mercoledì 30 novembre 2011

IL SINDACO DI SALEMI A TUTTO GAS


Sgarbi lancia il partito della.....................rivoluzione

30 novembre 2011 - Lancia il ‘Partito della rivoluzione’ per “sparigliare le carte”. A cominciare dalle prossime amministrative di Palermo, dove sogna un’accoppiata con il pm Antonio Ingroia.Vittorio Sgarbi torna a far parlare di sé. Lo fa, fedele alla sua immagine e al suo stile, in maniera dirompente, quasi a ‘gamba tesa’ perché “adesso che tutto è in discussione – dice a Blogsicilia – si può ripartire per rilanciare la politica con forme nuove”.
E nuove sfide. Come quella lanciata al magistrato antimafia palermitano. “L’ho incontrato in aereo e gli ho lanciato questa sorta di sfida. Ingroia si occuperebbe di mafia, io di monumenti. Lui si è detto interessato. Ci siamo lasciati all’insegna del ‘se son rose fioriranno’. Significherebbe mettere insieme la parte ‘destruens’, quella dei magistrati che combattono la criminalità, con quella ‘costruens’ che fa rinascere su quello che è stato cancellato. Del resto repressione e sostegno devono andare di pari passo. Con un’eventuale lista civica ‘Sgarbi-Ingroia’ ci sarebbero tante cose da discutere, a cominciare dal candidato a sindaco, ma è di certo un’ipotesi molto suggestiva. Come avrebbe potuto essere un’ipotetica lista ‘Sciascia-Falcone’: avrebbe vinto a mani basse”.
E’ un fiume in piena il sindaco di Salemi che è reduce da un’assemblea pubblica ad Agrigento dove ha illustrato il suo nuovo progetto politico e ha incontrato i rappresentanti della rete di “Comitati civici” ideata da Peppe Arnone, assessore alla Cultura del Comune di Licata.
“Con l’avvento del governo Monti il bipolarismo è finito” ragiona Sgarbi “adesso si potrà rifare politica riorganizzando per principi autentici le parti che prima si contrastavano. Non si può più governare con la retorica e la finzione, ma occorre avere in mente alcune cose chiare e precise, essenziali per il futuro del Paese. C’è sempre più tanta gente che la pensa così e guarda a qualcosa di nuovo o a un battitore libero come me che, benché non nuovo, ha avuto funzioni transitorie”.
Tra gli obiettivi prioritari del rinnovato impegno politico di Sgarbi, la riforma della legge elettorale, che prevede le preferenze e il fattore proporzionale .e le primarie. E a proposito dello strumento per la selezione dei candidati, il sindaco di Salemi conferma che correrà per “diventare il leader del Popolo della Libertà, che cambierà nome”. La decisione l’ha già comunicata a Berlusconi, precisando che “la mia corsa non è contro Alfano”Penso che c’è un’area del centrodestra che non è detto che debba identificarsi con il Pdl. Le diverse componenti devono essere valorizzate e tenute insieme”.
Sgarbi, infine, dice la sua anche sull’elezione in rappresentanza scolastica dei genitori di Concetta Riina, primogenità del boss Totò, nel consiglio di circolo della scuola elementare di Corleone. Una candidatura definita da più parti “inopportuna” e “fuori luogo”. Giudizi che per il sindaco di Salemi sono “una forma di inciviltà tipica della Sicilia. Se abbiamo dato credito come antimafioso a Massimo Ciancimino, figlio di don Vito, perché non può avere una dignità autonoma anche chi non è collaboratore di giustizia?”.

MA COME? TRE MESI FA DICEVA:







"Ritengo conclusa la mia esperienza a

    Salemi"

LA PROVOCAZIONE


Sgarbi: «Con Ingroia in una lista civica:
lui si occupa di mafia io di monumenti»

Così il critico d'arte e sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi torna ad animare il dibattito politico siciliano

