lunedì 30 aprile 2012

Grillo: "La crisi è peggio della mafia"


               PER  NON DIMENTICARE

                     a pochi giorni dalle elezioni regionali

Ferma condanna per le affermazioni di Grillo a Palermo: "La mafia non strangola le sue vittime". Gli artigiani siciliani: "Torni a fare il buffone". Fiorello commenta: "Ha detto una grande cazzata"


PALERMO - È rivolta per le parole pronunciate ieri a Palermo da Beppe Grillo durante il comizio di chiusura della campagna elettorale del candidato a sindaco di Palermo del Movimento cinque stelle. "Grillo dice che la mafia non ha mai strangolato i suoi clienti limitandosi a prendere il pizzo? Forse dimentica che ha anche ucciso le persone che il pizzo non hanno voluto pagarlo", ribatte Pina Maisano, vedova di Libero Grassi, l'imprenditore ucciso da Cosa Nostra per essersi ribellato al racket. Pina Maisano è sconcertata quando apprende delle dichiarazioni pronunciate ieri a Palermo dal comico genovese: "Per fortuna non avevo ancora letto i giornali, altrimenti mi sarei sentita male", dice, aggiungendo di "condividere pienamente" il coro di proteste che si è levato dai familiari di vittime della mafia. "Inizialmente - spiega - provavo una certa simpatia per Grillo. Adesso mi sembra solo un populista che cerca di cavalcare l'avversione della gente verso i partiti". "La politica è la cura della Polis, la difesa dell'interesse dei cittadini. Insomma è qualcosa di nobile. Se la mafia uccide le persone, la corruzione e la cattiva politica uccidono il Paese. Io personalmente non ho ricette, ma quello di Grillo mi sembra davvero un modo di fare politica pressappochista e superficiale".
"Grillo non sa niente di mafia, ha detto una grande cazzata", ha detto Fiorello, nel corso della sua rassegna stampa postata su YouTube. 

"Le parole di Beppe Grillo, che ieri a Palermo ha detto che la mafia non strangola i suoi clienti limitandosi a prendere il pizzo, sono un'offesa nei confronti di tutti i familiari delle vittime di Cosa Nostra e un insulto al lavoro svolto in questi anni dai magistrati e dalle forze dell'ordine", afferma Angela Ogliastro, sorella di Serafino Ogliastro, un ex poliziotto ucciso dalla cosca di Brancaccio nel '91 con il metodo della lupara bianca. "Io e i miei genitori - spiega la sorella dell'ex poliziotto - non abbiamo nemmeno il corpo di Serafino da potere piangere. Come si permette Grillo a fare l'elogio della mafia in una città che gronda sangue di vittime innocenti? Perché non era in piazza con noi il 21 marzo scorso, nella sua Genova, per la Giornata della memoria organizzata da Libera in ricordo di tutte le vittime della mafia? Io c'ero insieme ai parenti di 900 persone uccisa da Cosa Nostra che lui ha offeso".


E anche la politica non risparmia critiche feroci alla provocazione di Grillo. "Grillo parla come un mafioso senza essere nemmeno originale. Gli stessi argomenti prima di lui li hanno gia utilizzati Vito Ciancimino e Tano Badalamenti. E come l'ultimo dei mafiosi non ha nemmeno il coraggio di confrontarsi pubblicamente sulle sue patetiche provocazioni", afferma Claudio Fava, figlio del giornalista Beppe Fava (ucciso dalla mafia nel 1984), membro della segreteria nazionale di Sinistra Ecologia Libertà. 


