54ma esposizione internazionale d'arte.
A scoprire il valore di un brand nato dall'ira e poi standardizzato nel corso di collaudate intemperanze televisive, è stato lo stesso Sgarbi che lo ha subito valorizzato.
Una capra in pelo e ossa lo accompagnava e faceva il suo ingresso nella prima puntata dello show - «Ci tocca anche Vittorio Sgarbi» - in cui il critico intendeva portare la cultura a un più ampio share televisivo. Era un bell'esemplare bianco e nero, i colori del cane di Fiorello e, quando entrò nella Scuola di Atene di Raffaello, si comportò bene interpretando con dignità la sua parte caprina.  Il programma non ebbe comunque successo, anzi, deluse il pubblico, gli ascolti precipitarono e la direzione di Rai Uno fu costretta a sopprimerne la messa in onda. Salva la capra ma non il programma.  Un concetto biunivoco funziona meglio se possiede identica capacità evocativa (quello di capra-Sgarbi lo è) qualsiasi sia il lato da cui lo si affronta. La cosa fu chiara a tutti dopo il celebre duetto tivù in cui Sgarbi dava della capra a Fiorello, «capra, capra, capra...» (per scherzo ovviamente) con il comico che rispondeva nell'identico martellante modo «Sgarbi, Sgarbi, Sgarbi...».  Capre ovviamente sono le donne, con una sola eccezione riservata allo scrittore Aldo Busi cui Sgarbi dette della capra, ma anche del «mentecatto assoluto» e del «depensante assoluto».  Così l'insulto, se breve e irrimediabile, diventa ancor più efficace quando è ripetuto, esso confonde l'avversario e ottiene il vantaggio cercato dallo spot pubblicitario, si stampa nelle teste insomma. Al Benigni presentatore di Sanreno, Sgarbi ripete ad libitum: «ridia i soldi, ridia i soldi, ridia i soldi...», solo con una breve interpunzione di «pagato, pagato, pagato...»

martedì 26 luglio 2011

L'INVITO ALL'IMPUTATO DI MAFIA!!!!


Sgarbi sugli inviti della mostra
"Presente il ministro imputato per mafia"


La provocazione è legata al caso di Saverio Romano per il quale i pm di Palermo hanno chiesto il rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa


"Sarà presente il ministro delle Politiche agricole Saverio Romano, imputato per mafia". Così sta scritto nell'invito che Vittorio Sgarbi, sindaco di Salemi (Trapani), ha fatto stampare per una serie di mostre dal titolo "L'arte non è cosa nostra" che s'inaugurano domenica 7 agosto a Salemi. Una sottolineatura provocatoria, quella di Sgarbi, per alludere al fatto che da 8 anni il ministro e leader politico siciliano è oggetto di indagine per presunte collusioni con la mafia.
"Poche settimane fa  -  spiegano dallo staff del primo cittadino  -  nonostante i pm titolari dell'indagine avessero chiesto l'archiviazione per il presunto reato di concorso in associazione mafiosa, il gip ha disposto l'imputazione coatta. Così, in questi 8 anni, l'imputazione per mafia è diventata una sorta di 'qualità' di Romano, da menzionare al pari di titoli e cariche". Il ministro il 7 agosto alle 18,30 sarà, dunque, a Salemi assieme a Vittorio Sgarbi.