Sgarbi e Ingroia
PALERMO - «Vedrei bene una lista civica denominata "Sgarbi - Ingroia": lui si occuperebbe di mafia, io di monumenti». Così il critico d'arte e sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi torna ad animare il dibattito politico siciliano: «Gli ho lanciato questa sorta di sfida», spiega, «e lui mi ha detto che se ne può parlare. In questo modo sparigliamo le carte». La «provocazione» di Sgarbi è nata ad alta quota, su un volo Roma-Palermo di lunedì 28 novembre durante il quale ha parlato con il magistrato della Procura di Palermo delle prossime elezioni regionali, ma soprattutto delle prossime amministrative di Palermo.
Non solo Lombardo dunque. Il magistrato continua ad attirare su di se le attenzioni dei politici per apparentamenti e candidature. Ma il pm sul punto più volte si è espresso negativamente: «Non sarò il nuovo de Magistris,è inopportuno candidarsi nel medesimo comune ove si è esercitata fino a quel momento una funzione giudiziaria».
È prevista per mercoledì 30 novembre una conferenza stampa ad Agrigento (alle 10,30 all’Hotel Kore) in cui il critico parlerà del progetto politico che lo vedrà protagonista delle prossime elezioni regionali in Sicilia. Con lui Peppe Arnone, assessore alla Cultura del Comune di Licata, ideatore di una rete di «Comitati civici» che supporterà l’azione politica di Sgarbi.
29 novembre 2011
Redazione online Corriere del Mezzogiorno



Giovedì 01 Dicembre 2011 08:37

"Ma quale lista insieme...". Ingroia smentisce Sgarbi. Che figura...


Magra figura per il Sindaco di Salemi, Vittorio Sgarbi,che martedì aveva annunciato di essere d'accordo con il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, per presentare una lista civica insieme alle prossime elezioni amministrative.
Il tutto è avvenuto durante un volo Palermo - Roma: "Ho incontrato il magistrato in aereo e gli ho fatto questa proposta. Lui si occuperebbe di mafia e io di monumenti". Ingroia ha confermato si di aver incrociato Sgarbi in aeroporto, ma ha dichiarato di non aver mai risposto alla proposta di Sgarbi.  “Mi ha avvicinato in aeroporto– ha spiegato il magistrato – esponendomi la sua curiosa proposta. Ma era solo uno scherzo, o almeno lo interpreto così, non ho mai detto che se ne potesse parlare. E ovviamente non immaginavo che avrebbe accreditato la sua battuta come ipotesi seria. Figuriamoci poi se posso mai essere interessato. Assolutamente no”.

domenica 27 novembre 2011

CHI RIMPIANGE IL CAVALIERE ??????

INCREDIBILE IL FATTO DI FINI E TRAVAGLIO RIMPIANGE IL "CAIMANO" 
Il quotidiano di Padellaro che inveiva contro il Cavaliere,ora invoca il suo ritorno!
C
hi l'avrebbe mai detto? Il Fatto Quotidiano che rimpiange Berlusconi. Di più: che chiede il suo ritorno. Sembra un paradosso o uno, più banalmente, uno scherzo. Il governo Monti, il governo dei secchioni, il governo dei banchieri, il governo delle (ancora sconosciute) misure imprenssionanti fa rimpiangere il Cavaliere. "Il moralismo della sinistra è insopportabile. E ora capisco perché tanti, senza per questo essere dei lestofanti, votavano Berlusconi. Perché Berlusconi, difendendo la sua libertà criminaloide difendeva anche, per estensione, la libertà di tutti dallo straportere dello Stato. Aridatece subito il Cainano", scrive Massimo Fini, l'opinionista di destra e firma del Fatto.  
Adesso il quotidiano di Antonio Padellaro si accorge che il Cainano, così ferocemente attaccato , il Cainano che sembrava il peggiore dei mali non era poi così male soprattutto perché ci difendeva dalla longa manus dello Stato. Massino Fini passa in rassegna tutte le misure che sono state solo ventilate da Monti e che già fanno paura: dalla tassa sul prelievo di 500 euro, al divieto di effettuare pagamenti in contanti superiori a 300 euro. " I pagamenti avverrebbero quindi in gran parte con assegni, bancomat, carte di credito, bonifici tutte operazioni su cui le banche hanno le loro commissioni. Se poi ogni pagamento in contanti dovesse essere tassato, le banconote sparirebbero dalla circolazione perché nessuno le accetterebbe. Saremmo obbiligati a tenere tutto il nostro denaro in banca. Ma le banche sono delle società private e lo Stato non può obbligarmi a tenervi il mio denaro. Io il mio denaro ho diritto di tenerlo dove mi garba, di ficcarmelo anche nel culo se così mi piace", scrive Fini. Ecco, quest'impossibilità di fare ciò che si vuole del proprio denaro, quest'essere diventati ostaggi delle banche, ecco a fronte di tutto ciò si arriva a rimpiangere Berlusconi.  