"La Sicilia ha perso uomini delle istituzioni come Pio La Torre e Piersanti Mattarella e anche cittadini come Libero Grassi nella lotta alla mafia e al pizzo; bisogna combattere la mafia e quella parte dello Stato che ha fatto da terreno fertile per l'egemonia mafiosa. Evitiamo di ignorare quegli uomini dello Stato che sono caduti per combattere la criminalità". Lo ha detto il candidato sindaco Leoluca Orlando commentando a margine di una conferenza stampa organizzata da Libera, Addiopizzo e professionisti liberi le parole pronunciate ieri da Beppe Grillo a Palermo.
"Le parole vergognose pronunciate ieri a Palermo da Grillo suonano inaccettabili nel giorno della memoria di Pio La Torre", scrive nel suo blog il vice coordinatore di Futuro e Libertà, Fabio Granata. "Oggi, nel suo ricordo, riaffermiamo i valori della "bella politica" contro tutte le mafie e contro gli utili idioti che, attraverso la demagogia, criminalizzano tout court la politica e allontanano i cittadini dalla partecipazione attiva. E siccome Grillo non è per niente stupido, - prosegue Granata - il suo messaggio è ancora più inquietante e assume il profilo di una pericolosissima manovra elettorale verso determinati ambienti". "Don Beppe, Vossia ha ragione. La mafia è solo un'invenzione dei giornalisti. Non esiste. E' lo Stato il vero assassino", ironizza la coordinatrice nazionale dei club di Grande Sud, Costanza Castello.


"La Sicilia ha pianto grandi uomini, da Pio La Torre a Libero Grassi, che hanno sacrificato la loro vita per una terra libera dalla mafia e dal racket: dunque, la Sicilia di tutto ha bisogno tranne che delle parole di Grillo, che sono un vero e proprio schiaffo alla nostra storia", dice Mario Filippello, segretario regionale della Confederazione nazionale dell'artigianato. "Non ci aspettiamo nè scuse nè rettifiche - aggiunge - il comico genovese torni a fare il buffone, l'unica cosa che sa fare bene" 



(

VERGOGNATI !!!!!!

ECCO L'ANTIPOLITICA DI GRILLO & C.

Abbiamo tratto dalla edizione online del Corriere della Sera l'articolo che ci dimostra chi è il rappresentante dell'antipolitica, mi riferisco al guitto Grillo, ed il suo modo di pensare:



PALERMO

Polemica sulle frasi choc di Grillo: i partiti sono peggio della mafia, strangolano le vittime

Pina Maisano, vedova di Libero Grassi: «La mafia ha ucciso le persone che il pizzo non hanno voluto pagarlo»

