lunedì 25 marzo 2013

PERCHE' I MARO' DOVEVANO RIMANERE IN ITALIA!



CHI DOVEVA GARANTIRE LA CREDIBILITA' INTERNAZIONALE  DELL'ITALIA LA FA SCIVOLARE IN BASSO!
La sinistra pur di screditare il governo di centrodestra ha contribuito, con la complicità della sinistra europea, a far dimettere Berlusconi per affidarci ad un manipolo di tecnici incompetenti.
La credibilità di una Nazione non si misura sugli uomini che la rappresentano ma su gli atti posti in essere.

Da più di un anno, ormai, Italia ed India affermano entrambe di avere la competenza esclusiva a giudicare sulla responsabilità dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano La Torre.Gli ultimi avvenimenti mostrano un ulteriore deteriorarsi della situazione.Infatti l'Italia aveva prima deciso di non farli rientrare in India, dopo la licenza loro concessa per consentire che votassero, salvo poi rimandarli indietro a seguito di una presa di posizione della Corte Suprema indiana, limitare la libertà di movimento del nostro ambasciatore a Nuova Delhi, che è ancora più grave di quella riguardante i due marò. 
Per di più la Corte Suprema, sebbene sia il massimo organo giurisdizionale indiano, ha dichiarato di non essere competente ed ha stabilito che dovesse essere istituito un tribunale speciale indiano per giudicare il conflitto di competenze tra India e Italia.
Una aberrazione giuridica che da sola doveva convincere il nostro governo a non far rientrare i marò in India.
Ci troviamo, infatti, in una controversia tra due Stati, quindi di natura internazionale,per cui occorre un giudice internazionale, terzo ed imparziale per poter decidere.
Se questo non bastasse non essendo stata riconosciuta la giurisdizione italiana bene aveva deciso il governo italiano di non rimandare i due marò in India,essenzialmente perchè in tal modo si sostanziava un'estradizione di fatto dei nostri due cittadini.
Estradizione non consentita, poichè il nostro ordinamento costituzionale vieta l'estradizione di cittadini italiani verso quei paesi nei quali sia prevista, come in India, la pena di morte.
L'annuncio,poi, del non rientro dei marò in India ha provocato una decisione della Corte Suprema indiana che impedisce la libertà di movimento al nostro ambasciatore.
Questa decisione è ancora meno rispettosa delle norme internazionali della precedente.
Infatti, i privilegi e le immunità dei diplomatici sono sanciti nella Convenzione di Vienna sulle relazioni internazionali, ratificata sia dall'Italia che dall'India. La convenzione sancisce l'inviolabilità del diplomatico che rappresenta il proprio paese in terra straniera ed anzi ribadisce che l'ospitante deve garantirne la piena libertà e la sicurezza. Unico atto che un paese può adottare contro un diplomatico è la sua espulsione.
Ecco perchè chi ha deciso di rimandare i nostri due marò indietro ha violato la nostra Costituzione ed ha di fatto sminuito il peso internazionale del nostro Paese.
Intanto, la politica, ad esclusione di Berlusconi non ne  parla,ed i due, dopo un anno di speranze, cominciano a sentirsi oggetto di dispute politiche; ed è di oggi un appello di La Torre che suona come un richiamo, forte, accorato, alla nostra classe politica  per trovare una soluzione a quella che ha definito una «tragedia», senza palleggi di responsabilità. In una mail indirizzata al giornalista Toni Capuozzo , che sarà letta nella serata di lunedì 25 nel programma «Terra!» su Retequattro, il sottufficiale afferma che «non ci serve ora sapere di chi sia stata la colpa, perchè non ci porta a nulla e tanto meno non porta a nulla che le forze politiche si rimbalzino le responsabilità». «Quel che vi chiediamo ora è non divisione ma, come i nostri fucilieri, mettetevi a braccetto, unite le forze e risolvete questa tragedia», ha chiesto il marò pugliese. «Come dicono i fucilieri: tutti insieme nessuno indietro. siamo italiani...dimostriamolo, come hanno fatto loro», conclude Latorre.

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