27/11/2011 

sabato 26 novembre 2011

ED ORA PURE CONTRO IL VESCOVO !!!!


LA QUERELLE SULL'ASSEGNAZIONE DELLE PROPRIETA'

Sgarbi contro il vescovo, polemica sui beni confiscati: «Parla solo per luoghi comuni»

Il sindaco di Salemi ha inviato una lettera a Mogavero: «Si esprime come i giornalisti conformisti e diffamatori»

 Beni confiscati alla mafia, è botta e risposta tra il sindaco di Salemi, Vittorio Sgarbi, e il vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero, sul tema. La scorsa settimana infatti, l'Agenzia nazionale per i confiscati alla criminalità organizzata ha revocato il trasferimento al Comune di Salemi di alcuni lotti di terreno e fabbricati confiscati al boss Salvatore Miceli e alla moglie Veronica Dudzinski. Il Comune non era riuscito ad affidarlo in gestione. Sgarbi, plaudendo all'iniziativa dell'Agenzia di assumersi direttamente l'impegno di assegnare i terreni confiscati a chi sia in grado di occuparsene, aveva auspicato «che non si ripetesse l'esperienza di affidamenti di comodo ad associazioni religiose che accumulano senza alcun esito attivo e produttivo». A queste affermazioni aveva replicato Mogavero accusando Sgarbi di gettare discredito nei confronti di associazioni ecclesiastiche.
LA MISSIVA DI SGARBI - Pronta la risposta del critico d'arte e sindaco di Salemi che ha scritto una lettera al vescovo. «Le parole con cui lei ha risposto alle mie affermazioni», dice Sgarbi nella missiva, «e alla mia piena soddisfazione che la futura assegnazione dei terreni sia stabilita direttamente dall'Agenzia, riproducono luoghi comuni nei quali si accomodano giornalisti conformisti e diffamatori. La storia è molto più semplice: nessuno mi ha chiesto di rallentare l'affidamento e indirizzarlo verso obiettivi controllabili. Ho individuato in Slow Food, l'istituzione più adatta alla gestione, ma, nonostante la lunga trattativa, non c'è stata la disponibilità se non molto remota e condizionata a una dotazione di 50 mila euro che il Comune non aveva». L'interesse, come scrive Sgarbi, era stato manifestato anche dall'associazione guidata da Padre Francesco Fiorino, «ma anche in quel caso», ricorda il primo cittadino, «essa era subordinata a un intervento economico da parte del Comune. Per questa ragione ho parlato di affidamenti di comodo. Di più, nei luoghi affidati a Padre Fiorino l'attività produttiva e la riabilitazione dei siti non ha portato ad alcun esito, nè ad alcun sensibile risultato, essendo ogni azione sostanzialmente subordinata ai contributi dello Stato». «Se anche al vescovo di Mazara del Vallo piace giocare a guardia e ladri», aggiunge, «lo lascerò nella sua convinzione e lo affiancherò a quelle autorità, dal prefetto al questore, ai magistrati, al maresciallo dei carabinieri che hanno fatto un'opera di falsificazione della verità che io non sono disposto ad accettare».

CI PRENDONO IN GIRO!!!!!

LA CASTA CI CREDE TUTTI SCEMI.TAGLIANO I VITALIZI DEI PARLAMENTARI PER FINTA !!!!!!
HANNO SOPPRESSO I VITALIZI D'ORO DEGLI ONOREVOLI, MA SOLO DEGLI ELETTI DAL 2018 IN POI.