lunedì 25 luglio 2011

Alonso e il mistero di quei giri poco veloci


I ferraristi più sfegatati ci saranno rimasti male per quella vittoria che sembrava lì, a portata di mano, ma sfuggita dalle dita. Hamilton così vicino eppure così lontano. Hamilton che guidava come un diavolo. Veloce, aggressivo, mai una sbavatura. E mai nemmeno un rimprovero dai box - lui così spesso portato a esagerare e a maltrattare gomme, freni, cambio e motore - stavolta guidava in modo impeccabile.
Sì, i ferraristi più oltranzisti ci speravano in una vittoria in extremis. Perché ormai s’è capito che il cronico punto debole della Ferrari - quello di non riuscire a scaldare in fretta le gomme a inizio di uno stint di gara - alla lunga può trasformarsi un vantaggio: gli pneumatici durano più a lungo. E allora molti - me compreso - immaginavano che Hamilton negli ultimi giri sarebbe entrato in crisi di gomme prima di Alonso. E perciò sarebbe andato ai box a montare le mescole dure che erano circa 2” al giro più lente delle soft. E che in quel frangente la Ferrari - restando fuori con le soft usate ma ancora in buone condizioni perché meno usurate -avrebbe girato abbastanza più veloce da scavalcare Hamilton.
Invece non è successo quello che era logico. È capitato il contrario: che Hamilton ha messo le mescole dure nuove ed è andato ancora più forte invece che più piano; mentre le soft usate di Alonso sono crollate.
Ma c’è qualcosa che non torna completamente in questa spiegazione. La Ferrari ha confessato a fine corsa che quella di restare fuori è stata una mossa fatta non per convinzione, ma per disperazione. Sapevano che Alonso non avrebbe potuto forzare il ritmo mentre Hamilton sostitutiva le gomme ma erano in un certo senso obbligati a restare in pista perché sarebbe stato inutile “copiare” la strategia di Hamilton che li avrebbe lasciati alle spalle della McLaren.
Ma allora perché Massa, mentre Alonso arrancava girando in 1’35”3 e poi 1’35”8, in quegli stessi giri attorno al 50°/51° passaggio viaggiava un secondo più veloce di Fernando e comunque costantemente in 1’34” e rotti? Non s’è mai visto un Massa più veloce di Alonso e di così tanto; di solito gli cede tra i 3 e i 5 decimi. Allora cos’era successo?
Spiegazione numero 1: le gomme soft di Massa avevano meno giri sulle spalle di quelle di Alonso. Massa s’era fermato al 41° giro, Alonso dieci passaggi prima: al 32°. Dieci giri fanno una buona differenza, ma non ci basta. Perché una volta che le gomme di Massa nel finale di gara hanno raggiunto l’usura di quelle di Alonso, il brasiliano riusciva comunque a fare 1’35” netto. Quindi Massa con gomme finite è stato comunque diversi decimi più veloce di Fernando. Strano, molto strano visto che Alonso guida con i guanti di velluto e non maltratta gli pneumatici come Massa che ha sempre meno autonomia sulle gomme.
Spiegazione numero 2: Massa era pressato da Vettel alle spalle quindi aveva una “motivazione” per andare più veloce del suo passo abtiuale. Ma la spiegazione non regge perché Alonso aveva Hamilton davanti da superare per la vittoria. Quale motivazione migliore?
A questo punto la possibile spiegazione di quei giri poco veloci di Alonso è la benzina. E se la Ferrari avesse caricato un po’ meno benzina del necessario per risparmiare peso (bastano 5-6 kg di carburante in meno)? In fondo i ferraristi, come tutti, si aspettavano una gara sul bagnato. È il medesimo rischio che a Silverstone si era presa la McLaren nelle stesse condizioni climatiche (anzi là pioveva proprio). Infatti ricordate come dai box poi pregarono Hamilton di rallentare per non restare a secco? E se la Ferrari avesse fatto uguale?
L’indizio chiaro che potrebbe essere successo proprio questo viene dal fatto che Alonso a fine gara ha spento il motore e parcheggiato la 150 Italia a metà del giro di rientro. La Ferrari stessa ha ammesso che il pilota s’era fermato volontariamente per non bruciare anche l’ultima goccia di benzina e lasciarne invece una sufficiente quantità nel serbatoio per le analisi post-gara come da normative (un litro, dice il regolamento).
Quindi i casi sono due: o non ne avevano imbarcata abbastanza per una gara tutta su asciutto, oppure se n’era consumata eccessivamente perché la gara era stata troppo “tirata”. In tutti e due i casi una strategia ad alto rischio.
E pare proprio che sia successo questo. Non lo ammetteranno mai a piena voce, ma lo ha fatto capire indirettamente la stessa Ferrari a fine corsa, parlando di “assetto-compromesso” scelto per la gara. Loro erano davvero convinti che sarebbe venuto a piovere. E hanno adottato una tattica rischiosa. Che ha portato il podio ma non la vittoria.
Non sapremo mai come si sarebbe orientata la gara se Alonso avesse imbarcato 8-10 kg in più di benzina. Forse sarebbe stato passato anche da Webber per il ritmo meno rapido, forse avrebbe vinto. Ma è la prova chein F.1 si viaggia veramente al limite. Non solo dei centesimi di secondo, ma anche dei grammi.
Alberto Sabbatini
Articolo tratto da Autosprint

