mercoledì 6 marzo 2013

Berlusconi, petizione di Micromega



“Fuori dal Parlamento. Non è eleggibile”

Una campagna per cacciare Silvio Berlusconi dal Parlamento italiano. Le prime firme sono Vittorio Cimiotta, Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Dario Fo, Margherita Hack, Franca Rame, Barbara Spinelli. "E' concessionario di frequenze televisive" e per la legge 361 del 1957 non potrebbe aspirare a un seggio.



Una petizione per cacciare Silvio Berlusconi dal Parlamento italiano. E’ Micromega che la lancia chiedendo una firma on line sul sito. Le prime firme sono Vittorio CimiottaAndrea Camilleri,Paolo Flores d’ArcaisDario FoMargherita HackFranca Rame, Barbara Spinelli
Ecco il testo dell’appello. “Berlusconi non era e non è eleggibile. Lo stabilisce la legge 361 del 1957, che è stata sistematicamente violata dalla Giunta delle elezioni della Camera dei deputati. Nel 1994 (maggioranza di centro-destra) e nel 1996 (maggioranza di centro-sinistra, primo governo Prodi), un comitato animato da Vittorio Cimiotta (“Giustizia e libertà”) e composto da Roberto Borrello, Giuseppe Bozzi, Paolo Flores d’Arcais, Alessandro Galante Garrone, Ettore Gallo, Antonio Giolitti, Paolo Sylos Labini, Vito Laterza, Enzo Marzo, Alessandro Pizzorusso, Aldo Visalberghi, e sostenuto da una campagna stampa del settimanale “l’Espresso”, organizza i ricorsi dei cittadini elettori, ricorsi che vengono respinti dalla Giunta delle elezioni della Camera (con l’unico voto in dissenso dell’on. Luigi Saraceni, che il centro-sinistra non confermerà nella Giunta del 1996) con la motivazione che l’articolo 10 comma 1 della legge dichiara in effetti che non sono eleggibili “coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica”, ma che “l’inciso ‘in proprio’ doveva intendersi ‘in nome proprio’, e quindi non applicabile all’on. Berlusconi, atteso che questi non era titolare di concessioni televisive in nome proprio.
“MicroMega decide perciò di riprendere quella battaglia di legalità ormai ventennale attraverso due iniziative: un appello di un gruppo di personalità della società civile, sui cui raccogliere on line le adesioni di tutti i cittadini (con l’obiettivo di migliaia e migliaia di firme), e il fac-simile del ricorso, che potrà essere attivato da ogni elettore del collegio senatoriale per il quale opterà Berlusconi. Nell’ultimo giorno valido (20 giorni a partire dalla proclamazione degli eletti), MicroMega organizzerà la consegna di massa dei ricorsi alla Presidenza e alla Giunta delle elezioni del Senato”.

1 commento:

  1. Che quattro pseudo intellettuali snob debbano decidere se B debba o no rimanere in parlamento, dopo che 9 milioni di italiani lo hanno legittimato, non solo è pretestuoso e velleitario, ma anche se permettere fuori da ogni regola democratica. Sarebbe opportuno che a questi signori si desse una chiara lezione di civiltà e democrazia anche se tra di loro si annoverano premi Nobel; il fatto di per se non impedisce di pensare che artisti magnifici nel loro campo, siano poi delle" cacchette" nella vita! Se a questo poi aggiungiamo una certa faziosità politica, corrono il rischio di trasformarsi da "cacchette" in emeriti stronzi!!

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