L
a Casta abolisce il vitalizio alla Casta che verrà. Il consiglio di Palazzo Madama (costituito dal presidente del Senato, dai vicepresidenti, dai questori e dai rappresentanti di tutti i gruppi) ha approvato all’unanimitàla soppressione delle pensioni d'oro dei parlamentari a partire dalla prossima legislatura. . Non poteva riguardare i senatori in carica o gli ex perchè non può incidere sui diritti acquisiti.  La scelta di Camera e Senato comporterà un risparmio diverso, anche se al momento non quantificabile, a seconda del numero di parlamentari che hanno già maturato il vitalizio che verranno  eletti alle prossime politiche: più saranno i 'nuovì più alto sarà il risparmio.   Intanto il consiglio di presidenza di Palazzo Madama ha dato mandato ai questori di definire, in collegamento con i colleghi della Camera, una proposta per il 'dopò perchè, viene spiegato, non sarebbero possibili soluzioni diverse fra le due Camere.   Più di una le ipotesi sul tappeto: una delle idee è quella di passare al sistema contributivo, equiparando di fatto il periodo dell’esercizio della funzione di senatore ( o di deputato) ad un lavoro. Ma si è pensato anche ad una rendita assicurativa. In tutt'e due i casi a versare mensilmente il danaro da destinare a questo scopo, sarebbe il singolo.   I questori di Senato e Camera hanno già avuto modo di confrontarsi e proseguiranno, dunque, a farlo per definire una proposta.

MA COME NON ERA TUTTA COLPA DI BERLUSCONI??????

Monti lo sa: il pallino è in mano a Berlusconi

                                                                       di Vittorio Feltri

Monti lo sa: il pallino  
è in mano a Berlusconi

Il nuovo governo rischia la bocciatura per ragioni politiche e tecniche. Il Parlamento non vuole essere schiacciato dai professori ed è difficile rilanciare l'economia stimolando la crescita
Anche i governi riposano. Anzi, ripo­sano soprattutto i governi. Quello di Mario Monti non ha ancora co­minciato a lavorare ed è già in setti­mana corta. Forse il presidente e qualche mini­stro faranno i compiti a casa. Speriamo. Per­ché bisogna che si portino avanti col program­ma, altrimenti rischiano la bocciatura. Ri­schio elevato per varie ragioni: politiche e tec­niche.
Le prime sono note: il Parlamento vive nel terrore di essere schiacciato dai professori e di non contare più nulla, cioè di perdere di fat­to il potere legislativo, dovendo cederne quo­te importanti all’esecutivo per cause di forza maggiore (l’emergenza);quindi tenterà di rea­gire, condizionando e addirittura minaccian­do di sfiduciare il premier. Le seconde ragioni sono legate alle difficol­t­à oggettive di rilanciare l’economia stimolan­do la crescita.
In Senato, per chi non lo sapesse o se ne fosse scordato, la maggioranza è salda­mente in mano al Pdl. Vi par poco? Se gli fanno girare i santissimi (per un provvedimento che non gli va a genio o una provocazione da lui giu­dicata inaccettabile), Silvio Berlusconi vota contro una legge e buona notte al secchio. Non è un caso se Monti in aula ha trattato il Ca­valiere con ogni riguardo: sa che la propria sopravvivenza dipende dal Pdl. Alla Camera c’è maggiore equilibrio numerico; comunque anche qui il peso dei berlusconiani è decisivo. Al di là di ciò, in un sistema bicamerale perfetto quale il nostro, basta segare un ramo per abbattere la pianta. Premier avvisato, mezzo salvato.
Monti, insomma, ha tut­to l’interesse a non irritare il proprio pre­decessore, che, paradossalmente, è in grado oggi più di ieri d’incidere nelle vi­cende politiche. Chiunque desideri mantenere in buona salute il governo tecnico, sappia che Silvio ha in mano il pallino e lo può giocare in qualsiasi mo­mento e come gli pare. Chiarito questo punto, sarà opportuno che la magistratu­ra ­stia in campana e sospenda certi acca­nimenti, altrimenti saranno guai. Se poi alcuni pazzi si fossero messi in testa di scalare Mediaset, rinuncino a Satana e al­l­e sue antenne altrimenti saranno fulmi­nati.
Torniamo alle ragioni tecniche che rendono arduo il cammino di Monti & so­ci universitari. Ci riferiamo alla crescita cui tutti mirano per recuperare risorse, anche fiscali. Auguriamo a Corradone Passera, superministro, superbravo, su­perbo e super in genere, di imbroccare il filotto e di strappare un risultato straordi­nario. Ci farebbe piacere non soltanto perché siamo suoi estimatori, ma anche perché il suo successo avvantaggerebbe noi oltre che lui. Gli rammentiamo però che i consumi interni sono già ai limiti, e che le esportazioni, con questo euro ba­lordo e con gli attuali costi della manodo­pera (trascurando la mediocrità dei no­stri servizi e i lacci burocratici), non sono facilmente incrementabili: non siamo at­trezzati per reggere la concorrenza spie­tata dei Paesi orientali.E allora come si farà a crescere, caro mi­nistro? Qui cresce soltanto il numero de­gli immigrati, i quali, peraltro, avendo fa­me, sono animati da buona volontà, non rifiutano alcun lavoro, e progrediscono: il 10 per cento di loro (e sono 4 milioni e mezzo) è diventato «autonomo», im­prenditore. Mentre i nostri giovani aspet­tano una scrivania per grazia ricevuta.Ma quale crescita?Non c’è nulla d’infi­nito, nemmeno lo sviluppo. Un tempo producevamo per consumare. Oggi che dovremmo fare per amor di patria? Con­sumare per produrre? Questo tipo di ci­viltà fondata sulla pancia piena non può esigere di riempire chi è satollo. E questo capitalismo esasperato non può preten­dere che la finanza moltiplichi per dieci una ricchezza che vale uno.