venerdì 15 luglio 2011

Nino Tilotta Vittorio Sgarbi Alba Parietti Salemi.wmv



Che Dio salvi Salemi da personaggi come Tilotta !!!!
E non con il senno di poi, ma mentre assistevo alla manifestazione!!!
A guardarla ora c'è da sbellicarsi dalle risate.

giovedì 14 luglio 2011

Ora Sgarbi chiede le dimissioni della presidente del Consiglio Asaro e invoca elezioni anticipate


Aveva annunciato Vittorio Sgarbi di sospendere ogni attività amministrativa “fino quando saranno ripristinate le regole democratiche”.
L’estensione dell’inchiesta relativa alla persona di Pino Giammarinaro a quella amministrativa del comune l’aveva ritenuta “eversiva e pericolosa per le istituzioni e la stessa democrazia”. Parole cadute nel nulla? Parrebbe di no. Un primo effetto le hanno avute. Il ricompattamento della maggioranza in Consiglio Comunale. Che ha approvato, agevolmente e senza le difficoltà registrate ad esempio in altri comuni, un Bilancio di Previsione addirittura modificato in peggio, secondo quanto sostiene Domenico Venuti. “L’aspetto inquietante – a parere del capigruppo del Pd - è che, per molti, tutto procede come se a Salemi non fosse successo nulla, anzi gli avvenimenti accaduti, compreso l’insediamento della Commissione Ministeriale di accesso agli atti, hanno favorito un ricompattamento di quelle forze che nei mesi scorsi apparivano disgregate. In quest’ottica andrà inquadrato il voto sul riconoscimento dei debiti fuori bilancio, previsto per giovedì prossimo, che ci auguriamo, per i debitori oltre che per la Città, trovi medesime convergenze nonostante l’assenza di benefici, almeno di quelli diretti, per quanti decideranno di sostenerlo.” Voto però che questa volta non c’è stato. La seduta del Consiglio infatti è andata deserta. Uno degli argomenti da trattare era appunto una delibera che avrebbe dovuto sanare un debito fuori bilancio riguardanti alcune mostre tenute negli anni scorsi. Una situazione altalenante, quindi. Un segnale, secondo alcuni, della profonda crisi e dell’instabilità politica che regna ormai in città. Gli undici consiglieri che avevo detto di si al Bilancio, si sono ridotti questa volta a sette. I due del Pd hanno abbandonato l’aula per protesta a causa dell’assenza di rappresentanti della Giunta. Oggettivamente un vulnus per l’amministrazione, dal momento che di debiti fuori bilancio ce ne sarebbero altri in attesa di essere approvati ormai da quasi due anni. Ma in questa occasione il presidente del Consiglio Giusy Asaro ( ex area Giammarinaro, ora passata con l’on. Ruggirello) ha voluto fare sapere la sua non rispettando il fair-ply istituzionale . Intanto sottolinenando l’ennesima assenza di Vittorio Sgarbi dai lavori consiliari. Precisando che il suo è un intervento istituzionale, e non politico, ha ritenuto che non “si può più continuare a navigare a vista e tutti ci saremmo aspettati che il sindaco si fosse presentato onorando il ruolo istituzionale di ciascun consigliere.” Apriti cielo! La risposta del sindaco non si è fatta attendere e con i soliti toni, noti a chi lo segue nelle televisioni, ha ribadito di non accettare“come in altre occasioni, lezioni dal Presidente del Consiglio Comunale perché non voglio onorare il ruolo di nessun consigliere che non si onori da se stesso. E per la stessa ragione con la quale i consiglieri Verde, Bascone, Ferro e Cascio hanno invitato gli assessori in quota a Giammarinaro a dimettersi, chiedo alla Asaro di rassegnare subito le dimissioni, essendo io testimone che della sua elezione a Presidente del Consiglio Comunale, Pino Giammarinaro è stato il suo grande elettore. Non renderò dunque l’onore ad alcun consigliere comunale tra quelli eletti nella mia coalizione se prima non lo renderanno a Giammarinaro”. Invoca infine le lezioni anticipate e “minaccia” di ricandidarsi, solo, contro tutti. Ma le polemiche oltrepassano anche i confini comunali. Come si ricorderà, Sgarbi aveva trovato il tempo anche di criticare alcuni impianti eolici in fase di realizzazione nel territorio della vicina Partanna, annunciando persino iniziative giudiziarie. Oggi si sono registrate le reazioni del vicesindaco della città belicina Nicolò Catania. Che giudica le esternazioni del sindaco di Salemi  “ del tutto gratuite e prive della più elementare conoscenza degli atti” ma anche “dal chiaro sapore intimidatorio nei confronti degli organi preposti che vigileranno a prescindere dal richiamo del sindaco Vittorio Sgarbi, il quale farebbe meglio ad occuparsi del governo della sua città che a quanto pare non naviga in buone acque.”