Beppe Grillo (Ansa)Beppe Grillo (Ansa)
MILANO - Quella di Beppe Grillo sembra veramente una clamorosa scivolata. Dire che la «mafia non ha mai strangolato i suoi clienti limitandosi a prendere il pizzo» a Palermo e per giunta nell'anniversario della morte di Pio La Torre ha scatenato una selva di polemiche anche tra i potenziali elettori del «Movimento 5 stelle» che in Sicilia scenderà in campo anche alle prossime amministrative del 6 e 7 maggio. Profondamente indignata Pina Maisano, vedova dell'imprenditore Libero Grassi che pagò con la vita il suo rifiuto di piegarsi al racket del «pizzo». «Grillo -afferma- forse dimentica che la mafia ha anche ucciso le persone che il pizzo non hanno voluto pagarlo». «La politica è la cura della Polis, la difesa dell'interesse dei cittadini è qualcosa di nobile. Se la mafia uccide le persone - aggiunge la Maisano - la corruzione e la cattiva politica uccidono il Paese. Io personalmente non ho ricette, ma quello di Grillo mi sembra davvero un modo di fare politica pressappochista e superficiale».
LE DICHIARAZIONI - Le dichiarazioni di Grillo sonoarrivate in occasione della presentazione del candidato sindaco del movimento 5 stelle a Palermo, Riccardo Nuti. Il comico genovese ha parlato della crisi economica, della delegittimazione dei partiti e poi la battuta risultata quantomeno infelice: «La mafia non ha mai strangolato i suoi clienti - ha detto - si limita a prendere il pizzo. Ma qua vediamo un'altra mafia che strangola la sua vittima».
SDEGNO DEI PARENTI DELLE VITTIME - Subito sono insorti i rappresentanti delle forze politiche e soprattutto i parenti delle vittime di mafia. «Le parole vergognose pronunciate da Grillo suonano inaccettabili nel giorno della memoria di Pio La Torre» scrive sul suo blog il vice coordinatore di Fli, Fabio Granata. «E siccome Grillo non è per niente stupido -prosegue- il suo messaggio è ancora più inquietante e assume il profilo di una pericolosissima manovra elettorale verso determinati ambienti. La mafia cerca sempre contenitori sui quali contarsi e pesare e in una fase di transizione come questa, parole di comprensione e di sostanziale legittimazione verso Cosa Nostra sono inquietanti e pericolose». «Grillo parla come un mafioso senza essere nemmeno originale. Gli stessi argomenti prima di lui li hanno gia utilizzati Vito Ciancimino e Tano Badalamenti. E come l'ultimo dei mafiosi non ha nemmeno il coraggio di confrontarsi pubblicamente sulle sue patetiche provocazioni». attacca Claudio Fava della Segreteria nazionale di Sinistra Ecologia Libertà e figlio di Pippo Fava, il giornalista ucciso dalla mafia. «Le parole di Beppe Grillo sono un'offesa nei confronti di tutti i familiari delle vittime di Cosa Nostra - afferma Angela Ogliastro, sorella di Serafino Ogliastro, un ex poliziotto ucciso dalla cosca di Brancaccio nel '91 - sono un insulto al lavoro svolto in questi anni dai magistrati e dalle forze dell'ordine. Come si permette Grillo a fare l'elogio della mafia in una città che gronda sangue di vittime innocenti?» «Queste frasi - aggiunge Vincenzo Di Girolamo, segretario provinciale del PD di Palermo - sono uno sfregio profondo alla Sicilia, oltretutto sono ancora più gravi perchè arrivano proprio mentre ricordiamo il sacrificio di Pio La Torre e Rosario Di Salvo.


Alfio Sciacca
30 aprile 2012 | 14:11

martedì 24 aprile 2012

MANI IN ALTO !!!!!


Share on emailShare on oknotizieMore Sharing ServicesIl ministero dell’Interno: “Responsabilità di Sgarbi nell’infiltrazione mafiosa a Salemi”Il ministero dell’Interno: “Responsabilità di Sgarbi nell’infiltrazione mafiosa a Salemi”
Il ministero dell’Interno: “Responsabilità di Sgarbi nell’infiltrazione mafiosa a Salemi”

La relazione sullo scioglimento del comune siciliano, firmata dal ministro Cancellieri, accusa il critico-politico: "Non ha arginato le interferenze dell'onorevole Giammarinaro", già sorvegliato speciale. Sottolineati i "vincoli criminali" del vicesindaco Favuzza. E l'amministrazione del polemista televisivo faceva soltanto "antimafia di facciata"

di Rino Giacalone | 22 aprile 2012

Vittorio Sgarbi
Nell’infiltrazione mafiosa nel Comune di Salemi “il sindaco ha precise responsabilità”. Il sindaco è Vittorio Sgarbi e a scrivere questo atto d’accusa è il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, nella relazione sullo scioglimento dell’amministrazione della cittadina in provincia di Trapani.
“Ritardi e inerzie nell’assegnazione e gestione dei beni confiscati, formazione degli atti fuori dalle sedi istituzionali, libera determinazione fortemente ostacolata, applicazione di facciata dei protocolli di legalità”. Tutto a favore dei voleri delle cosche mafiose locali. E’ pesantemente sanzionatorio il risultato dell’ispezione prefettizia condotta presso il Comune di Salemi, tanto che il ministro dell’Interno Cancellieri ha chiesto e ottenuto dal governo il via libera allo scioglimento per mafia degli organi amministrativi. Un’amministrazione controllata da un ex sorvegliato speciale, l’ex deputato regionale della Dc, l’andreottiano Pino Giammarinaro. “Puparo e regista nemmeno tanto occulto”, così indicato nel rapporto investigativo che lo scorso anno ha portato il questore di Trapani, Carmine Esposito, a chiedere al Tribunale l’applicazione di 5 anni di sorveglianza speciale, e il sequestro di beni per 30 milioni di euro.