Il Foglio sfotte il Sole 24Ore


Alcuni giorni fa, nel pieno degli attacchi degli speculatori finanziari internazionali, il giornale di Confindustria esortava il governo a "Fare presto" per approvare le misure anticrisi. Oggi, con Monti in carica, tutto tace...

MONTI+SEGRETO=DISASTRO


Ai mercati non interessa un governo tecnico,
con la democrazia sospesa e la politica impiccata


Ai mercati non interessa un governo tecnico, con la democrazia sospesa e la politica impiccata. La crisi di fiducia riguarda l’Europa e il governo dell’euro, cosa che questo giornale in corsa solitaria contro il luogo comune fazioso antiberlusconiano ha ripetuto per mesi. Ma la grande menzogna è passata, è stata perfino ingurgitata da chi al massimo grado doveva difendersene e difenderci, Berlusconi in persona. La situazione è surreale e drammatica. Ed è una lezione per tutti quei gentiluomini che fanno del cinismo opportunista, e del suo corredo di moralismo punitivo, la regola e la guida della loro rinuncia a pensare i problemi in vista di un interesse nazionale ed europeo, non di parte. Eccoci dunque con i rendimenti raddoppiati dei titoli a breve, una piccola catastrofe ingigantita dalla mortifera situazione borsistica, e con Lady Spread che scorrazza per ore oltre quota cinquecento, tranquilla, elegante e molto eloquente.Una maggioranza tripartita che si vergogna di esserlo (nata com’è all’insegna della rinuncia alla sovranità politica democratica), che combina vertici segreti a Palazzo Giustiniani (il luogo giusto, il palazzo della Massoneria) con il Preside del consiglio di facoltà, un tris di segretari impotenti (Bersani, Alfano, Casini) che passa da dietro, dalle porte laterali, per non farsi sorprendere. […] Negli anni Settanta con l’emergenza economica e l’emergenza terrorismo fu praticato il compromesso storico. Una cosa grande, a confronto con questo tripartitismo di sottogoverno che si presenta in scena e si annuncia nel peggiore dei modi […] Il dramma continua, e lo si recita come fosse una farsa. Un Monti impacciato fa il bravo scolaretto davanti ai due già ilari direttori didattici dell’Europa virtuosa, il ritmo della danza è pachidermico, e tutti stanno zitti, tutti  giocano ai finti tonti, ai sobri, ai lodenvestiti che tra una Trilateral e l’altra stanno facendo strame di un paese imbocconito".

da IL FOGLIO ON LINE

giovedì 24 novembre 2011

DAVANTI AL PARLAMENTO EUROPEO


«Berlusconi mandato via,
Monti, architetto del disastro»