Erice: un luogo Magico

mercoledì 13 luglio 2011

Fischi per Sgarbi contestato a Polignano a Mare - L'audio esclusivo di R...

Sgarbi Insulta il pubblico a Polignano a Mare


In alto il video della litigata di Vittorio Sgarbi con il pubblico di Polignano a Mare, l’altro ieri, a proposito dell’eolico.
Sgarbi discute alla sua maniera con il pubblico  dando del "drogato, spacciatore" ad uno spettatore che lo contesta che viene stranamente allontanato dai vigili urbani

Dunque Sgarbi è in tour per presentare il suo libro Viaggio sentimentale nell’Italia dei desideri. Ebbene, anche durante la sua presentazione, non perde l’occasione di scatenarsi contro le pale eoliche di cui è divenuto, da quando è stato eletto sindaco di Salemi, acceso nemico. Per Sgarbi le pale eoliche oltre a rappresentare uno stupro per il paesaggio significano affari della mafia. E da questo assioma i pugliesi si sono sentiti offesi. Perciò hanno risposto e la battaglia è divenuta insulto finché è degenerata, secondo quanto riferiscono le cronache, nel lancio di oggetti.
Fabiano Amati assessore regionale all’ambiente commenta:
E’ stupefacente che in piena crisi ambientale ci sia qualcuno che aggredisca le politiche innovative di economia verde, sull’infondato argomento dello sfregio paesaggistico, non accorgendosi che senza rinnovabili tra un po’ di decenni toccherà alla terra nel suo complesso la sorte distruttiva, altro che paesaggio.
E consiglia la visione di The age of stupid.

UNA GUIDA NUOVA E DI SPESSORE PER IL PDL?

CERTO E  MAGARI DONNA : IL NOME ?

                  M  A  R  I  N  A
BRAVA IMPRENDITRICE,LIBERALE CON CHI NON LA PENSA COME LEI,DECISA: PUO' ESSERE PREMIER !