Tutto racchiuso nel rapporto “Salus Iniqua” frutto del lavoro investigativo della direzione anticrimine guidata dal dirigente Giuseppe Linares. In quel rapporto, l’onorevole Giammarinaro è indicato a capo di un “regno”, tra mafia, politica e sanità. Da quel rapporto ha preso il via l’ispezione al Comune di Salemi dove nel 2008, voluto e sostenuto proprio da Giammarinaro, è stato eletto sindaco Vittorio Sgarbi. Nei confronti di Sgarbi la relazione firmata dal ministro Cancellieri è severa: “l’amministrazione, col sindaco e vicesindaco, non ha posto alcun argine al condizionamento esercitato dall’on. Giammarinaro”. Il giudizio è drastico. Secondo il Viminale, nel procurato inquinamento mafioso “il sindaco ha precise responsabilità”. E che tutto giostrasse attorno all’on. Giammarinaro, l’ispezione lo conferma con le parole dello stesso Sgarbi: “E’ il sindaco ad affermare la centralità della figura di Giammarinaro, anche a proposito della attribuzione di incariche e nomine”.

Sono stati registrati casi in cui l’on. Giammarinaro raggiungeva in auto l’aeroporto di Palermo, andando a prelevare di persona il sindaco Sgarbi, per fargli firmare in auto provvedimenti che poi risulteranno sottoscritti a palazzo Municipale. La relazione sottolinea inoltre il ruolo del vicesindacoAntonella Favuzza: “Il vicesindaco è legato da stretti vincoli con noti e storici esponenti delle locali famiglie criminali….”. Un’amministrazione che praticava una antimafia di facciata, a proposito di appalti pubblici. Applicava il protocollo di legalità intestato al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e poi aggiudicava i lavori di ristrutturazione del Municipio ad un imprenditore che era stato in carcere per turbativa d’asta. 
iunta sedeva poi un assessore che nel 2011 fu condannato per truffa aggravata. A Pino Giammarinaro, il sindaco Sgarbi ha permesso partecipare a riunioni di giunta, senza verbalizzarne la presenza ovviamente. E a casa dell’ex deputato fu scritto un bilancio di previsione del Comune. Tra i casi sottolineati, quello della mancata assegnazione di un terreno di 70 ettari confiscati al narcotrafficante mafioso Totò Miceli, uomo fidato del latitante Matteo Messina Denaro. La relazione evidenzia come quel terreno stesse per essere assegnato all’associazione di assistenza sanitaria Aias. Su questo Sgarbi chiese a un assessore: “Pino che ne pensa?”. L’onorevole ne poteva pensare solo bene: il presidente dell’Aias, l’ingegner Francesco Lo Troivato, risulta essere uno dei soggetti del potere esercitato dall’ex deputato sulla sanità.





sabato 21 aprile 2012

GIUSTIZIA E' FATTA !!!!

Pubblichiamo un articolo tratto dalla edizione online del "Fatto Quotidiano" relativa alla decisione del Tribunale di Marsala di considerare "incandidabile" l'ex sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi.Non avremmo voluto parlarne per non ritornare a citare il nome dell'ex sindaco, che per Salemi è solo inglorioso passato, ma la notizia rende in un certo senso giustizia alla città di Salemi: non si capiva ,infatti, come mai era stato sciolto il Consiglio Comunale quando, da quello che era stato reso noto, "le influenze esterne" avevano interessato più la giunta comunale che il Consiglio stesso.Il provvedimento del Tribunale di Marsala riporta il tutto ad una corretta logica.