L'attacco del deputato britannico ed euroscettico Nigel Farage

«Avete deciso che Berlusconi dovesse andarsene. Così è stato sostituito dal signor Monti, un ex commissario europeo, un "fratello architetto" di questo euro-disastro e un uomo che non era nemmeno un membro del Parlamento. Sta diventando una storia alla Agatha Christie, in cui stiamo cercando di capire chi sarà la prossima persona ad essere fatta fuori». Gira in Rete da qualche giorno - scatenando polemiche - l'attacco all'Ue dell'eurodeputato Nigel Farage, leader dell'UK Independence Party.
 Tra chi ha contribuito a diffondere le parole di Farage c'è Francesco Storace, leader italiano de La Destra, che martedì ha anche attaccato i media italiani: «Perchè censurano il coraggio? È incredibile che non ci sia spazio per la denuncia pronunciata in pieno Parlamento europeo da un deputato inglese, Nigel Farage, che non ha avuto timori nel denunciare il fallimento dell'Euro e i complotti contro i governi di Grecia e Italia. Stamane (ieri mattina, ndr) pubblico sul mio blog e su tutte le mie pagine Facebook il video dell'intervento censurato dal giornalismo italiano, quello impegnato ad esaltare il prof Monti e i suoi banchieri di governo».

sabato 19 novembre 2011

I Promessi Sposi(Opera Moderna)- Solo il Silenzio

T'HO CERCATO... TI HO TROVATO da: I Promessi Sposi - Opera moderna

I Promessi Sposi Teatro Arcimboldi Milano 18/12/10 " VERRA' UN GIORNO"

"I PROMESSI SPOSI" Teatro Arcimboldi Milano 18/12/10

I PROMESSI SPOSI - Teatro Arcimboldi (Chiusura 1° parte ) 30/12/2010

DAL 7 ALL'11 DICEMBRE AL POLITEAMA DI PALERMO


I Promessi Sposi di Guardì in Sicilia

Rosalia Misseri
I Promessi Sposi targati Michele Guardì arrivano in Sicilia. Il musical, ispirato al capolavoro di Alessandro Manzoni, sarà in scena a Palermo dal 7 all'11 dicembre al Teatro Politeama, per spostarsi a Catania, al Metropolitan, dal 15 al 18 dicembre. Dopo il debutto del 18 giugno 2010 a San Siro e i successi ottenuti lo scorso anno nella Valle dei Templi di Agrigento e al Teatro degli Arcimboldi di Milano, l’opera torna sui palcoscenici d'Italia per una lunga tournée fino a marzo prossimo. Le musiche saranno quelle del maestro Pippo Flora. Il cast vedrà Graziano Galatone nel ruolo di Renzo, Noemi Smorra in quello di Lucia e Giò Di Tonno nelle vesti di Don Rodrigo. La Monaca di Monza avrà il volto della cantante e attrice Rosalia Misseri (Notre Dame de Paris, Tosca Amore Disperato).
Dieci protagonisti, dieci comprimari, quaranta ballerini, coristi che cantano dal vivo sulle basi musicali realizzate da una grande orchestra sinfonica e coro di quaranta elementi. Ma non solo: una spettacolare scenografia con tre grandi palcoscenici ruotanti su un fronte di quaranta metri, costumi e coreografie da grande teatro musicale. Con questi ingredienti viene proposto uno spettacolo che celebra il più grande romanzo italiano con continui rilanci alla attualità dei temi affrontati nel testo originale. È la celebrazione di un mondo pieno di suggestioni storiche, poetiche e umane. Il racconto è noto, e la sua modernità viene sfruttata per presentare un contesto storico e sociale che riprende, immutate, le problematiche dell’essere: dall’Amore al Potere, dalla Giustizia alla Fede. Per concludere con il trionfo della vita nella esplosione della luce del Duomo…«la grande macchina del Duomo» come Manzoni racconta l’apparire di Milano agli occhi semplici e pieni di speranza di Renzo.
Nei post successivi alcune scene tratte da Home page di YouTubeYouTube.



Vittorio Sgarbi :parallelismo,tra il serio ed il faceto,tra donne della pittura e donne dell'attualità !!!!