U
mberto Bossi si è  allevato un successore in famiglia, un delfino sotto forma di trota. In casa Berlusconi, tanto per restare in tema acquatico, è  invece cresciuta spontaneamente, a piccoli ma decisi passi, una stella.
Da mesi i giornali fantasticano sui nomi dei possibili sostituti del premier e lui si diverte a stuzzicarli. Due casi recenti: prima il Cavaliere ha lanciato l’esca Angelino Alfano - già indicato negli anni scorsi come il favorito - e quando tutti hanno abboccato ha inviato repentina smentita. Poi, non più tardi di due giorni fa, ha accreditato Giulio Tremonti, battezzandolo come l’unico in grado di sostituirlo.
Posto che sulle qualità dei due ministri di cui sopra non si discute e nell’immediato entrambi sarebbero in grado di reggere adeguatamente l’ingombrante testimone, va notato che ormai da mesi s’impone con forza un’altra personalità. Una piccola stella, dicevamo, sempre più splendente, che risponde al nome di Marina Berlusconi. Per ora il cursus honorum della signora verso la leadership si è svolto quasi esclusivamente sul  Corriere della Sera, a colpi di interviste (l’ultima ieri). Ma è proprio leggendo le sue dichiarazioni e notandone l’evoluzione negli anni che si può affermare senza timore di sbagliare: ha tutte le carte in regola per guidare il centrodestra.  Spieghiamo perché.
Punto primo, la carta d’indentità. Nata nel 1966, ha la maturità necessaria per comandare e al contempo la propulsione non indifferente della gioventù, garantirebbe un ricambio generazionale di cui questo Paese probabilmente sente il bisogno.
Punto secondo, è  un’imprenditrice di successo e del resto ha avuto un ottimo maestro, senza contare l’influenza positiva del Dna. Da anni  è  al timone della Mondadori, non si risparmia e la conduce con il talento che merita una delle più grandi aziende italiane. Non solo, il modo in cui la gestisce è  indice del suo temperamento liberale. Non mette il naso nelle scelte editoriali, anzi permette all'intellighenzia più ferocemente  antiberlusconiana di pubblicare e godere di un palcoscenico inimitabile.
Ha sopportato le critiche di Roberto Saviano, attacchi che avrebbero steso ben altri manager. Alle letterine indignate dello scrittore, ha sempre replicato con classe e fermezza, non ha mai fatto passi indietro nella difesa di suo padre però  ha sempre ribadito la sua intenzione di garantire totale libertà agli autori. Se c’è  una cosa di cui Saviano non può accusarla, è  di avergli negato appoggio, visibilità e completa disponibilità dei suoi dipendenti. Lo stesso ha fatto con altri contestatori dell'ultima ora come il teologo Vito Mancuso. Assume gay, etero, cattolici, atei senza pregiudizi, basta che siano capaci.
Ennesimo punto a favore: Marina non le manda a dire. Ha ben chiare le battaglie che il centrodestra ha combattuto in questi anni e mette la sua sua spada al servizio della causa con coraggio. Ieri a Daniele Manca del Corriere ha espresso il proprio pensiero sulla giustizia. Per lei, il circo mediatico-giudiziario è  una  «quasi ventennale anomalia che nasce proprio da un’assenza di politica. Perché l’opposizione ha rinunciato a svolgere il suo ruolo e spera soltanto nei plotoni di esecuzione mediatici e giudiziari, che tengono nel mirino anche le nostre aziende». E ribadisce: «è dal 1994 che la vita del Paese è  avvelenata dal rapporto perverso tra certa magistratura e certa informazione». Certe toghe, non tutte, poiché  «la stragrande maggioranza dei magistrati fa il suo lavoro in silenzio e con la massima professionalità  e onestà  intellettuale».
Le sono bastate poche righe per stendere il partito di Repubblica, che attua «un linciaggio sistematico» contro suo padre. Cita Carlo De Benedetti, spiega che per il suo gruppo ha sfruttato le stesse leggi che si volevano redatte «ad aziendam» per Mondadori, indica nel gruppo Espresso la vera macchina del fango. Non ha paura di esprimersi sull'inchiesta Ruby, definita una «farsa». Riesce a parlare con la stessa autorità della gogna giudiziaria di Silvio e della guerra in Libia, un orrore che probabilmente non si poteva evitare poiché «facciamo parte della Nato»  e «il governo ha fatto quanto era giusto fare».
Marina si rivela temprata nella tempra dei capi quando affronta a muso duro GIanfranco Fini: «Gente che pur avendo tratto molti vantaggi dal rapporto con mio padre, si lascia schiacciare da un complesso di inferiorità che paradossalmente la porta a detestare chi l'ha sostenuta». E non parla per metafore, sillaba nomi e cognomi. Come quello di Ezio Mauro. Il direttore di Repubblica ha commentato indignato la sua intervista, affermando che le dichiarazioni di Marina sono «una miseria italiana» e che il suo gruppo  editoriale rispetta pienamente la legalità. Lei lo ha freddato, facendogli notare il conflitto d’interessi fra «demagogia pubblica e portafogli privato», e gli azionisti sono sistemati.
Ricercate il famigerato  “spirito del ’94”, la mitologica scaturigine del berlusconismo? Guardare che sentimento, che rabbia e insieme che moderazione traspirano dalle sue parole. Certo, lei dice che ama il suo lavoro, che non vuole dedicarsi alla politica. Spiega che serve consenso e non trasmissione ereditaria. E ha ragione, sa che i cittadini devono scegliere, solo loro possono decidere ed eventualmente eleggerla.  A noi queste considerazioni sembrano indice di qualità e di rispetto per gli italiani. Signori, qui c’è  un imprenditore giovane, alieno alle sofisticherie della politica professionale, fresco e deciso, liberale, entusiasta e battagliero. Si chiama Berlusconi. Il 1994 è di nuovo fra noi, più forte di prima.