"Sgarbi vuole fare il sindaco a Cefalù 
Ma per il tribunale di Marsala è incandidabile
I giudici si sono basati sulle relazioni degli ispettori inviati al Comune di Salemi dal Viminale. E dalle quali emerge che “lo sviamento dell’attività amministrativa” è stato “reso possibile, se non addirittura agevolato, dalle ripetute assenze del sindaco dal territorio di Salemi". Prima dello scioglimento per mafia, il primo cittadino era proprio il critico d'arte


Vittorio Sgarbi non può essere candidato a sindaco di Cefalù in quanto amministratore del Comune di Salemi che è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. Lo ha deciso la sezione civile del tribunale di Marsala, sulla base di un ricorso del ministero dell’Interno. Il critico d’arte non intende tuttavia rinunciare. “Rispetto alla decisione della sezione civile del Tribunale di Marsala – si legge in una nota del suo ufficio stampa – Vittorio Sgarbi resta candidabile. Ogni valutazione di merito, e non meramente formale come quella del Tribunale di Marsala, è rimandata alla Corte di Appello di Palermo presso la quale gli avvocati del critico d’arte proporranno reclamo”.

I giudici di Marsala hanno deciso in base a una norma del testo unico sugli enti locali (articolo 143 della legge 267 del 2000) la quale stabilisce che “gli amministratori responsabili delle condotte che hanno dato causa allo scioglimento non possono essere candidati alle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali, che si svolgono nella regione nel cui territorio si trova l’ente interessato dallo scioglimento, limitatamente al primo turno elettorale successivo allo scioglimento stesso, qualora la loro incandidabilità sia dichiarata con provvedimento definitivo”. Il tribunale ha preso in esame l’esito di un’ispezione al Comune di Salemi disposta dal ministro dell’Interno. La relazione degli ispettori sottolinea che a Salemi c’è stato uno “sviamento dell’attività amministrativa”. Lo “sviamento” è stato “reso possibile, se non addirittura agevolato, dalle ripetute assenze del sindaco dal territorio di Salemi; lo stesso primo cittadino ha peraltro più volte legittimato e delegato un ex politico (Giuseppe Giammarinaro, già sorvegliato speciale e sottoposto a sequestro preventivo dei beni, per 35 milioni di euro) alla gestione dell’attività amministrativa dell’ente”.

“Apprendiamo con soddisfazione della decisione della Sezione civile del Tribunale di Marsala (Tp) che, sulla base di un ricorso del Viminale, ha sancito che Vittorio Sgarbi non può essere candidato a sindaco di Cefalù (Pa), in quanto amministratore del Comune di Salemi, che è stato sciolto per infiltrazioni mafiose”. Lo dicono i senatori del Pd, Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che avevano presentato un’interrogazione parlamentare in merito alla candidatura del critico d’arte a sindaco della cittadina normanna. “Apprendiamo dell’intenzione di Sgarbi di voler insistere, proponendo ricorso contro la decisione del Tribunale. Non possiamo che invitarlo a farsene una ragione, e comunque – aggiungono – tiriamo un sospiro di sollievo perchè, sebbene non avesse chance di vittoria, la sua esclusione evita turbative alla campagna elettorale dovute alle sue frequentazioni”.
Proprio oggi Sgarbi ha dato mandato all’avvocato Giampaolo Cicconi di procedere contro il Procuratore della Repubblica di Marsala, Alberto di Pisa, per omissione di atti d’ufficio e violazione dell’obbligatorietà dell’azione penale “in relazione a plurime denunce – si legge in una nota del suo ufficio stampa – su infiltrazioni mafiose nella concessione per impianti eolici e fotovoltaici nel territorio di Salemi”. La denuncia di Sgarbi fa inoltre riferimento a esposti e denunce su presunti abusi d’ufficio e falso in atti pubblici di funzionari di polizia e del locale comandante dei Carabinieri “In più occasioni – afferma Sgarbi – mi sono recato dal Procuratore di Pisa (che mi aveva chiesto sostegno giornalistico quando fu accusato di essere il “corvo” della Procura di Palermo) per esporgli le anomalie e le inquietanti situazioni da me riscontrate, oltre agli avvisi e alle minacce, telefoniche e scritte, e all’invio di teste mozze d’animali, senza ottenere alcun riscontro, ma un altrettanto inquietante muro di gomma”. “Mi chiedo perchè – aggiunge l’ex sindaco di Salemi – le mie denunce, precise e circostanziate, siano rimaste inascoltate. Questi atti omissivi rappresentano una vittoria della mafia; la quale ha ottenuto che il più rumoroso nemico degli interessi criminali nell’energia cosiddetta ‘pulità sia cacciato dalla Sicilia”."