Vittorio Sgarbi: «La Gioconda?
Oggi avrebbe il volto della Minetti»

Il critico d'arte traccia parallelismi fra le donne della pittura e quelle dell'attualità in occasione dell'uscita
del suo ultimo libro edito da Bompiani

La Gioconda e Nicole Minetti
PALERMO – Se anziché nel Rinascimento Leonardo fosse vissuto ai giorni nostri oggi la Gioconda avrebbe il volto di Nicole Minetti. Parola di Vittorio Sgarbi. Il critico d’arte in occasione dell’uscita del suo ultimo libro «Piene di grazia, i volti della donna nell’arte», edito da Bompiani, spiega al settimanale                   «Oggi» perché il volto del celebre         dipinto sarebbe potuto essere quello dell’ex igienista dentale di Berlusconi, attualmente consigliere regionale del Pdl in Lombardia eletta nel listino di Formigoni, passata alle cronache anche per la sua presunta attività di «animatrice sexy» alle feste di Arcore.
SGUARDO AMMICCANTE - Per il sindaco di Salemi la donna raffigurata dal maestro di Vinci, (che molti storici dell’arte identificano in una certa Monna Lisa, moglie di Francesco del Giocondo, noto mercante fiorentino dell’epoca), più che un’opera emblematica ed enigmatica, è in realtà, dice il critico, «un’opera di assoluta semplicità». Il motivo è presto detto. «Lei ti guarda negli occhi, ammicca, ti sfida spavalda. È la donna che vuole sedurre: una Minetti», insomma, dice Sgarbi. Il critico poi azzarda altri parallelismi. La «Dama con l’ermellino», altro celebre dipinto di Leonardo, potrebbe benissimo avere le sembianze della Gregoraci che ha sposato Briatore «non perché bello», o di Elisabetta Tulliani, la compagna di Fini. Il motivo? «In quello sguardo che ignora qualunque altro c’è un’idea di esclusività» che «non necessariamente – aggiunge Sgarbi - è legata all’amore, ma alla dedizione che può essere indotta dall’interesse», senza per questo, precisa il primo cittadino del comune trapanese, essere un delitto. 
Vittorio Sgarbi e la sua ultima fiamma Patricia
Monica Bellucci viene invece associata ad una donna del Tiziano, mentre Simona Ventura «con quell’aria un pò stizzita e schifiltosa» alla «Giuditta che taglia la testa a Oloferne», del Caravaggio. Infine Sgarbi paragona la sua storica fidanzata, Sabrina Colle, all’«Antea» del Parmigianino e Laetitia Casta all’«Ilaria del Carretto», di Jacopo della Quercia.
SGARBI A TORONTO - Nel frattempo il sindaco di Salemi sabato prossimo è atteso in Canada per partecipare al 40esimo anniversario dell’associazione trapanesi di Toronto. Insieme a Sgarbi, dalla Sicilia sono attesi anche il sindaco di Vita, Antonino Accardo, e il primo cittadino di Gibellina, Rosario Fontana, in compagnia dell’arciprete di Gibellina, Rino Randazzo. In attesa intanto della partenza per Toronto il primo cittadino di Salemi parla anche delle dimissioni di Silvio Berlusconi e del suo tentativo di parlargli («ci ho provato ma non mi ha dato modo») prima che lasciasse il governo. «Gli avrei detto di andarsene, fino a quando sarebbe successo qualcosa di impopolare che gli avrebbe restituito il consenso, anche se - conclude Sgarbi - gli sconsiglio di ricandidarsi».
Francesco Parrella
16 novembre 2011                    Corriere del Mezzogiorno.it

venerdì 18 novembre 2011

E GIAMMARINARO DISSE A SGARBI .............