di Francesco Borgonovo

giovedì 7 luglio 2011

Ex assessore di Sgarbi condannato per truffa

Ex assessore di Sgarbi condannato per truffa
Salemi: l'ingegnere Salvatore Angelo avrebbe falsificato documenti sullo stato di un immobile per ottenere finanziamenti

MARSALA (TRAPANI) - L'ingegnere Salvatore Angelo, 70 anni, di Salemi, ex preside del liceo classico e ex assessore all'Istruzione della giunta del sindaco Vittorio Sgarbi, dalla quale si è dimesso la scorsa settimana, è stato condannato a otto mesi di reclusione, pena sospesa, per truffa aggravata nell'ambito dell'erogazione dei fondi pubblici per la ricostruzione degli immobili distrutti o danneggiati dal terremoto che devastò la Valle del Belice nel gennaio 1968.

La sentenza è stata emessa dal giudice dell'udienza preliminare di Marsala, Annalisa Amato, a conclusione del processo celebrato con il rito abbreviato. Secondo l'accusa, l'ingegnere per ottenere finanziamenti, avrebbe falsificato, con la complicità di un tecnico a processo col rito ordinario davanti al Tribunale, documenti sullo stato di un immobile a quattro elevazioni, per una superficie complessiva di 500 metri quadrati, nel centro di Salemi.

Un'analoga richiesta era stata presentata, ma respinta, dall'ex proprietario perchè, dopo il sisma del 1968, la costruzione era stata dichiarata agibile. Il palazzo per decenni è stata adibito a scuola pubblica, sede di uffici comunali e di collocamento. L'indagine, condo
tta dalla guardia di finanza della Procura di Marsala, nel 2008 era sfociata nel sequestro preventivo dell'immobile e di un conto corrente bancario sul quale erano stati versati 290 mila euro. Il Gup Amato ha ordinato la restituzione dell'edificio, ma la confisca del denaro sequestrato.