Le altre notizie sull'argomento:


Palermo, 20 apr. (Adnkronos) - Il Tribunale di Marsala dichiara Vittorio Sgarbi "incandidabile" in vista delle prossime elezioni amministrative, ma il critico d'arte annuncia: "Mi candido lo stesso, questa è solo la sentenza di primo grado e ce ne sono altre 3, l'appello, la cassazione e la Corte di Strasburgo".
La sentenza che dichiara l'incandidabilità dell'ex sindaco di Salemi(Trapani) comune di recente sciolto per infiltrazioni mafiose è stata emessa questo pomeriggio dal Tribunale civile di Marsala. Il critico d'arte ha già annunciato che farà ricorso in appello. Saranno proprio i giudici della Corte d'Appello di Palermo a decidere sulla sua candidabilità, anche se Sgarbi insiste: "Mi candido a sindaco, questa è una sentenza tecnicamente insignificante. Sono e resto candidato - ha annunciato all'Adnkronos - fino alla sentenza definitiva, e questa non lo è. Appena la sentenza verrà notificata ai miei legali, cioè entro i prossimi 10 giorni, farò immediatamente ricorso alla Corte d'Appello".
Non solo. Sgarbi ha anche fatto sapere di avere "denunciato il procuratore capo di Marsala perché "due anni fa ho presentato diverse denunce ma sono rimaste sempre lettera morta". E tornando a parlare della sua candidatura a sindaco di Cefalù ha spiegato che "ogni valutazione di merito e non meramente formale come quella del Tribunale di Marsala, e' rimandata alla Corte d'Appello di Palermo".
E alla domanda su come si presenterà a sindaco a Cefalù se il tribunale di Marsala lo ha dichiarato incandidabile ha detto: "Intanto mi candido e se verrò eletto farò il sindaco, poi quando verrà emessa la sentenza definitiva ne riparleremo". Proprio nei giorni scorsi sulla candidatura di Sgarbi a sindaco di Cefalù ci sono state diverse polemiche sulla sua vicinanza a Giuseppe Farinella, cugino di un pregiudicato per mafia.



martedì 10 aprile 2012

AVVISO AI LETTORI DI QUESTO BLOG!!!!!!

Cari potenziali lettori abituali od occasionali, questo blog è nato con lo scopo di creare un punto d'incontro online per discutere, in modo civile e costruttivo, sui problemi ordinari e straordinari, le vicende politiche e quant'altro interessi la nostra città.
Dopo quasi due anni, dalla sua creazione, devo prendere atto che i post pubblicati vengono letti, non da un numero elevato di lettori, ma da un buon numero , pensate che dalle statistiche che periodicamente mi mette a disposizione Google, risulta che le nazioni dove vengono letti di più sono gli Stati Uniti e la Germania! Poco male, ma quello che ho notato è che nessuno interviene a commentare le notizie, a parte un lettero, che ritengo abituale, si fa sentire e fa sentire i suo pensiero: ti ringrazio "Pietre Antiche" e spero che gli altri lettori possano seguirti. Esprimere la propria opinione è segno di civiltà personale e di crescita sociale!!!