“A don Ciotti no”! Sgarbi non assegna i terreni confiscati e l’agenzia revoca la concessione.
Il sindaco di Salemi, in tre anni di amministrazione, non decide sui 70 ettari sequestrati al boss Salvatore Miceli. Ma, consigliato dall'ex sorvegliato Pino Giammarinaro, pone come condizione che non vadano all'associazione Libera. Poi si giustifica: "La mancata gestione? Colpa della crisi"


A sentire il sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi, “è tutta colpa della crisi” se la sua amministrazione, in carica da oltre 3 anni non è riuscita nell’intento di assegnare 70 ettari di terreno in contrada Masseria Vecchia, confiscati al boss salemitanoSalvatore Miceli. E alla fine l’agenzia nazionale dei beni confiscati, vista l’indecisione, ha deciso di fare una cosa mai accaduta prima: revocare la consegna del terreno di Masseria Vecchia al Comune di Salemi. Ci si aspetterebbe una reazione risentita da parte del sindaco, che in ultimo aveva dichiarato di volere dare il terreno al Coni. E invece nelle parole di Sgarbi c’è quasi soddisfazione: “A causa della crisi economica può accadere che un bene confiscato alla mafia non trovi nessuno disponibile ad accettarlo nonostante i ripetuti tentativi del Comune. Per questo plaudiamo all’iniziativa dell’agenzia di assumersi direttamente l’impegno di assegnare i terreni confiscati a chi sia in grado di occuparsene”. Sgarbi però intima: “Non va ripetuta l’esperienza di affidamenti di comodo ad associazioni religiose che accumulano senza alcun esito attivo e produttivo”.
I terreni si trovano in una zona a circa 10 chilometri dal centro urbano di Salemi, comprendono un baglio, delle ampie vasche di raccolta dell’acqua, vigneti, in parte sono incolti. L’iter per la confisca risale al 1987. Il boss Salvatore Miceli non è uno qualsiasi, i carabinieri dopo anni di latitanza lo hanno scovato in un albergo di lusso di Caracas, in Venezuela. Per conto di Matteo Messina Denaro si occupava di narcotraffico internazionale, facendo arrivare la droga, cocaina, dalla Colombia, alla Sicilia fino in Calabria e Campania. Cosa nostra, ‘ndragheta e casalesi assieme in un affare colossale. La sua voce una volta fu intercettata a San Vito Lo Capo, in un residence: era a parlare del dopo stragi ’92 con il geometra palermitano Pino Lipari, un altro “colletto bianco” a disposizione della mafia. “Bisogna rimettere questo giocattolo in piedi… gli dissi a Bino (Provenzano ndr), perché del passato ci sono cose giuste fatte e cose sbagliate. Cose tinti assai sinni ficiro”.

Quesi 70 ettari di contrada Masseria nel frattempo restavano non coltivati come se si attendesse il ritorno del “padrone”. E’ solo di pochi mesi addietro la scoperta di un incredibile retroscena proprio sull’assegnazione di quel fondo da parte del Comune. Le intercettazioni nell’ambito dell’indagine “Salus Iniqua” che coinvolse il “signorotto” politico del paese, l’ex deputato regionalePino Giammarinaro, dalle quali è emersa la posizione “dominante” di Giammarinaro rispetto al sindaco. Sgarbi una idea precisa l’aveva, la sua voce è stata intercettata mentre diceva, parlando di quel terreno con un assessore, “mai a Don Ciotti”. Il 16 ottobre 2009 Sgarbi fu intercettato a parlare con un suo assessore, Caterina Bivona, a proposito della sollecitazione giunta dalla Prefettura di Trapani che pretendeva l’immediata assegnazione di quel terreno agricolo. Sgarbi chiedeva al suo assessore chi avesse presentato domanda per l’assegnazione di quel terreno. Il sindaco apprendeva che l’interesse era stato dichiarato da Slow Food e da Libera, e Sgarbi fu sentito subito dire “a quelli di Don Ciotti no”. L’assessore, d’accordo con lui, allora gli ricordava “il volere di Giammarinaro”, cioè darlo in gestione ad una associazione che si prende cura dell’assistenza ai portatori di handicap, l’Aias, e al suo presidente, Francesco Lo Trovato. Sgarbi telefonava a Giammarinaro e questo gli ribadiva quello che l’assessore gli aveva detto, il terreno a “Don Ciotti mai”, ma semmai all’Aias, una associazione di assistenza a portatori di handicap. Non è comunque accaduto nulla. Immobilismo totale. E ora il terreno non sarà più nelle disponibilità del Comune.


Rino Giacalone da :


17 Nov 2011