lasiciliaweb 05/07/2011

sabato 2 luglio 2011

OSPEDALE TAGLIATO


Ospedale “tagliato”
02/07/2011






Il vice sindaco Antonella Favuzza interviene sull’inaugurazione del Pta di Salemi e sul nuovo modello di organizzazione della struttura ospedaliera: "L’ospedale di Salemi viene sempre più ridotto a infermeria. Grande rispetto per i tanti, bravi medici e infermieri che vi lavorano, ma questa nuova organizzazione ha un solo un obiettivo: tagliare i costi. Non è un caso se molti medici sono andati a lavorare altrove. La differenza che passa tra un vero ospedale e il modello di assistenza del Pta che si è inaugurato nei giorni scorsi a Salemi, senza volere essere irriverenti, ma solo per dare l’idea della differenza, è un po’ come quella che c’è tra un cavallo e un asino. Ora, la di là dell’ironia, ci vuole davvero una faccia di bronzo a festeggiare, come sta facendo il Partito democratico, il progressivo smantellamento dell’ospedale".



Dopo avere apprezzato lo sforzo dell’assessore Russo che tenta di contenere i costi delle spese sanitarie siciliane, il vicesidaco Favuzza, ha criticato i festeggiamenti del Partito democratico di Salemi in occasione dell'inaugurazione della struttura sanitaria dichiarandoli: "un’offesa alla povera gente, la sola chiamata a pagare i costi di questa riforma - inoltre aggiunge - lo dimostrano le parole del Procuratore generale della Corte dei Conti della Sicilia Giovanni Coppola, che appena ieri, per esprimere un suo giudizio sulla sanità siciliana, ha dichiarato che - in Sicilia il miglior ospedale è l'aeroporto Falcone-Borsellino.-  Nel senso che, quando c'è qualcosa di serio, per i siciliani è meglio prendere l'aereo per andare a curarsi altrove”.

Sull’assenza del sindaco all’inaugurazione del Pta, il vicesindaco Favuzza ha detto che: "è una protesta forte a difesa delle aspettative dei salemitani. E fa da contraltare alla  massiccia presenza di esponenti locali, provinciali e regionali del Partito Democratico Il Pd, infatti, ha messo il cappello su questo nuovo modello di ospedale. E’ certamente un gesto di chiarezza: per noi amministratori, ma soprattutto per i cittadini che avranno chiaro, adesso, chi offre copertura politica a questo andazzo. Noi non ci stupiamno affatto. Del resto - conclude Favuzza - 

il Pd di Salemi, è notoriamente ambiguo. Invoca, retoricamente, parole come legalità e trasparenza, ma non dice una sola parola a difesa, per esempio, di operai locali lasciati per mesi senza salario. Ecco, il segretario cittadino del Pd, se solo avesse consapevolezza di quello che gli fanno scrivere, farebbe bene a preoccuparsi  della tutela della classe operaia.  Cosa che, al suo posto, sta comunque facendo il comune".

da TrapaniCronaca.it


A Salemi arriva la principessa
01/07/2011





Sarà la principessa Oliva Salviati a prendere il posto dell’assessore Salvatore Angelo nella giunta di Salemi
Il sindaco Vit-torio Sgarbi, ancora una volta, sorprende tutti. La no-bildonna romana assumerà la delega alla Sanità equa. “La principessa è nota, tra le altre cose - spiega Sgarbi - per la sua strenua lotta contro la chiusura dell’ospedale San Giacomo di Roma, per contrastare la quale ha promosso una mobilitazione coinvolgendo anche il presidente emerito della Repubblica francese Valery Giscard d’Estaing. Con la nomina di Oliva Salviati intendo restituire alla città di Salemi la pienezza delle funzioni della sua struttura ospedaliera, a garanzia dei cittadini ed in considerazione del rinnovato interesse turistico per la città.”. La Salviati, attualmente all’estero, sarà a Salemi la seconda settimana di agosto per sottoscrivere l’accettazione dell’incarico.

venerdì 1 luglio 2011

Sgarbi show, 800 mila euro di scenografia gettati al macero

Sgarbi show, 800 mila euro di scenografia
Doveva “restare alla Rai”, finirà al macero