PERSA L'OCCASIONE DI CONOSCERE LA VERITA' !

Riportiamo da Repubblica online, pagina di Palermo, la seguente notizia:

"Mafia, Il ministro a Racalmuto
dopo lo scioglimento del Comune

La reponsabile dell'Interno Annamaria Cancellieri ha raccolto l'invito di un gruppo di intellettuali del paese dove nacque Leonardo Sciascia

Il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, è giunta a Racalmuto per una visita su invito di alcuni intellettuali dopo lo scioglimento dell'amministrazione comunale, il 23 marzo scorso, per infiltrazioni mafiosa. La Cancellieri si è recata subito in municipio, dove l'attendevano il prefetto di Agrigento, Francesca Ferrandino, il capo della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Francesco Messineo, i vertici provinciali delle forze dell'ordne, l'arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro. Dopo l'incontro al Comune, in programma una visita al teatro Regina Margherita e alla Fondazione Sciascia, intitolata al grande scrittore siciliano che era originario di Racalmuto."


Era l'occasione per invitare anche a Salemi il Ministro, chi sapeva ed ha taciuto è persona indegna di appartenere alla nostra comunità, e non era nemmeno necessario scomodore intellettuali che a Salemi, salvo smentita, non esistovo, bastava che l'iniziativa l'avessero  presa  un gruppo di cittadini onesti ed innamorati del proprio paese per far conoscere al ministro Salemi e la nostra società civile. Un'altra occasione perduta per riparare ai danni lasciati dall'amministrazione Sgarbi!!!
O magari c'era il timore che il ministro svelasse tutti i retroscena dello scioglimento del consiglio comunale?

mercoledì 4 aprile 2012

LEI HA DEGLI SCHELETRI NELL'ARMADIO!!!!!!!


          'E' successo a mia insaputa'


Sembra essere diventato il nuovo tormentone,dopo quello dei PM arrembanti "non poteva non sapere", l'alibi perfetto per ogni situazione incresciosa. Da Scajola a Rutelli, da Diliberto alla casa risistemata di Bossi, un imbarazzante catalogo di autodifese.

Negli ultimi tempi, sulla scia della celebre autodifesa di Claudio Scajola, sono sempre di più gli uomini politici pronti a giurare che gli affari che li riguardano accadono a loro insaputa. Gli esempi sono tanti: da chi si stupisce per il malaffare che lo circonda, a chi giura vendetta contro chi gli paga una casa o una vacanza, fino a chi non riesce proprio a credere di non essere un latin lover.

"Denuncerò chi ha utilizzato i soldi della Lega per sistemare casa mia. Io non so nulla di queste cose. Avendo pochi soldi non ho ancora finito di pagare le ristrutturazioni della mia casa". Umberto Bossi, 3 aprile 2012. Il segretario della Lega reagisce così all'inchiesta sull'uso dei fondi del partito, che vede coinvolto il tesoriere Francesco Belsito. 

Umberto Bossi ha promesso di denunciare chi ha utilizzato i soldi della Lega per sistemare la sua casa senza dirglielo. Negli ultimi tempi, sulla scia della celebre autodifesa di Claudio Scajola, sono sempre di più gli uomini politici pronti a giurare che gli affari che li riguardano accadono a loro insaputa. Ecco alcuni, recenti e illustri esempi:

"Ridicolo e provocatorio. Le attività di Luigi Lusi sono state condotte solo per il suo tornaconto personale, al di fuori di ogni mandato, e a totale insaputa mia e del gruppo dirigente della Margherita". Francesco Rutelli, 2 aprile 2012. Il presidente dell'Api, parla alla Procura di Roma, che indaga sull'appropriazione di 18-20 milioni da parte dell'ex tesoriere della Margherita Lusi.

