martedì 2 luglio 2013

LA SANTANCHE' DIVIDE: NON SOLO IL PDL MA ANCHE IL PD !!!!!

Santanchè, la Camera rinvia

Bagarre sulla deputata del Pdl. La Camera vota per alzata di mano il rinvio della votazione per eleggere il vicepresidente

Dalle nomine alle tasse, i democratici tramano per irritare il Pdl. L'obiettivo è portarlo alla rottura



La Santanché non mi sembra che si contraddistingua come una costruttrice di ponti, una tessitrice di tele,tuttavia da qui a dipingerla come "impresentabile" ce ne corre. Io al posto del PDL non l'avrei mai proposta ma sembra che fosse necessario creare un contraltare all'alterigia ed all'ipocrisia della Boldrini e per questo è sicuramente la più adatta. 
La candidatura di Daniela Santanchè alla vice presidenza della Camera rischia di far saltare il governo.Troppo alta la tensione attorno al nome della "pitonessa", candidato ufficiale del Pdl (pur spaccato) per prendere il posto di Maurizio Lupi chiamato da Enrico Letta nella squadra di governo.
Siamo alle prove tecniche della crisi, nascono in casa Pd ed hanno come portavoci due che il governo Letta lo vedono come fumo negli occhi: Pippo Civati è il più agguerrito: "La Santanche' si presenta oggi come candidata del Pd e del Pdl alla vicepresidenza della Camera. Fa piacere apprenderlo dai giornali, dopo l'ampia e approfondita discussione, che non c'e' stata" è stata la stilettata al vetriolo ai vertici del partito. Civati non è però il solo. Matteo Orfini, capocorrente dei cosiddetti 'Giovani turchi', ospite ad Agorà ha gettato benzian sul fuoco: "Non penso di votare Daniela Santanchè alla vice presidenza della Camera.  Penso che candidare Daniela Santanchè alla vicepresidenza della Camera, sia cercare un incidente", è stata la dura presa di posizione. 
Nemmeno il Pdl, infatti, è compatto sul nome  della Santanché: l'eterna divisione tra falchi e colombe potrebbe detonare definitivamente, tanto più che ora sta per nascere Forza Italia, proprio sul voto alla pasionaria del Pdl .Le posizioni in campo sono note: da un lato i falchi, di cui la Santanché insieme a Renato Brunetta è la maggior rappresentante, che non perdono occasione di pungolare il governo; dall'altra le colombe, ossia i filogovennativi, con in testa Angelino Alfano e i ministri del governo Letta. 
 Un'eventuale spaccatura su questo voto potrebbe portare a scenari destabilizzanti per il governo Letta, certo, ma anche per il Pdl. Il Pd, dal canto suo, rimane fermo sulle proprie posizioni: è la prassi, dicono, è il gruppo proponente che si deve votare il proprio candidato, si è sempre fatto così, è il ragionamento.  Al Pdl rimangono ora due opzioni: cambiare cavallo, candidando magari Antonio Leone; o giocarsi il tutto per tutto sul nome della Santanché, con il rischio concreto di arrivare ad una doppia resa dei conti: all'interno del Pdl, tra falchi e colombe, e di conseguenza sul governo Letta, che già di per se vive in uno stato di precarietà permanente.
Il mio consiglio ai vertici PDL? Cambiare subito cavallo, la Santanchè non ha appeal è altezzosa o almeno lo sembra, insomma in generale non ispira ne fiducia ne simpatia alla gente, è tra coloro che vanno "accantonate" nella nuova Forza Italia.

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