Guardate bene l’immagine in pagina. Una fotografia preziosa, quasi unica. Abbiamo pubblicato quel che sarà un reperto storico, un’opera classica e moderna insieme: lascenografia del programma di Vittorio Sgarbi, chiuso per fallimento di ascolti, era talmente avanti, troppo. E anche inutile, molto: così la Rai ha ordinato la demolizione immediata per far sparire con un colpo di vanga 800 mila euro (mal) spesi. Pochi telespettatori (due milioni) hanno ammirato la raffinata riproduzione di Raffaello: la Scuola di Atene che avvolgeva un palco immenso, e poi cariatidi in gesso, colonne in stile dorico, ionico e corinzio.
L’esperimento televisivo di Sgarbi è durato una puntata, tre ore abbondanti. L’azienda l’ha segato sul più brutto – dati Auditel drammatici per Rai1 – bruciando milioni di euro.
Non basta una fiammella per cancellare un investimento imponente per una prima serata.

Per Viale Mazzini il conto è aperto: il contratto con la società Ballandi per 2,35 milioni di euro, un milione di euro per il critico con un accordo in scadenza a dicembre, un milione per i costi industriali e di rete.
E ancora, la beffa per gli inserzionisti: 1,6 milioni di euro per una vetrina pubblicitaria trasformata in scantinato per cinque serate su Rai1 con un minimo garantito del 18 per cento di share, e invece Ci tocca anche Sgarbi, or vi sbigottirà (anagramma del suo nome) ha avuto vita breve e faticosa con esordio-addio un mercoledì di metà maggio con l’8,27 per cento di share e minimi monoscopici al 5,65, nel senso che il monoscopio tira di più.

Osservatore artistico e poco matematico, il sindaco di Salemi ha sempre rifiutato un confronto numerico: “La televisione è estetica”.
L’ex scenografia di via Tiburtina aveva il pregio di farsi guardare e un difetto economico: la spesa aveva una ragione se spalmata nel lungo periodo, ma per tre ore – quasi 300 mila euro ogni 60 minuti, il rischio era calcolabile – era un lusso spropositato persino per le casse (pubbliche) di Viale Mazzini. E finanche per le tasche private.

Non ha portato fortuna la visita notturna di Silvio Berlusconi, di soppiatto a mezzanotte con codazzo di scorta negli studi romani tra ponteggi ancora bullonati e scatoloni pieni di roba. Il Cavaliere, però, annusava l’errore: “Struttura magnifica eppure troppo eccessiva. Da noi non l’avresti mai fatta”, disse al padrone di casa Sgarbi, infilzato da un commento resistente a qualsiasi gesto scaramantico. In conferenza stampa con le occhiaie evidente per il brindisi nella notte a Palazzo Grazioli, il sindaco di Salemi parlava ai giornalisti mentre la Rai calava la saracinesca sul programma: “Fanno bene. Poteva essere un matrimonio, è stato un funerale”. Soltanto che la celebrazione, seppure luttuosa, è finanziata con i soldi Rai. Adesso manca persino il luogo della scomparsa, forse la scientifica potrebbe rintracciare un pezzetto di acquerello o una pietra di statua: c’è il nulla in via Tiburtina, il programma è letteralmente al macero con le sue stravaganze e i suoi gioielli.

E pensare che Sgarbi, per limare il sacrificio di Viale Mazzini (circa 4 milioni di euro), desiderava lasciare in eredità la Scuola di Atene. Lo aveva ribadito insieme a Carlo Vulpio, autore anche lui del flop, nella conferenza del 19 maggio. “Poteva costare anche 1,2 milioni di euro, tanto è bella, tanto è fatta bene, tanto è utilizzabile per il resto”. Aspettando un erede del critico, occupare uno studio all’infinito era l’ennesima spesa immotivata per la Rai, ancora più difficile che trovare uno sgabuzzino per custodire il lascito di Sgarbi.
La fine indegna è nella spazzatura.

Da Il Fatto Quotidiano del 29 giugno 2011