"Non avevo minimamente notato lo slogan sulla maglietta". 
Oliviero Diliberto, 20 marzo 2012. Il segretario del Pdci si era appena fatto fotografare accanto a una manifestante che indossa una maglietta con la scritta "Fornero al cimitero". Un video dimostra che Diliberto e la donna chiacchierano a lungo prima di farsi la foto insieme. 


"Sono stato un fesso ad accettare quelle quattro spigole e le 50 cozze pelose. Le ho dovute mettere nella vasca da bagno. Non sapevo che i Degennaro (autori del regalo ndr) fossero corrotti". Michele Emiliano, sindaco di Bari, giustifica così i suoi rapporti con Gerardo e Daniele Degennaro, imprenditori, uno consigliere regionale del Pd, l'altro presidente regionale di Federalberghi, arrestati per corruzione, frode e numerosissimi falsi. 18 marzo 2012.

"Io non mi sono accorto di niente". Vittorio Sgarbi, sindaco di Salemi, provincia di Trapani. 6 febbraio 2012. Il suo comune è stato da poco sciolto per infiltrazione mafiosa. Nel 2011, l'ex deputato Dc Giuseppe Giammarinaro subisce il sequestro di 35 milioni in un'operazione dell'antimafia di Palermo sul condizionamento delle amministrazioni locali. Due mesi fa, Sgarbi ha nominato Giammarinaro vicesindaco.

"Chiesi con insistenza all'albergo chi avesse pagato il mio conto. Mi fu risposto che non era possibile dirlo per ragioni di privacy. Quindi ignoro chi sia stato e perchè". Carlo Malinconico, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, 3 gennaio 2012. Le vacanze di Malinconico sono state pagate dall'imprenditore Francesco De Vito Piscicelli, coinvolto nell'inchiesta sulla "cricca" che indaga su appalti e vantaggi ricevuti da alcuni dirigenti pubblici in cambio di favori e regali.

"Ho detto quella frase a mia insaputa. Ma non è un mio pensiero. Fini non è un maiale. Forse ho detto meno male". Francesco Storace, 14 novembre 2011. Al congresso de La Destra, Storace chiede le dimissioni di Fini dalla presidenza della Camera gridando "maiale, maiale traditore!"

"Gli investimenti in Tanzania? Io non ne sapevo niente". Roberto Maroni, 12 gennaio 2011. L'ex ministro dell'Interno si indigna quando scopre che il tesoriere della Lega Belsito (oggi in arresto) utilizzava i rimborsi elettorali per operazioni finanziarie in Tanzania.

"Non sapevo che la casa di Montecarlo fosse stata ristrutturata e affittata a mio cognato".Gianfranco Fini, 8 agosto 2010. Il presidente della Camera si dichiara stupito di apprendere che una parte del patrimonio immobiliare della vecchia AN sia passato nelle disponibilità di Giancarlo Tulliani, fratello minore della sua compagna Elisabetta.
"Forse mi hanno fatto un regalo a mia insaputa. Se trovo chi è stato...". Il 4 maggio 2010 Claudio Scajola, in una conferenza stampa, commenta così il dono ricevuto da Diego Anemone. Il faccendiere accusato di aver ricevuto appalti dalla Protezione Civile grazie alla corruzione, ha contribuito con 900.000 euro all'acquisto dell'appartamento di 180 mq con vista sul Colosseo in cui vive l'ex ministro dello Sviluppo economico. I due saranno processati dalla procura di Roma.

"A me piace la conquista, altrimenti non c'è gusto. Se nelle mie residenze c'erano delle prostitute, vuol dire che qualcuno le ha intrufolate a mia insaputa"."Non ho mai invitato consapevolmente a casa mia persone poco serie". Silvio Berlusconi difende il proprio onore, maggio-agosto 2009.

di Riccardo Pennisi   04 aprile 2012